| inviato il 07 Maggio 2020 ore 13:36
+1 Per il Tempio del Suono. E' anche il responsabile della resurrezione del Carillon di Monza, negozio di vinili che aveva dovuto chiudere i battenti e che ha trovato ospitalità all'interno del Tempio del Suono. |
| inviato il 07 Maggio 2020 ore 13:36
“ Essenzialmente con quelle basse sensibilità (non necessariamente un male) e una distanza di circa 3 metri (arrotondiamo) 100 watt potrebbero essere insufficienti Nelle scene più dinamiche. Tieni presente che stiamo parlando corca 97db massimo di picco che in base ai livelli di ascolto potrebbero anche non bastare Infatti se 97db possono essere sufficienti in generale Sono un po' scarsi se li consideriamo come punto massimo dinamico „ perfettamente vero. Infatti supponiamo un ascolto a 2 mt di distanza con un diffusore di 90 dB di sensibilità e impostiamo il nostro volume, poco al di sopra del rumore ambientale in modo da sentire i pianissimo. Il rumore ambientale di giorno è sui 50 dB e noi abbiamo il livello minimo a 60 dB. cosa accade quando stiamo ascoltando un brano con una dinamica di 60 dB? succede che il picco è a 120dB, la potenza richiesta supera abbondantemente i 300 watt, e i diffusori e l'amplificazione devono essere in grado di gestirli. Chiaramente se la sensibilità del diffusore è minore serve più potenza... questo è pacifico. |
| inviato il 07 Maggio 2020 ore 13:39
“ Per i cd uso ancora un lettore di trent'anni fa che non ha l'uscita digitale.. „ Non sai cosa ti perdi. I più grandi progressi sono stati fatti proprio in ambito conversione digitale analogico e un convertitore è l'acquisto più intelligente che oggi un audiofilo possa fare. |
| inviato il 07 Maggio 2020 ore 13:40
@Paco Concordo, anch'io amo il suono americano, ho le Snell. Ho avuto anche Mission poi regalati al nipote per il suo impianto; non ricordo il modello, erano molto minimaliste ma offrivano un suono di Qualità superiore a diffusori di altre case con costo tre volte maggiore. |
| inviato il 07 Maggio 2020 ore 13:48
“ il consiglio è di provare prima se sei disposto a rinunciare un calsse A e poi valuto il da Farsi „ molti si castrano volutamente scegliendo apparecchiature inutili. Non discuto sulla qualità di un amplificatore in classe A, discuto sul fatto che per risparmiare poi si sceglie un ampli di poca potenza. Si vuole qualità? assodato che mi servono 500 watt/ch, separo l'amplificazione in pre e finale. Il pre lo prendo valvolare classe a di elevata qualità e il finale solo in fiunzione della potenza. La qualità di un'amplificazione risiede per il 99% nel pre. Inutile quindi dotarsi di ampli da 500 watt in classe A, che oltre che costoso e dispendioso dal punto di vista energetico, scalda come una stufa. Perchè non in classe D? perchè la curva di risposta dipende dal carico e ameno che non sia tutt'uno col diffusore, potrebbe essere fonte di delusione. |
| inviato il 07 Maggio 2020 ore 14:36
Bergat prima del finale Audia (non possiedo blasonati e/o esotici ML, Pass Labs, Classè, Boulder o altro) in classe A avevo un "glorioso" e popolare Adcom GFA585 che aveva poco meno di 300w rms per canale, che praticamente non ho mai sentito clippare nemmeno quando abitavo in campagna e potevo fregarmente dei vicini , ma la qualità a volumi più moderati non era esattamente la stessa. Alla fine lo vendetti ad un milanese per 800 euro e me ne pento ogni volta che ci penso. “ molti si castrano volutamente scegliendo apparecchiature inutili. Non discuto sulla qualità di un amplificatore in classe A, discuto sul fatto che per risparmiare poi si sceglie un ampli di poca potenza. „ Potenze maggiori di 100W rms in VERA classe A comportano assorbimenti, dimensioni e costi per molti inaccettabili. Già così siamo a mezzo kw di assorbimento a riposo. |
| inviato il 07 Maggio 2020 ore 14:54
Otto, quale pre avevi? perchè come ho detto molto dipende dal pre. |
| inviato il 07 Maggio 2020 ore 16:26
Avevo un pre valvolare della Copland, il CTA 301... |
| inviato il 07 Maggio 2020 ore 21:26
ottimo anche se non molto aperto sulle frequenze acute. Spero tu l'abbia tenuto. |
| inviato il 08 Maggio 2020 ore 0:43
No, l'ho venduto e sostituito con il pre della stessa marca del finale, un Audia Flight Pre che mi ha dato grandi soddisfazioni e mai fatto rimpiangere il Copland. |
| inviato il 08 Maggio 2020 ore 7:00
Quale finale audia flight hai? Ricordo che hanno fatto anche un bel finale da 300 watt per canale, oltre ai soliti da 90 e 150 watt. |
| inviato il 08 Maggio 2020 ore 9:51
Quello dell'HiFi oggi è un discorso spinoso per molti motivi. Attualmente quasi tutti i produttori di grandi dimensioni, i grossi gruppi industriali che potevano spendere molti soldi sulla ricerca, hanno abbandonato l'audio home, perché non ci sono i numeri. Sono rimasti quasi sempre produttori piccoli, che realizzano oggetti "fighetti", dalle finiture costose e dai prezzi stratosferici. L'elemento più debole delle catene HiFi odierne sono i diffusori, quasi sempre di piccole dimensioni (bookshelf o tower) con dentro altoparlanti piccoli, assolutamente non in grado di restituire la dinamica delle incisioni migliori senza distorcere. Per di più il 99% dei diffusori odierni sono studiati per stare in mezzo ai cabbasisi, cioè lontani dalle pareti, magari su dei trespoli se si tratta di scatole da scarpe (bookshelf). I diffusori attivi (amplificati) sono una buona idea per semplificare l'impianto, eliminando amplificatore a cavi di potenza. Buona anche l'idea di guardare al mercato pro, visto che i monitor da studio sono decisamente più economici di certi diffusori hiFi, anche se si va su nomi importanti come Genelec. Io ho abbandonato da tempo l'hiFi tradizionale, quando ho subodorato che mi stavano perculando, e certi diffusori esoterici e ipercostosi, non erano molto meglio di una coppia di volgarissime Indiana Line. Attualmente, in un ambiente di 25 mq, ascolto con una finale pro economico da 200 watt per canale, una coppia di diffusori (di dimensioni generose) incassati in un mobile libreria, costruiti su progetto di un professionista, e con altoparlanti pro (B&C e Ciare). Riproduzione solo fino a 40 Hz ma lineare e indistorta fino a livelli molto elevati. Come sorgente, computer con tutti i file estratti in flac dai cd (e anche dai vinili che avevo), e scheda audio esterna. |
| inviato il 08 Maggio 2020 ore 17:15
“ Quale finale audia flight hai? Ricordo che hanno fatto anche un bel finale da 300 watt per canale, oltre ai soliti da 90 e 150 watt. „ Ho un vecchio Flight 100. D'inverno emana un gradevole teporino, d'estate resta spento! |
| inviato il 08 Maggio 2020 ore 17:59
Non ricorda se sia pilotabile a ponte, ma se lo fosse ti consiglio di acquistarne un altro in modo da triplicare la potenza del tuo impianto. |
| inviato il 08 Maggio 2020 ore 18:51
Mah... io la differenza tra B&W, Martin Logan, Thiel, Pro Ac e Indiana Line la avverto molto marcata.... vero anche che è un settore che non sempre più spendi = più qualità, poi, oltre un certo limite, per piccoli miglioramenti servono esborsi notevoli. I monitor amplificati erano nati per il mercato pro, nel senso discoteche e/o concerti, studi di registrazione per semplificare il segnale e "sparare" in avanti il suono. Le uniche che ho ascoltato, a memoria (escludendo certi diffusori amplificati sulle basse frequenze), erano le mitiche Audio Pro 14. Comunque roba di oltre 30 anni fa. Se parliamo di riprodurre alla perfezione la dinamica di certi strumenti, è pura utopia. Fossi in te mi terrei stretto il finale Audia, le Tablette le adoro, anche se timbricamente preferisco le Harbeth. Io non le cambierei per dei monitor. Ad avere la possibilità di dargli "aria" intorno, prenderei delle tower. |
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