| inviato il 07 Aprile 2019 ore 22:40
@Alvar Mayor ti rispondo dicendo che per le potenzialità che abbiamo ( arte, storia, cultura, cibo ecc) siamo i peggiori al mondo perchè non sappiamo sfruttare al meglio le nostre ricchezze. “ e supponiamo invece l'esatto contrario, ovvero un'Italia che parli solo italiano, in modo integralista. Un Paese che a differenza del resto del mondo resti integerrimo sulla purezza linguistica. Che ne sarebbe nei secoli? un paese dove ci si capisce solo tra di noi, e fuori un mondo con una lingua unica mondiale. è un'utopia che vi piace questa? „ Hai praticamente descritto la russia ( o parte di essa), io sono stato a Mosca e devo dire che davvero pochissime persone parlano l'inglese. Anche in aeroporto ai controlli sempre e solo lingua russa, nei negozi, ristoranti, bar è uguale, è davvero difficile trovare posti in cui qualcuno parli inglese. Sto parlando di Mosca che conta 11 milioni di abitanti, non dell'ultimo paesino di montagna... |
| inviato il 07 Aprile 2019 ore 22:50
“ autogrill „ cioè intendevi in italiano l'autograticola?  |
| inviato il 07 Aprile 2019 ore 22:57
ahaha, comunque non so se sapete un po' di tedesco però loro tendono molto ad unire due parole per formarne una con un nuovo significato tipo ''kindergarden'' ovvero asilo, letteralmente sarebbe giardino (garden) per bambini (kinder), autogrill...bhè potete immaginare..ahaha |
| inviato il 07 Aprile 2019 ore 23:32
@I_Felix....i nostri politicanti sono solo l'espressione di noi stessi. L'italiano medio è un pessimo cittadino, per lo più siamo dilettanti allo sbaraglio. O ci vogliamo fare grandi copiando le abitudini degli altri (male), o ci lasciamo andare stancamente ad abitudini da provincia…..In entrambi i casi spesso il risultato è maldestro e penoso. Per quanto riguarda l'idioma italico, diverse decine di anni fa un dittatorello romagnolo volle salvaguardare la purezza della lingua italiana, direi con risultati a dir poco esilaranti, cosa che ha contraddistinto, nella sua tragicità, tutto il suo percorso. Non vedo dove sia il problema nel titolare una foto in inglese, francese, tedesco o spagnolo e neppure nel definire una lingua migliore o peggiore di un'altra. E' solo funzionale per quella determinata foto. Perchè classificare ogni cosa? Il bianco meglio del nero, il nord meglio del sud, l'italiano meglio dell' inglese, quello che si conosce meglio di quello che è sconosciuto…... Si comincia sempre con darci delle "regole"....ma non si dica che noi italiani siamo razzisti…..Siamo solo stupidi. |
| inviato il 07 Aprile 2019 ore 23:37
“ No, italiano, spagnolo e tedesco, tanto per citare 3 lingue hanno precise regole di scrittura e lettura. Sono evolute, precise. Lo spagnolo lo è ancor più della nostra perchè ha precise regole degli accenti che ti permettono di leggere perfettamente le loro parole (es sdrucciole, piane o tronche...) „ In spagnolo la "J" che noi pronuncuami "ii" si legge "ch" quindi la parola "mujeres", che ogni italiano che non conosce lo spagnolo pronuncia "muieres" ,invece si legge (più o meno) "muches" con la "C" strisciata. L'automobile, "coche" si legge "coce" e non "coche" come si leggerebbe in italiano. In Francese "chez" si legge "sce" e non "CHEZ" comesi leggerebbe in italiano. I suoni attribuiti alle lettere e alle combinazioni di lettere sono convenzioni proprie di ogni lingua, non c'è una lingua che li legge nel modo giusto e le altre in modo diverso. |
| inviato il 08 Aprile 2019 ore 0:10
“ I suoni attribuiti alle lettere e alle combinazioni di lettere sono convenzioni proprie di ogni lingua, non c'è una lingua che li legge nel modo giusto e le altre in modo diverso „ Esattamente; c'è l'alfabeto fonetico, ma è comunque anch'esso una codifica decisa a posteriori. |
| inviato il 08 Aprile 2019 ore 9:10
“ In spagnolo la "J" che noi pronuncuami "ii" si legge "ch" quindi la parola "mujeres", che ogni italiano che non conosce lo spagnolo pronuncia "muieres" ,invece si legge (più o meno) "muches" con la "C" strisciata. L'automobile, "coche" si legge "coce" e non "coche" come si leggerebbe in italiano. In Francese "chez" si legge "sce" e non "CHEZ" comesi leggerebbe in italiano. I suoni attribuiti alle lettere e alle combinazioni di lettere sono convenzioni proprie di ogni lingua, non c'è una lingua che li legge nel modo giusto e le altre in modo diverso. „ se esistono delle regole va bene, ciascuno ha le sue.... In inglese non è così. Pensa ai nomi propri. Quando Bush fu eletto ci si poneva il dilemma di come si pronunciasse, bash o bush? Poi fu sancito che si pronunciava come si scriveva. A scuola studiano tantissimo il cosiddetto spelling, perchè è l'unico modo per far scrivere esattamente il proprio cognome o indirizzo, cioè le regole sul parlato-scritto non esistono o quasi. Un qualcosa di analogo, ma meno "drammatico" succede con il francese, qualche anno fa si erano posti l'idea di modificare lo scritto per adeguarlo al parlato, ma ovviamente non se ne fece nulla. Noi non ce ne rendiamo conto, ma la nostra lingua è infinitamente più evoluta dell'inglese, che poi al mondo la conoscano in pochi è un'altro discorso |
| inviato il 08 Aprile 2019 ore 9:49
“ In inglese non è così. Pensa ai nomi propri. „ Mi spiace, ma anche l'inglese ha delle sue regole e anche abbastanza semplici: basta saperle Poi, siccome è una lingua parlata in tutto il mondo, ogni regione del mondo ha la sua inflessione, ma capita anche con l'italiano: l'italiano parlato a Bolzano ha un'inflessione diversa da quello parlato a Palermo, eppure sempre di italiano si parla; prendere ad esempio i nomi, non è corretto in quanto non sono parole codificate da un vocabolario, quindi potrebbero seguire delle regole diverse: ogni volta che c'è stato un appello qui da me, in lombardia, i cognomi meridionali sono stati spesso pronunciati sbagliati, eppure sempre di Italia si tratta |
| inviato il 08 Aprile 2019 ore 10:01
Jack qualche lingua la ho studiata e parlata pure io, compresa la grammatica. Francamente mi stupisce dover rimarcare cose così ovvie. |
| inviato il 08 Aprile 2019 ore 10:22
Diebu e Gian Carlo quello di cui parlate si chiama trasparenza fonologica. L'inglese è effettivamente una lingua opaca, perché spesso non c'è corrispondenza tra scritto e parlato (tra grafema e fonema), e non è una questione di regolette, che sono valide solo in alcuni casi specifici. Per questo, come ha ricordato Gian Carlo, si insegna lo spelling. Anche il francese è una lingua poco trasparente. L'italiano, lo spagnolo, il tedesco, ma anche il russo, l'ungherese o il serbo, sono lingue abbastanza trasparenti, dove vi è in genere una corrispondenza univoca tra grafema a fonema: si legge come si scrive. |
| inviato il 08 Aprile 2019 ore 10:37
Jack, come dice Gian Carlo non c'entrano regole o inflessioni. L'inglese è pieno di parole dove non c'è corrispondenza tra grafema e fonema. Esempio veloce: nation si pronuncia nay-shun, ma national si pronuncia nah-shu-nal, e non esiste nessuna regola a riguardo, è semplicemente così. |
| inviato il 08 Aprile 2019 ore 10:43
Oh bravo Gert |
| inviato il 08 Aprile 2019 ore 11:28
Di base va considerato che "l'idioma" è il veicolo del pensiero e più è ricco più la mente è intelligente e rapida nell'agnizione e non di meno, si arricchisce di "poliedricità non cosciente", quella che si definisce serendipità, la capacità di ricavare comprensione specifica da nozioni e pensieri contestuali del tutto differenti. Esempio... stai pensando a come cucinarti una frittata e ti viene un'idea per tutt'altro. Si definisce anche connessione di idee, ma qui è un processo del tutto involontario. Questo viene frenato o inibito dall'impoverimento del linguaggio ed è quanto avviene soprattutto in Italia, dove si arriva a diplomarsi o laurearsi senza averlo interiorizzato nella qualità adeguata e non si riesce di esprimere correttamente frasi sensate che siano più lunghe di tre parole. Basta fare attenzione ai politici! Sono pochi quelli che sembrano avere superato la terza media... Chi fa sfoggio di promiscuità linguistica, solitamente sostituisce con quello "inglese" tutta una serie di sinonimi che indicano contestualità specifiche e non possono venire omesse. Il fatto che i linguaggi siano destinati a mischiarsi, non ci piove, ma deve essere un processo naturale di utilità pratica, non forzato inserendo lemmi astrusi alla comprensione comune senza criterio e soprattutto minimizzando il diritto altrui di comprendere ciò che si dice. Peraltro, questo succede soltanto in Italia perché si tende a "zittire" il sentore di impotenza che decenni di politica inconcludente hanno infuso, credendo di sfuggirlo internazionalizzandosi. Se consideriamo che i linguaggi "forti", anzitutto quelli di legittimità mistica (Islam ed ebraismo...) che vengono reputati "emanazione da un dio" e quelli da culture forti come si possono considerare l'anglosassone, la tedesca, la francese e la giapponese ecc.. che neppure ci pensano a "mischiarsi", quella italiana sembra condannata a fungere da fesso che crede di essere furbo e non si accorge che le sberle che prende dagli altri non sono buffetti di apprezzamento... Perché la gioventù di qualità se ne va e arriva soltanto quella intenzionata a sfruttare le vulnerabilità sociali, la ragione si può rintracciare qui. |
| inviato il 08 Aprile 2019 ore 11:36
Ulisse, hai espresso delle riflessioni e sviscerato dei concetti veramente importanti, complimenti |
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