| inviato il 28 Novembre 2016 ore 14:11
Moto, il mondo che vedi futuro è quello attuale. Ma nessuno cerca di porre limiti, barriere, eccetera. Semplicemente c'è che ritiene moralmente doveroso precisare il percorso che ha portato all'immagine finale, in tutte quelle condizioni in cui tale percorso non è chiaramente identificabile o, ancor peggio, può essere frainteso. Credi che il rendere manifesto questo percorso porti inevitabilmente a perdere la poesia? Io credo il contrario: che avvicini l'osservatore all'animo del fotografo. |
| inviato il 28 Novembre 2016 ore 14:19
Io no. Credo che serva solo a dimostrare che il fotografo è affidabile quando la foto ha scopo documentale (Berengo Gardin, ad esempio, è affidabile, io no). Se la foto ha solo lo scopo di produrre una esperienza estetica, quello che avvicina all'animo dell'autore, non è il percorso, ma il messaggio (= il risultato) e solo quello. Esempio: 1) foto di nudo. Bella foto di nudo. Senza "busta" (titoli, descrizioni di percorsi, niente). Spettatore guarda e si compiace. Riceve il messaggio dell'autore su quello che è un bel nudo e ne condivide l'anima. 2) foto di nudo con numero telefonico sotto. Bella foto di nudo con numero telefonico sotto. Lo spettatore guarda, si compiace e chiama. Incontra la tipa e scopre essere un cesso tremendo. Insulti volano al fotografo. MORALE: la foto è sempre quella, quello che fa la differenza è la busta (=la forma manifesta dello scopo). |
| inviato il 28 Novembre 2016 ore 14:28
...ma c'è chi .. pensa che la foto...in se... dovrebbe contenere...sia il numero...che il messaggio...che l'estetica. Discussioni azzardate. |
| inviato il 28 Novembre 2016 ore 14:37
In un mondo perfetto, penso anche io che la foto perfetta dovrebbe essere così. |
| inviato il 28 Novembre 2016 ore 14:40
E' importante sviluppare la conoscenza delle nuove tecniche di elaborazione (io sono rimasto indietro...) proprio per capire che genere di immagine si ha davanti agli occhi senza aver bisogno del "foglietto illustrativo" con la lista degli "ingradienti". Questo vale per tutte le arti, grafiche e non. Con un minimo di conoscenza si riesce a differenziare una vera crosta (da mercato della domenica) da una pittura minimamente pregiata. Conoscenza e spirito critico . Questa è la ricetta. Posso chiamarla cultura? Allora la chiamerò "cultura fotografica", che deve essere aggiornata continuamente e non può fermarsi ai grandi maestri degli anni '30-'40-'50. Sono iscritto a questo forum da poco, ma in questi due mesi ho capito che negli scorsi anni mi sono perso qualcosa. Leggere e partecipare alle discussioni mi fa capire molte cose. Una foto fortemente elaborata non è forzatamente un tarocco, può essere un ottimo lavoro di ricerca grafica, mentre che una foto con una elaborazione invisibile può essere un perfetto tarocco. Quindi solo la conoscenza ci può aiutare. I "foglietti illustrativi" non servono a nulla. Se il risultato finale è una FOTOGRAFIA o un'IMMAGINE poco importa. Forse sono un po' uscito dal seminato... scusate. |
| inviato il 28 Novembre 2016 ore 14:46
Condivido in pieno. |
| inviato il 28 Novembre 2016 ore 14:53
“ Se il risultato finale è una FOTOGRAFIA o un'IMMAGINE poco importa. „ Perfettamente d'accordo. L'importante è chiamare fotografia una fotografia, ed immagine un'immagine. Il punto è tutto qui. |
user90373 | inviato il 28 Novembre 2016 ore 14:54
Il tema iniziale, forse, anzi sicuramente mal posto riguardava le eventuali caratteristiche che andrebbero a differenziare una "fotografia", con tutti i suoi limiti, da un'immagine, seppur fotografica. Non esiste nessun tratto distintivo fra i due poli? Benissimo. Esistono invece alcuni distinguo? Altretttanto bene. La cosa che non mi convince è che ne esca la solita contrapposizione fra "moderno e antico" "digitale e analogico" "Post o no Post" e altri ammenicoli vari che "forse" nulla hanno a che vedere. Un saluto. |
| inviato il 28 Novembre 2016 ore 14:56
A mio avviso non c'è un confine preciso. Ognuno ha tracciato la sua linea. Non parliamo troppo forte: a qualcuno potrebbe venire in mente di elaborare una norma europea. |
| inviato il 28 Novembre 2016 ore 15:03
Ettore, non è un caso che si finisca a contrapporre antico con moderno. E' un segno della "convergenza" di molti settori. Pensa alle fotocamere e alle videocamere, ai telefoni e ai palmari, ai TV e ai monitor....e via andare. |
user90373 | inviato il 28 Novembre 2016 ore 15:10
@ Motofoto “ Ettore, non è un caso che si finisca a contrapporre antico con moderno „ Il termine "contrapporre" mi "perplime" userei "accostare" traendo insegnamenti sia da uno che dall'altro. Un saluto. |
| inviato il 28 Novembre 2016 ore 15:26
ok, siamo diplomatici: vada per accostare |
| inviato il 28 Novembre 2016 ore 15:49
Si può anche "combinare" nel senso di mescolare. |
user90373 | inviato il 28 Novembre 2016 ore 15:58
@ Skylab59 “ Si può anche "combinare" nel senso di mescolare. „ Senza le dovute precauzioni? Non è che......? |
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