| inviato il 16 Gennaio 2017 ore 16:24
Labirint, non comprendo la domanda. Perchè dovrei citare alcune tue pubblicazioni? Comunque ho capito quello che vuoi dire in merito ad Adams. |
| inviato il 16 Gennaio 2017 ore 16:28
perchè non sono mie ma sono un lavoro esposto in varie gallerie che ha generato un libro e il fatto che pensi che sono mie mi fa dire che senza la giusta contestualizzazione non l'hai capito. Semplicemente che Adams faceva affermazioni legate a suo modo di fotografare, ha fondato un gruppo di cui ha scritto un manifesto ben preciso e ha creato la sua estetica e suo lavoro, questo avveniva nel 1932 e di acqua sotto i ponti nè è passata, la fotografia è anche cambiata e quello detto a quel tempo va contestualizzato e comunque non preso come oro colato come assolutamente incontestabile |
| inviato il 16 Gennaio 2017 ore 16:28
Non dico che non serve, dico che se serve serve solo all'osservatore il quale osservatore non può decidere per l'autore. |
| inviato il 16 Gennaio 2017 ore 16:31
Il titolo si, ci sta, un titolo tra il descrittivo e l'immaginativo/interpretativo. Ogni quadro ed ogni pezzo di musica ne ha uno, se non altro per capirsi e per ritrovarle |
| inviato il 16 Gennaio 2017 ore 16:45
Se una foto necessita una spiegazione è una foto sbagliata! E' come un libro: non lo si spiega. |
| inviato il 16 Gennaio 2017 ore 16:47
“ Il 99% della pittura classica non è mai stata spiegata (casomai interpretata in tempi più recenti) eppure a distanza di secoli continua a trasmetterci emozioni. „ Questo perché erano generalmente elaborazioni di tematiche e concetti universalmente conosciuti; ovvero, il contesto in cui spaziavano era noto (anche perché in genere era espressamente richiesto dal committente). Oggi però si osservano sempre più spesso lavori basati su percorsi concettuali personali dell'autore, che quindi non forniscono adeguati punti di riferimento all'osservatore, non tanto per un'incapacità dell'autore stesso, quanto per un'impossibilità oggettiva, da parte dell'osservatore, di "riconoscere" autonomamente il contesto di riferimento; è una situazione per molti aspetti simile a quella del reportage, anche se qui gioca il fatto di non poter indovinare "in tempo reale" il luogo, l'evento a cui si riferisce ecc. |
| inviato il 16 Gennaio 2017 ore 17:18
“ Se una foto necessita una spiegazione è una foto sbagliata! E' come un libro, non lo si spiega. „ interessante, dovresti comunicare questa cosa a editori e galleristi |
| inviato il 16 Gennaio 2017 ore 18:34
"Il 99% della pittura classica non è mai stata spiegata (casomai interpretata in tempi più recenti) eppure a distanza di secoli continua a trasmetterci emozioni." Un ossimoro...in qualche modo. Contestualizzate... Non ponetevi di fronte ad un opera come se siete soli...e nel "vostro" tempo. |
| inviato il 16 Gennaio 2017 ore 19:19
Parlando di pittura, ho vagato spesso di fronte a illustri opere, senza comprendere molto. Quando ho preparato le mie visite prima o mi sono munito di guide o di una guida professionista ho sempre goduto molto di più di quello che stavo osservando. Ciò non toglie che poi la mia fantasia, il mio metro di giudizio mi lascia libero di interpretare e di giudicare. E' piuttosto singolare che si rifiuti a priori la possibilità di acquisire strumenti che ti consentono di capire, giudicare, e perché no spaziare con la fantasia. Più si conosce più si è liberi di interpretare. Una didascalia, una spiegazione non possono che arricchire chi osserva....... |
| inviato il 16 Gennaio 2017 ore 19:31
Dai se l'autore scrive molto bene e fa foto di M può salvarsi .. Invece di guardare la foto si leggerà il testo.. può essere un valore aggiunto |
user14286 | inviato il 16 Gennaio 2017 ore 19:37
“ Il 99% della pittura classica non è mai stata spiegata (casomai interpretata in tempi più recenti) eppure a distanza di secoli continua a trasmetterci emozioni. „ che trasmetta emozioni è un conto. che siamo in grado di capire cosa esattamente l' autore volesse comunicare, tutt' un altra cosa... “ Una forma di comunicazione potentissima come l'immagine non deve aver bisogno di essere affiancata da altre forme di comunicazione. „ allora i pubblicitari non hanno capito un razzo... |
| inviato il 16 Gennaio 2017 ore 20:15
Discussione avvincente, ma credo che sia una di quelle partite a chiacchiere che non hanno fine. Non è possibile chiedersi se il mondo è dipinto di bianco o di nero: è a colori! Scusate l'approccio arrogante e banale, ma credo che la sintesi della sintesi sia questa. Ci sono fotografie, come dipinti, che dicono già quello c'è debbono dire, magari uno studio più approfondito apre la porta ai dettagli. Ci sono dipinti e fotografie più ermetici, che necessitano di studio per essere compresi. Aiutare il lettore dell'immagine ad introdursi in essa, non lo vedo come uno scandalo, ma come un modo per accondiscendere ad un sistema che è diventato velocissimo e capillare. Non ritengo vero che se un'immagine non si spiega da sola sia realizzata male. Ci sono pittori e fotografi del passato, che sono ancora oggi oggetto di studio. Personalmente provo piacere se un fotografo mi aiuta a capire il senso della sua immagine. Mi permette di gustare quello che ho davanti agli occhi in modo rilassato e coerente. Se non lo fa, non me ne cruccio, ma lo sforzo di capire (se poi capisco in modo corretto), spetta tutto a me. Potrei raccontarvi un aneddoto imbarazzante accaduto mi al MoMa di New York, ma ve lo risparmio. Siatemene riconoscenti   Ciao a tutti |
| inviato il 16 Gennaio 2017 ore 20:15
La sintesi di Canopo70 è disarmante . Quotone!!! |
| inviato il 16 Gennaio 2017 ore 20:27
Secondo me, soltanto le foto cosiddette 'ermetiche' o 'simboliste' dovrebbero (se necessario) essere spiegate. Dipende anche dall'intento dell'autore: se egli vuole scremare i suoi estimatori, è bene che non si attardi ai convenevoli, altrimenti è l'esatto opposto, qualora sia alla ricerca di una riscontro di massa. Mi viene in mente un esempio forse OT: Inland Empire di David Lynch. Occorre davvero spiegare le motivazioni che possano condurre alla realizzazione di un progetto del genere, e la sua parafrasi? |
| inviato il 16 Gennaio 2017 ore 21:52
C'è il commento descrittivo: Vecchio su panchina quello informativo: Jardin du Luxenbourg, Paris quello evocativo: Solitudine quello personale: Estate 2016 quello divulgativo: Culo e schiena nell'arte del riposo quello fuori luogo: Mentre stavo riprendendo questa scena passò il tram quello ermetico: Verde antico quello intellettuale: Può un riposo essere immeritato? |
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