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Scattare a pellicola ed elaborare in digitale


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avatarjunior
inviato il 19 Gennaio 2017 ore 9:25

Da wikipedia: "a latitudine di posa indica con una misura in f/stop (in stop o EV), la tolleranza e quindi la capacità dell'emulsione di una pellicola fotografica di accettare gli errori di esposizione (sottoesposizioni o sovraesposizioni)"

La gamma dinamica è un'altra cosa, e la pellicola in realtà (escludendo le diapositive) ha valori elevati; pellicole relativamente recenti come Kodak Ektar o Portra hanno gamme dinamiche sui 13-15 stop

avatarjunior
inviato il 19 Gennaio 2017 ore 9:28

Questa per esempio è una foto fatta in controluce con una Ektar:

static1.squarespace.com/static/56bf55504c2f85a60a9b9fe5/t/56fc99f95982

avatarjunior
inviato il 19 Gennaio 2017 ore 10:08

quando la gente viene da me e faccio vedere a3 stampati da Dia/pellicola ed altri stampati da digitale, tutti preferiscono la stampa analogica che ,a loro dire,è più calda,più naturale.
Son tutti scemi?
La cosa si ripete quando faccio ascoltare il mio mega impianto HI_fi........
Il digitale è perfetto ma poi ascoltano un Lp e dicono: ehhh....ma questa è un altra cosa.....!!!!!!
Insomma,un grande sistema analogico rimane ancora un riferimento in termini di qualità assoluta.


Giuliano.. Assolutamente vero! Succede regolarmente anche a me di essere nella parte della "gente" che citi..sarò scemo anche io ma l'analogico ha sempre un sapore diverso e molto piacevole.

avatarjunior
inviato il 19 Gennaio 2017 ore 10:09

@ Giulio_corradini
Qui c'è un link con consigli di un fotografo di paesaggi che lavora soltanto con pellicole su medio e grande formato e poi le elabora in digitale (con i risultati che puoi vedere nel suo sito):

www.alexburkephoto.com/blog/2013/06/02/scanning-and-editing-color-nega

Certo, partire da una pellicola da 35mm non darà risultati identici, ma ciò non vuol dire che saranno scadenti



Grande Lebowski, grazie!

avatarsenior
inviato il 19 Gennaio 2017 ore 10:42

"..quando la gente viene da me e faccio vedere a3 stampati da Dia/pellicola ed altri stampati da digitale, tutti preferiscono la stampa analogica che ,a loro dire,è più calda,più naturale.
Son tutti scemi? "

Perché parli di scemi se si parla di gusti, a parer mio più o meno evoluti?

Comunque, parlando di stampe, e parlando di confronti di stampe, le stampe vanno viste, perché oggi in digitale la situazione stampe è cambiata molto rispetto alla pellicola.

La qualità delle stampe in chimica era abbastanza uniforme, mediamente, non 'c'era molta diversità qualitativa tra stampe fatte da stampatori o laboratori diversi, c'erano delle differenze, ma non estreme, e questo perché la tecnologia usata era, in pratica, la stessa per tutti, le carte e gli sviluppi erano gli stessi, etc, c'era uniformità tecnologica.

La differenza qualitativa tra stampe digitali, fatte da laboratori o stampatori diversi, invece può essere impressionante, c'è estrema diversità qualitativa tra stampe fatte da gente e laboratori diversi, e questo è dovuto al fatto che le tecnologie di stampa sono molto diverse.

Da quello che vedo io, anche in mostre note, posso dire che di stampe digitali fatte bene ce ne sono pochine, veramente pochine, mentre in chimica le stampe di buona qualità erano assai più diffuse.

avatarsenior
inviato il 19 Gennaio 2017 ore 10:44

Buongiorno Giulio,

leggo molte affermazioni di utenti che mi hanno preceduto che mi fanno dubitare che abbiano mai provato a mettere in atto quello che tu intendi fare. Io correggo alcune affermazioni assolutamente fuori luogo:
1) i rullini si trovano eccome, sia dia che B/N, in formato 24X36 che 6X6
2) non è necessario possedere una camera oscura per sviluppare i rullini B/N, occorre un minimo investimento di poche attrezzature ed un minimo di manualità.
3) non è affatto vero che un negativo digitalizzato abbia una qualità bassissima, dipende da quale strumento si utilizza per la scansione. Io utilizzo uno scanner Nikon Collscan 9000 e, oltre ad una scansione a tamburo, non esiste ad oggi niente di meglio, secondo me, ma lo scanner costa. Si può provare qualche laboratorio che effettua scansioni e poi rivolgersi a quello che lavora meglio. Se ti può interessare sul mio sito puoi vedere scansioni da dia e B/N &X6.
Alcuni utenti scattano a pellicola e poi la fotografano con apparecchi digitali, ottenendo risultati non eclatanti ma, a dir loro, soddisfacenti, quindi si può, per iniziare, optare per questa soluzione e se i risultati piacciono, utilizzare quest'ultimo metodo. Dopo la digitalizzazione è ovviamente possibile post produrre l'immagine.
Possiedo un'attrezzatura digitale ma ogni tanto mi piace ancora scattare qualche rullino in analogico sia dia che B/N. Perché tarparci le ali se abbiamo voglia di ricorrere ancora all'analogico ?
Se hai bisogno di altri consigli non esitare a scrivermi anche in MP.

Saluti.

Graziano.

user94858
avatar
inviato il 19 Gennaio 2017 ore 10:57

Sono appassionato di analogico e per forza di cose il mio consiglio è questo: se scatti in analogico stampi e non digitalizzi, se vuoi farlo decentemente devi prendere uno scanner apposito per negativi e spendere un equivalente minimo di 400 euro.

il timbro della pellicola è diverso dal digitale ( più o meno la stessa storia del vinile / cd )


E' un esempio buono ma non corretto; se vuoi goderti l'analogico al massimo devi seguire tutto il percorso analogico quindi nel caso della fotografia sviluppi e stampi il negativo, nel caso del vinile devi ascoltarlo con un amplificatore valvolare; in poche parole se fai un passaggio attraverso un tramite digitale storpi la sua natura.

user90373
avatar
inviato il 19 Gennaio 2017 ore 11:17

Concordo con quanto dice Paul OM, però il digitale permette di far facilmente alcuni passaggi intermedi.
Per esempio dopo aver sviluppato il negativo, lo scansiono, il mio scanner, seppur economico mi permette di ottenere direttamente il positivo, e stampo i file ottenuti su fogli A4 (36 fotogrammi in 4 fogli) che utilizzo come indice nell'album portanegativi. Sempre a computer osservo i singoli scatti fino ad individuare quelli "migliori" che sistemo alla meglio, poi stampo digitalmente su carta normale A4 per ottenere un "prototipo" da utilizzare eventualmente in caso di mascherature. Ora siamo pronti, tutti in camera oscura a stampare con ingranditore, bacinelle, carta baritata e prodotti chimici. Speriamo ne esca una valida fotografia da guardare e "toccare". Un saluto.

avatarsenior
inviato il 19 Gennaio 2017 ore 12:35

leggo molte affermazioni di utenti che mi hanno preceduto che mi fanno dubitare che abbiano mai provato a mettere in atto quello che tu intendi fare. Io correggo alcune affermazioni assolutamente fuori luogo



E' proprio quello che stavo pensando anch'io!
O se lo hanno fatto con mezzi non idonei la colpa va ricercata nel loro flusso di lavoro. Scannerizzare delle stampe o scansionare pellicole con dei multifunzione o scanner non dedicati, lasciatevelo dire, non è certo il sistema migliore per trarre conclusioni. Poi che ci sia chi ne è soddisfatto è un altro discorso, se l'immagine serve per facebook o un 1500x1000 px da forum può anche andare.

Io, proprio perché ho praticato questo sistema per anni, prima del passaggio al digitale, penso che oggi scattare a pellicola ed elaborare in digitale sia non solo una buona scelta ma l'unica cosa sensata da fare con la pellicola. Non per cercare alta risoluzione e bassa grana o alte sensibilità, sarebbe un confronto improponibile col digitale, ma può essere interessante se si vuole una diversa resa cromatica, magari più realistica e personalizzabile al pc con il solo uso di comandi base come curve, livelli e tonalità colore, qualche maschera, stop, evitando il pericolosissimo cursore di ACR "ombre" MrGreen.

Lasciamo da parte l'uso didattico per conoscere le vecchie tecnologie o i gusti di nostalgici e sognatori affezionati ai processi chimici di sviluppo e stampa, se ci si vuole impratichire con la camera oscura: buon divertimento e auguri..., ma davvero immagino che in gran parte dei casi si finisca a scattare due rullini non di più.

Poi, digitalizzare la pellicola è essenziale proprio per non perderne i dettagli che si bruciano inevitabilmente con la stampa chimica diretta, a meno di magheggi in camera oscura che richiedono l'intervento del mago Silvan, non per tutti.
Che la gamma dinamica delle pellicole sia limitata a pochi stop, a mala pena poco più della modesta gamma riproducibile in stampa è un'assurdità legata proprio alle scemenze asserite da nostalgici e sognatori anti postproduzione, ma allora il sistema zonale di Ansel Adams cos'è? La follia di un pazzo che ha diviso in XI zone di gamma tonale dei negativi di quasi 100 anni fa (siamo negli anni '30-'40)? Oggi il bianco e nero va ben oltre gli 11 stop di gamma dinamica e il colore supera i 10 stop.
Anche la Velvia, che da più parti si legge avere 7 stop di gamma dinamica, in realtà ne ha circa dieci, ma tre dei quali assolutamente non stampabili con metodi tradizionali data la densità notevole del nero e delle ombre, visibili solo in proiezione. Infatti, anche con scanner dedicato ne occorre uno con capacità adeguata altrimenti la pellicola sarà troppo densa per estrarne dettagli dalle ombre, certi scanner creeranno aloni indesiderati etc..
Dunque, a quelli soddisfatti dalla stampa analogica: ma non l'avete mai notato che una splendida proiezione ricca di dettagli tonali, si traduceva in stampa in un'immagine mozzata dei dettagli nelle luci o nelle ombre o di entrambi? Confuso
Infatti, anche lo stesso Ansel Adams quando spiega il suo sistema zonale, leggetevi il suo libro "Il negativo" se può interessare, chiarisce: "Questi valori estremi richiederebbero un trattamento particolare del negativo e speciali procedure di stampa per poter essere riportati all'interno della scala stampabile; con un trattamento normale, invece, non verranno rappresentati."
Dunque è lo stesso Ansel Adams a dirci in un colpo solo che la pellicola aveva già all'epoca almeno 11 stop di gamma dinamica e che senza postproduzione questi dettagli non sono stampabili.
Pertanto mi sorprendono i commenti di chi è soddisfatto di stampe analogiche realizzate alla come vengono vengono, cioè private di dettagli e del controllo dell'autore su ben 5 stop di gamma tonale, dove al contrario un primitivo con le palle ne ha fatto una scienza.
Tutto questo sorprende ancora di più leggendo post dove si lotta per l'importanza più o meno fondamentale di quel tredicesimo o quattrordicesimo stop in gamma dinamica degli ultimi modelli digitali e poi c'è gente che non comprende l'importanza di scannerizzare una pellicola per estrarne e utilizzarne a piacimento 4-6 stop di gamma dinamica.
Se c'è chi ha cambiato corredo per un solo stop o massimo due col digitale, situati poi agli estremi di una zona non sempre utilizzata, figuriamoci se può valere la pena di spendere 500 euro per uno scanner che te ne regala 5 rispetto a una stampa analogica fatta da chissà chi.
Perché sarà anche difficile avere stampe straordinarie in digitale, ma in analogico lo era molto di più e la qualità media era molto più bassa. Un qualsiasi laboratorio oggi stampa discretamente fosse anche solo perché il risultato dipende da una macchina e non dalla vena o capacità di un solo individuo.




avatarjunior
inviato il 19 Gennaio 2017 ore 13:23

Buongiorno Giulio,

leggo molte affermazioni di utenti che mi hanno preceduto che mi fanno dubitare che abbiano mai provato a mettere in atto quello che tu intendi fare.


E' proprio quello che stavo pensando anch'io!
O se lo hanno fatto con mezzi non idonei la colpa va ricercata nel loro flusso di lavoro. Scannerizzare delle stampe o scansionare pellicole con dei multifunzione o scanner non dedicati, lasciatevelo dire, non è certo il sistema migliore per trarre conclusioni. Poi che ci sia chi ne è soddisfatto è un altro discorso, se l'immagine serve per facebook o un 1500x1000 px da forum può anche andare.



I post di questa mattina sono interessanti per me.. Grazie Graziano e Windof.

avatarsupporter
inviato il 19 Gennaio 2017 ore 13:30

SI può fare tranquillamente anche con il 35mm, ovviamente dipende dal tipo di scanner.
Ce ne vuole uno professionale, che abbia una risoluzione alta considerando che hai a che fare con dimensioni piccole e che poi andranno interpolate in photoshop se vuoi stamparle.
Non è un lavoro né semplice né veloce, ci vuole tempo e dedizione. Basta pensare a tutto il lavoro di digitalizzazione dei grandi maestri (e non solo ovviamente) della fotografia. C'era solo un modo per farlo.
Soddisfazioni se ne possono avere, sul fatto che valga o meno la pena è del tutto soggettivo, ovvio che ne vale la pena per chi vuole provare il gusto dell'analogico. Noi all'artistico continuiamo a lavorare anche con l'analogico.

avatarsenior
inviato il 19 Gennaio 2017 ore 13:35

Direi che dovresti partire dal 6x6 e poi tirare su con uno scanner come si deve.
Uno scanner decente per 6x6 costa... direi almeno 1000 euri?
Ne vale la pena?

Io ogni tanto faccio delle 6x6 a colori.
Poi sviluppo in laboratotio e poi le faccio scansionare a loro direttamente perchè hanno attrezzatura professionale.
A questo punto ho dei bei files in TIFF e mi ci gioco...
Ti dico da subito che se non spendi per una pellicola buona e di qualità dimentica pure scansioni decenti!
Devi partire già dal rullo! (macchina e lente a parte)...

Il tutto è dispendioso e lungo come tempi...
Tra pellicola, sviluppo e scansione sfiori i 35/40 euri per 12 scatti?

Direi forse che sarebbe meglio se ti attrezzi una camera oscura a casa e ci stampi le foto e ti diverti di più :-)

avatarsenior
inviato il 19 Gennaio 2017 ore 19:55





Scannerizzazione da Kodachrome 64 con Canon multifunzione da 200 euro.

avatarsenior
inviato il 19 Gennaio 2017 ore 19:56





idem

avatarsenior
inviato il 19 Gennaio 2017 ore 19:58





Berlino 1983.....idem

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