| inviato il 07 Ottobre 2020 ore 20:44
a mio avviso la lingua vera ha sempre evoluto in modo volgare, cioè tra il volgo, e quindi anche ignorantemente. oggi invece evolve anche per altre strade, per es. il linguaggio tecnico, che talvolta nel tempo diventa linguaggio comune. le estero-filie, su sport, musica, social. le importazioni dialettali attraverso i media e altri. |
| inviato il 07 Ottobre 2020 ore 20:44
Sono d'accordo col centauro. Nessuno coglie l'orrore della declinazione italiana di un verbo inglese. Una cosa che capisco in ragazzini adolescenti delle scuole medie. |
| inviato il 07 Ottobre 2020 ore 22:37
involuzione de che, non sono i dotti a tracciare l'evolversi di una lingua, ma il parlar comune e la storia lo dimostra |
| inviato il 07 Ottobre 2020 ore 22:42
il problema se mai non è trovare sostituti italiani a parole inglesi, ma che questi termini vengono usati senza essere più italianizzati questo forse é il primo campanello di allarme di una lingua non più in salute |
| inviato il 07 Ottobre 2020 ore 22:54
come fai a non italianizzare? driblando? |
| inviato il 07 Ottobre 2020 ore 22:54
Diebu: ma credo sia altrettanto fuor di dubbio che vi sia entrato per errore, per un errato, quanto diffusissimo, utilizzo. Credi ma è ciò che si scrive nel link che ho postato ma a volte è proprio dagli errori che nascono nuovi termini: diffusissimo non è l'errore ma il termine che ormai ha acquisito un suo significatoe che quindi non è più un errore pur generato da esso. Copio e incollo dal link Così nascono le parole nuove: dall'errore, dal fraintendimento, dallo slittamento del significato. Il caso di “quotare” mi sembra significativo di come una lingua si evolve. Per prima cosa, si evolve mescolandosi alle altre: anche in linguistica esiste l'entropia, e i puristi se ne devono fare una ragione (l'accademia della Crusca se l'è fatta da un bel po'). Detto questo, è giusto pretendere un minimo di sorveglianza ai confini. Non è che possiamo accogliere la prima parolina straniera che entra e pretende di sostituire una parola italiana di analogo significato. Non c'è nessun motivo di dire “misunderstanding” al posto di “equivoco”, a meno di non essere milanesi con l'aperitivo nel cervello. Il caso di “quote” però è particolare. È entrato in clandestinità, nessuno lo nega. Però si è subito dato da fare. Si è trovato un significato che nessuna parola italiana voleva assumersi. Dopo qualche anno che lavora in mezzo a noi, rendendoci un servizio comodo, con che faccia possiamo cacciarlo via? Per sostituirlo con cosa? Per altro vi sono altri termini di origine latina ( anche "quoto" se leggete nel link ha origine latina , poi adottato dagli inglesi e ritornato a noi con un significato diverso) che sono nati da un termine latino poi trasferito in inglese e riadottato in italiano con un significato diverso dall'originale latino come ad esempio "forum". Vedete qui www.pinguinomag.it/dieci-parole-latine-pensavi-fossero-inglesi/ Quindi ignoranti sono gli inglesi che hanno per errore o volontariamente trasformato delle parole latine in termini con significato analogo ma non uguale ed usate nel linguaggio corrente? Si fa alla svelta a giudicare qualcuno ignorante ( nel senso che non sa e sbaglia) ma non sarà che è perchè lo siamo per primo noi nel senso che non conosciamo un complesso evolversi linguistico/comunicativo? D'altro canto dagli errori molto spesso sono nate scoperte ed invenzioni nuove anche in campo culinario. Guardate qui magazine.misya.info/trend/ricette-nate-errore-leggenda-realta/ P.S.Diebu: gli esempi che hai fatto sono errori di ortografia ( quelli che la maestra a scuola correggeva con la penna rossa) che sono tutta un' altra cosa dall'utilizzare una parola di origine straniera con un significato diverso ( anche se per errore) e in questo modo coniare un nuovo termine. |
| inviato il 07 Ottobre 2020 ore 23:06
“ come fai a non italianizzare? driblando? MrGreen „ pensa che vorrebbero farci esultare gridando rete  |
| inviato il 08 Ottobre 2020 ore 0:20
Ma gli inglesi che cosa ne pensano della trasformazioni delle loro parole in italiacano? |
| inviato il 08 Ottobre 2020 ore 0:42
Io sono convinto che se dico "quoto" in un discorso, con il significato di "concordo" (o simile) pochissimi lo capiscono; o comunque se anche capissero mi prenderebbero per matto. Non è che tutta la popolazione frequenta i "fora" (plurale di forum); se il termine fosse davvero entrato nel linguaggio comune lo di sentirebbe utilizzare nei discorsi parlati, è invece no, io lo leggo solo quì. |
| inviato il 08 Ottobre 2020 ore 7:19
Certo che si usa anche nei discorsi parlati.. non so quanti anni tu abbia diebu, ma si usa.. almeno io lo uso (ho 33 anni), i miei amici anche e anche gente che conosco... Tra i vari discorsi: -Ragazzi dove si va a cena? -Andiamo a mangiare una grigliata di carne? -Si ma non nel posto "xxxxxxxx" -Si, quoto, troppo caro... Ecc ecc ... Sarà già capitato un sacco di volte. Ad esempio non io non uso termini come killare, o ti lovvo o altri che sono stati nominati a inizio del trhead. Ops, scusate... "Inizio della discussione di messaggi sul forum". Ad ogni modo usare termini nuovi non per forza di ti rende ignorante, ad esempio so scrivere un tema in italiano perfetto, ma nel linguaggio parlato uso "quoto". Se scrivessi in un tema a scuola "ti lovvo" allora sarebbe preoccupante. |
| inviato il 08 Ottobre 2020 ore 7:31
“ Ma gli inglesi che cosa ne pensano della trasformazioni delle loro parole in italiacano? „ ecco il provincialismo italico, preoccuparsi di cosa pensano gli altri, secondo te agli9 anglosassoni frega qualcosa di cosa pensiamo noi delle parole italiane che storpiano |
| inviato il 08 Ottobre 2020 ore 8:11
Diebu dipende sempre da chi è il tuo interlocutore. Certo che se anche io dico "quoto" a mia mamma che ha 80 anni non capisce cosa dico, ma questo succede anche con il termine mouse. Se vogliamo essere compresi dobbiamo usare un linguaggio diverso in base al nostro interlocutore, altrimenti rischiamo di fare come il mio medico che, parla parla ed io capisco la metà di quello che dice. Non sono giovanissima nemmeno io ma frequento i forum e lavoro con gente giovane e cerco di aggiornarmi. Se un termine non entra nelle nostre corde, siamo liberi di non usarlo ma evitiamo di giudicare negativamente chi invece lo usa. L'importante è capirsi e quando non capiamo qualcosa facciamocelo spiegare. Io col mio medico ci ho provato e lui ora mi mette le cose per iscritto così poi mi cerco i termini incomprensibili su internet |
| inviato il 08 Ottobre 2020 ore 8:32
"ecco il provincialismo italico, preoccuparsi di cosa pensano gli altri, secondo te agli anglosassoni frega ..." La mia è una domanda non una affermazione. Se noti c'è un punto interrogativo alla fine della frase. Forse abbiamo stravolto anche i segni di punteggiatura?? |
| inviato il 08 Ottobre 2020 ore 8:37
Non travisiamo quel che ho detto, mi sembra chiaro, ho portato due esempi molto significativi di termini esatti usati nel contesto sbagliato. E sono usatissimi in quel modo la'. E questa non può essere evoluzione della lingua perché genere incomprensione, errata comunicazione. Reintrodurre la matita blu e rossa alle elementari, questa è la strada |
| inviato il 08 Ottobre 2020 ore 9:02
Ilcentaurorosso@, l'esempio che tu riporti non c'entra ( )niente con la discussione in corso che verte su termini nuovi introdotti nella nostra lingua come "quoto": scrivere "centra" invece di "c'entra" col significato di "avere attinenza" è un errore ortografico ( da correggere con la penna rossa) che nasce dal fatto che la nostra lingua è "difficile" ( ecco perché è la lingua inglese ad essere divenuta universale e non l'italiano) e a volte ci si confonde, ossia si sbaglia a scrivere un termine in un modo piuttosto che in un altro. Fin quando dico verbalmente c'entro o centro, il problema non sorge, nasce invece nel linguaggio scritto, dove mettere la c con l'apostrofo o senza fa la differenza. La correzione automatica non avviene perché i termini da un punto di vista ortografico non sono errati ma diverso è il significato in base a come lo scriviamo. Di questo termine così discusso ( a riprova che siamo in molti a confonderci), se ne è occupata anche L'Accademia della Crusca accademiadellacrusca.it/it/consulenza/centra-o-centra/273 P.s.alla luce di questo trovo più grave scrivere "ho" voce del verbo avere senza l'h che altri termini che a volte possono confondere.Un pò di tolleranza prima di giudicare non guasta |
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