| inviato il 06 Marzo 2018 ore 14:42
Ottiche diverse (35-50-85 e 24/70) su macchine uguali e diverse senza nessuno problema riscontrato. Posso dirti la mia, che è questa prova sul campo che ti ho raccontato. Di più non so. |
| inviato il 06 Marzo 2018 ore 21:22
Non mi sembra una novità che gli algoritmi di comunicazione siano diversi fra Nikon e Canon e che Tamron e Sigma si comportino mediamente in modo diverso. Tutto questo aldilà delle pure questioni di tolleranze meeccaniche |
| inviato il 07 Marzo 2018 ore 0:55
Però se più ottiche Sigma Art con diverse macchine Nikon non hanno sofferto di alcun problema e le stesse ottiche su diverse Canon hanno avute tutte bisogno di una sistemata con dock... beh allora qualcosa c'è di certo. Su altre macchine non so, non ho avuto modo di confrontare. |
| inviato il 11 Marzo 2018 ore 11:37
Ciao, ho un dubbio su come tarare un sigma 24 105 art con la dock, si deve misurare dal bersaglio tipo lensalign mk ii al riferimento del piano focale sulla reflex le distanze riportate dal collegamento dock-ottica, la prima è 0,45 mt, focali 24,50,70,105, il mio dubbio è di come fare le varie prove, inizio a 24mm uso la regolazione fine W ed eseguo 3 scatti, facendo sempre rifocheggiare da infinito, poi altri 3 a -5, -10, -15, +5, +10,+15, poi va rimesso a zero il valore, quando si passa a focale 50mm si usa lo stesso procedimento ma con regolatore fine del tele, spero di essermi spiegato,grazie. |
| inviato il 11 Marzo 2018 ore 12:37
Una curiosità... questi problemi esistevano anche nelle fotocamere analogiche? |
| inviato il 11 Marzo 2018 ore 15:24
“ Una curiosità... questi problemi esistevano anche nelle fotocamere analogiche? „ parlando ovviamente di fotocamere autofocus... certo che esisteva anche prima... Semplicemente non lo sapevamo, non ingrandivamo le foto al 100%, non avevamo l'abitudine di lavorare a diaframmi molto aperti... ( se non in circostanze specifiche), e non sapevamo se dare la colpa ad errori umani, o a difetti dell'obiettivo. Non esisteva infatti la possibilità di verificare a posteriori in quale zona del fotogramma era collocato il sensore di messa a fuoco attivo. La risposta, a mio avviso, è quindi affermativa. L'errore tuttavia, ammesso che si notasse, si presentava in percentuali molto esigue... e magari si imputava l'errore ad altre cause. |
| inviato il 11 Marzo 2018 ore 18:37
Nessuno può indicarmi se la procedura di taratura per uno zoom descritta in precedenza è giusta |
| inviato il 11 Marzo 2018 ore 20:01
“ Semplicemente non lo sapevamo, non ingrandivamo le foto al 100% „ Condivido tutto il tuo ragionamento. Una leggera sfocatura in una foto, veniva neppure notata e ricordo foto vincitrici di concorsi, con errori di fuoco visibilissimi e, ovviamente, non davo eccessiva importanza neppure ai miei errori. Oggigiorno credo che non siano tanto gli errori di messa a fuoco (che spesso li nota soltanto il fotografo o l'esperto), ma il fastidio di vedere il proprio giocattolo tecnologico, fallire... eppoi, come hai menzionato, "a portata di mouse" si ha il 100% accessibile a video ed è inevitabile giocare. |
| inviato il 11 Giugno 2018 ore 19:04
Io avevo letto da qualche parte che con la pellicola questi problemi non c erano e se ne spiegava pure la ragione "tecnica" ma magari ricordo male(o erano info errate) EDIT: non era questo....ma qui viene argomentato ancora di più da Hbd, un utente di juza con tanto di link esplicativo “ Quanto all'ef 85 1.8 usm, si tratta comuque di un'ottica introdotta sul mercato nel 1992, e all'epoca delle reflex a pellicola gli standard di accuratezza a precisione per la messa a fuoco erano diversi da quelli odierni: questo, sia per il fatto che la nozione di ingrandimento era meno semplice e immediata rispetto ad oggi, con i software di elaborazione dei file raw, sia perché la pellicola stessa, per lo spessore degli strati dell'emulsione (l'ordine di grandezza è delle decine di micron, ma già questo basta a rendere apprezzabile la differenza), rendeva meno evidenti certi errori di messa a fuoco. Vi è un articolo di Hasselblad dove spiegano la cosa, ma con i sensori digitali è come lavorare con pellicole con spessore (degli strati di emulsione) estremamente ridotto. static.hasselblad.com/2015/02/the_evolution_of_lenses.pdf "And there's another reason why focusing with digital cameras needs to meet tighter constraints: sensors are much less forgiving of small focusing errors than film, especially color film. The emulsion layers of color film can reach a thickness of 20 microns, implying that there can't be optimum sharpness within all the layers. SLR auto-focus systems strive to optimize sharpness in the middle, green-sensitive layer, so sharpness in the blue- and red-sensitive layers on top and below is minimally compromised. Any small focusing errors will only shift the position of the sharpest image towards the red- or blue-sensitive layers, so that even then one of the layers will show a sharp image. A superimposition of a sharp image in one layer and two slightly less sharp images in the other layers, does reduce the contrast of fine detail, but the general appearance of sharpness doesn't suffer. With CCD or CMOS sensors, sharpness degrades much less gracefully, even when they too, exhibit a layered structure. At a certain depth into the sensor assembly, it is decided whether a ray of light will reach this pixel or the next, and this depth defines the plane where the lens has to produce a sharp image. With regard to focusing, a sensor is like a film with an extremely thin emulsion. There are several small effects that once went unnoticed, as the focusing errors they caused were well within the margin allowed for by the emulsion layers. Digital photography raises the bar for focusing accuracy, and meeting this challenge requires a detailed model of the lens so that its behavior can be accurately predicted under all possible circumstances." „ |
| inviato il 13 Giugno 2018 ore 1:07
“ Però se più ottiche Sigma Art con diverse macchine Nikon non hanno sofferto di alcun problema e le stesse ottiche su diverse Canon hanno avute tutte bisogno di una sistemata con dock... beh allora qualcosa c'è di certo. Su altre macchine non so, non ho avuto modo di confrontare. „ Il fatto che le tue ottiche Sigma Art su corpi Nikon non abbiano avuto bisogno di regolazioni, non significa nulla. SI tratta di percentuali irrilevanti, assolutamente inadeguate per considerazioni statistiche. Il mio 85 Art montato su D850 ha avuto bisogno di una regolazione sulle brevi distanze addirittura di +15 (tramite il software della fotocamera); escluderei "problemi" imputabili a quest'ultima, in quanto alcuni obiettivi Nikon non hanno necessitato di regolazioni, un altro solo un +3. (un 60 2,8 G Micro) Di certo pertanto... non c'è nulla. ... solo supposizioni basate su combinazioni fortuite e fortunate. Va detto invece che con le risoluzioni attualmente disponibili su alcune fotocamere, in abbinamento ad ottiche molto luminose, la probabilità di incorrere in problemi di f/b focus cresce in maniera esponenziale. Roger Cicala è molto chiaro in proposito... ridurre a zero le tolleranze di fabbricazione è impossibile... occorre trovare un compromesso tra costi di produzione ed il limite dell'errore ammesso dalle tolleranze di produzione. |
| inviato il 13 Giugno 2018 ore 1:16
Frank allora ho avuto tanta fortuna ! |
| inviato il 13 Giugno 2018 ore 1:18
Robert cicala dice anche che (non so gli altri della linea art) i 35mm 1.4 non possiedono la possibilitá di correziine risoluzione "meccanica " a differenza del corrispettivo canon(detto ció io ho preso il sigma e spero che arrivi e che non abbia evidenti problemi...) |
| inviato il 13 Giugno 2018 ore 2:21
“ Ho notato che per Nikon sono già perfettamente tarate dalla casa mentre (soprattutto) per Canon la calibrazione con la dock è necessaria. „ Fattene una ragione che per avere dei dati un minimo attendibili non siete sufficienti tu e 4 tuoi amici....io, ad esempio ho 4 corpi canon e su nessuno ho dovuto tarare 20mm, 50mm, 100-400mm e 150-600Sport...quindi? Le statistiche si fanno su numeri un po' più consistenti. Per altro, tornando alla dock, molti non si rendono conto della sua utilità nell'aggiornamento dei firmware... cosa che non serve solo per miglioramenti del comportamento della lente, ma addirittura per la sua stessa funzionalità, tipo quando canon o nikon introducono nuovi protocolli di comunicazione che renderebbero le lenti di terze parti inutilizzabili se non dopo spedizione all'assistenza. |
| inviato il 13 Giugno 2018 ore 7:46
Rigel anche tu hai "culomb"  |
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