user180256 | inviato il 02 Agosto 2019 ore 14:57
Io quando scatto ammasso una mole di materiale grezzo su cui poi lavoro in post-produzione, quindi per me c'è un mare fra lo scatto e la foto finita. Per me il lavoro creativo vero inizia quando infilo la scheda SD nel computer, perché "leggo" le foto e cerco di dare forma a quello che posso aver intuito - anche inconsapevolmente - quando ho scattato. Non che post-produca pesantemente le foto, perlopiù c'è solo un lavoro di taglio/composizione e una serie di aggiustamenti grafici elementari come elementare è la mia conoscenza degli strumenti... ma io rifletto molto sulle foto scattate e poco al momento dello scatto (non è una scelta, sono capace di procedere solo così e mi va bene così). |
| inviato il 02 Agosto 2019 ore 16:26
@ Gianluca: essendo nato 'digitale', è il medesimo processo che, ormai da anni, percorro anch'io. E' vero che, col tempo, sono più numerose le foto che, almeno come composizione della scena, 'mi' nascono già pronte ( salve le accentuazioni che determino in PP ). Per questo motivo non scarto facilmente i RAW usciti dalla fotocamera ( a meno di banalità, errori palesi o inutilità di uno scatto ). L'inconsapevolezza al momento dello scatto penso che, col passare del tempo e con l'affinamento di un proprio 'stile', diventi sempre più marginale. Sono convinto che l' 'occhio-mente-cuore' non sia solo una bella invenzione a posteriori di una Grande Fotografo. E sono tre fasi simultanee che, a poco a poco, diventano parte di noi e si esprimono; ovviamente a livelli diversi da persona a persona. Non sono un purista integralista, per cui accetto di elaborare un file fino a quando non esce ciò che voglio io. Basta l'accentuazione di un contrasto o una variazione dell'esposizione in pp, per dare all'immagine un'anima diversa da quella nativa. Ma non mi piace stravolgere, cosa ben diversa dal modificare in senso espressivo. Non ho difficoltà ad ammettere che, anzichè essere io a determinare una foto, spesso sono io a lasciarmi influenzare da un risultato. |
| inviato il 02 Agosto 2019 ore 18:37
“Che cosa ( vi ) accade tra lo scatto e la foto 'finita' ?“ Mi viene la curiosità di controllare com'è andata sul display |
| inviato il 02 Agosto 2019 ore 18:52
Come minimo... |
| inviato il 02 Agosto 2019 ore 23:11
“ L'inconsapevolezza al momento dello scatto penso che, col passare del tempo e con l'affinamento di un proprio 'stile', diventi sempre più marginale. Sono convinto che l' 'occhio-mente-cuore' non sia solo una bella invenzione a posteriori di una Grande Fotografo. E sono tre fasi simultanee che, a poco a poco, diventano parte di noi e si esprimono; ovviamente a livelli diversi da persona a persona. „ Premesso che ovviamente ognuno fa quel che crede, premesso che non mi interessa definire bene o male... Concordo con l'amico Paolo: se parliamo di "arti visive" in senso generale, se parliamo di "contaminazioni" tra diverse forme espressive ci sta certamente tutto. Ma se parliamo di fotografia, sarò all'antica ma credo che "l'atto del fotografare" non sia un optional. Pensare alla fotografia come qualcosa di slegato da inquadratura, scelte tecniche di scatto varie, attenzioni minime alla luce e così via, mi pare che porti a qualcosa che non sia più fotografia. Degno, magari eccellente, ma altro. Il che non è male ovviamente (se uno ha altre passioni fa benissimo ad averle, specie se sforna cose egregie), ma "fare una fotografia" credo debba ricomprendere, nel suo processo completo, una parte sufficiente delll'atto del fotografare. Inoltre, ma è un altro discorso e con più implicazioni, il territorio delle idee (o quello delle sensibilità) può prescindere da qualcosa a monte, e manifestarsi solo in fase di "produzione"? |
| inviato il 03 Agosto 2019 ore 0:11
Queste ultime riflessioni di Francesco mi spingono a farmi qualche altra domanda che non mi sembra si discosti troppo dal nostro tema: quando ci troviamo con la fotocamera in mano e, quindi, con l'intenzione di essere disposti a prelevare dal mondo circostante qualche evento che 'valga la pena' ( termine un po' rozzo, ma abbastanza chiaro ), in noi si mette in moto un meccanismo riconducibile a un 'senso' della Fotografia che, a vari livelli, abbiamo assimilato per cultura fotografica e per esperienza di fotografanti. In altri termini: può essere vero che io scelga una composizione, una luce, una profondità di campo, dettati dalla mia conoscenza fotografica ( Francesco aveva già proposto il tema 'La conoscenza è importante, ma quale?' ), oltre che dalla mia sensibilità, formazione, storia personale? Cioè: io non fotografo tanto la realtà, quanto il fotografabile della realtà. Prevedendo anche ciò che potrò elaborare affinchè l'immagine, alla fine, diventi ciò che, in quella realtà, ho colto come meritevole di diventare immagine definitiva e espressiva. |
| inviato il 03 Agosto 2019 ore 8:46
1) "Che cosa ( vi ) accade tra lo scatto e la foto 'finita' ?" 2) "vi capita spesso che una foto definitiva sia molto diversa, anche come spirito, dal contesto e dalla scena in cui eravate immersi al momento dello scatto? " 1) ci faccio fotoritocco e stampa, e NON stampo mai lo stesso giorno che faccio il fotoritocco, lascio sempre passare un giorno o due prima di stamparla perché a volte l'immagine, vista il giorno dopo, a mente fredda, non mi piace più o sorge una nuova idea di come mettere a punto l'immagine da stampare, sempre dal solito RAW. 2) Non mi capita praticamente mai, al momento dello scatto ho già in mente la foto finita, poi cambio magari qualcosa, ma nulla di significativo. Se NON immagino la foto finita prima del momento dello scatto, se non "vedo" la fotografia prima di scattarla, io non scatto, non faccio la fotografia. so già che non ne vale la pena. |
| inviato il 03 Agosto 2019 ore 9:41
Tra lo scatto e la pubblicazione/stampa, la prima attivita' che faccio e' la scrematura. Se ne parla poco di questo aspetto, ma lo reputo forse addirittura il piu' importante di tutto il workflow. Qundo scatto ho in mente il risultato che vorrei raggiungere, ma non sempre accade, e quando accade, magari trovo che quello scatto programmato risulti in verita' meno interessante di un altro scatto che invece e' li' quasi per caso, e quindi lavoro su quello. Tutto questo per dire che una foto mi rappresenta veramente, la sento mia, non nell'atto dello scatto, ma quando la seleziono tra tutte quelle della sessione. E' in quell'istante che decido che quella foto merita di essere Mia, e ci lavoro su. |
| inviato il 03 Agosto 2019 ore 10:44
L'argomento introdotto da Paolo è molto interessante e passibile di numerose analisi. Per quanto mi riguarda, scatto sempre in RAW e, a volte, passa moto tempo tra lo scatto e lo sviluppo. Innanzitutto scarico i RAW, li apro con lightroom e ne elimino la maggior parte. Dopo questa prima scrematura passo al pannello sviluppo e apporto le modifiche che ritengo opportune, mai eccessive ma soprattutto taglio, contrasto, bilanciamento del bianco e correzione obiettivo, cercando di avere un risultato finale il più possibile rispondente a quanto ricordo al momento dello scatto. Già questo mi fa dire che la foto finale è molto diversa da quella uscita dalla fotocamera. Già solo questo falsifica indubbiamente la realtà. Aggiungo poi che, trasformando le immagini in bianco e nero, fornisco una visione parziale e moto soggettiva: mostro quello che per me era il soggetto. In definitiva la mia foto finale è quanto di più lontano possa esserci dalla realtà, è la realtà filtrata dalla mia soggettività. |
| inviato il 03 Agosto 2019 ore 12:47
Da parte mia non accade niente, al massimo croppo se qualcosa di "estraneo" è entrato in campo ... Comunque siamo nell' era di massimi taroccamenti stravolgimenti e modificazioni delle foto. Giusto una decina di giorni fa una giovanissima amica mia ha scattato al Rimini Comics e ha lavorato ben circa 7 (sette) ore su una foto (documentato tramite screen recorder accelerato postato su Facebook) per avere il "prodotto" finale. E' giovane e studia atti visive a Venezia .... Promette bene, apprezzo ma non lo farei mai. Però è stata una delle rare volte che ho condiviso un post visto che non frequento il social. |
user117231 | inviato il 03 Agosto 2019 ore 13:27
.mi fumerei una sigaretta, ma non fumo. |
| inviato il 03 Agosto 2019 ore 18:55
Beh se non fumi puoi sempre farti un cicchetto |
| inviato il 03 Agosto 2019 ore 18:58
Offro io |
| inviato il 03 Agosto 2019 ore 19:33
Ok, quindi è assodato che fra lo scatto e il prodotto finito ci sballiamo di qualche cosa |
| inviato il 04 Agosto 2019 ore 0:23
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