| inviato il 30 Maggio 2019 ore 16:52
“ Oggi, con il digitale, abbiamo l'enorme fortuna di poter scattare in raw e di decidere a posteriori se sviluppare a colori o in bn „ più che altro, oggi può anche non pensare molto quando scatti in digitale in quanto la conversione in bn ti permette di regolare poi tutti i valori, essendo un procedimento elettronico ti permette di modificare quello che hai sbagliato prima e dopo lo scatto entro certi limiti, con la pellicola il margine di errore è meno tollerante, avere un buon negativo da stampare è (quasi) fondamentale |
| inviato il 30 Maggio 2019 ore 16:55
“ Oggi, con il digitale, abbiamo l'enorme fortuna di poter scattare in raw e di decidere a posteriori se sviluppare a colori o in bn „ Questo però, dal mio punto di vista, può essere un limite. Mi spiego meglio: bianconero, come dicevo anche sopra, significa in parte far nascere la foto con certi criteri. La porzione inquadrata, il modo in cui gli oggetti in campo si dispongono, l'uso della texture (di un muro, di un prato ecc.). Per questo, volendosi dedicare alla fotografia monocromatica, dovremmo partire da lì, dal momento dello scatto. E quindi il raw che ci ritroveremo tra le mani sarà stato concepito in un modo e non in un altro. Ecco perché dico che valutare a posteriori (che ci sta, per carità) può essere limitativo rispetto alla realizzazione di un buon monocromatico. Sempre parlando in senso generale... |
| inviato il 30 Maggio 2019 ore 16:56
Quanto abbiamo a disposizione oggi un tempo era semplicemente inimmaginabile |
| inviato il 30 Maggio 2019 ore 16:57
bella discussione e ottimi spunti! ringrazio nell'ordine Francesco.merenda che mi ha aperto un mondo e Lesfe “ è uno sforzo che delimita il vedere dal guardare „ quanta verità in queste parole! per chi scatta con pellicola: non avevo mai pensato fosse così istruttivo |
| inviato il 30 Maggio 2019 ore 17:03
“ per chi scatta con pellicola: non avevo mai pensato fosse così istruttivo „ Diciamo che la pellicola rendeva necessario quello che oggi puoi bypassare Ovvero: se mettere un filtro rosso o verde lo dovevi decidere per forza prima, e quindi, poco o tanto, lo dovevi pensare, obbligatoriamente... Inoltre, a parer mio, se facevi fotografia con un po' di "impegno", inevitabilmente alla fine eri solo colore o bianconero, con varianze minime. Io avrò fatto dieci rullini a colori in tutta la vita, e non credo di essere l'unico... |
| inviato il 30 Maggio 2019 ore 17:08
Personalmente uso il bn quando mi sento in vena, non sempre, di “interpretare la realtà “; non che a colori non si possa fare - infatti amo anche il mosso creativo, per esempio - ma con il bn mi riesce più facile il percorso. Non sono d'accordo con chi ha detto che bokeh e bn non funzionino: dipende da cosa si vuole esprimere. |
| inviato il 30 Maggio 2019 ore 17:08
“ Questo però, dal mio punto di vista, può essere un limite. Mi spiego meglio: bianconero, come dicevo anche sopra, significa in parte far nascere la foto con certi criteri. La porzione inquadrata, il modo in cui gli oggetti in campo si dispongono, l'uso della texture (di un muro, di un prato ecc.). Per questo, volendosi dedicare alla fotografia monocromatica, dovremmo partire da lì, dal momento dello scatto. E quindi il raw che ci ritroveremo tra le mani sarà stato concepito in un modo e non in un altro. Ecco perché dico che valutare a posteriori (che ci sta, per carità) può essere limitativo rispetto alla realizzazione di un buon monocromatico. Sempre parlando in senso generale... „ Non poteva essere spiegato meglio di cosi! Francesco, i tuoi interventi sono sempre molto istruttivi, completi e competenti, ma soprattutto con dei punti di vista in più che magari anche noi altri applichiamo inconsciamente (in effetti a volte anche a me capita di comporre diversamente una foto B&N rispetto alla "quasi stessa foto" a colori) ma ci dimentichiamo di descrivere bene come hai fatto tu in questo intervento e in quello precedente. |
| inviato il 30 Maggio 2019 ore 17:13
il mio percorso fotografico è stato il seguente. Scattavo la foto in jpeg cercando di ottenere lo stesso risultato che i miei occhi visualizzavano dal vero. Fine Poi ho iniziato a interessarmi alla PP., quindi: 1) Scatto in raw 2) post produco Man mano che le competenze in pp sono aumentate, è cambiato il mio modo di scattare, Ho iniziato a scattare in funzione della pp. Ovvero, sapendo che così ottengo meno rumore nelle zone in ombra, scatto esponendo a destra. Questo concetto ovviamente è figlio della Postproduzione. Lo stesso discorso è avvenuto per il biancoenero. provando ha sviluppare il raw, pensato a colori, in Bianco e Nero ho iniziato a capire come funziona il B&W, Conseguentemente, anche in questo caso, grazie alla Post Produzione, ho iniziato a ragionare in Bianco e Nero. www.juzaphoto.com/galleria.php?l=it&t=2598853 In questa foto ad esempio, io volevo la violenza, e solo quella, il colore era una distrazione inutile e nociva. |
| inviato il 30 Maggio 2019 ore 17:15
“ Francesco, i tuoi interventi sono... „ Sei molto gentile Diebu. Cerco di partecipare alla vita del forum laddove penso di avere qualche esperienza, e nel modo più essenziale possibile, cioè quello che in qualche modo è poi la nostra pratica quotidiana... Al bianconero mi sono dedicato a lungo e in modo quasi esclusivo (anche qui nel forum, se ben ricordo, tutte le mie immagini presenti sono solo in bianconero), come studio e come pratica. E qundi è un piacere poter condividere chiacchiere, in cui si impara sempre qualcosa, in due sensi (vedi un tuo scritto qualche pagina fa...) |
| inviato il 30 Maggio 2019 ore 17:18
Io ho scattato 40 anni a pellicola e prediligevo il B&N pur facendo anche diapositive a colori. E prediligevo il B&N perché le stampe a colori che si riusciva a fare, almeno nel mio contorno, all'epoca, erano di bassa qualità, mentre si stampava benissimo in B&N, io ho sempre stampato, dal 1970, in formato minimo 30 x 40 cm, con un IFF Auregon e due ottiche da 50 mm, uno Schneider Componon 50 F 4 ed un Rodenstock Rodagono 50 F 2,8, che usavo per i fotomontaggi. Il Rodagon costava un po' di più della Fiat 500. A suo tempo provai anche a stampare in Cibachrome, ma a mio personalissimo avviso, il sistema Cibachrome era un emerito cesso e non ho mai visto, di nessuno, nemmeno in mostre, stampe in Cibachrome tecnicamente valide, c'erano dominanti verde - marroncino, colori perfidi, etc. Il colore mi è sempre piaciuto, e con il Kodachrome 64 si facevano ottime diapositive, ma le stampe che si riusciva ad avere dai laboratori italiani, anche da Kodachrome erano di qualità bassa, e molto costose. Stampai del Kodachrome in USA ed erano migliori. A metà anni '80, a Londra, andai ad una mostra ufficiale della Kodak, le foto erano di Haas, "La Creazione", ed erano stampate divinamente in formato grande da pellicola 35 mm, e fu quella mostra che mi mostrò quello che era capace di fare il colore in fotografia con il formato piccolo, il35 mm. Ma quelle stampe a colori di quella qualità lì non erano a portata dei fotoamatori e dunque ho vissuto il B&N come un ripiego, pur amandolo. Con 40 anni di B&N alle spalle, ancor oggi, riesco a "vedere" prima dello scatto la fotografia come verrà in B&N una volta finita, e, onestamente, sbaglio veramente poco. Questa, prima di scattarla, l'ho vista subito come l'avrei fatta
 avevo già in mente la versione finita B&N, come poi l'ho realizzata, ossia, così
 A me viene naturale, conosco già come vengono in tonalità dei grigi i vari colori, la faccio con la mente in B&N e dopo si tratta semplicemente di rifarla in Photoshop, a me viene naturale. Io personalmente NON credo che uno che non abbia stampato, bene ed a lungo, in B&N a pellicola, ce la faccia poi in digitale a prefigurarsi come viene un buon B&N. Io lo trovo veramente difficile, se non impossibile, perché con i vari programmi di fotoritocco, le sensibilità ai colori uno se la sceglie come gli pare (ed infatti si vedono spesso dei bellissimi troiai in B&N!) e dunque non esiste il B&N giusto, esistono infiniti B&N che uno deve scegliere, e dunque tante volte sceglie fischi per fiaschi, mentre con la pellicola, i colori ti venivano già definiti come tonalità dei grigi, erano obbligati (ed anche cambiando pellicola non cambiava praticamente nulla) dunque con l'esperienza lunga della pellicola, vedi a colori e riesci ad immaginare, e ci predi bene, come sarà la foto finita in B&N, coi grigi che a suo tempo aveva la pellicola associata ad ogni colore, tu ti prefiguri IL B&N, non uno degli infiniti B&N che ti mette a disposizione il digitale. Se quell'esperienza lì non ce l'hai, con l'enorme varianza dei grigi associata ad ogni colore, che c'è oggi in digitale, la vedo molto dura, se non impossibile, prefigurarsi un buon B&N prima dello scatto. Chi dice che non gli riesce, ha ragione, se non ha molta esperienza di pellicola, è un bel casino riuscirci a farlo. |
| inviato il 30 Maggio 2019 ore 17:38
“ e dunque non esiste il B&N giusto, esistono infiniti B&N che uno deve scegliere „ Questo è un punto che certamente si dovrebbe avere sempre a mente, quando si considera il monocromatico... |
| inviato il 30 Maggio 2019 ore 17:40
“ Se quell'esperienza lì non ce l'hai, con l'enorme varianza dei grigi associata ad ogni colore, che c'è oggi in digitale, la vedo molto dura, se non impossibile, prefigurarsi un buon B&N prima dello scatto. „ Su questo andrei cauto. Anche nella pellicola vi è già molta differenza di base tra i vari film su tonalità e contrasti, oltre a quanto si possa operare successivamente. ed infatti: “ “ e dunque non esiste il B&N giusto, esistono infiniti B&N che uno deve scegliere Questo è un punto che certamente si dovrebbe avere sempre a mente, quando si considera il monocromatico... „ |
| inviato il 30 Maggio 2019 ore 17:57
Io invece penso che con il digitale sia piu' facile vedere in biancone nero. Lo fai subito, in macchina, e ancora di piu' sviluppando il raw. Prendi una foto a colori, e la converti in scala di grigi, e capisci subito cosa non va. Grazie alla pp puoi imparare molto su come scattare in B&W. |
| inviato il 30 Maggio 2019 ore 18:00
“ Io invece penso che con il digitale sia piu' facile vedere in biancone nero. Lo fai subito, in macchina „ Però Enzillo, credo che il concetto di "vedere in bianconero" non sia esattamente quello che vedi in macchina, subito. Quella è desaturazione di ciò che hai scattato. "vedere" è capire cosa e come scattare, che è altra cosa. Anche perché, come diceva Pollastrini, il bianconero non è "uno", ma mille possibili. E quindi saper immaginare è essenziale. |
| inviato il 30 Maggio 2019 ore 18:21
Francesco e' vero, ma desaturando lo scatto, e posso farlo subito, e' ben chiaro perche' la foto non funziona. E se inizi a sviluppare i raw per il B&W, capisci molto su come una foto B&W dovrebbe gia' nascere in fase di scatto. Grazie al digitale il processo di apprendimento e' molto piu' veloce. Non sto dicendo che desaturando uno scatto a colori ottieni un bel Bianco e nero, sto dicendo che facendolo, capisci perche' il bianco e nero ottenuto non funziona. In sostanza la mia tesi e' che la postproduzione e' uno straordinario metodo di apprendimento per migliorare anche la fase di scatto. |
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