user177356 | inviato il 28 Gennaio 2020 ore 20:48
Io compro solo online per principio, non solo il materiale fotografico ma praticamente tutto tranne il cibo (o meglio, gran parte del cibo). Obiettivi e fotocamere su ebay (salvo che trovi prezzi allineati da parte di un operatore italiano), accessori su Amazon (ma solo dopo aver monitorato il prezzo con k e e p a o × ). Mai avuto problemi di alcun tipo, da nessun operatore italiano o estero. Non ho però mai avuto modo di verificare l'utilizzo della garanzia. Non ho nemmeno mai subito rotture che non fossero dovute ad incidenti, e quindi delle quali ero responsabile. |
user2034 | inviato il 28 Gennaio 2020 ore 22:01
“ Da allora gli acquisti impegnativi li ho fatti solo su Amazon o in negozio fisico. „ la grana può verificarsi con qualsiasi venditore rimane il fatto che i prezzi di Galaxia siano tra i migliori sulla piazza vendono il 100-400 Canon ad un prezzo inferiore degli usati del mercatino di Juza e di RCE |
| inviato il 28 Gennaio 2020 ore 22:01
“ Riportare notizie lette sui quotidiani senza fare nomi non può essere diffamazione. „ Dipende. Comunque vedi tu. Non ho MAI l'ambizione di convincere nessuno. Il mio era solo un suggerimento. “ Come giustamente rilevi tu quale giustificazione daresti alla differenza di prezzo del 41% ?Ricarichi eccessivi dei rivenditori ? o degli importatori ? E per chi importa in europa direttamente ( Canon ) chi fa questi ricarichi ? „ Non spetta certamente a me "giustificare" scelte, politiche e comportamenti di altri né mi interessa "indagare" sulle loro motivazioni. Ne prendo semplicemente atto e mi comporto di conseguenza facendo le mie valutazioni. |
| inviato il 29 Gennaio 2020 ore 8:30
Dipende. E' chiaro che se compri in un negozio fisico, da una parte i soldi dall'altro il cammello, dopo aver controllato, lasci i soldi e vai via con il cammello, quindi i rischi sono molto bassi. Tendenzialmente compro da Amazon, possibilmente evitando il marketplace per le cose importanti, perché sono ultra garantito. In due soli casi, per l'attrezzatura fotografica, ho comprato da altri soggetti: 1) Pentax K50 presa da un piccolo venditore on line (che credo non ci sia più), che aveva un punto di ritiro a Roma, dove mi hanno fatto anche controllare il materiale. 2) il 35 2,8 Samyang, da Foto Ema, che è anche negozio fisico e gode di buona fama. Il commercio on line si fa in due maniere: avendo la merce già in magazzino, oppure ordinandola quando arrivano i soldi del cliente. Nel primo caso, che è quello di Amazon, sono garantite consegne rapide, il prezzo è buono, ma non il più basso della piazza. Nel secondo, spesso si spunta qualcosa in meno, ma ci può essere quello che incassa i soldi di 10 macchine, ma siccome è a corto di liquidi e deve tappare buchi, ne ordina 5 e agli altri 5 comincia a mettere scuse, sperando che nel frattempo arrivino nuovi ordini che gli portano soldi in cassa. Poi c'è il caso di quello che prende i soldi a scappa con la cassa e lì sono dolori. Se pagate con bonifico direttamente al venditore dovete sperare nella sua onestà, da soggetti di cui non si è certi della solidità e onestà, sarebbe il caso, se possibile, di pagare con PayPal. Ricordo che PayPal ti risarcisce se il venditore non spedisce l'oggetto pagato, oppure se invia un oggetto diverso e si rifiuta di cambiarlo. Se l'oggetto è difettoso, te la devi vedere con il venditore. L'eventuale evasione dell'IVA da parte del venditore, non è un problema dell'acquirente se compra regolarmente, con un pagamento tracciato e viene emessa ricevuta o fattura. Personalmente ho usato solo per piccoli importi, operatori che operano da fuori Europa (Cina), a prezzi molto più bassi, comprando cianfrusaglie da pochi €, che sono sempre regolarmente arrivate. Una volta che ho arrischiato una spesa più grossa (qualche decina di €), sono stato punito. Si trattava di un box TV Android, che costava un buon 40% in meno rispetto ad Amazon. Arrivato dopo un mese, ma questo lo sapevo, e risultato DOA (Dead On Arrival), nel senso che collegato alla corrente non ha mai funzionato. C'è voluto un altro mese, con scambio di messaggi degni di un film di Totò, per risolvere la faccenda. Io gli scrivevo in un inglese abbastanza corretto, loro rispondevano tramite una improbabile Carlotta, a volte in inglese (pessimo), a volte in italiano (improbabile), frutto entrambi di qualche traduttore automatico. Il guaio era che le loro risposte non erano a tono con le mie domande, visto che volevo solo sapere come e dove spedire l'oggetto guasto. Alla fine ho avuto il rimborso, nel frattempo avevo comprato un altro box Tv su Amazon. |
| inviato il 29 Gennaio 2020 ore 8:40
“ Premesso che non ho mai detto che non viene caricata l'IVA perché non lo credo e perché non ho ALCUN ELEMENTO per asserirlo, credo che il discorso vada diviso: „ Maurizio Angelin mi stavo riferendo ad una frase scritta da Maurizio Catti (copn due Maurizio si rischia di fare confusione e di essere fraintesi . Sulla faccenda dell'IVA il tutto si spiega in quanto alcuni di questi siti importano dal mercato asiatico, fanno arrivare gli articoli in Inghilterra e poi li spediscono in Italia come se fosse merce importata dall'Inghilterra e, pertanto, (ancora per poco) nell'interno della Unione Europea e pertanto nel libero mercato. Dopo la Brexit si inventeranno qualcosa di diverso |
| inviato il 29 Gennaio 2020 ore 8:47
Il box Tv di cui ho parlato, proveniva dall'Olanda, ma fa lo stesso, all'interno dell'europa, la circolazione delle merci è libera, e l'IVA si considera assolta pagandola nel paese di partenza. Se poi l'importatore l'ha evasa in parte o totalmente, quando la merce è arrivata in europa, è un problema che riguarda la dogana, il fisco e la guardia di finanza (o come si chiama in quel paese) dello stato in cui avviene la spedizione, non certo dell'acquirente finale. |
| inviato il 29 Gennaio 2020 ore 12:12
Evidentemente non conoscete la legge in Italia se dite che "l'acquirente non ha strumenti per verificare l'onestà del venditore". L'art. 712 del codice penale chiaramente afferma come è dovere dell'acquirente informarsi sulla validità del prezzo esposto. Nel caso questo infatti sia chiaramente più basso della media, è dovere dell'acquirente DESISTERE dall'acquisto. In sostanza l'italiotto medio che dice "AO IO HO COMPRATO SU EGGGLOBBBAL CO PAYPAL, NAGABITO IO SO ONESTO, MICA POSSO SAPE CHE FANNO", sta in torto, proprio perché il prezzo di questi "negozi" è in media del 30% in meno rispetto ad e-commerce con sede fiscale in Italia. Ci sono stati casi di negozi definiti "vat players", che però non hanno visto condannati i clienti, proprio perché il prezzo di vendita era esposto come IVA INCLUSA. Al contrario i negozi con sede ad HONG KONG ( andate a controllare la sede fiscale ed i recapiti dove stanno ), che fanno CONTRABBANDO, esportando la propria merce eludendo le dogane, chiaramente NON fanno menzione dell'IVA nei loro shop. Poi come ho già detto spesso, se vige la regola dello "spendere meno a priori finché non si è puniti", potete andare davanti al colosseo a borseggiare qualche turista asiatico, tanto le probabilità di essere fermati quante sono? |
| inviato il 29 Gennaio 2020 ore 12:26
Finalmente un altro che le cose non ve le manda a dire. Bravoi Ferorake! E' inutile nascondersi, le cose stanno esattamente così. Idem quando l'usato è troppo troppo troppo appetibile anche consegna a mano, c'è da pensare alla provenienza. Se illecita l'acquirente non può vantare a cuor leggero la sua buona fede e può essere accusato di ricettazione. Quindi occhio agli "affari"! “ Sulla faccenda dell'IVA il tutto si spiega in quanto alcuni di questi siti importano dal mercato asiatico, fanno arrivare gli articoli in Inghilterra e poi li spediscono in Italia come se fosse merce importata dall'Inghilterra e, pertanto, (ancora per poco) nell'interno della Unione Europea e pertanto nel libero mercato. Dopo la Brexit si inventeranno qualcosa di diverso „ L'acquirente resta responsabile "di non aver" versato l'IVA (non essersi sincerato che il negozio "lo abbia presumibilmente fatto"). |
user177356 | inviato il 29 Gennaio 2020 ore 13:27
Qualcuno è in grado di fornire almeno un esito giurisprudenziale nel quale un acquirente di un bene mobile non registrato è stato condannato a versare l'IVA su un acquisto sospetto? Perché altrimenti stiamo parlando del nulla. |
user177356 | inviato il 29 Gennaio 2020 ore 14:36
Questa storia della responsabilità solidale del compratore con il venditore nel caso di evasione dell'IVA non mi ha mai convinto. Sono andato quindi a leggermi le norme, che vi propongo di seguito. Non sono un fiscalista, per cui potrebbe sfuggirmi qualcosa, sia a livello di disposizioni, sia a livello di interpretazione giurisprudenziale. La norma principale è questa (il DPR 633/72 contiene le norme sull'IVA): Art. 60-bis DPR 633-1972 Solidarietà nel pagamento dell'imposta Con decreto del Ministro dell'economia e delle finanze, su proposta degli organi competenti al controllo, sulla base di analisi effettuate su fenomeni di frode, sono individuati i beni per i quali operano le disposizioni dei commi 2 e 3. In caso di mancato versamento dell'imposta da parte del cedente relativa a cessioni effettuate a prezzi inferiori al valore normale , il cessionario, soggetto agli adempimenti ai fini del presente decreto , è obbligato solidalmente al pagamento della predetta imposta. L'obbligato solidale di cui al comma 2 può tuttavia documentalmente dimostrare che il prezzo inferiore dei beni è stato determinato in ragione di eventi o situazioni di fatto oggettivamente rilevabili o sulla base di specifiche disposizioni di legge e che comunque non è connesso con il mancato pagamento dell'imposta. 3-bis. Qualora l'importo del corrispettivo indicato nell'atto di cessione avente ad oggetto un immobile e nella relativa fattura sia diverso da quello effettivo, il cessionario, anche se non agisce nell'esercizio di imprese, arti o professioni , è responsabile in solido con il cedente per il pagamento dell'imposta relativa alla differenza tra il corrispettivo effettivo e quello indicato, nonché della relativa sanzione. Il cessionario che non agisce nell'esercizio di imprese, arti o professioni può regolarizzare la violazione versando la maggiore imposta dovuta entro sessanta giorni dalla stipula dell'atto. Entro lo stesso termine, il cessionario che ha regolarizzato la violazione presenta all'ufficio territorialmente competente nei suoi confronti copia dell'attestazione del pagamento e delle fatture oggetto della regolarizzazione. Quindi: 1. la norma si applica solo ad alcune tipologie di beni; 2. si applica solo a soggetti passivi IVA (quindi, imprese e professionisti, che per legge sono tenuti al suo versamento: i privati non lo sono, nel senso che essi versano l'IVA compresa nel prezzo all'impresa o professionista e questi ultimi la versano); 3. tranne il caso di cessioni di immobili, per i quali la norma si applica anche ai privati. Vediamo poi quali sono i beni le cui cessioni sono soggette alla norma di cui sopra: DECRETO 22 dicembre 2005 Adozione dell'articolo 60-bis del decreto del Presidente della Repubblica 26 ottobre 1972, n. 633. Art. 1. Solidarieta' passiva 1. La solidarieta' nel pagamento dell'imposta sul valore aggiunto tra cedente e cessionario, soggetti passivi d'imposta, prevista dall'art. 60-bis, commi 2 e 3, del decreto del Presidente della Repubblica 26 ottobre 1972, n. 633, opera per le cessioni aventi ad oggetto le seguenti categorie di beni: a) autoveicoli, motoveicoli, rimorchi (v.d. 87.02; v.d.. 87.03; v.d. 87.04); b) prodotti di telefonia e loro accessori (v.d. 85.17; v.d. 85.25; v.d. 85.28; v.d. 85.29); c) personal computer, componenti ed accessori (v.d. 84.71; v.d. 84.73); d) animali vivi della specie bovina, ovina e suina e loro carni fresche (capitolo 01; capitolo 02). Insomma: 1. La norma in questione si applica solo ai soggetti IVA, cioè imprese e professionisti (il che ha senso: un'impresa, infatti, potrebbe versare l'IVA al momento dell'acquisto qualora volesse farlo, mentre un privato non ha alcun titolo per farlo, non avendo una partita IVA alla quale attribuire il versamento); 2. In ogni caso, i prodotti fotografici non sono ricompresi tra quelli soggetti alla norma (no, in materia fiscale non vale l'estensione analogica, tanto è vero che il decreto ministeriale elenca le categorie merceologiche fiscali e non si limita alla descrizione generica. Ripeto: questa è una semplice lettura delle norme. Sarei interessato a conoscere l'opinione di qualche utente con cognizioni di diritto tributario migliori delle mie (non ci vuole molto, eh). |
| inviato il 29 Gennaio 2020 ore 14:38
@ferorake L'art. 712 del codice penale recita esattamente cosi: "Chiunque, senza averne prima accertata la legittima provenienza, acquista o riceve a qualsiasi titolo cose, che, per la loro qualità o per la condizione di chi le offre o per la entità del prezzo, si abbia motivo di sospettare che provengano da reato, è punito con l'arresto fino a sei mesi o con l'ammenda non inferiore a dieci euro. Alla stessa pena soggiace chi si adopera per fare acquistare o ricevere a qualsiasi titolo alcuna delle cose suindicate, senza averne prima accertata la legittima provenienza" E' evidentemente riferito all'incauto acquisto, che si verifica in circostanze molto particolari: es. incontro per strada un tizio sconosciuto che mi offre un Iphone usato a 30 €. L'art. è scritto su misura per scoraggiare l'acquisto di merce proveniente da furti o, peggio, rapine, infatti si parla di merce proveniente da reato, non di irregolarità fiscali. Se io compro oggetti nuovi, con tanto di imballo in un negozio fisico, oppure da una ditta che opera su internet, pagando con bonifico, carta di credito, PayPal, ecc ..., cioè con sistemi di pagamento tracciabili e mi viene rilasciata ricevuta o fattura, non ho motivo per dubitare della liceità dell'operazione. Tra l'altro non avrei gli strumenti investigativi per appurare l'evasione fiscale dell'IVA. Anche il prezzo, da solo, non indica affatto la possibile situazione irregolare del bene, perché a volte ci sono offerte molto vantaggiose, per i motivi più disparati. |
user177356 | inviato il 29 Gennaio 2020 ore 14:57
Attenzione alla norma penale: "provenire da reato" vuol dire che il venditore ha commesso un reato nel momento in cui è entrato in possesso del bene, non che lo stia commettendo all'atto della vendita. |
| inviato il 29 Gennaio 2020 ore 15:10
Oddio è arrivato il crociato Ferorake Io non ho mai capito un passaggio: Compro da un negozio extra UE, facciamo per esempio in Giappone, che riportano il valore della merce sull'etichetta, e paghi la dogana. In teoria dovrebbero venderti la merce senza IVA, e poi la dogana te la fa pagare in Italia. Invece ho il sospetto che così rischi di pagare due volte l'IVA: sia nel paese di importazione, sia poi in Italia alla dogana. Qualcuno ha notizie certe? Diverso il discorso per Amazon US, dove tu paghi i dazi anticipatamente, e loro si prendono carico di versarli. Poi, trovo ingiusto il pagamento dell'IVA sulla merce usata, ma questo è un altro discorso. |
| inviato il 29 Gennaio 2020 ore 15:20
@Ferorake evidentemente non hai capito come funziona il libero mercato all'interno della Unione Europea. Nessuno sta evadendo l'IVA, semplicemente tale imposta non è dovuta per beni che comperi da uno stato facente parte dell'Unione. Quando compri una lente o un qualsiasi bene dalla Germania, nessuno si sogna di chiederti l'IVA semplicemente perché non è dovuta. E non si tratta nemmeno di merce di contrabbando (se così fosse questi siti avrebbero già chiuso da un bel po' di tempo) ma di merce che viene importata dall'Asia (in genere da Hong Kong) in Inghilterra e successivamente ridistribuita nei paesi europei. Comunque il negozio lombardo, che vende online, vende merce non di importazione ma destinata al mercato europeo/italiano e nei propri prezzi l'iva è sempre compresa. | |

Metti la tua pubblicità su JuzaPhoto (info) |