| inviato il 26 Maggio 2020 ore 14:03
Beh, sinceramente non c'è niente che attrae lo sguardo in questo scatto. Forse il fascio di luce può essere interessante, ma manca un soggetto principale. Questo è quello che vedo io in questa foto...poi ognuno la vedrà diversamente forse |
| inviato il 26 Maggio 2020 ore 15:00
Poi, è ovvio ma lo dico lo stesso, è anche vero che da regole molto semplici base si può semplicemente partire per poi ampliare la difficoltà compositiva a proprio piacimento .. Ed esistono alcuni casi particolari, come le "foto 3D", in cui conta solo la scelta del PDR, perchè non c'è nulla da inquadrare: essendo Panosfere riproduci a 360 gradi tutto ciò che ruota attorno al punto in cui ti trovi a scattare, e quindi puoi lasciare l'inquadratura all'osservatore. Ultimamente mi sto dilettando in questo nuovo genere.. un tempo lo conoscevo solo sotto forma di piccoli pianeti, adesso con la possibilità di pubblicare su FB una foto 3D ne sto facendo spesso, sia col drone sia con la insta360.. per farmi capire vi lascio il link dell'album che ho fatto all'interno della mia pagina FB www.facebook.com/pg/d2film.21/photos/?tab=album&album_id=2501893963631 ancora devo migliorare molto eh! però mi piace questo strumento .. molto potente. |
| inviato il 26 Maggio 2020 ore 15:05
Di fatto quest'ultima foto non ha un soggetto (come avete già scritto), un fascio di luce non particolarmente interessante e che non esalta nessun soggetto né ne indirizza lo sguardo, perché il soggetto non c'è. Non c'è un sentiero che indirizzi lo sguardo verso qualche direzione ed è un controluce che aggiunge flare che hanno poco senso. In questa foto vengono mostrati alberi ammassati sullo sfondo senza esaltarli, un spiazzo di terreno che non mi comunica nulla e qualche filo d'erba privo d'interesse: insomma il soggetto pare proprio non esserci. |
| inviato il 26 Maggio 2020 ore 16:27
Come si compone un paesaggio? Intanto bisogna stabilire il soggetto. Uno e' gia' molto difficile da gestire, se poi ne inserisci 2 ( cascata e alberi ) allora la cosa si complica terribilmente. Tra i 2 si instaurano relazioni infinite, dimensione, colore, posizione. Comporre correttamente diventa veramente difficile. Una volta superate tutte queste sfide compositive, scelta la lente e il pdv, manca la luce giusta. Ed e' questa per me la parte piu' difficile. In fondo, a furia di provare e riprovare, la composizione prima o poi la si azzecca, ma la luce quella e' un dono di madre natura. Spesso per uno scatto io prima vado sul posto a cercare il soggetto. Poi ci giro intorno per cercare lo sfondo, cerco la composizione che mi sembra funzioni, e a questo punto studio la luce, ed e' qui secondo me che nasce il problema. La luce nel paesaggio e' (quasi ) tutto, e anche da essa dipende la composizione. Pero' non la controlliamo, per una foto posso tornare giorni sempre nello stesso posto sperando di trovare la giusta luce. E questo e' anche il motivo per il quale i miei paesaggi si trovano vicino casa. |
| inviato il 26 Maggio 2020 ore 18:10
Io adotto un sistema molto più semplice: passeggio "dentro" il paesaggio, che è il soggetto. Quando vedo qualcosa che mi colpisce (e che concorda con l'idea generale) mi sposto un po' alla ricerca del punto di vista. Scelto quest'ultimo, scatto. Se non sono convinto mi sposto un po' e cambio punto di vista. Se la luce è buona sono portato a scattare di più, se non è buona torno a casa con poche foto. Poi porto a casa e faccio editing, cioè scelgo le foto. La stragrande maggioranza delle foto non va per: inquadratura, soggetto, punto di vista, luce (la luce è pressoché incontrollabile, l'unica cosa da fare è uscire quando è buona, ma anche quando non è buona). Poi ci sono gli aspetti tecnici, spesso non è a fuoco quello che dovrebbe esserlo, ci sono flare, mosso, troppo rumore ecc. e scarto anche queste. Su 100 foto se ne salvano tre, quattro, cinque, che passo a postprodurre secondo l'idea di visione e le sensazioni provate al momento dello scatto. Quando scatto però non penso alla regola dei terzi né ad altre regole, ma cerco due cose 1) mettere nella foto tutto quello che è utile all'immagine ed escludere tutto quello che non lo è 2) cercare di creare una profondità che consenta all'osservatore di girare con lo sguardo dentro l'immagine, di immergersi dentro (anche se le mie foto, per una scelta antispettacolare, difficilmente hanno un vero e proprio punto di interesse).

 Metto due mie foto non per far vedere quanto sono bravo né quanto sono fedele alle regole che non seguo, ma per il semplice piacere di condividerle e mostrare come mi piace lavorare, giusto o sbagliato che sia. |
| inviato il 26 Maggio 2020 ore 21:04
Anche questi sono due scatti di paesaggi (urbano e naturale) che non mi attraggono granché (scusa MarcoPalomar) Nel primo interessanti le linee, ma vi sono troppo elementi, non so dove posare lo sguardo (forse i cartelli segnaletici, ma troppo piccoli). Nella seconda, come dici tu, non c'è un punto d'interesse e questo forse mi porta ad osservare un po' di più la foto, ma comunque alla fine mi manca qualcosa. È un modo diverso dal mio nell'intepretare i paesaggi, ma fa piacere ragionarci sopra per allargare un po' i propri punti fi vista |
| inviato il 26 Maggio 2020 ore 21:19
Giusto per fare un esempio dei paseggi che cerco di fare. In pratica uso più i tele che i grandangolari. www.juzaphoto.com/galleria.php?t=3457797&l=it Mi sono innammorato della fotografia quando ho visto le prime foto di Franco Fontana, poi a volte ho cercato di prenderlo come spunto... |
| inviato il 26 Maggio 2020 ore 21:31
Una regoletta basica che mi sono imposto di usare negli ultimi anni (e vedo che funziona) è usare il teleobiettivo in spazi ampi e il grandangolo in spazi ristretti. A me aiuta. |
| inviato il 26 Maggio 2020 ore 22:01
Sia chiaro che ognuno fa quello che crede, ma nella composizione esistono delle regole, se è possibile bisognerebbe attenersi, sono loro che rendono piacevole la fotografia. saluti. |
| inviato il 27 Maggio 2020 ore 6:37
Basta prendere due grandi fotografi di street come Bresson e Winogrand per capire come la composizione può essere interpretata in maniera totalmente differente; oppure in campo paesaggistico Fontana vs A.Adams, o A.Adams vs R.Adams o Koudelka vs Basilico o Guido Guidi vs Ghirri, o i coniugi Becher rispetto al loro allievo Gursky. Non tutti ad esempio lavorano sulla contrapposizione tra figura e sfondo, che è lo schema inconscio con cui la maggior parte dei fotografi organizza l'inquadratura; solo nell'ambito della contrapposizione tra figura e sfondo funzionano le cosiddette "regole" (la regola dei terzi, i rapporti aurei ecc.). Se vado in val d'Orcia e fotografo l'albero isolato con le colline sullo sfondo allora sì, devo applicare o sovvertire le regolette. Ma se vado a fotografare in un bosco questa situazione ideale cessa di esistere, un po' come il moto rettilineo uniforme che esiste sui libri ed è utilissimo da studiare, ma che non basta a descrivere la complessità dei reali fenomeni meccanici. L'unica cosa che accomuna tutte le foto è l'inquadratura, cioè quella piccola porzione del reale che scegliamo di fotografare e che deve essere dotata di una coerenza interna, che può essere raggiunta in mille modi diversi. |
| inviato il 27 Maggio 2020 ore 23:26
Ciao a tutti, sto seguendo con molto interesse questa discussione. Premetto che sono ancora agli inizi nel mondo della fotografia, ma il tema della composizione mi appassiona, quindi provo a dire la mia, nella speranza di non essere banale o dire cose errate :D Io credo che il metro migliore per misurare il risultato della foto di Dukefleed e quindi rispondere alla sua domanda, sia rapportare quali fossero le sue intenzioni al momento dello scatto, rispetto a quello che viene percepito da chi osserva la foto. Ho letto speso sull'utilizzo o meno di determinate regole o proporzioni, che sembra essere un po' il centro del discorso. Dalla mia modesta esperienza però credo di aver capito che queste regole (terzi, auree ecc) siano più propriamente degli strumenti, che possono essere funzionali a trasmettere un certo messaggio, ma meno funzionali a trasmetterne un altro. Quindi quando qualcuno dice che la foto è sbagliata perché la cascata è troppo laterale, sta solo dicendo che a lui non piace, che non rispetta un canone estetico, condiviso o meno che sia. Ma forse l'obiettivo di Dukefleed era diverso, voleva dare un'idea di una caratteristica di quel luogo, ed in questo mi sembra che abbia raggiunto l'obiettivo (e mi pare di capire che anche altri che sono intervenuti convengano su questo). Se voleva fare una foto di forte impatto visivo, bella da vedere e che uno vorrebbe appendersi in salotto, forse è riuscito meglio con le altre foto della cascata che ha postato (almeno a me piacciono di più, in particolare l'ultima e anche su questo altri hanno convenuto). |
| inviato il 28 Maggio 2020 ore 8:23
anche a me piace molto la composizione e il senso di profondità che rende |
| inviato il 28 Maggio 2020 ore 8:23
Questa foto piace tanto anche a me.. La sintesi compositiva è molto bilanciata, una doppia diagonale: la prima creata dal volume del terreno in primo piano (da basso a sinistra fino in alto a destra); e la seconda dalle strade che la tagliano al contrario (da basso a destra conducono lo sguardo fino all'angolo sinistro alto) Guidando l'osservatore per i diversi piani.. |
| inviato il 28 Maggio 2020 ore 19:45
per la foto del bianco/nero in parte sono in disaccordo,secondo me le persone sono troppo piccole,rapportate all'immagine e sono troppo defilate,sembrano quasi 2 sassi.io avrei fatto una composizione senza e avrei invogliato l'osservatore a fare una doppia scelta: una strada che porta ad un posto definito,certo,che potrebbe essere un porto sicuro,e una altra che conduce ad un posto ingnoto , ad un nuovo cammino e ad un nuovo futuro.quindi rapportare l'immagine anche verso le scelte di vita di ogni singolo osservatore.quindi a me personalmete quelle 2 misere figure cosi defilate mi disturbano,fossero state piu' importanti all'interno dell'immagine forse avrebbero dato maggiore valore all'immagine. detto questo io penso che il peso,la dimensione e la collocazione di ogni singolo soggetto all'interno dell'immagine debba essere rapportato con l'immagine stessa. una decina di anni fa lessi un libro sulla composizione dove spiegava di un esperimento fatto da un fotografo russo negli anni 30'. costui(cercate d'immaginare la scena)prese una cuoca di carnagione chiara vestita di bianco,la pose a sedere su una sedia nel mezzo di tavolo tavolo scuro ,con dietro una credenza vuota scura .sul lato destro,la credenza era appoggiata ad un muro con una accentuata sottoesposizione.sulla sinistra c era piu' luce data da una finestra piu' lontana e dietro si vedeva una parte della cucina,ma senza accessori. il fotografo fece queste foto 1)uno scatto con solo la cuoca seduta con il vestito e cappello bianco 2) uno scatto con un piatto ovale bianco davanti alla cuoca 3)uno scatto con 2 uova di anatra bianca dentro al piatto bianco ovale chiaramente ovali. 4)uno scatto con aggiunto(oltre alla cuoca ,uova e piatto ovale) un piatto quadrato in alto a destra(zona piu' scura)a sinistra tutto vuoto 5) uno scatto con il piatto quadrato bianco a sinistra (zona chiara)e a destra tutto vuoto(sempre con la cuoca ,le uova e il piatto ovale 6) uno scatto con a destra in alto un piatto quadrato bianco e a sinistra un piatto rotondo bianco.sempre con la cuoca,il piatto ovale con dentro le 2 uova queste 6 foto furono fatte vedere a svariate persone di ceto ,cultura diverse ed anche a fotografi all'epoca riconosciuti. la sentenza fu che la maggior parte dei consensi fu ottenuta dalla foto 6 e a seguire in percentuale minore l scatti 1,2,3 lo scatto numero 5 non ebbe nessun consenso. lo scatto numero 4 ebbe alcuni consensi. il fotografo chiese a loro il motivo per cui avevano scelto la foto n4,la risposta fu questa: lo spazio a sinistra avvolto da un po' di luce invogliava l'osservatore a riempirlo con il piatto di forma che piu' piaceva allo stesso,inoltre lo stimolava ad immaginarsi come era il resto della cucina. la foto n 4 era anche quella che aveva scelto il fotografo prima fi farle vedere al pubblico. conclusione. il giudizio e' solo soggettivo. questa soggetivita' e' influenzata da una base genetica (rapporto occhio/cervello)che vale per tutti gli individui anche in modo incosapevole,dalla propia cultura,dall'esperienza e dalla propia sensibilita' artistica. inoltre il fotografo puo' scegliere se fare una fotografia che puo' piacere alla maggior parte delle persone o spingersi oltre segliendo un messaggio di piu' ardua compresione uscendo da regole comuni pero' questo lo si puo' solo con cognizione di causa,non si puo' dire io esco dalle regole senza una motivazione logica.sarebbe troppo semplice,saremo tutti artisti solo perche'non ci atteniamo a delle regole.quando il rapporto occhio/cervello ha uno squlibrio dovuto al rompersi delle regole a cui siamo abituati,l'osservatore deve in ogni caso elaborare per ricomporre un equlibrio cioe' riassociarlo ad una forma od ad un sentimento che puo' essere gioia,stupore,paura,angoscia qualsiasi cosa che riconduca ad un nuovo equilibrio che produca piacere VISIVO,e qui bisogna avere delle palle molto grosse,non e' affatto semplice e banale. sempre opinione personale. |
| inviato il 28 Maggio 2020 ore 20:24
Grazie a Duke intanto di aver usato la mia foto perché mi fa molto piacere avere le vostre opinioni. Grazie per i complimenti e soprattutto per le note tecniche. Alcune aspetti che avete citato effettivamente sono stati ricercati, ma mi avevate dato altre chiavi di lettura a cui non avevo neanche pensato, tipo l'interazione tra le diverse diagonali. A Miguelandiaz invece rispondo che in realtà mi ha toccato su un tasto dolente, perché in PP sono stato molto indeciso sul tenerle o meno quelle due persone. Come dici tu interferiscono un po' con gli altri movimenti delle linee e cambi di tonalità e non aggiungono molto al senso della foto. Però in quel momento mi sembrava più bella così e le ho lasciate. Se forse mi fossi fermato di più a fare quel passaggio di cui accennavo (chiedermi cosa volessi trasmettere) forse il risultato sarebbe stato diverso. Le prossime volte che guarderò la foto so che quelle due persone mi staranno ricordando di soffermarmi di più su questo aspetto Interessante anche quello che aggiungi e sui sono abbastanza d'accordo. Quello che fa la differenza è il messaggio che si vuole dare e poi la padronanza degli strumenti visivi ( e del loro effetto su chi osserva come giustamente sottolinei) per comunicare in modo efficace. Sarebbe bello vederle queste foto di cui parlavi, non hai un link per caso? O magari il nome del fotografo che ha fatto l'esperimento? | |

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