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Gian Butturini


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avatarsenior
inviato il 02 Ottobre 2020 ore 15:19

Ebbene, si tratta di un termine divenuto di uso comune nel periodo coloniale; è intrinsecamente "razzista" perché si basa sull'idea che esistano più "razze" umane (idea smentita dalla scienza).


Le differenze del patrimonio genetico della specie umana sono infinitesimali, 0,1%.
A seguito della nascita della teoria della razza del secolo scorso è sorto il fenomeno del razzismo.

Le differenze del patrimonio genetico della specie dei canidi sono infinitesimali.
Tra un chihuahua, che pesa un chilo, e un levriero irlandese, che pesa 45 chili, sta solo in 12 geni.
Non credo che nessuno si sia posto il problema della parola razza per i cani.

Il patrimonio genetico di un gatto e di una tigre è diverso solo per meno del 4%.
Non credo che nessuno si sia posto il problema della parola razza tra i felini

Se è vero che nessuno sano di mente potrebbe obiettare l'origine della figlio m....tta come accezzione neutra, è altrettanto vero che nessuno sano di mente verrebbe in mente di etichettare come razzista le distinzioni "scientifiche" tra felidi o canidi o altro ancora.
Eppure la diversità, senza alcuna accezione negativa della parola, è ben evidente.

Ovvio che sia un paradosso il ragionamento.
Però riflettiamo se i problemi nascono dal linguaggio o esclusivamente dai modi, dalle forme, dai costumi e usi del periodo storico.
Quale è causa e quale è effetto?

Credo che l'argomento sia molto scivoloso però, oltre che OT. Il rischio è che qualcuno possa trovare il modo di far chiudere anche questo topic...

user177356
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inviato il 02 Ottobre 2020 ore 18:06

Però riflettiamo se i problemi nascono dal linguaggio o esclusivamente dai modi, dalle forme, dai costumi e usi del periodo storico.


A mio avviso è un circolo vizioso: i comportamenti conferiscono significati al linguaggio e questo contribuisce a consolidare (spesso in modo non del tutto consapevole per chi lo usa) i comportamenti.

Negli USA anni fa la Always (marca di assorbenti) lanciò la campagna "Like a Girl" ("come una ragazza"). Venivano filmati ragazzi e ragazze alle quali veniva chiesto di compiere un gesto (come correre, o lanciare una palla) "come una ragazza". Anche le ragazze assumevano atteggiamenti leziosi o goffi aderendo allo stereotipo. Poi veniva fatta la stessa domanda ad alcune bambine, che non avevano ancora subito il peso della discriminazione di genere, e le reazioni erano completamente diverse. Da guardare:




user12181
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inviato il 02 Ottobre 2020 ore 21:21

Dovrebbe allora essere censurato l'uso di tutti i nomi (tra l'altro meno polisemici di quelli oggi censurati politicamente in Italia, di cui parlavo sopra) assunti dal noto popolo che dal 70 d.c. ha peregrinato per le vie del mondo subendo persecuzioni ferocissime, dalla crociata di Gualtieri Senza Averi e Pietro l'eremita, fino al tentativo di genocidio ingegnerizzato, solo perché a lungo sono stati usati con significato fortemente negativo, prima dai suoi persecutori religiosi, poi dal razzismo teorico e dal razzismo politico. Associati molto frequentemente, guarda caso, ai medesimi aggettivi ingiuriosi (p.e. "sporco") che accompagnano a volte i termini oggi censurati.
Siccome sono in pensione, fuori piove e non ho nulla da fare, mi sono divertito a cercare qui sotto (mi pare che a casa avessi casualmente e gratuitamente la Liz, comunque colpevolmente mai usata. Devo andare a recuperarla, chissà se ancora funziona su Windows 11, magari c'è anche un'app per android) l'uso che di certe parole oggi ritenute politicamente scorrette dai nostri farisei (e ormai nuovi filistei) è stato fatto in alcuni classici della letteratura italiana. I risultati sono a dir poco variopinti, tanto per rimanere nell'ambito cromatico. Però non mi risulta che qualcuno abbia rimosso l'orribile monumento a Bottego davanti alla stazione di Parma, dal significato, questo sì, inequivocabilmente colonialista e razzista, anzi è stato amorosamente restaurato e rimesso al suo posto.

www.cnaparma.it/2015/05/11/slow-manufacturing-il-monumento-a-vittorio-

Noi dovremmo però distruggere questa ricchezza lessicale perché ne hanno fatto uso darwiniani e colonialisti razzisti:

gattoweb.ovi.cnr.it/(S(fwsr5j3353lhakszqfom3g4f))/CatForm01.aspx

www.intratext.com/Aiuto/ITA/




user177356
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inviato il 02 Ottobre 2020 ore 22:01

Murmunto, è inutile girarci intorno: se per un gruppo di persone essere denominate in un certo modo è offensivo, gli altri devono astenersi dall'utilizzare quella denominazione, l'avessero usata pure Dante e Manzoni o fosse scritta nel Libro Sacro del Grande Cocomero.

avatarsenior
inviato il 03 Ottobre 2020 ore 9:53

se per un gruppo di persone essere denominate in un certo modo è offensivo, gli altri devono astenersi dall'utilizzare quella denominazione, l'avessero usata pure Dante e Manzoni o fosse scritta nel Libro Sacro del Grande Cocomero.


E' la ragione per cui analfabeti di fotografia (e non solo dal momento che vi erano pure le didascalie) considerano razziste le foto di Butturini...

Anche in questo lavoro ci sono accostamenti con animali, tra cui maiali e scimmie.
Se lo avesse fatto una autore di colore avrei dovuto pensare al razzismo?
Se invece l'autore è bianco posso escluderlo?
Ragionando in questo modo andiamo oltre le intenzioni degli autori, mettendoci soltanto pregiudizi e preconcetti personali, dettati da ignoranza, in un senso o nell'altro.

www.salvatorematarazzo.com/street-photography/blog/110-darwin-in-the-s

Opporsi fermamente ad ogni forma di discriminazione è giusto e sacrosanto, ma altrettanto può dirsi, e deve farsi, per la caccia alle streghe, che è causa anch'essa di ingiustizie e incrementi di odio.

Abbiamo o non abbiamo la capacità come essere pensanti di andare oltre e valutare per quello che realmente significano le immagini e le parole le accompagnano, aiutando a comprendere il linguaggio e gli autori?


user177356
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inviato il 03 Ottobre 2020 ore 11:17

E' la ragione per cui analfabeti di fotografia (e non solo dal momento che vi erano pure le didascalie) considerano razziste le foto di Butturini...


Non metterei le due cose sullo stesso piano: una cosa è l'uso del termine "negro" (storicamente consolidato e diffuso e oggetto di discussione per decenni) un'altra è l'isteria di una persona che - grazie ai social media - diventa ostracismo ingiustificato.

Quello che trovo grave non è la critica, anche aspra e pure cieca (i cr3tini costituiranno sempre la maggioranza delle persone), ma il fatto che ne consegua una "cancellazione" dell'opera.

user12181
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inviato il 03 Ottobre 2020 ore 12:12

Beh, tutto puoi dire tranne che ci giro intorno, ti concedo solo un mio (abbastanza ridicolo) eccesso di verbosità e di incisi.
Molto interessante l'uso della parola nell'Orlando furioso e nella Gerusalemme liberata, forse ti sentiresti confortato nella tua tesi, le differenze bianco/nero però erano viste non in chiave razziale, ma religiosa (come con il popolo della diaspora). E in questo ambito il termine "nero", oggi politicamente abbastanza corretto, si prestava ad identiche associazioni infernali/demoniache. Ma è comprensibile, si era in un'epoca di muro contro muro, e di nuovo era l'Islam ottomano/africano (quest'ultimo, nella sua componente nera, sottomesso al primo anche con la schiavitù) ad attaccare (1571 Lepanto - 1683 Kahlenberg, Giovanni Sobieski).
P.S. Tranquilli, la finisco qui, anche se fuori continua a piovere.

user207512
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inviato il 13 Ottobre 2020 ore 17:04

Arrivato finalmente il libro, un lavoro molto interessante.

user177356
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inviato il 13 Ottobre 2020 ore 19:11

Arrivato finalmente il libro


A me non ancora, magari provo a sentire via email se l'hanno spedito.

user207512
avatar
inviato il 13 Ottobre 2020 ore 19:42

A me ha impiegato dieci giorni, corriere un tantino lento.

user177356
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inviato il 13 Ottobre 2020 ore 20:00

Io l'ho ordinato dodici giorni fa.

user207512
avatar
inviato il 13 Ottobre 2020 ore 21:29

Anche io, dopo due o tre giorni mi è arrivata la mail di avviso spedizione e mi è stato consegnato oggi.

user177356
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inviato il 15 Ottobre 2020 ore 17:25

Ieri mi è arrivato il libro e in serata ho avuto un'oretta da dedicargli.

Mi sono imposto di non andare subito a cercare la coppia di foto "incriminate", ho letto l'introduzione di Parr e quella di Butturini (ampi estratti della quale erano già stati resi noti).

Osservando le immagini, tutte molto interessanti per un verso o per l'altro, mi sembra evidente quel misto di spaesamento e innamoramento per una città che all'epoca, ad un giovane italiano, doveva apparire affascinante e assurda al tempo stesso, familiare e aliena.

E poi sono arrivato alle foto della signora nera nel gabbiotto della metro e del gorilla dietro le sbarre.

Come accade sempre, le immagini stampate, sia pur nella dimensione di un libro (per quanto generose, nel caso in questione), l'impatto è più profondo che a video. I tratti somatici della nera appaiono più crudi, la simmetria è più evidente.

Non c'è dubbio che quella foto, quell'accostamento oggi sarebbe inconcepibile. Il solo fatto di leggere nei viso di una persona un'analogia con una scimmia è - giustamente, da un certo punto di vista - inaccettabile.

Eppure Butturini - lo dichiara apertamente - ha simpatia sia per la donna sia per l'animale, l'accostamento per lui è un omaggio ad entrambi, alla dignità di entrambi.

E qui una prima considerazione: questa simpatia implica indirettamente un'alterità rispetto ad entrambi. So che queste non erano le intenzioni dell'autore, ma la simpatia per la donna (così come per l'animale) non è "tra simili" ma "tra diversi". Ed è proprio questa necessaria diversità rispetto ad un altro essere umano a costituire una forma di sottile razzismo.

Certo, queste sensibilità si sono sviluppate solo di recente, e nell'ambito sociale e culturale di diversi decenni fa non avrebbero avuto senso.

E qui sta il nocciolo della questione: come possiamo valutare un'opera che oggi appare in contrasto con i principi della nostra società (o di parte di essa) ma che all'epoca nella quale è stata eseguita era invece coerente con principi che sono gli antesignani di quelli di oggi?

Avviare una discussione a partire da quelle due fotografie sarebbe stato utilissimo. Occasione persa, almeno per il momento. Spero che si possa recuperare in futuro; se potrò contribuire a questa discussione sarò ben felice di farlo.

avatarsenior
inviato il 15 Ottobre 2020 ore 17:55

E qui sta il nocciolo della questione: come possiamo valutare un'opera che oggi appare in contrasto con i principi della nostra società (o di parte di essa) ma che all'epoca nella quale è stata eseguita era invece coerente con principi che sono gli antesignani di quelli di oggi?


Non è difficile in teoria; basta contestualizzare, ossia capire gli usi ed i costumi dei periodi che sono analizzati.
Non mi sembra che siano espressi giudizi negativi sui romani (o altri) che erano schiavisti o si macchiavano dei peggiori crimini contro l'umanità.

Magari qualcuno può arrivare a proporre di abbattere il colosseo e oggi come oggi non sarei stupito visto le proposte che sono pervenute negli ultimi tempi.

Le difficoltà diventano recenti nel comprendere la storia più vicina ed in particolare quella contemporanea che proprio per la sua vicinanza appare più inconcepibile in molti passaggi ed inaccettabile nelle proprie contraddizioni.
Personalmente ho durato molta fatica a cercare di comprendere fenomeni storici avvenuti solo 40 anni fa, ed ho dovuto cercare un po di cose e di vedute contrapposte per cercare una sintesi di equilibrio.
Non è detto che sia quella giusta, ma porsi qualche domanda sul metodo aiuta ad essere più sereni per comprendere un fenomeno e non per condannarlo o assolverlo.
Rimane però più facile sparare una cannonata su un social ed avere un facile seguito di persone che hanno conoscenze sommarie.

user177356
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inviato il 15 Ottobre 2020 ore 18:13

Io non credo che la ragazza che ha avviato la campagna contro il libro sia stata in malafede.

Il problema è che sono più pericolosi gli ignoranti in buona fede che i colti in malafede.

In ogni caso, mi sembra ovvio che un comportamento di qualche decennio fa venga valutato secondo gli standard attuali mentre per ciò che è avvenuto secoli fa abbiamo maggiore distacco.

Il fatto è che da un lato la sensibilità collettiva evolve, dall'altro fatichiamo molto a riconoscere che alcuni nostri comportamenti che ritenevamo neutri non lo erano affatto. Da ragazzo mi divertivo a mettere in imbarazzo ragazze sconosciute sui mezzi pubblici fissandole con lo sguardo, oggi mi rendo conto che quelle ragazze potevano sentirsi violate, o in pericolo. Ero uno str**zo? Sicuramente sì. Lo ero consapevolmente? Sicuramente no.

Che cosa ne pensi di questo argomento?


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