| inviato il 31 Maggio 2019 ore 13:27
alcune foto non sono male secondo me. ma tutte quelle con le righine sono atroci. detto questo ho aperto il post solo per leggere i commenti |
| inviato il 31 Maggio 2019 ore 13:35
“ Se spulci, troverai un mio topic di qualche tempo fa, proprio dedicato al limite che (secondo me) è implicito in una fotografia "categorizzata"... „ non sono mica una... scimmia! Dai sono pigro, link please. Per quello che ho letto di quanto generalmente scrivi, presumo di essere d'accordo. E' anche vero l'obiezione logica che ricordo di (visto che hai parlato giustamente di convenzionale) di Nick Turpin (mal tradotta ma metto il link per una lettura integrale) "Se tutto è fotografia di strada, in sostanza non esiste". Per cui una via di mezzo, anche se sempre in discussione, sia meglio averla che non averla. Io sono buono ed allego il link per chi non lo conosce. nickturpin.com/on-defining-street-photography/ |
| inviato il 31 Maggio 2019 ore 13:41
“ E' anche vero l'obiezione logica che ricordo di (visto che hai parlato giustamente di convenzionale) di Nick Turpin (mal tradotta) "Se tutto è fotografia di strada, in sostanza non esiste". „ In effetti devo dirti Mirko, che prima di iscrivermi a un forum (un po' di anni fa), la parola street proprio non la conoscevo. E altri amici mi hanno confortato, non facendomi sentire una scimmia... Comunque di una cosa sola sono certo: se street vuol dire "guarda in camera" o "non guarda in camera", "rubata" o "non rubata", di sicuro non è cosa che mi interessa. E credo... a nessuno interessi che non mi interessa PS: anche se mi sono subito una discussione di insulti a una mia foto, mai da me qualificata come street, perché... non era street |
| inviato il 31 Maggio 2019 ore 13:45
“ anche se mi sono subito una discussione di insulti a una mia foto, mai da me qualificata come street, perché... non era street „ Ehhh, peggio dei fotografi ci sono solo i... photographers. |
| inviato il 31 Maggio 2019 ore 14:03
Tornando al discorso street, prendiamo come esempio Gilden della Magnum (considerato un maestro del genere): la Magnum è un'agenzia che rappresenta un vasto numero di fotogiornalisti (senza scendere in dettagli) e Gilden come Parr e altri suoi colleghi hanno sempre lavorato su progetti che riguardano la società in genere, strada e chi la vive (probabilmente questo è uno motivi per cui la street photography viene definita come una parente stretta del fotogiornalismo) . I nuovi guru di questo genere fotografico non fanno fotogiornalismo ma immagini fine a se stesse che mettono in evidenza altri aspetti della strada, la "casualità" di certe situazioni. Son due cose ben diverse dove ol fotogiornalismo resta tutt'altro ed appartiene alla vecchia scuola. Mi auguro si sia capito qualcosa...non mi è facile scrivere con il cellulare e la sua scrittura × che mi cambia le parole. |
| inviato il 31 Maggio 2019 ore 15:10
Non solo si è capito, ma anche concordo. Ed allora questi poveri streeteers... come potrebbero fare a campare? Qualcuno comunque si è "inventato" qualcosa. Ad ogni modo... siamo OT! |
| inviato il 31 Maggio 2019 ore 16:04
"Qualcuno comunque si è "inventato" qualcosa."... Si la" casualità" che ad essere sincerj non racconta un bel niente e gli scatti validi sono davvero pochi e spesso anche costruiti (ma guai a dirlo!!!). Il business è un giro commerciale che alcuni si sono costruiti sul web coinvolgendo anche marchi di prestigio organizzando contest (a pagamento!!!) e workshop. Ma questi che tengono i workhop chi sono?...per chi lavorano?...che valore economico hanno le loro immagini se non quello dei like sul web. Avete mai visto una mostra di questi guru?... Spesso in spazi che con una galleria seria non hanno niente in comune, difficilmente incorniciati e appesi senza una logica, non esiste cartaceo che pubblicizzi l'evento ma solo pubblicità sui social...sicuramente il discorso cambia per quei pochi ambassador Leica che hanno il privilegio di essere sponsorizzati ed esporre stampe di pregio nei loro store (marketing ben studiato dalla casa tedesca!!!). |
| inviato il 31 Maggio 2019 ore 16:43
“ Si la" casualità" che ad essere sincerj non racconta un bel niente e gli scatti validi sono davvero pochi „ Su questo non sono d'accordo invece. “ spesso anche costruiti (ma guai a dirlo!!!). „ Su questo non sono d'accordo e lo ritengo comunque fuorviante. “ Il business è un giro commerciale che alcuni si sono costruiti sul web „ Ad oggi non vedo altre forme possibili (e ripeto al pari di altre discipline nelle quali contano più le visualizzazione ed i follower che la reali capacità specifiche fotografiche). La distinzione è tra coloro che lo utilizzano sotto forme adeguate e con competenza (e ci sono anche se in ampia minoranza) dando una connotazione positiva al lavoro (laterale) che svolgono (promozione, marketing, etc.. oltre al fare foto) e tra coloro che invece lo fanno sotto le forme che menzioni con connotazione negativa (e sono d'accordo) anche se mi chiedo chi lo faccia egualmente campando di solo questo. Questi ultimi sono la maggioranza ma non vuol dire che siano tutti. Sugli ambassador... mi astengo per ignoranza di una realtà che non conosco. Non parlo mai per sentito dire. |
| inviato il 31 Maggio 2019 ore 19:26
Mirko la "casualità" difficilmente o quasi mai racchiude una storia. Immortalare la "causalità" non è cosa semplice e uno scatto valido è davvero difficile portarlo a casa tanto è vero che se noti quando si parla di street le immagini "cult" son sempre le stesse, se poi fai una ricerca sugli autori noterai che la loro fama nella maggior parte dei casi è grazie solo ad alcuni scatti ben riusciuti. Con questo sto dicendo che la casualità se così vogliamo chiamarla non è facile come si pensa e richiede intuito e manico e si ha quel pizzico di fortuna prima o poi lo scatto giusto salta fuori. La fortuna senza intuito e senza manico serve a ben poco forse a niente. Inutile negare che spesso capita di costruire l'immagine lo dico perché lo so, l'ho faccio se ne ho l'occasione e mi sono anche prestato come soggetto per atri fotografi così come altri con me. Capita, si fa e si è sempre fatto, l'idea fa parte della creatività del fotografo a volte nasce per caso altre perché pensata tavolino. Questo non vuol dire che le foto street siano tutte costruite ma non c'è da stupirsi se qualcuna lo sia. Sulla competenza andrei molto cauto ma ci sono quelli che ritengo molto preparati. |
| inviato il 31 Maggio 2019 ore 19:46
"anche se mi sono subito una discussione di insulti a una mia foto, mai da me qualificata come street, perché... non era street"... Francesco definirei le tue immagini delle eccellenti "Storytelling" ovvero scatti dove chi osserva ci vede una storia o anche più di un racconto. Questo tipo di fotografia spesso viene scambiata per street ma è tutt'altro dove la composizione è l'attimo colto la fanno da padrona. Possiamo definire lo Storytelling anch'essa una parente della Street. |
| inviato il 31 Maggio 2019 ore 21:05
Caro Vincenzo, sono del tutto certo che, almeno in mille, avrebbero da obiettare e non poco sulla faccenda dello "Storytelling" Per quanto mi riguarda, resto all'idea che l'unico senso delle "categorie" sia quello di poter organizzare in modo più o meno logico le fotografie, in contenitori come questo. Per tutto il resto, come espressi in un altro topic dedicato, io sono convinto che servano solo a determinare una potenziale gabbia mentale al momento in cui si preme il pulsante di scatto. Che l'umana natura abbia la necessità di catalogare lo capisco e non ho nulla da obiettare. Ma resto del parere che le convenzioni tali e non altro debbano restare. PS: sulle foto inutili, che peraltro scimmiottano questo o quel guru consolidato, credo si potrebbe aprire una riflessione bella ampia, magari con un topic dedicato. Perché oggi, a livello alto, la fotografia può essere solo concettuale (nel senso originario e semplice di Sol LeWitt), e se non si capisce che, su questo terreno, un'idea non vale nulla se qualcuno l'ha avuta prima, l'esito che hai sottolineato è inevitabile |
| inviato il 31 Maggio 2019 ore 21:56
Rispondo al post iniziale. Questo discorso è vecchio. Da quanto si parla della regola dei terzi nelle foto di Bresson. Il punto è che le linee, almeno nella street, non servono come "mirino": non si avrebbe nè il tempo nè la possibilità di utlizzarle. Servono solo ad evidenziare perchè la foto funziona (a parte che effettivamente che molti degli esempi di petapixel sono assurdi ). Solo che per vedere se la foto funziona serve principalmente un occhio allenato non serve necessariamente esplicitare le linee. Come per capire se un romanzo è scritto bene: non è sempre necessario farci l'analisi grammaticale, logica e del periodo sopra. A volte basta leggerlo e basta... Sul discorso street... l'importante è che chi fotografa e chi guarda la foto parlino lo stesso linguaggio condiviso. Poi quanti tipi di linguaggio/dialetti ci siano e come volgiamo chiamarli è più compito da critici che da fotografi... |
| inviato il 01 Giugno 2019 ore 0:52
“ Sul discorso street... l'importante è che chi fotografa e chi guarda la foto parlino lo stesso linguaggio condiviso. „ Credo che questo sia uno dei punti nevralgici di questo tempo. Che peraltro condiziona ogni discorso sulla fotografia, anche qui. Pensiamo alla poesia (così, stando fuori dalla fotografia, siamo meno coinvolti...). Linguaggio condiviso: una massa di neo amanti della poesia è purtroppo bruta nell'anima. E allora a Neruda preferirà Arturo Pennichelli perchè, come dici, parlano lo stesso linguaggio. E il successo del Pennichelli farà nascere altri Pennichelli e non altri Neruda. E in questa osmosi esiziale si sublima il decadimento definitivo della poesia... Mi sa che in fotografia non siamo troppo lontani Opisso |
| inviato il 01 Giugno 2019 ore 6:29
Francesco che ci sia sempre da obiettare bisogna darlo per scontato non c'è scampo. Etichettare non serve altro che mettere in ordine le categorie per facilitare la ricerca di un certo tipo d'immagini anziché di altre. Riguardo le foto inutili sono dal parere che tutti le facciamo ed è inevitabile (nell'era del digitale sono aumentate in modo spropositato). A differenza del passato pubblicare è facilissimo come avere i consensi da parte degli utenti (non importa chi siano e perché lasciano il like!!!) e questo ci porta a pubblicare di tutto e di più senza valutare con occhio critico le foto , non bisogna sottoporre il nostro lavoro a nessuno e non c'è bisogno di fare gavetta o attrezzature costose inoltre le strategie per avere visibilità e consensi sta nel conoscere il linguaggio dei social per cui anche un photo editor diventa una figura insignificante il più delle volte. Sicuramente tutto questo porta visibilità per un pubblico di massa il più delle volte senza competenze. Poi c'è un'altro tipo di mercato quello di "livello alto" che come giustamente dici l'idea non vale nulla se qualcuno l'avuta prima. |
| inviato il 01 Giugno 2019 ore 8:41
“ Mirko la "casualità" difficilmente o quasi mai racchiude una storia. „ Beh questo dovrebbe essere il bello di chi prova a cercarle, e seccondo me il divertimento è più la ricerca che il trovarle. “ Inutile negare che spesso capita di costruire l'immagine lo dico perché lo so, l'ho faccio se ne ho l'occasione e mi sono anche prestato come soggetto per atri fotografi così come altri con me. Capita, si fa e si è sempre fatto „ Confermo di essere in completo disaccordo. Non è da condannare la preparazione di un set, di una situazione, etc... è da condannare farla passare per street, ossia come spontanea. La spontaneità rimane un punto cardine intrapassabile, per la street; se preparata si fa altro. Se qualcuno lo fa lo si dica, non per mettere alla gogna, ma solo perr chiarezza. Anche i famosi recensori e critici, facciano il loro lavoro. Inutile e dannoso è mascherare sotto forma di street foto che in realtà sono posate. Basta scrivere che è posata, mica che non si possa posare. Poi ciascuno valuterà le conseguenze. Diversamente è barare. I bari esistono, ma solitamente non fanno una bella fine. Se qualcuno bara va detto, non acclamato, proprio per evitare di far passare tutto il genere come costruito, anche solo con velate allusioni (si fa e si è sempre fatto, molti lo fanno, etc) Se qualcuno lo vuol fare alla luce del sole per farla passare da street... (e qualche tentativo ogni tanto viene fuori) non ne vedo il senso. Personalmente (ma non sono nessuno) se voglio fare delle cose preferisco prendere una modella e farmi una sessione di ritratto. “ Caro Vincenzo, sono del tutto certo che, almeno in mille, avrebbero da obiettare e non poco sulla faccenda dello "Storytelling" Sorriso „ Io, ma passo. “ erché oggi, a livello alto, la fotografia può essere solo concettuale (nel senso originario e semplice di Sol LeWitt), e se non si capisce che, su questo terreno, un'idea non vale nulla se qualcuno l'ha avuta prima, l'esito che hai sottolineato è inevitabile „ Trovo una contraddizione Francesco tra l'essere scettico nel voler classificare (la cui funzione è cercare di mettere ordine) perchè limitativo, e ritenere valida solo un certo genere (fai riferimento al concettuale). Questo si che è una limitazione. Se è' vero che quando di fa click non si pensa alla classificazione (ed lo credo anche io), a maggior ragione non si dovrebbe nemmeno pensare ad altre limitazioni. Sul concetto di nuovo, mi pare ne avessimo anche già parlato. Riprendendo anche quanto espresso da Vincenzo in merito alla casualità mi permetto di far notare che con i numeri di oggi di mezzi e di foto in circolazione la casualità si ripete molto più spesso nel mondo di quanto si possa pensare. Milioni di foto al giorno scattate fanno si che sia più difficile vincere al supernalotto che qualcuno non trovi un bel momento casuale. Al superenalotto gioco due colonne, al giorno posso scattare quante foto voglio. Distinguerei inoltre la ripetizione e/o similitudine di un tema, da una foto uguale all'altra. Le differenze sono sottili ma sostanziali. I temi sono gli stessi, ogni foto fa storia a se anche se si possono notare caratteristiche simili. E può fare storia a se proprio solo se non costruita. Ogni volta che capita a senso, per se e per gli altri, fermare il momento. Non è una gara ad essere bravi o ad arrivare primi, ma solo a cercare di fare qualche fotografia sensata. E' stato forse bella solo la prima rete in rovesciata? Per cercare di rendere chiaro con esempi quanto ho provato a fare scrivendo, riporto parzialmente un pezzo che avevo già scritto: "Con le mani sbucci, le cipolle. Zucchero Sugar Fornaciari (nome d'arte che mi ricorda un po photographer) ha scritto questo pezzo (Con le mani) nel 1987, diventando un ritornello molto popolare, oscurando quasi un grande brano come Hey Man. Ma non voglio parlare di "Sugar" Fornaciari, peraltro non mi sta nemmeno particolarmente simpatico, considerazione personale di cui lui se fregherebbe altamente. Cosa c'entrano quindi le mani e le cipolle con la fotografia? Come per Pirandello e la fotografia di strada, abbiate pazienza e capirete. Lasciamo da parte un momento le cipolle e prendiamo le mani. Girando su Juza in questo topic: www.juzaphoto.com/topic2.php?l=it&t=2180076 mi sono ritrovato davanti a questa foto di Gianni Berengo Gardin: www.artribune.com/wp-content/uploads/2013/02/2.G.Berengo-Gardin_Catani Ecco allora spiegato il richiamo alle mani della canzone del nostro "Sugar" nazionale. Più bravi e preparati di me potrebbero meglio spiegare il senso di questa fotografia, trovando aspetti denotativi, connotativi, percorso dell'autore e molte altre cose interessanti, tra cui il "punctum" barthesiano delle mani. Ora che GBG sia un grande Autore noto e straconosciuto è scontato; meno scontato è che questa foto sia stata vista da altri autori contemporanei di foto di strada, probabilmente non bravi come lui, ma messaggeri sempre di mani, ed ancora meno probabile è che conoscano la canzone del nostro "Sugar" nazionale: Nappadol Maitreecit www.flickr.com/photos/124543994@N05/40380334285/in/pool-2768749@N20/ Kevin Ballance www.flickr.com/photos/squintyeye/42755142590/in/faves-107055202@N02/ o anche variazioni sul tema con mani artificiali: Chu Viet Ha www.flickr.com/photos/chuvietha/44110152225/in/faves-107055202@N02/. E chissà quante altre non mi vengono in mente! "...le tue mani così all'improvviso..." Comincia ad essere più chiaro il tema? Meno probabile ancora, come già detto è che tutti anche questi conoscessero il nostro Adelmo Fornaciari. Eppure come non notare la similitudine tra questo verso "Si sono fatte strada fuori e dentro di me... usa le tue mani, su di me... e questa fotografia di Giacomo Vesprini: www.flickr.com/photos/giacomovesprini_in-side/16359556868/in/dateposte proseguendo con il canticchiare "e accarezzi il gatto, con le mani..." questa di Aaron Aardvark: www.flickr.com/photos/anteatertheater/8081857518/in/faves-107055202@N0 Tra mani come soggetto, oggetto, punctum, variazioni sul tema, mi vengono in mente Ilan Ben yehuda www.flickr.com/photos/116685283@N05/34516328892/in/faves-107055202@N02 Djan13 www.flickr.com/photos/djan13/11563754353/in/pool-onthestreet/ Nico Ferrara www.flickr.com/photos/nicolasferrara/43335526925/in/pool-streetfight/& e mille altre se ne potrebbero aggiungere. Ok direte voi, ma le cipolle? Beh, quelle lasciamole ancora da parte un momento, perchè mica solo la fotografia di strada si interessa alle mani" Comunque, ripeto, siamo OT |
Che cosa ne pensi di questo argomento?Vuoi dire la tua? Per partecipare alla discussione iscriviti a JuzaPhoto, è semplice e gratuito!
Non solo: iscrivendoti potrai creare una tua pagina personale, pubblicare foto, ricevere commenti e sfruttare tutte le funzionalità di JuzaPhoto. Con oltre 251000 iscritti, c'è spazio per tutti, dal principiante al professionista. |

Metti la tua pubblicità su JuzaPhoto (info) |