| inviato il 03 Aprile 2020 ore 8:30
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| inviato il 03 Aprile 2020 ore 10:54
In Trappola
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| inviato il 04 Aprile 2020 ore 10:25
Buongiorno a tutti, eccomi qui con il responso. Dura, me l'avete messa giù dura, i lavori proposti mi hanno davvero entusiasmato. Evasione si diceva ed il tema è stato sempre rispettato e, in alcuni casi a mio avviso, svolto magistralmente. Lo ammetto subito, ho avuto delle difficoltà nel confezionare la classifica, perché sono molti più di tre a meritare grande apprezzamento. Evasione tema che ho lasciato libero di essere interpretato e che infatti è stato proposto sotto diversi punti di vista o significati. Bello, bellissimo vedere il linguaggio fotografico di volta in volta modellarsi nelle mani del suo autore a seconda della sua idea, della sua lettura del tema, della sua personalità, del suo modo originale di vedere. Per essere fotografi bisogna rispondere in società a determinati e codificati requisiti e per questo aver studiato appositamente per approfondire la fotografia aiuta moltissimo, ma mi affascina sempre come il linguaggio fotografico possa essere utilizzato con successo anche da chi non lo usa per professione. Io stesso non sono un professionista e anche se la fotografia non è totalmente assente dal mio lavoro, non ci campo. Il giudizio che darò non è quindi professionale e per questo cercherò di spiegare al meglio possibile le mie scelte commentando ogni lavoro per descriverne la mia visione. Il giudizio sarà una conseguenza. Ringrazio Rcris per avermi dato la possibilità di essere il giudice di questo Jura anche senza essermela guadagnata di diritto tutta sul campo. É la mia seconda volta e ritrovo sempre una bellissima esperienza. Ma ringrazio subito anche il gestore del tabellone, strumento davvero utilissimo e prezioso. Cominciamo Alepou: Un'evasione sognata ed agognata quella descritta nella tua proposta. Il punto di vista di un recluso, lo hai reso con una soluzione davvero convincente. Il vetro emetico e sporco si fa accompagnare da quella cornice nera che è la vera protagonista della situazione descritta. Tanta acqua e una città che perdono contrasto rispetto a quel nero che le incornicia ma che rappresentano un ipotetico tragitto ancora da fare prima di arrivare “dagli altri” visti come vera libertà. Attualissima. Amfortas: Immagine che sposta l'equilibrio più sull'attesa che sull'evasione, molto bella l'ombra del profilo sulla tenda ed il tocco di rosso che si crea dalla vicinanza del braccio della protagonista con la tenda, questi due elementi rendono, a mio avviso, l'umanità di questo desiderio. Anarres: Bella proposta, un'opera d'arte che riassume molto bene il concetto di evasione. Dalla funzione della cassetta delle lettere, alla vicinanza tra loro finendo con la scelta cromatica e il graffito, l'opera rende bene il concetto di evasione. Andrea Costaguta: Visivamente scegli di ribaltare il concetto di evasione che nella visione più comune vorrebbe il soggetto correre allontanandosi verso spazi aperti. Non funziona quindi secondo me il movimento della ragazza rispetto allo sfondo. Quest'ultimo perde di significato nella descrizione dell'evasione. La ragazza se ne fa carico completamente e questo, tenendo conto del tema, trasforma il tuo lavoro in un ritratto molto poco ambientato rendendolo particolarmente interessante. Arci: Una finestra con le ante aperte ed una grata a bloccarne l'uscita. Due soggetti in attesa che danno le spalle a quest'unica proibita uscita. Il tema dell'evasione qui lo rappresenti come una necessità alla quale però non si può accedere se non aspettando. Tempo quindi, viene rappresentato il tempo dei soggetti. In questo tuo lavoro il tema dell'attesa interagisce alla pari con quello dell'evasione e quella vignettatura che tende al bianco del varco è perfetta per mantenere questo equilibrio. Bravo. Arconudo: Attesa ed evasione sono rappresentate entrambe. L'equilibrio qui sembra spostarsi verso l'evasione poi, diligentemente, torna ad equilibrarsi. Leggo questa tua immagine da destra a sinistra seguendo il ragazzino intento a sfuggire o, meglio, a lasciare la zona in ombra correndo verso quella bianca, ecco quindi il movimento dell'evasione. La ragazzina “in bianco” poi con il suo di movimento restituisce tutta la carica emotiva di questo concetto aiutando lo spettatore nella comprensione degli spazi. Un tocco meraviglioso al racconto lo porta poi il ragazzino nero fermo subito dietro alla protagonista bianca. Lui ci catapulta oltre e ci fa comprendere molto bene ciò che ci vuoi trasmettere con la vignettatura che hai sapientemente inserito sulla sinistra. Magistrale, complimenti. Black Rain: Natura vs urbanizzazione, un concetto di evasione che rendi bene con la rappresentazione dell'aria. Il vetro ed il cemento sembrano soffocare l'albero dormiente privo di foglie. Ambedue i soggetti sembrano capaci di dominare l'altezza, il cielo. All'albero però doni un movimento in più, sembra infatti cercare di allontanare gli edifici allargando i rami verso di loro. Racconto molto efficace, complimenti. Brièxit: Lavoro potente questo. Qui l'evasione è percepita come una grande necessità e questa necessità è messa in scena attraverso la visualizzazione di una doppia “gabbia”. La prima, in primo piano, rappresentata da una rete che ci rende spettatori inermi, la seconda, sullo sfondo, rappresentata da una gridino percepito come una sorta di labirinto. Il soggetto principale di spalle seduto sulla panchina sembra non poter sentire nulla nemmeno la presenza umana dietro di sé e se anche così non fosse, sembra sapere di non poter trovare l'uscita (la sua evasione intendo) o aiuto alle sue spalle. Guarda avanti attendendo (ed ecco che anche qui torna l'attesa) la decisione da prendere o le forze per agire. Gran racconto. Claw: Un'evasione che stacca molto, che contempla molta distanza. Questa la sensazione che provo guardando il tuo lavoro. Poi inizio a leggerne i dettagli e mi soffermo sul colore della scia lasciata dall'aereo che lascia libera interpretazione tra alba e tramonto. L'aereo invece lo assimilo ad una macchina che trasporta molte persone quindi un'evasione in un certo senso collettiva o perlomeno non solitaria. Daniele52: Immagine magari poco tecnica e composta relativamente senza pretese ma che contiene tutti gli elementi che intendi far arrivare. La sedia da dove lo spettatore sembra essersi appena alzato traghetta lo sguardo tra il presente e il futuro ovvero: ora sto leggendo da solo un libro lasciando la finestra aperta sull'esterno dove vorrò andare. Un'evasione costruttiva, impegnata nella preparazione personale. Rifiniscono e impreziosiscono il racconto le due sedie vuote al di là della tavola nel presente e il cancello chiuso alla fine del giardino nel futuro. Bella. Domenicoda: Sembra un'immagine “sganciata” come quelle senza allineamento negli apparecchi televisivi di una volta. Ricordate quando si cercava la sintonizzazione e la rotellina della regolazione di fino faceva “ballare” l'immagine? Ecco la sensazione che mi restituisce lo specchio del pavimento utilizzato dall'autore arricchisce la mia visione di questo ricordo. Qui attesa ed evasione sono rappresentate entrambe ma ben divise anche se appartenenti alla stessa persona e alla stessa scena. Peccato per la bassa qualità del file che non mi permette di avvicinarmi quanto vorrei. Trovo bellissimo il collegamento della parte bassa dello scatto con quella alta attraverso la direzione dello sguardo del protagonista e trovo altrettanto efficace il pantalone a strisce che veste il suo passo. L'attesa a braccia conserte cerca un'evasione nel passo vestito da carcerato. Lavoro magistrale. Bravissimo. Enzofod: Un' evasione fisica messa in scena in maniera molto originale e divertente. Curioso sapere che non si possono o non si potranno usare nemmeno le scale per uscire. Un'evasione urgente dettata da una sorta di claustrofobia, una necessità di libertà impellente sottolineata anche dalla voglia di liberazione totale anche dai vestiti. Ispira simpatia, allegria anche se descrive concetti dal risvolto drammatico. Molto bravo. Errevi: Bella immagine, il volatile ha la possibilità di evadere, le maglie delle varie gabbie non riescono a trattenerlo. Può spiccare il volo e andarsene come rimanere. La sua evasione risiede solo nella sua decisione. Giovanni Teti: Una strada ben definita, dai margini protetti si snoda davanti a noi. È pure già percorsa rendendola sicura. Un'evasione verso una sicurezza alla ricerca di una sorta di stabilità sorpassando un ponte verso la terra ferma. Interessante. Italo Polce: Un'evasione la tua che contempla la privazione della libertà personale dettata da regole culturali. Tema importate e delicato. Lo affronti inserendo una bambina e la mossa la reputo davvero azzeccata. L'adulta emanerebbe malinconia o addirittura rabbia o magari indifferenza (questo dipende dal percorso culturale dell'osservatore), con la figura del bambino poni una domanda aperta. Bel lavoro. Kuro13: Una cosa proibita che nella realtà non lo è. La figura della suora solletica nello spettatore il mondo delle privazioni e vederla giocare per di più su un autoscontro crea un bel cortocircuito. La mamma con la bambina sullo sfondo ci ricorda e conferma l'idea che tanti di noi hanno di questo gioco e rafforza l'immagine. Son cose da piccoli ci viene da pensare. Un'evasione dal nostro status, un momento per stare in compagnia di emozioni che spesso lasciamo nel cassetto. Bel lavoro. Lorenzo Corvetto: Scherzando posso dire: l'evasione fotografica per eccellenza! Il contatto con la natura, la ricerca scientifica della specie ecc.. non sono un appassionato paesaggista e non vorrei quindi sembrare ironico o inopportuno, ma la mimetica e il “cannone” in mano al fotografo mi riportano un'aria “militarizzata” di questa pratica, mi appaiono (anche se coscientemente so che non è così) stranamente come un contrasto e questo stuzzica in me una strana riflessione. Stana proposta per me stuzzicante. Maila: Still life originale ed ironico. Tutta la pericolosità dell'evasione è messa in scena in maniera leggera e proverbiale, come a dire: dalla padella alla brace. Brava Marco Carniato: La tua proposta sembra proporre un'evasione nei ricordi di bambino, un ritorno all'infanzia, alla spensieratezza però non mi è di immediata lettura, un'immagine che fatico a collegare visivamente direttamente al tema, forse mi manca il contrasto con la figura anche solo accennata di un adulto. Marco Cristiano: Il bisogno d'evasione si percepisce mescolandosi ad una certa malinconia nello sguardo della protagonista. Questa indica l'esterno come via di fuga, un paesaggio che scorre lasciando la vera destinazione contrapposta alla volontà. Interessante. MattewX: un'evasione in atto. Immagine molto tridimensionale che fa percepire lo “scivolare via”, il movimento del corpo immerso nell'acqua. Lo scatto rende bene il tema perché ferma il momento del protagonista in un attimo di sospensione facendolo sembrare una sorta di volo. Il sapiente taglio confeziona poi il racconto. Molto bravo. Mircopetrovic: Il desiderio d'evasione lo leghi alla parola istinto utilizzando un animale che sembra essere rassegnato alla gabbia. Bel tema sviluppato attraverso il rapporto uomo-animale, ci si interroga sul proprio istinto, sul dove e come lo abbiamo addomesticato. Complimenti. NaCapaTanta: Difficile ma intuitivo il riconoscere la presenza umana. La rappresenti come una roccia, un piccolo menhir, come una forma inanimata lasciata su di una panchina. In un angolo di questa figura poi fa capolino un libro e la scappatoia è descritta. L'evasione è raggiuta. Bravo. Nino Gaudenzi: Bella, grafica. Trovo in quell'ombra una dinamicità, sembra voler tornare al buio, al non conosciuto, per traghettare il suo padrone in una zona nuova diversa da quella che sta percorrendo e che vede ben definita sotto i suoi piedi. Buio è dietro ma è anche davanti al protagonista e la spinta verso l'evasione da questo suo presente è indicata. Bravo. Paolo Gualandris: Immagine semplice che rappresenta una pratica umana preziosa. L'arte può essere evasione come anche mille altre cose. Sviluppi quindi il tema proponendo questa pratica e non ti posso dare torto. Paolo.casciani: Un giovane con il cane (due figure che si copletano) sembra attendere, forse esitare, sicuramente osservare un uomo più in là con gli anni in costume da bagno buttarsi in un mare nero. L'evasione in questa scena si carica di una sorta di coraggio, di spregiudicatezza. La tecnica e la qualità dello scatto sono di alto livello, un vero piacere per gli occhi che usi sapientemente al servizio del racconto. Hai scelto un taglio che rende la scena molto dinamica trasformando il movimento del mare in alto a destra in una sorta di onde acustiche che fanno pensare ad un richiamo che viene ulteriormente enfatizzato dalla vignettatura che aggiungi sapientemente negli angoli in basso. Magistrale lavoro. Complimenti. Parvati: Torna il tema dell'evasione nella natura. Molto bella la rappresentazione nello stesso quadro dell'uomo, della città, della montagna e del mare. In tutto questo la strada che a tratti si vede e a tratti no diventa secondo me protagonista, sottolineando come questo bisogno di evasione si presenti più forte in certi momenti. Interessante. Pierluigi Fogliotti: La possibilità di volare! Il desiderio di evasione va a braccetto con questa pratica rappresentata qui da un animale molto elegante nel suo saper volare. Rial: Una via definita dal portico percorsa con una sorta di coperta addosso, rendono l'atmosfera effettivamente furtiva, termine che usi nel titolo. La donna non appartiene a quel posto, ha bisogno della coperta per interagirvi. Le porte, tutte chiuse, danno un'idea di voler respingere. L'atmosfera insomma c'è, la forza dello scatto un pochino meno ma l'idea e lo svolgimento del tema sono molto interessanti. RobBot: Di corsa e senza pensieri, l'evasione la rappresenti come una passerella che agevola il percorso, una pratica che rende le cose più facili come la corsa di un bambino. Consapevolezza del presente( le orme sulla sabbia) e strada che le sormonta per evaderne (passerella) ci sono. Bel racconto, molto bravo. Romina Tancredi: Ecco l'evasione 2.0. Bellissima rappresentazione dei tempi che corrono, un'immagine che fa della tecnologia la protagonista pratica. L'avevo commentata con “natura…morta” e confermo il mio pensiero, anche se riconosco che l'evasione è una condizione soprattutto mentale e che quindi può essere ricercata anche così. Bravissima. Sergio Fermi: Ecco una definizione di evasione diversa dalle altre ma che il termine contempla. Molto simpatica la tua proposta, l'avrei preferita collegata alla pratica umana ma anche così il concetto arriva. Serpico89: Immagine forte che fa provare tutto il disagio per la mancanza di una possibilità di evasione. Fai quindi percepire il tema attraverso la sua assenza, fotografando la sconsolazione ed una certa rassegnazione. Il bisogno d'evasione diventa quindi propedeutico alla felicità e tu qui questo concetto non ti limiti a rappresentarlo ma lo fai provare all'osservatore. Grande lavoro, molto bravo. Sgatto: Come nel lavoro di NaCapaTanta l'evasione è rappresentata dalla lettura. L'evadere attraverso un suggerimento fantastico, un racconto suggerito. Il tema c'è trovo però difficile la lettura degli altri elementi del tuo lavoro come la scala e l'uso dei colori. Stefanoghirardo: Oltre al saper volare qui il racconto parla di un'evasione dal rigore, dalla schematicità che abbiamo attorno. È in partenza, è in arrivo? Forse solo la posizione delle piume della coda della colomba risponde alla domanda ma la rappresentazione che fai dell'evasione qui diventa necessità, un desiderio puro come la colomba che utilizzi. Gran racconto, bravissimo. TheBlackbird: Fuori la tempesta, dentro l'attesa. La finestra chiusa e due età dell'uomo che guardano fuori. L'evasione sembra attesa dal piccolo mentre l'anziano lo accompagna consigliandolo e proteggendolo e questo suggerisce che l'evasione sia un bisogno che deve essere accompagnato dalla saggezza altrimenti può essere controproducente. Tassello importante il tuo TheBlackbird, lavoro molto interessante. Vincenzo De Paola: Una splendida cartolina assaporata dal protagonista escursionista. Proponi un'attività che con l'evasione sicuramente va in coppia anche se non trovo un racconto in particolare. Walter Colombo: Porti la vita dei protagonisti sottoterra dove dovranno muoversi adoperando la loro normale vita. Questa la condizione dei protagonisti che riprendi in un momento di pausa, d'attesa ove si concedono un'evasione al cellulare. Ma non è lì che intendi focalizzare l'attenzione, in fin dei conti quel cellulare nelle mani non è più una vera e propria evasione, ci sbatti in faccia l'evasione prevista dalla routine. Alla fermata dovrai attendere ed allora “il tuo snack preferito è qui”. Un'evasione programmata su cui il sistema investe strutture e risorse. Grandiosa rappresentazione. Bravissimo. Zane88: Forza vieni, allacciati il casco e fai qualcosa di diverso. L'invito all'evasione è stato lanciato ma rimane a noi accettarlo. Dalla posizione dei piedi di “lady evasione” (permettimi di chiamarla cosi solo per raccontare meglio lo scatto) si capisce che l'abbiamo trattenuta mentre la posizione delle mani indica una momentanea indecisione ma lei il sorriso non ce lo fa mancare lo stesso. Bel racconto. Detto questo ecco la mia sofferta classifica: ci tengo a menzionare i lavori di: Alepou Black Rain Brièxit Enzofod Romina Tancredi Serpico89 Stefangirardo Al terzo posto a pari merito Arconudo e Walter Colombo

 Al secondo Posto Paolo.casciani
 Al primo posto Domenicoda
 Forse troppi i riconoscimenti ma credetemi ho cercato di limitarmi. Complimenti a tutti i partecipanti mi sono davvero divertito perché mi avete costruttivamente impegnato e spero che in questo contest sia stato lo stesso anche per voi. Andrea |
| inviato il 04 Aprile 2020 ore 10:32
concordo in toto, grazie della menzione e complimenti !!! |
| inviato il 04 Aprile 2020 ore 10:46
Ottimo lavoro e classifica Andrea, un saluto e auguri a tutti. |
| inviato il 04 Aprile 2020 ore 10:53
Bravo Pistinna, ottimo lavoro. Complimenti a tutti, in particolare a chi organizza questi stimolanti contest (io ho scattato al volo, ieri sera). |
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