user46920 | inviato il 07 Gennaio 2018 ore 22:54
adoro questo forum! |
| inviato il 08 Gennaio 2018 ore 20:14
grazie occhiodelcigno sei molto critico oltre ad essere molto preparato ma la critica fa bene |
| inviato il 08 Gennaio 2018 ore 20:28
quindi dal momento che devo stampare le cartoline (15x20) in un formato più grande (A3/A29) avrò seri problemi? la qualità eventualmente si può correggere con un programma tipo photoshop oppure vi chiedo se esiste un programma dove posso rielaborare vecchie immagini rinnovandole ed ottenere una immagine pulita con più pixel |
| inviato il 08 Gennaio 2018 ore 23:14
Dionision, se le foto che vuoi riprodurre sono del tempo di Carlo Cudega, probabilmente saranno state fatte con pellicole di grande formato (tipo 6x6 se non 9x9) e poi tagliate in sede di stampa. Le logiche di inquadratura, molti anni fa, erano radicalmente differenti da quelle di oggi: il formato 3:2 si è proposto e gradualmente affermato con l'avvento delle Leica (non per nulla viene chiamato in gergo "formato leica"), prima si scattava con fotogrammi quadrati e le proporzioni della stampa venivano gestite con una certa libertà in camera oscura. Le focali in uso erano quindi abbastanza slegate dall'inquadratura resa in sede di stampa. Si disponeva di formati pellicola molto grandi (alcune macchine a soffietto arrivavano a fotogrammi da 15x15) e lenti di qualità ancora rudimentale, quindi i teleobiettivi (stante anche il formato nativo del fotogramma) erano costosissimi, scarsi, ingrandivano poco e funzionavano così-così. Si preferiva scattare con lenti standard o grandangolari e ingrandire la stampa. Vedi bene che, con queste premesse e tenendo conto che spesso le macchine fotografiche avevano ottiche non intercambiabili (es. le reflex Rollei a pozzetto), risulta difficile ragionare a priori di pdc e cose consimili. Secondo me, ti conviene andare a scattare portandoti la documentazione di riferimento e ricavare empiricamente, volta per volta, i setting più opportuni. Se cominci a impegolarti su calcoli e speculazioni, impazzisci prima di aver scattato una foto e quando scatti scopri che non va bene nulla. P.S. Se vuoi approfondire e capire il ruolo del formato nella definizione della profondità di campo, studiati la formula per calcolarla e cerca di capire bene il concetto di cerchio di confusione. |
| inviato il 08 Gennaio 2018 ore 23:27
Secondo me, c'è un altro problema di tecnica compositiva con cui ti devi misurare: se vuoi riprodurre le cartoline di cui hai ampia collezione, che probabilmente sono state realizzate con fotogrammi grandi e ottiche corte, per poi essere ritagliate, devi cercare di riprodurre non solo l'inquadratura, ma anche la prospettiva. Dovrai quindi cercare di "copiare" non le lunghezze focali, ma i punti di ripresa (dal punto di ripresa dipende la prospettiva) e poi trovare la focale che, da quel punto di ripresa, ti da l'inquadratura desiderata. Se ti concentri solo sull'inquadratura, rischi di ritrovarti con foto con più o meno lo stesso soggetto, ma una lettura completamente differente per quanto riguarda il rapporto soggetto/sfondo. Se vuoi ca× empiricamente, fatti un piccolo set in casa e fotografalo con la stessa inquadratura, prima con il 12 mm e poi con il 35 (ovviamente, allontanandoti). |
| inviato il 08 Gennaio 2018 ore 23:40
Ciao, i consigli che ti hanno dato sono tutti ok, non ti preoccupare per le ottiche in tuo possesso, cerca di capire il pdr e poi scatta con il cavalletto e l'autoscatto, come ti hanno detto sopra la qualità delle tue foto deve essere la migliore possibile. Per quanto riguarda le ottiche, i formati che hanno usato ed eventuali tagli in fase si stampa, credo sia quasi impossibile stabilirli. In bocca a lupo! |
user46920 | inviato il 09 Gennaio 2018 ore 0:47
“ quindi dal momento che devo stampare le cartoline (15x20) in un formato più grande (A3/A29) avrò seri problemi? „ i problemi seri sono altri, fortunatamente (maledetto me e quando ho parlato di "problemi"). “ la qualità eventualmente si può correggere con un programma „ no e non esiste nessun programma in grado di inventarsi realisticamente quelle informazioni che non ci sono nella cartolina, ovvero il dettaglio fine. Quindi ... fine dei problemi = problemi non ce ne sono! Devi solo ritrovare il punto di ripresa esatto, che non sarà un'impresa facile, perché magari sulla collina da cui hanno ripreso quella cartolina, oggi c'è una casa, o una strada. E poi devi utilizzare una focale con un campo un pò più ampio, così poi in post riesci a ritagliare quello che serve per rifare esattamente la stessa inquadratura. L'esattamente, dipende dall'esatto punto di ripresa. Nel frattempo prendi le cartoline, le scannerizzi con uno scanner piano comune e se vuoi poi le regoli aumentando il contrasto ed un briciolo di nitidezza, prima di stamparle in A3. punto ... non puoi fare di più e non devi nemmeno. Anzi, se io fossi in te, esporrei gli originali a fianco o sopra alle tue, ma siccome forse sei un collezionista e la cosa potrebbe scocciarti o per fare il fotolibro, fai delle riproduzioni anche a grandezza naturale e morta lì. Negli anni ottanta primi novanta, avevo auitato ad allestire una mostra con uno scopo identico. “ sei molto critico... ma la critica fa bene „ Lo so, ma è normale, le baggianate non hanno alcun senso, non lo hanno mai avuto e non lo avranno mai. Sono solo della spazzatura informatica inutile che crea solamente dei danni !!! |
| inviato il 09 Gennaio 2018 ore 1:28
Domanda: le cartoline in tuo possesso sono stampe fotografiche su carta o sono stampe "grafiche" cioè riproduzioni di foto ottenute con retini fotomeccanici? Prova a guardarle con una lente d'ingrandimento se vedi che le tonalità di grigio, cioè il chiaroscuro, sono in realtà riprodotte da punti tutti neri equidistanti ma di dimensioni diverse allora l'immagine è stata ottenuta con un retino fotomeccanico e nell'ingrandirla giocoforza verranno ingranditi i punti del retino e risulterà alquanto sgranata. é cosa normale ma va tenuta in conto. Qui posto il link ad un esempio con la spiegazione tecnica www.venditastampeantiche.com/retino.html Dovrai poi tenere conto del fatto che riprendendo un'immagine contenente un retino fotomeccanico con punti disposti in geometria regolare con altri dispositivi come macchine digitali o scanner che hanno un sensore con sensel disposti geometricamente è fatale incorrere nel moiré, ed è questo, più che la sgranatura conseguente all'ingrandimento, il vero aspetto spiacevole e fastidioso della riproduzione perché in genere l'unico modo di evitarlo è applicando una sfocatura e poi un disturbo (si potrebbe altrimenti cercare di scansionare l'originale inclinato a diverse angolature tipo 15° o 30° o 60° facendo delle prove (se parliamo di cartoline in B/N se sono a colori è praticamente impossibile trovare il giusto angolo). In questa immagine un esempio di retino e di effetto moirè:
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| inviato il 09 Gennaio 2018 ore 1:49
Un'altra possibilità di evitare il moirè è quella di effettuare l'ingrandimento con tecnica fotografica cioè riprendendo l'originale non con metodo digitale ma con un ingranditore fotografico o una reprocamera rigorosamente su pellicola. O ancora, se il retino dell'originale è grossolano cioè se ha una lineatura/mm bassa riprenderlo con uno scanner ad altissima risoluzione (sempre meglio se inclinato) |
| inviato il 09 Gennaio 2018 ore 2:10
Il progetto che tu hai in mente in realtà è una cosa già abbastanza diffusa negli stati uniti dove è nato un genere fotografico vero e proprio che consiste nel riprendere oggi scene scattate agli albori della fotografia, dai topographers per intenderci, tipo O' Sullivan. Siccome, come ti è già stato piegato, la cosa più complicata è trovare il punto di ripresa, avevo letto che questi si avvalgono di software che riescono a stimare il PdR. Come facciano non lo so esattamente, dubito che sia possibile con una sola immagine. Forse si recano in loco ed eseguono degli scatti marcati con geolocalizzazione in alcuni punti. Poi il software analizza le foto campione con geotag noto e le raffronta con lo scatto storico e poi calcola delle triangolazioni per stimare il punto di ripresa esatto della vecchia foto. |
| inviato il 09 Gennaio 2018 ore 2:13
Una volta trovato il PdR esatto io penso che la cosa più semplice sia usare un ottimo zoom e controllare l'inquadratura in Live View (se il formato coincide cioè se le cartoline erano 3:2 o 4.3 come le digitali di oggi |
| inviato il 10 Gennaio 2018 ore 13:38
Oltre alla profondità di campo, cambia il rapporto fra i piani. Anche se poco percettibile con il 50mm avrai gli oggetti sullo sfondo leggermente più schiacciati (effetto tele). |
| inviato il 10 Gennaio 2018 ore 13:50
“ Oltre alla profondità di campo, cambia il rapporto fra i piani. Anche se poco percettibile con il 50mm avrai gli oggetti sullo sfondo leggermente più schiacciati (effetto tele). „ No. Come è già stato sottolineato in questa discussione (oltre che in molte altre), il "rapporto fra i piani" dipende esclusivamente dal punto di ripresa . |
user46920 | inviato il 10 Gennaio 2018 ore 14:11
Kame:“ La profondità di campo, pdc, di fatto è un concetto che non puoi parametrizzare numericamente se non ricorrendo alla profondità di fuoco, pdf... „ questa la vorrei capire anch'io ... magari con parole tue, ma va bene lo stesso anche se hai in link ad un pdf |
| inviato il 10 Gennaio 2018 ore 14:58
“ grazie occhiodelcigno sei molto critico oltre ad essere molto preparato ma la critica fa bene „ Ammazza, sei riuscito a lisciare il cigno nel verso giusto. Normalmente se lo lisciano contropel... ehm contropenne s'incazza. “ adoro questo forum! „ Finchè non ti cacciano siiiii Buon anno occhio! |
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