| inviato il 14 Ottobre 2017 ore 16:55
Il programma flessibile non solo varia in funzione della focale in uso, ed è quindi molto utile per il controllo del tempo di posa con gli zoom, ma tenta anche di non avvilire troppo il fotografo (con quell'antipatico 'faccio tutto io ') dandogli la possibilità di intervenire modificando la coppia tempo/diaframma senza pregiudicare l'esposizione corretta. Tutti contenti quindi, il costruttore che non ha tradito le aspettative del fotografo e il fotografo che si pavoneggia della riuscita della foto. Allora perchè vergognarsi di impostare la nostra ghiera su quella disdicevole 'P'? (segue) |
| inviato il 15 Ottobre 2017 ore 5:00
Oops... |
| inviato il 15 Ottobre 2017 ore 20:18
Scusate ragazzi oggi ho avuto da fare spero domani di poter postare qualcosa. |
| inviato il 16 Ottobre 2017 ore 13:38
E' possibile, osservando una foto, risalire al modo di esposizione usato (escludendo i dati exif ovviamente)? Salvo casi molto specifici, direi proprio di no. Questo significa che in fondo il posizionamento della nostra fatidica ghiera non ha un effetto distinguibile sul risultato finale e che ben altri, e più complessi, sono i fattori che determinano la buona riuscita, o meno, di una fotografia. Ma questo sarà oggetto di future lezioni. (segue) |
| inviato il 16 Ottobre 2017 ore 14:57
Sui rimanenti due modi di esposizione, l'automatico a priorità dell'apertura (di diaframma) e l'automatico a priorità dei tempi, c'è poco da dire. Non perchè non siano validi, semplicemente perchè non aggiungono nulla di interessante a quanto precedentemente detto. Ovviamente appartengono alla famiglia dei modi automatici ma, a differenza del 'programma flessibile' , consentono di impostare l'apertura di diaframma in un caso, o il tempo di posa nell'altro, in modo tale che quando l'elettronica della macchina va in stand-by (per risparmiare la batteria) non si perde l'impostazione precedentemente fissata. Stabilire se questo sia una conquista o una cosa da nulla è compito del singolo fotografo il quale però, così facendo, rischia di allontanarsi dal vero problema, e cioè come fare foto interessanti. (segue) |
| inviato il 17 Ottobre 2017 ore 11:32
Riassumendo, tra i vantaggi del modo manuale abbiamo che tempi e diaframmi sono decisi dal fotografo e che le impostazioni non cambiano se non le cambia il fotografo, mentre tra gli svantaggi abbiamo che tempi e diaframmi sono decisi dal fotografo e che le impostazioni non cambiano se non le cambia il fotografo. Tra i vantaggi dei modi automatici abbiamo che tempi e diaframmi sono decisi in toto o in parte dalla macchina e che si adeguano immediatamente al variare della luminosità riflessa dal soggetto, mentre tra gli svantaggi abbiamo che tempi e diaframmi sono decisi in toto o in parte dalla macchina e che si adeguano immediatamente al variare della luminosità riflessa dal soggetto. |
| inviato il 17 Ottobre 2017 ore 13:10
Non è ci abbia capito gran che di rtutto q |
| inviato il 17 Ottobre 2017 ore 13:15
Ops è scappato il "VAI" Non è che abbia capito gran che di quello che ho letto...l'unica cosa che mi viene da pensare è che qualsiasi cosa oggi venga etichettata come troppo seria a me va bene per principio...che di cazzzzeggiamenti "on line" e "de visu" mi sembra ce ne siano anche troppi... Non ho capito proprio una mazza di tutto il 3D vero? Lo so ma data l'età sono un pochino rinco |
| inviato il 17 Ottobre 2017 ore 14:26
“ Non è che abbia capito gran che di quello che ho letto... „ Grazie, da artista posso dirti che è un bellissimo complimento... un giorno caricherò qualche foto e vorrei avessero lo stesso successo delle mie parole... |
| inviato il 17 Ottobre 2017 ore 20:39
Non ci vuole mica tanto. Parti a scriverti i commenti da solo..... Poi, tra un commento e l'altro, ti insegni anche le regolazioni e le impostazioni da usare per ottenere quei risultati, ed è fatta!! |
| inviato il 17 Ottobre 2017 ore 21:04
Ma è geniale! Niente più ipocrisia, solo commenti onesti e sinceri, e consigli disinteressati... sarebbe magnifico se lo facessero tutti, bisogna spargere la voce! |
| inviato il 17 Ottobre 2017 ore 21:35
Come sopravvivere alla propria macchina fotografica: Lezione 2 - Il sistema esposimetrico. Strettamente collegato al modo di esposizione, argomento trattato nella precedente lezione, il sistema esposimetrico si occupa della misurazione della luce e possiamo dire che è ormai adottato universalmente, al punto che non esiste macchina fotografica senza esposimetro incorporato. Ma esistono ancora esposimetri senza macchina fotografica, che sono molto più utili in quanto consentono di misurare la luce senza dover necessariamente togliere il tappo all'obiettivo, con il rischio di perderlo. Un altro vantaggio minore dell'esposimetro senza macchina fotografica è che può leggere sia la luce che cade sul soggetto, sia quella che viene riflessa dal soggetto, ma di questo parleremo più avanti. (segue) |
| inviato il 17 Ottobre 2017 ore 22:46
“ bisogna spargere la voce „ "Verba volant, exempla trahunt". Stai già facendo il massimo!! |
| inviato il 18 Ottobre 2017 ore 8:02
L'esposimetro della nostra macchina fotografica legge quindi la luce che arriva attraverso l'obiettivo (ripeto, bisogna togliere il tappo) e quindi, presumibilmente, la stessa luce riflessa dal soggetto della foto, luce che 'inonderà' il sensore e che sarà da quest'ultimo convertita in segnale elettrico. O meglio, milioni di segnali elettrici diversi, uno (o anche più di uno) per ciascun pixel che andrà a formare la nostra immagine digitale. Decidere se questa, per la modella seminuda che ci sta davanti, sia una fine gloriosa o meno, non rientra nelle finalità della lezione. Quello che a noi interessa è l'aspetto tecnico del processo. (segue) |
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