| inviato il 14 Novembre 2019 ore 17:08
I negozi di materiale fotografico sono destinati, con tutte le cautele dovute quando si fa una previsione, all'estinzione. Vivo a Roma e dagli anni'80 ad oggi ne sono sopravvissuti pochissimi. Il venditore online ha dei vantaggi che il negoziante non può avere. L'EU consente la libera circolazioni delle merci, ma non ha certo unificato il sistema fiscale che in molti paesi, Gran Bretagna ed Irlanda in primis, è più vantaggioso rispetto alle rapine nostrane. Quindi, pur se rispettano le regole, e non è detto, i venditori dei succitati paesi hanno molti vantaggi sui nostri. La merce che proviene dall'Asia passa per Hong Kong ed arriva liscia in GB e finchè dura, arriva legalmente in Italia. Finché dura: la brexit porrà qualche problema. Poi il negoziante deve vedersela anche coi centri commerciali che possono praticare prezzi inferiori per via del volume di vendita. Infine, anche nella penisola, per quanto possa sembrare strano, ci sono venditori che evadono allegramente in fisco, e potrebbero aver iniziato anche attività abusive. I negozianti, tutto sommato, per quel che riguarda la concorrenza casalinga, si sono impiccati con la corda che hanno preparato per anni. Sono anziano e ricordo le prime campagne contro il registratore di cassa, che all'epoca pare rappresentasse un serio attentato alla democrazia. Da sempre si sono opposti a controlli fiscali ed ad ogni strumento che potesse mettere in relazione la dichiarazione dei redditi con il tenore di vita. Ho conosciuto negozianti e/o professionisti con un mod. 740 da povero, al cui confronto figuravo come nababbo, ma solo fiscalmente perchè se poi si fossero guardate le case, le automobili, le vacanze ecc. ci si sarebbe potuti stupire che si potesse avere quel tenore di vita con un reddito così misero. Poi, di questa benevolenza fiscale, hanno cominciato ad approfittarne un pò tutti e gli onesti, pochini direi, sono stati travolti, come sempre succede nel paese dei balocchi. Ora l'unico argomento, deboluccio direi, resta la garanzia e l'assistenza. Quando pago 1200 euro una qualsiasi cosa che a negozio me ne costa 2000, me ne frego ampiamente della garanzia. Inoltre, quasi sempre è presente quella europea, quindi.... |
| inviato il 14 Novembre 2019 ore 17:38
insomma, fare le veci di una macchina da scrivere (dattilografa) mi sembra dignitoso tanto quanto stare in catena di montaggio a fare il lavoro di un robot....mentre non vedo cosa ci sia di male a fare il magazziniere a turni: nel nord italia, il lavoro a turni è tutt'altro che raro ed è sconvolgente solo per chi abbia come immagine del lavoro quella del postino. |
| inviato il 14 Novembre 2019 ore 17:49
La dattilografa e' un lavoro dignitoso quando e' pagato dignitosamente. Non quando batti le tesi in un sottoscala pagato una miseria.. Sai quanto pagano i traduttori commerciali oggi? Eppure tutti i manualetti da mille pagine delle nostre amate fotocamere non son stati tradotti in Italiano ed impaginati per magia Il lavoro di traduttore /impaginatore, anche se pagato malissimo, al limita della schiavitu', e' ancora un lavoro sugli scudi oggi. “ non vedo cosa ci sia di male a fare il magazziniere a turni: „ Quello che si contesta e' il lavoro da magazziniere assunto da questi colossi. appunto. Non so se hai sentito le condizioni in cui lavorano quei poveri cristi... |
| inviato il 14 Novembre 2019 ore 18:01
beh, un conto è dattilografa, un conto traduttore/impaginatore...la dattilografa era una mera battitasti, lavoro pesantissimo, che distruggeva le articolazioni di chi lo faceva e che oggi è giusto che sia fatto da un sistema automatico. riguardo le condizioni dei "poveri cristi", le conosco...e ripeto: sono "abominevoli" solo per chi sia abituato a ragionare in termini di impiego statale...chi lavora in una normale azienda privata, non dico schiavisti, è abituato a lavorare 8 ore al giorno, ed è nelle stesse condizioni...anche peggio in certe realtà, anche sempre e comunque rimanendo entro i limiti della legalità. |
| inviato il 14 Novembre 2019 ore 18:22
“ “ I distributori stanno attuando patti di divieto di vendita tra continenti diversi. ? Il che è contrario a qualsiasi regola sulla concorrenza. „ Al contrario, è la base di una sana concorrenza. Ti faccio un esempio concreto. Se sono il distributore ufficiale italiano di una nota marca di passeggini X, ho diritto ad avere per un certo numero di passeggini X ad un prezzo commisurato alle tasche degli italiani. Il distributore USA+Canada della stessa marca ha diritto ad averli in esclusiva ma ad un prezzo maggiore, perché in nord-america hanno più soldi e li pagano di più. Poi il distributore italiano, tramite amazon o ebay o inviando direttamente un container pieno di questi passeggini, li vende direttamente in USA e Canada ad un prezzo maggiore dell'Italia ma sensibilmente inferiore a quello nord-americano, scavalcando il distributore di zona (ed i negozi). Così si disintegra un mercato perché i passeggini del distributore ufficiale per il mercato americano sono rimasti sullo scaffale dei negozi americani. A fine anno, quando rinnoviamo i contratti, il produttore ti mette una bella clausola che non ti permette il giochetto. Perché il produttore sui passeggini destinati al mercato americano (che ci doveva guadagnare di più rispetto all'Italia sul singolo pezzo) non ci ha preso niente. Questo gioco lo facevano negli anni 90 in Europa con le chitarre americane Gibson e Fender, ed hanno rovinato i produttori americani. Alcuni negozi si mettevano insieme per sostenere la spesa e acquistavano un container di chitarre americane dal distributore americano che facevano arrivare in Italia. Morale: il distributore italiano ufficiale stava a bocca asciutta, i negozi italiani che acquistavano con il canale ufficiale erano fuori mercato, il produttore americano non beccava, il distributore americano, in effetti, ci guadagnava. Quindi ste sozzerie, come direbbe Magnotta, le facevano da tempo. |
| inviato il 14 Novembre 2019 ore 18:53
“ la dattilografa era una mera battitasti, lavoro pesantissimo, che distruggeva le articolazioni di chi lo faceva e che oggi è giusto che sia fatto da un sistema automatico. „ quale sarebbe questo sistema automatico? oggi le dattilografe esistono ancora. Si chiamano in modo diverso.. ma ancora scrivono lettere, fatture e relazioni.. “ Il che è contrario a qualsiasi regola sulla concorrenza. ? „ questa frase e' contraria a qualsiasi logica… Ci son voluti cinquemila anni di guerre sanguinose per stabilire confini che garantissero equilibri ed oggi in nome di non si sa cosa si sono abbattuti. (a parole ) Senza andare troppo lontano.. la libera concorrenza senza confini DISTRUGGE IL BENESSERE. Costringe ad accentrare le produzioni.. GENERA MOSTRI. Uccide la DIVERSITA' che e' il MOTORE DELLO SVILUPPO. |
| inviato il 14 Novembre 2019 ore 19:10
la dattilografa era colei (perchè era quasi sempre una donna) che nulla faceva se non riprodurre sulla macchina da scrivere un testo che le era dettato. Zero apporto personale, se non la velocità manuale. oggi è definita dattilografia in generale la scrittura con tastiera, ma il lavoro vero e proprio di dattilografia è la scrittura (o trascrizione) di testi definiti...non la creazione di testi. Chi produce relazioni è un lavoro diverso, di simile ha solo che usa la dattilografia per farlo. Resta un lavoro meno "meccanico" giusto nel caso dei dattilografi dei tribunali...giusto per la maggiore responsabilità ma per me rimangono dei meri registratori umani. Il sistema automatico sono i programmi di dettatura automatica. |
| inviato il 14 Novembre 2019 ore 21:22
ok,ho usato un termine poco corretto. Vogliamo sostituire il termine dattilografa con operatore cad? o addetto grafico?. Ragazzi laureati che prendono 400 euro al mese per scontornare o per modellare al cad. Giusto... perche', avendo internet che livella tutto.. il capo altrimenti fa fare tutto in India per un tozzo di pane. Cosi tu lavori qui ma e' peggio che se vivessi in India… che la' almeno con 50 euro ti paghi l'affitto. Chi e' stato in Cina a lavorare sa che neppure le mail passano il muro digitale che c'e' tra oriente ed occidente. Esistono solo un paio di canali di comunicazione approvati dal governo… Addirittura i cinesi sostituiscono il tuo interlocutore ogni 15 giorni. Questo per impedire che si sviluppino rapporti troppo stretti. |
| inviato il 14 Novembre 2019 ore 22:45
ok, questo sono d'accordo, il cosiddetto telelavoro presenta quel lato oscuro della concorrenza estera... |
| inviato il 14 Novembre 2019 ore 22:59
I commercianti classici si sono suicidati quando per la loro ingordigia, agli albori della fotografia digitale, hanno spinto tutti a cambiare la loro macchina fotografica a pellicola per una digitale, senza considerare quanto guadagnavano dalla vendita di pellicole e stampe e senza considerare che il mercato stava cambiando in favore delle vendite online. Infatti se un rullino da pochi euro uno preferisce comprarlo nel negozio fisico (non vale la pena farlo online), una fotocamera o un obiettivo no. Hanno tagliato il ramo su cui erano seduti e non mi fanno compassione, anzi...! Grosse catene e grandi e storici negozi fisici, ad esempio a Milano, hanno chiuso i battenti mentre piccoli negozi specializzati nella fotografia a pellicola (com e ad esempio Punto Foto Group) se la passano ancora bene, qualcosa vorrà dire no? |
user177356 | inviato il 14 Novembre 2019 ore 23:07
Gli accordi di distribuzione che impediscono l'esportazione verso altri paesi da quello del distributore sono ormai illegali in tutto il mondo occidentale, e giustamente. Se sono il produttore, i miei costi sono indipendenti dal mercato dove i miei prodotti saranno venduti. Se è remunerativo vendere il prodotto X nel mercato A a 100, non vedo perché i consumatori nel mercato B debbano pagarlo 110 (a parte i costi di trasporto, ovviamente). La caduta delle frontiere e dei vincoli agli accordi di distribuzione è in pilastro della libera concorrenza. Che è a tutto vantaggio dei consumatori. |
| inviato il 14 Novembre 2019 ore 23:47
La scorrettezza commerciale incomincia dai produttori stessi che vendono le macchine ai rivenditori che hanno sedi in paesi tax free. Non contenti di tutto questo le vendono senza garanzia con prezzi ovviamente ancora più bassi. Così i rivenditori di Hong Kong le vendono online a prezzi bassissimi offrendo la "loro" garanzia. È chiaro che gli importatori ufficiali Europei che acquistano macchine a prezzi più alti sulle quali pagano fior fiore di tasse devono venderle al negozio con prezzi poco concorrenziali. A loro volta i negozi fisici sono fuori mercato. Se io fossi un importatore ufficiale passerei per le armi i general managers del brand con il quale lavoro. |
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