| inviato il 25 Marzo 2019 ore 18:39
Bell attesa della sentenza giudiziaria che forse non ci sarà mai, fotografiamo, fotografiamo, e pubblichiamo, disponiamo. Sempre ovviamente nel rispetto della dignità delle persone e evitando situazione critiche per i fotografato. Questo è importantissimo |
| inviato il 26 Marzo 2019 ore 8:57
Io nel dubbio non pubblico mai i ritratti o foto in cui ci sono persone riconoscibili se non ho la liberatoria...al giorno d'oggi non si sà mai!! |
| inviato il 26 Marzo 2019 ore 9:47
@Ortophon la prima non sarebbe pubblicabile, il soggetto è riconoscibile e importante per la fotografia, la seconda è pubblicabile, il soggetto non è riconoscibile. C'è da chiarire che con riconoscibile non si intende "Riconoscibile ai propri cari" perché nel caso anche una persona di spalle potrebbe esserlo, mia figlia probabilmente mi riconoscerebbe anche di spalle, ma "riconoscibile ai più" in pratica se incontrassi per strada il soggetto della tua prima foto potrei dire "Tu sei quello della foto di Ortophon" |
| inviato il 26 Marzo 2019 ore 10:54
concordo con Trackmaster, la legge sulla privacy ha senso e questo deve essere al di sopra della nostra passione. Anche se ci crea dei problemi. Siamo cittadini prima di essere fotografi. Non concordo quando minimizza il problema del nulla osta. Non è facile ottenere un'autorizzazione da uno sconosciuto. |
| inviato il 26 Marzo 2019 ore 11:23
Pochi anni fa sull'argomento avevo scritto un articolo e tenuto qualche conferenza (all'epoca, 2013, non ero ancora un pensionato). In occasione di una di queste, presso il Fotoclub di Monica del Garda, il mio scritto è stato reso consultabile presso il sito dell'associazione fotografica (di cui sono così divenuto socio onorario). Per chi fosse interessato metto il link, non senza avvisare che, data la complessità della materia, la pubblicazione è piuttosto lunga. Suppongo che la lettura possa essere noiosa, per cui la consiglio solo a chi ha veramente ha a cuore il problema. Posso comunque aggiungere che in oltre 40 anni di magistratura ho visto pochissimi casi di violazione del diritto all'immagine ricollegabili all'attività di fotografi autori di riprese a persone qualsiasi scattate per strada. Normalmente le controversie insorgono quando ci sono di mezzi personaggi più o meno noti. docs.google.com/file/d/0B6pwy8qmDllqZjJyMFBPREE2RnM/edit |
| inviato il 26 Marzo 2019 ore 11:55
“ Non concordo quando minimizza il problema del nulla osta. Non è facile ottenere un'autorizzazione da uno sconosciuto. „ Infatti lo ho ottenuto poche volte, durante le cerimonie sono anche venute parenti dei festeggiati a dirmi di non pubblicare o stampare le foto in cui erano riconoscibili....ormai se ne vedono di tutti i colori, le uniche street che mi piace fare, anche se più che street si possono definire reportage è quando vedo le persone che fanno il loro lavoro e gli chiedo se posso fotografarle...Il più delle volte mi dicono di si e quando gli invio le foto via mail gli mando anche il foglio con la liberatoria, ma se non me lo rimandano firmato le tengo per me...anche se avevano accettato di farsi fotografare. Ho fatto un reportage sui pescatori in Abruzzo qualche anno fa per un blogger delle mie parti e li mi ero organizzato e mi sono portato un centinaio di stame per fargliele firmare sul posto. Adesso non si scherza su queste cose, gli avvocati ci sguazzano quindi bisogna stare in campana!! |
| inviato il 26 Marzo 2019 ore 12:15
Grazie Fabio, il tuo scritto è un prezioso contributo a questa discussione, traccia dei confini precisi tenendo soprattutto conto dell'aspetto giuridico, che poi è quello che conta. L'ho scaricato e lo leggerò con molto interesse (per intero) |
| inviato il 26 Marzo 2019 ore 12:27
Street photography e liberatorie non vanno d'accordo. È impensabile farsi firmare liberatorie da ogni soggetto che compare nell'inquadratura. Se ritenete questo genere lesivo della dignità altrui ci sono molti altri generi. In Italia ci sono problemi ben più rilevanti che vanno affrontati al momento. Se poi qualcuno chiede di cancellare la foto la si cancella, non vedo il problema. |
user39791 | inviato il 26 Marzo 2019 ore 12:29
Concordo con Alessio. O si accetta il rischio, che c'è solo se si pubblicano le immagini, o si cambia genere. |
| inviato il 26 Marzo 2019 ore 12:38
Il nulla osta è il nodo della questione. Spesso è difficile da ottenere semplicemente perché il soggetto della foto non è rintracciabile a posteriori. Perché solitamente è DOPO che ci accorgiamo della rilevanza di una foto, quando facciamo l'analisi a tavolino delle foto scattate. Quando magari la associamo ad altre foto per esempio per strutturare una mostra. La pubblicazione della foto in un'eventuale mostra forse potrebbe ridurre i rischi sopportabili dall'autore. Sia perché si può invocare il carattere culturale dell'iniziativa. Sia perché una mostra, pur essendo pubblica, ha un bacino d'utenza ridotto. Altra cosa sarebbe pubblicare la stessa foto su Facebook. M è un'opinione la mia, non ho certezze. |
| inviato il 26 Marzo 2019 ore 12:41
Alessio, il problema sta nel fatto che quel qualcuno di cui parli potrebbe non accontentarsi della rimozione della foto. |
| inviato il 26 Marzo 2019 ore 13:49
No se non lede la dignità e non c'è lucro può chiedere solo la rimozione |
| inviato il 26 Marzo 2019 ore 14:22
Signor Mario Infatti è così. Tutti quelli che fanno generi dove possono essere riconosciute delle persone, street, reportage di viaggio, espongono e si attengono a quanto tu hai detto. E non dico tanto per dire visto che conosco fotografi che espongono e fanno anche concorsi e ne hanno anche vinto. Altrimenti quei due generi fotografici non esisterebbero più. E da commenti indietro che sostengo questi |
| inviato il 26 Marzo 2019 ore 14:29
Gaga quando fai una mostra dichiari normalmente di avere liberatoria. Te lo chiedono anche per banali concorsi online. Ci sarà un motivo? Altra cosa. Mentre prima potevi essere contestato solo dalla persona ritratta oggi con il gdpr non è così. In caso di un controllo presso uno studio devi avere liberatorie e privacy policy perché altrimenti rischi una multa da far cadere la mascella. |
| inviato il 26 Marzo 2019 ore 15:38
Non sono d'accordo su molti punti. Molti fotografi di reportage (tra cui Mccurry) hanno pubblicato senza consenso immagini divenute famose e solo in un secondo momento hanno rintracciato il soggetto e ricompensato (atto dovuto!!!) per cui evitiamo di dire cose inesatte perché non sempre è possibile chiedere la liberatoria e i motivi son diversi.Riguardo la foto in strada in genere penso che se uno deve farsi le pippe mentali è meglio che si dedichi ad altro (paesaggi, gattini, Still Life...le alternative ci sono) altrimenti le strutture architettoniche con la presenza umana che va tanto di moda ultimamente . Ho notato che si pone questi problemi oltre a non essere un professionista non ha neanche chi sa quale grande visibilità. |
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