| inviato il 18 Gennaio 2017 ore 22:36
Cetrioli mai? |
| inviato il 19 Gennaio 2017 ore 4:14
sono contento che il topic abbia preso una piega sarcastica. chi ha letto il link del topic precedente ha potuto vedere come anche su un argomento che non dovrebbe superare il "tanto per parlè" l'utente Labirint si sia arrogato il diritto di bloccare me, a causa dei miei pareri differenti dai suoi, motivando le cause più assurde come quella di dire che scrivo cose a casaccio (un po' di umiltà e un po' d'educazione no?) Per chi non lo sapesse, per l'autore di un topic (Labirint) bloccare significa tappare la bocca agli altri, impedendo di scrivere. Questo è il rubinetto della democrazia made in Labirint, che prima mette in piazza un argomento ma poi dosa chiudendo o aprendo il suo rubinetto se i pareri espressi da altri non gli piacciono, motivandole con "scrive cose a casaccio quindi l'ho bloccato". Voglio precisare che in tutto il contesto, io, e sottolineo io, non ho usato nè termini nè modi che trascendono nella maleducazione, eppure sono stato bloccato lo stesso in pieno stile censura staliniana. (doveva essere un topic di spessore il suo...) Ringrazio chi mi ha sostenuto, avanti tutti Caneca, che assieme ad altri ha sottolineato la propria disapprovazione al blocco, non tolto da Labirint nei miei confronti, fino alla chiusura totale delle 16 pag previste. Ho continuato a scrivere in quel topic, usando lo stratagemma di modificare l'ultimo post prima che mi bloccasse. non è certo la stessa cosa, non potendo rispondere in modo cronologicamente corretto, ma era l'unica cosa potessi fare. Una comunicazione per Labirint cui ha scritto: “ non ho bloccato Ooo per disaccordo, ma semplicemente perchè era totalmente sensa senzo quello scritto e si continuava a ribadire la cosa senza andare in nessuna logica discussione. Mi spiece se il buon Ooo si è offeso, ma non ha senso discutere sul sesso degli angeli „ Il BUON Ooo? Se a quelli buoni metti un blocco tappandogli la bocca, a quelli che reputi cattivi cosa fai? gli dai direttamente fuoco? Non hai capito e continui a non capire Labirint, siamo su sintonie differenti. Io non mi sono affatto offeso. Sono rimasto deluso invece, poichè credevo che il mio interlocutore, ovvero Te, avesse una capacità gestionale dell'altro, inteso altro come modi, punti di vista e pensiero altrui e differenti, completamente diversi, di più ampio respiro e di più vasta portata. Ho trovato invece un interlecutore che ha risolto un po' alla Bud Spencer , con il metodo sbrigativo, vedendo l'altro non come opportunità ma come ostacolo. Nulla di personale quindi, io ai miei occhi sono sempre il solito, sei tu che adesso ai miei occhi pari ridimensionato.
 questa è una immagine che non necessita di essere spiegata
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| inviato il 19 Gennaio 2017 ore 7:23
È pacifico restare delusi da un atto del genere. Infatti ho parlato di crudeltà, che per la sua accezione conporta proprio questo tipo di conseguenza. Essere crudeli non significa soltanto conficcare un coltello nel petto di una persona e poi stare ad osservare inerti mentre muore. Crudeltà è anche questo. |
| inviato il 19 Gennaio 2017 ore 7:25
Ma riprendiamo la nostra discussione: le foto, secondo voi, vanno scattate? |
| inviato il 19 Gennaio 2017 ore 8:43
Da Bud mi sarei aspettato più un invito a giocarsela a birra e salsiccia. |
| inviato il 19 Gennaio 2017 ore 8:56
Secondo voi, questa foto va spiegata?
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| inviato il 19 Gennaio 2017 ore 10:37
“ Inoltre la fotografia spesso risulta in un contesto, in un contenitore, in un corpus come detto nell'altro topic. Il corpus non deve necessariamente essere quello voluto dall'autore, ovvero, se io mi appendo in cameretta una foto di Salgado assieme a quella di altri tre autori differenti il corpus assunto da quella immagine in camera mia è ben differente da quello di una mostra orchestrata da Salgado in persona. „ Certo ma... se ti appendi quella determinata foto è perché magari ti è piaciuta proprio contestualizzata nel corpus dell'autore e appesa in cameretta continua a piacerti perché tu quel corpus lo conosci. Se io mi appendo in camera la foto di Haudrey Hepburn che fuma la sigaretta la decontestualizzo. Ma io l'ho appesa perché principalmente perché ho amato la sua interpretazione in "Colazione da Tiffany". E se viene a trovarmi un amico che ha visto il film la foto "la capisce" anche decontestualizzata.... Tanto per fare un esempio più concreto... questa foto di Salgado... www.palazzoducale.genova.it/wp-content/uploads/2016/02/130.jpg molti estimatori la "capiranno" anche singola, ma siamo sicuri che tutti gli altri vi leggeranno: "Uno sguardo appassionato, teso a sottolineare la necessità di salvaguardare il nostro pianeta, di cambiare il nostro stile di vita, di assumere nuovi comportamenti più rispettosi della natura e di quanto ci circonda, di conquistare una nuova armonia" Non so poi magari la foto deve parlare comunque da sola e queste righe che ho dovuto dare a compendio per i "non addetti" dimostrano (???) che Salgado è un mediocre fotografo. |
| inviato il 19 Gennaio 2017 ore 11:10
secondo me ci si deve limitare ad una frase, meglio a due tre parole |
| inviato il 19 Gennaio 2017 ore 11:18
Concordo assolutamente con CarlaPi. Il TITOLO |
user39791 | inviato il 19 Gennaio 2017 ore 11:18
C'è anche un aspetto da considerare, ciò l'esistenza dei critici di arte. Un critico d'arte ha il compito di spiegare ai comuni mortali un'opera d'arte. Ma se l'autore la spiega corredando la sua opera di un libretto di uso e manutenzione come campa il critico d'arte? E sopratutto quanta arte portata a tale livello dai critici di arte se spiegata banalmente dal suo autore verrebbe declassata ad un livello più basso? |
| inviato il 19 Gennaio 2017 ore 11:24
Secondo me non tutti i generi e sottogeneri"necessitano" di un titolo. |
user90373 | inviato il 19 Gennaio 2017 ore 11:24
Ho seguito l'altro 3D, e non mi voglio perdere "Le foto vanno spiegate 2, il ritorno". |
| inviato il 19 Gennaio 2017 ore 11:29
E' quello che cercava di spiegare Ooo nel precedente thread: un'opera di Botticelli è bene che la spieghi uno Sgarbi piuttosto che il Botticelli stesso. Non tanto per una giusta ripartizione dei ruoli, ma per una giusta ed efficace valorizzazione delle opere. Vedere una foto con dei semini e una busta da lettera accanto, o robe del genere...è una foto criptica che potrebbe/dovrebbe aver bisogno di una spiegazione, ma a che scopo? Potrebbe restare un mistero al quale ogni osservatore attribuisce un suo personale significato, o potrebbe trasformarsi nel solito rompicapo vago, anche po' sciocco (del tipo: "ahahahah! non te lo dirò mai. Tiè!"), o altre robe... A volte, le spiegazioni deludono ciò che la fantasia ha edificato liberamente. Un'opera di Dalì, secondo me, è più bella se resta avvolta nel suo mistero simbolistico (in alcuni casi), oppure acquista valore affettivo personale superiore, se decriptata e decodificata (in altri). |
| inviato il 19 Gennaio 2017 ore 11:31
Be' Filiberto concordo in parte. Soprattutto pensando a certi critici... Ma l'autore non può certo autovalutarsi o non è detto che abbia la percezione esatta di come il suo lavoro debba essere collocato nella "storia "della fotografia. Se non se si sale sul piedistallo si diventa tutti degli HCB. E poi l'autore te la "spiega" nel senso che affianca all'opera le motivazioni del suo intento "completandola". Se si mette a "raccontartela" perché altrimenti risulterebbe incomprensibile a "chiunque" allora si che era meglio avesse fatto lo scrittore piuttosto che il fotografo. Ma è un discorso che vale per tutte le arti e non solo. Può valere persino una prestazione sportiva per dire... |
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