| inviato il 26 Maggio 2016 ore 21:33
Leggendo le risposte che mi avete dato mi viene da pensare che mentre nel digitale le persone discutono di particolari che poco hanno a che fare con la tecnica fotografica vera e propria (punti di MAF, velocità di messa a fuoco, resa ad alti ISO, ecc), nell'analogico le variabili che fanno la differenza sono tutti quegli strumenti (esposimetro, telematro, ecc) che senza avere un minimo di conoscenze di teoria fotografica non ti permettono nemmeno di scattare una foto... Adesso inizio a guardarmi qualche modello a pellicola (si, il foro stenopeico lo salto) e poi magari mi presento con qualche domanda più precisa su alcuni modelli. |
| inviato il 26 Maggio 2016 ore 22:09
“ Leggendo le risposte che mi avete dato mi viene da pensare che mentre nel digitale le persone discutono di particolari che poco hanno a che fare con la tecnica fotografica vera e propria (punti di MAF, velocità di messa a fuoco, resa ad alti ISO, ecc), nell'analogico le variabili che fanno la differenza sono tutti quegli strumenti (esposimetro, telematro, ecc) che senza avere un minimo di conoscenze di teoria fotografica non ti permettono nemmeno di scattare una foto „ Esatto. Dai in mano ad una scimmia una digitale in full auto, e quella scimmia non solo riuscirà a fare qualche foto, ma queste saranno anche esposte decentemente, messe a fuoco e probabilmente non mosse. Con una nikon FM (esempio) la scimmia di cui sopra sicuramente farà una foto completamente fuori fuoco, esposta male (basta lasciare il selettore tempi su 1 secondi), mossa... sempre che riesca a ruotare la leva per armare l'otturatore e di conseguenza avere la possibilità di scattare la foto. Nel digitale le differenze su cui si discute sono le prestazioni dell' AF (ma l'AF c'è sempre!), la precisione dell'esposimetro (ma questo c'è, e ha anche svariate modalità come spot, semi spot, ponderata centrale, matrix), gli automatismi neanche a parlarne, sono dati per scontati... l'unico che desta un po' di interesse è solitamente auto iso. Insomma, non si discute su quello che c'è o che non c'è... ma semplicemente sulle prestazioni, perchè oramai tutte hanno tutto (o quasi). |
| inviato il 27 Maggio 2016 ore 0:39
Eh si, parte del fascino della fotografia in pellicola sta anche nelle fotocamere meccaniche e completamente manuali. Pensate a una biottica: non è altro che una scatoletta con un paio di lenti e degli ingranaggi. |
| inviato il 07 Giugno 2016 ore 17:29
A chi interessasse, mi sono arrivati canon at-1 con 50mm e 35mm, sono corso subito in negozio a comprare dei rullini (hp5 plus e fuji superia 200). Ora sto usando hp5 e finora ho scattato 12 foto. Mi diverto un sacco e ogni scatto è una soddisfazione, anche se non ho visto i risultati, perché prima di premere il pulsante provo molte composizioni e mi assicuro che tutto sia perfetto. E poi, è bellissimo non guardare subito la foto su un display. |
| inviato il 07 Giugno 2016 ore 17:41
Bravo Luca, insisti e restiamo in attesa dei risultati. Ciao |
| inviato il 14 Luglio 2016 ore 14:15
Grazie mille per le indicazioni! @Fastgiaco Piccolo aggiornamento: ho portato a far sviluppare e scannerizzare i miei primi due rullini. Hp5 è vuoto, la pellicola è trasparente e nemmeno la commessa del negozio a cui l'ho portato sapeva spiegarmi il motivo, io credo di aver sbagliato qualcosa nella fase di montaggio o riavvolgimento del rullino. Fuji superia non è venuto affatto male invece, anche se in qualche fotogramma c'è un'infiltrazione di luce (mi hanno consigliato di usare del nastro isolante lungo le guarnizioni, probabilmente un po' usurate). Ho azzeccato tutte le esposizioni e sono decisamente contento del risultato finale, ma penso che più avanti mi orienterò su una pellicole con dei toni diversi. Nel frattempo ho comprato una Yashica mat 124g, ho fatto questa piccola follia ma mi piaceva veramente troppo. E' perfettamente funzionante anche se ho dovuto darle una pulitina e non vedo l'ora di vedere che cosa è in grado di fare. Ho tanta voglia di fotografare principalmente in bn e sviluppare per mio conto. Intanto comunque ordino altri rullini e cerco di mettere qualche soldo da parte per comprare chimici e attrezzatura. Ciao e grazie a chiunque leggerà |
| inviato il 14 Luglio 2016 ore 14:31
Sulla hp5 ci sono le scritte sui bordi forati? Oppure anche lì è tutto trasparente? Nel primo caso è un problema in fase di esposizione (ma a meno di aver scattato col tappo o di notte a 1/4000 f/32, qualche traccia ci dovrebbe essere, almeno delle alte luci) oppure di otturatore che non si apre (ma a quel punto non mi spiego la perfetta riuscita del secondo rullino). Nel secondo caso (tutto perfettamente trasparente) è un errore di sviluppo. Quel consiglio è orrendo, cosa dovresti fare, mettere e togliere il nastro isolante ad ogni cambio rullino? Per poi lottare con i fastidiosissimi residui di colla appiccicaticcia che si lascia dietro? Se hai infiltrazioni di luce hai le guarnizioni andate... e l'unica soluzione degna di questo nome è sostituire le guarnizioni (e il battispecchio). 15€ di materiali da ebay, un'oretta di lavoro e hai risolto. Il resto sono tutte fanfaronate... a meno di trovarsi nell'impossibilità di sostituire le guarnizioni e ricorrere al nastro isolante come soluzione temporanea d'emergenza. Il "tono" di una pellicola lo riesci ad inquadrare dopo decine se non centinaia di rullini (sviluppati da te e/o in condizioni controllate) e altrettante stampe ad ingranditore fatte sempre da te o in condizioni controllate. Tra l'altro il "tono" della pellicola è molto difficile da inquadrare anche per occhi esperti, dato che dipende fortemente da sviluppo ed esposizione. Quello che hai visto te non è il tono della pellicola, ma è il risultato della tua esposizione e dello sviluppo del lab. Questo è vero soprattutto con il b/n classico... col colore (dia o neg) un po' meno dato che lo sviluppo è standard, ma c'è sempre la variabile dell'esposizione, della freschezza dei chimici (tutt'altro che scontata, specie oggi) e la correttezza del processo. |
| inviato il 14 Luglio 2016 ore 14:47
Le scritte ci sono perciò non penso che sia un errore del laboratorio. Non esalta nemmeno me l'idea di mettere e togliere continuamente il nastro, perciò probabilmente seguirò il tuo consiglio. Qualche consiglio per i miei acquisti (pellicola colore)? |
| inviato il 14 Luglio 2016 ore 14:52
Boh, il colore l'ho praticato davvero poco. Ho usato fuji c200, fuj superia xtra 400 e kodak colorplus 200. Quella che ho preferito (solo scansione, purtroppo) è la xtra 400. Poi ci sono quelle più costose... come le ektar, le portra e le fuji pro 160 e pro 400... |
| inviato il 14 Luglio 2016 ore 15:23
Se ci sono i numeri impressi sul negativo significa che lo sviluppo è andato a buon fine. Quindi non è un errore di sviluppo, ma più probabilmente e più semplicemente hai agganciato male il rullino e quindi non hai impressionato niente, questo se la reflex funziona al 100%. Per verificare se il rullino è agganciato bene fai così: ogni volta che usi la leva di ricarica dovrebbe girare anche la leva di aggancio, quella sulla sinistra di ogni reflex. Se gira significa che il rullino è agganciato bene, altrimenti no. Considera che subito dopo aver montato il rullino, ci vogliono due o tre scatti prima che cominci a girare la leva. Questo perché la pellicola all'interno della cilindro è ancora floscia e deve essere ancora tirata. Spero di essermi spiegato bene. Per le guarnizioni quoto Roby. Basta pochissimo ed è una procedura elementare. Io l'ho fatto fare al mio fotografo di fiducia per soli 10 euro... Complimenti per la Yashica, ottima macchina, anche se alla stessa cifra o poco più avrei preferito una Rolleicord, ma è un parere del tutto personale. Attenzione a montare il rullo. E' facilissimo, ma bisogna saperlo fare. Casomai guarda qualche video su youtube. |
| inviato il 14 Luglio 2016 ore 16:39
La prossima volta che caricherò un rullino sulla canon starò attento a farlo in modo corretto e a guardare la leva a sinistra. Per la Yashica ho guardato un paio di video e penso di averlo montato giusto. |
| inviato il 14 Luglio 2016 ore 16:52
Concordo con le istruzioni per controllo aggancio del rullino, ed io subito dopo averlo inserito lo riavvolgo parzialmente fino a che offre debole resistenza, quindi agisco sulla leva di carica e controllo che anche quella di riavvolgimento si muova. Questo serve affinché la pellicola si tenda un po' che appena inserita è floscia. Bellissima la Yashica. Ciao |
| inviato il 14 Luglio 2016 ore 17:50
Mi sentirei di contestare l'opinione secondo cui "....la luce incidente è esatta e più raffinata". La luce incidente non è "esatta" o "raffinata" è solo la luce che incide sul soggetto anzichè quella che il soggetto riflette. Perciò la misurazione della luce incidente può essere effettuata SOLO se il soggetto è "comodo". In tutti gli altri casi si può SOLO rilevare la luce riflessa dal soggetto che si intende fotografare. Per i soggetti vicini la scelta di uno dei due metodi di misurazione viene fatta più per ragioni "artistiche" che per motivi di precisione |
| inviato il 14 Luglio 2016 ore 22:03
“ Se ci sono i numeri impressi sul negativo significa che lo sviluppo è andato a buon fine „ Occhio, i numerini vogliono dire tutto e nulla. O meglio, le uniche informazioni che danno è che il rullino è stato sviluppato e che è stato versato il rivelatore prima e il fissaggio poi. Le informazioni ricavabili da quei numeri finiscono qua. Lo dico perchè c'è chi, da come sono usciti quei numeri, pretende di capire se la pellicola è stata sviluppata per il tempo giusto o alla concentrazione giusta, ecc ecc ecc... nulla di più sbagliato. |
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