| inviato il 04 Dicembre 2018 ore 11:55
Antonio, non ho capito di cosa si tratta. |
user90373 | inviato il 04 Dicembre 2018 ore 11:56
@ Skylab59 Ho detto fin da subito che per me è una questione di praticità e risparmio che, alla fine, non mi limita più di tanto. Dove posso, vado certamente ad usare formati diversi, ma se devo pensare ad esporre, al momento continuo così. |
user158139 | inviato il 04 Dicembre 2018 ore 11:57
Come sempre, la risposta corretta è "dipende". Dipende da cosa si aveva in mente quando si è scattata la foto, ed in particolare alla composizione che si intendeva realizzare. Il formato è strettamente funzionale all'intento del fotografo, se ha in mente una composizione che richiede un quadrato oppure un rettangolo con rapporti diversi da quelli canonici, ben venga. Poi ci sono i casi in cui il formato diverso da quello dello scatto è il risultato di un crop con funzioni di aggiustamento della composizione. Ecco, in questi casi bisognerebbe quanto meno trarre insegnamento dai propri errori in fase di scatto. |
| inviato il 04 Dicembre 2018 ore 12:00
E ci mancherebbe Ettore, non voglio convincere nessuno! Quindi per te il fatto di usare formati "standard" è dato da questioni di praticità e costi più contenuti. Va benissimo. |
| inviato il 04 Dicembre 2018 ore 12:02
@Boustrophedon: “ Poi ci sono i casi in cui il formato diverso da quello dello scatto è il risultato di un crop con funzioni di aggiustamento della composizione. Ecco, in questi casi bisognerebbe quanto meno trarre insegnamento dai propri errori in fase di scatto. „ A volte si scatta ben sapendo che si andrà a tagliare, altre volte durante la fase di rielaborazione si nota che un certo taglio dona più grinta alla foto, e permette di meglio focalizzare l'attenzione sulla sostanza. Non credo si possa parlare di errore. |
| inviato il 04 Dicembre 2018 ore 12:03
Anni fa l'idea di utilizzare l'intero formato del fotogramma (all'epoca il 3:2 del classico 35 mm) aveva più che altro lo scopo didattico di insegnare a comporre l'immagine. Già il fatto che i formati della carta da stampa, cioè appositamente dedicata alla fotografia (il ché è tutto dire), non corrispondessero ai più diffusi formati di pellicole la dice lunga su come non ci debba essere necessariamente un vincolo geometrico precostituito. E' pur vero che esistono teorie sulla maggiore o minore efficacia di questi formati, in particolare di quello costruito sulla sezione aurea, in rapporto alle classiche regole della composizione, ma sempre tenendo a mente che "le regole sono fatte per essere (sapientemente) infrante". Se poi abbiamo a che fare con scene e soggetti che non possiamo disporre a nostro piacere, o con punti di ripresa obbligati ecc. diventa evidente che molte immagini avranno, per loro natura, necessità di formati particolari; aggiungiamo le preferenze personali e la casistica diventa teoricamente infinita. L'unica vera regola, a mio avviso, è che il formato scelto si adatti al soggetto e a ciò che si vuole trasmettere. Tornando al primo capoverso, il ritaglio su un solo lato del fotogramma, per modificare il rapporto tra i lati così da adattarlo a quell'immagine particolare, è una cosa normalissima; il crop su entrambe le direzioni, tolti ovviamente i casi in cui non fosse possibile riempire l'intero fotogramma (macro di soggetti molto piccoli, avifauna ecc.) dovrebbe effettivamente farci riflettere sul nostro senso della composizione |
| inviato il 04 Dicembre 2018 ore 12:05
Concordo con te, Daniele. |
user158139 | inviato il 04 Dicembre 2018 ore 12:24
“ Non credo si possa parlare di errore. „ Diciamo che avremmo potuto fare un lavoro migliore in sede di scatto? Che rimediamo ex post ad una valutazione non ottimale al momento in cui abbiamo scelto la composizione? Succede, ovviamente. Diventa un'occasione per migliorarsi. |
| inviato il 04 Dicembre 2018 ore 12:30
Sì certo, dipende molto dal genere di foto e dalle condizioni di scatto. |
| inviato il 04 Dicembre 2018 ore 13:22
Uso quasi sempre il ritaglio nel rapporto standard (3:4, 1:1, 9:16) orizzontale o verticale. Questo per praticità con i formati di schermi o di libri fotografici. Tuttavia capita spesso di dover effettuare ritagli liberi per dare maggiore risalto alla composizione o per escludere dall'immagine elementi di disturbo. In pratica taglio sempre e spesso lascio appositamente un po' di margine per eventuali ritocchi, raddrizzamenti compresi. |
| inviato il 04 Dicembre 2018 ore 13:28
@skylab: “ Quello da me usato è un fotolibro che una volta aperto è pressoché piatto, e le pagine sono molto rigide. „ uso anche io servizi di impaginazione fotolibri (HDbook della Canon) e ho cominciato ad usare anche InDesign. Ultimamente mi è capitato di posizionare foto a cavallo di due pagine diverse, ma non è una soluzione "perfetta" nonostante il libro si apra alla perfezione. Ti chiedo, per esempio: - piazzeresti mai un volto a cavallo di due pagine? - metteresti mai un occhio a pagina destra e l'altro in pagina sinistra? - metteresti mai un occhio esattamente sul taglio pagina? se la risposta, come nel mio caso, è no questo è sintomatico del fatto che in realtà quel tipo di impaginazione non è esattamente piatto e neutrale, si deve usare cum grano salis ed in ogni caso la stessa immagine stampata nella stessa dimensione su foglio unico (potendo) ha tutta un'altra resa. |
| inviato il 04 Dicembre 2018 ore 13:36
solo formati ortogonali?
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| inviato il 04 Dicembre 2018 ore 13:49
@Andrea: “ Ultimamente mi è capitato di posizionare foto a cavallo di due pagine diverse, ma non è una soluzione "perfetta" nonostante il libro si apra alla perfezione „ Non è una soluzione perfetta, lo ammetto, ma comunque ti permette di avere un grande formato anche in un fotolibro, con un effetto visivo che non è male. Ovviamente non metterei mai un ritratto a cavallo di due pagine, anche se a volte qualche trucchetto ti permette di posizionare un ritratto ambientato su due pagine.
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| inviato il 04 Dicembre 2018 ore 13:53
@Andrea: “ solo formati ortogonali? „ La prima Kodak per il grande pubblico, nel 1888, forniva immagini tonde
 Probabilmente in questo caso la ragione non era formale/artistica, ma semplicemente l'obiettivo non riusciva a coprire decentemente gli angoli dell'immagine quadrata. Ed ecco la soluzione. |
| inviato il 04 Dicembre 2018 ore 14:38
Su alcune immagini ho effettivamente l'abitudine di effettuare un crop per eliminare gli angoli estremi perchè hanno talora una resa inguardabile (tolto il Tamron 60 mm Macro, uso ottiche da kit); in questi casi cerco di autoimpormi, per quanto possibile, dei limiti già in fase di scatto. Alle volte mi piacerebbe provare tagli obliqui o comunque strani, ma mi rendo conto che in quel caso non basterebbe che rispondessero alle esigenze della scena inquadrata: purtroppo abbiamo un'abitudine pregressa, di secoli, ad osservare all'interno di spazi regolari (con angoli retti, oppure cerchi e ovali), per cui anche ciò che incornicia l'immagine dovrebbe entrare a far parte del suo "racconto" per farci digerire quel taglio. |
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