| inviato il 14 Maggio 2016 ore 11:54
“ Per cui, una volta che è stata scattata la fotografia, la prospettiva non può più essere cambiata, neanche di poco (e sfido a chi lo afferma, a farmi vedere dei particolari di oggetti o soggetti reali, nascosti da un palo della luce - ad esempio) e non c'è modo di cambiarla nemmeno con qualsiasi software grafico o quant'altro, tantomeno con degli ingranditori da stampa. „ Questo, in realtà, vale anche per la geometria descrittiva e le regole della cosiddetta "prospettiva" nel disegno geometrico (sempre se non cambi il punto di vista rispetto agli oggetti rappresentati); per quanto tu distorca la resa prospettica non vedrai particolari differenti. Per questo preferisco parlare di "resa prospettica" piuttosto che di vera prospettiva, sia per quanto riguarda il disegno che la fotografia, perché le variazioni che puoi portare in entrambi i casi sono di fatto delle distorsioni, che nel disegno sono sempre presenti fin dall'origine (la scelta del tipo di regole prospettiche da adottare è sempre soggettiva), ma anche nella fotografia possono venire introdotte già prima dello scatto (banco ottico docet) |
| inviato il 14 Maggio 2016 ore 12:40
è certamente giusto, anzi più corretto, parlare di distorsione prospettica piuttosto che di cambio di prospettiva (come giustamente ha fatto notare Daniele Ferrari, distorcendo un'immagine non si aggiungono spazi prima inesistenti) Essendo però la distorsione delle linee una rappresentazione della prospettiva, la loro modifica porta ad un cambiamento nella percezione della stessa. Questo tanto nella fotografia, quanto nel disegno, nella pittura ed in tutte le immagini bidimensionali. @cigno “ è molto più semplice capire le verie differenze tra la fotografia ed il disegno, e quindi anche tra una certa "fotografia", distorta, anamorfica ed irreale (a volte perfino, o spesso, costruita/ricostruita - .....), da una fotografia, realistica, il più verosimile possibile con la realtà, addirittura documentaria e sicuramente coerente con sé stessa: il disegno della Luce, tramite l'ottica (... e non il disegno del possessore di macchina fotografica, tramite un programma di grafica e disegno). „ se questo è il tuo concetto di fotografia, tutto il patrimonio fotografico in bianco e nero esistente sarebbe da macerare in quanto non aderente alla realtà. Così come il 98% della fotografia mondiale odierna (NG incluso) E' però un punto di vista personale ed, in quanto tale, non discutibile. |
user46920 | inviato il 14 Maggio 2016 ore 13:16
il succo della frase poteva anche finire quà: "è molto più semplice capire le verie differenze tra la fotografia ed il disegno" il resto è un plus: "e quindi anche..." per fare meglio la distinzione tra fotografia e disegno, tra ottica ed invenzione umana, tra documento fotografico e rappresentazione astratta ... e non per dire che le fotografie di Gardin, non sono fotografie! io ho provato a risponderti, per risponderti ... non perché tu cambiassi in quello che è un tuo pensiero o punto di vista, ciò che ho scritto io. |
| inviato il 14 Maggio 2016 ore 13:25
La fotografia non è la realtà, penso che questo sia il fatto indiscutibile. Allora se decido consapevolmente di scattare una foto, prima - durante - dopo lo scatto è lecito perseguire e proseguire nell'intento di rappresentare la realtà. A quale fotografo interessa riprodurre la realtà? Ad un documentarista no, perché il suo compito ontologico è quello di far vedere solo ciò di cui vuole comunicare il messaggio. Ad uno che scatta la fotografia aerea neanche, perché il suo scopo è ottenere una riproduzione piana del paesaggio visto dall'alto; ad uno che fa foto segnaletiche o fototessere no, perché la sua foto deve garantire solo la riconoscibilità dei tratti somatici, senza evidenziare altro. In linguistica tutti questi appena elencati sarebbero esempi di prosa. Il fotografo è poeta, la realtà del mondo esterno gli serve a rappresentare il mondo interiore, quindi fa uso di metafore, perché la metafora "svolge funzioni complesse: come meccanismo di arricchimento ed evoluzione della lingua, come mezzo efficace di espressione, come strumento conoscitivo di realtà nuove o colte da nuovi punti di vista ... [cit] Treccani. In sintesi per quanto mi sforzi di trovare qualcuno accreditato a riprodurre la realtà mi viene in mente solo il Buon Dio ma non credo che farebbe ricorso alla fotografia perché la fotografia è ri-pensare. Dio non ripensa. Parliamo di fotografia allora, non riproduzione della realtà, perché al fotografo di riprodurre la realtà e di manipolare una foto per vedere cosa nasconda il palo non interessa nulla. Sulle leggi dell'ottica: è come se ad un corso di fotografia invece di guidare e stimolare la creatività con esercizi sulla composizione quindi anche sulla semiotica della fotografia, si facesse studiare la fisica ottica. Secondo voi è più utile per il fotografo capire quando cambiare focale e quando invece fare il passo avanti o indietro, o studiare la geometria descrittiva per cambiare la prospettiva? Il fotografo rinuncia a servirsi di un sicuro ed efficace mezzo creativo solo perché non riproduce la realtà come è passata attraverso le lenti dell'obiettivo? |
user46920 | inviato il 14 Maggio 2016 ore 13:31
“ Questo, in realtà, vale anche per la geometria descrittiva e le regole della cosiddetta "prospettiva" nel disegno geometrico (sempre se non cambi il punto di vista rispetto agli oggetti rappresentati) „ certo, ma in un disegno, siccome è frutto di una "fantasia", puoi sempre cancellare il palo e far vedere ciò che si celava dietro: il disegno è creazione pura ... mentre la fotografia è "documentazione della Luce presente" e se non ci si sposta dal pdr, non si cambia la prospettiva .. non si può inventare, cancellare, aggiungere cose che non esistono, o che non erano lì, altrimenti si torna al disegno, uscendo a piedi pari dalla fotografia. Per questo faccio una differenza: se si parla di fotografia, è alla fotografia che ci si riferisce! “ Per questo preferisco parlare di "resa prospettica" piuttosto che di vera prospettiva... „ va bene: lo trovo sicuramente più corretto anch'io. |
| inviato il 14 Maggio 2016 ore 13:46
Qual'è il campo da gioco? Se è quello fotografico, i limiti sono maggiori rispetto a quello grafico. Sedendosi s'una seggiola davanti a quella ragazza bionda e avvalendosi di un treppiede, si potrebbero scattare n. foto, dove ognuna è scattata con una lunghezza focale diversa, ma tutte dallo stesso identico punto di ripresa (es: 14mm, 16, 18, 20, 24, 28, 35, 50, 85, 105, 135, 180, 200mm). Partendo dallo scatto effettuato col 14mm, è possibile, con un programma come Photoshop, ad esempio, distorcere le linee propsettiche (che convergono tutte verso tre punti, due disposti sull'orizzonte, e il terzo al disopra o al di sotto dell'orizzonte, a seconda del punto di ripresa. Questi tre sono noti come fuochi) al fine di 'ricreare' l'effetto prospettico, o angolo di campo, di un 16mm, di un 18mm, e così via. L'immagine, di fatto viene ricampionata, e non è più da ritenersi una fotografia. Come ho già scritto, è una procedura laboriosa di mascherature, raccordature, aggiunte, rimozioni, scalature... ma fattibilissimo. Esattamente come i vasi trasparenti cinesi, dipinti dall'interno, con micropennello a due/tre snodi + specchietto: si tratta di averne semplicemente voglia, in quanto lo sbattimento è tanto ed è finalizzato al mero autocompiacimento, oppure, in alcuni casi, a compensi economici che lo giustificherebbero. Quello che non si può modificare è il punto di ripresa. Si (?) Ma non in senso assoluto: se si è capaci a dipingere (su tela, o con la computer grafica) lo si può cambiare eccome! E' sufficiente ridisegnare il fotogramma, usando quello di partenza come distinta-base per capire quali sono le persone, gli animali e gli oggetti coinvolti in quella scena che si sta ricostruendo da zero, e infilandoceli dentro, riambientandoli nella nuova prospettiva. Quindi in questo caso, le mascherature menzionate prima non sono più minimamente utili, così come se si volesse emulare una foto scattata con un 14mm, partendo da un'altra scattata con un 200mm (mantenendo il p.d.r. invariato): al di là dei fuochi laterali che si avvicinano (effetto riproducibile, ricreabile), occorerebbe creare dal nulla una cornice scenografica inesistente (nella foto di partenza), e che altro non è che l'estensione di quanto non si veda nel fotogramma più ristretto. Quindi sarebbe un lavoro di ricostruzione quasi totale (il cuore della foto rimarrebbe, seppur deformato con mascherature di cui sopra). Cambiare il punto di ripresa al fine di vedere cosa ci sia dietro an una porta socchiusa, o accanto ad un muretto, o sotto una scalinata? Fattibile: con pennelli e colori. Un puro lavoro di grafica, esattamente come avviene nel cinema, dove vengono ricreati virtualmente intere scenografie, eserciti di soldati, animali esotici ecc... Più si è bravi (e competenti), migliore sarà l'effetto finale, più o meno credibile, più o meno realisitco, più o meno pacchiano. E' quasi anacronistico parlare di 'impossibile' oggigiorno: dipende dal contesto e dai mezzi a cui si è disposti (e capaci) a ricorrere, e praticamente tutto è fattibile. |
| inviato il 14 Maggio 2016 ore 15:29
Il basso lo si può scorciare di più o di meno: lo si ritaglia e lo si isola duplicandolo su un livello aggiuntivo di Phs, e con lo strumento Modifica-Distorci (Phs) si stabilisce di quanto avvicinare o allonatanare i fuochi orizzontali reciprocamente. Fatto ciò, bisogna lavorare sullo sfondo, adattando le sue linee prospettiche a quelle del basso. Le rogne maggiori, come ho già scritto, stanno nei ritocchi di 'adattamento' tra le varie figure, ed eventuali clonazioni/rimozioni di dettagli di intralcio o distrurbo. Ovviamente a lavoro ultimato, bisogna scegliere se sacrificare la cornice del fotogramma (ingrandendolo) o se 'inventarsela' proseguendo le superfici dei muri, dello scatolone, del pavimento del canovaccio e del battiscopa (rimpicciolendolo). Non si può 'planarizzare' il contesto, invece, a patto che non si ricrei per intero la fotografia, trasformandola in un lavoro di grafica al 99%. |
| inviato il 14 Maggio 2016 ore 15:53
Se non mi dai limiti di tempo, Ooo, te la posso far diventare quasi planare (ovvero con punto di ripresa frontale rispetto al basso). Una foto frontale di quel Warwick la riesco a scaricare da internet, ed anche le mattonelle del pavimento e dello zoccoletto, o anche soltanto le textures. Il muro è semplicissimo. Lo scatolo lo ricreo usandone un altro come base e anche lo straccetto (o la plastica da imballo? boh)... mi devi solo dire quella foto, se è famosa (Robert Capa? boh) e qual'è il titolo, così mi scarico anche quella |
| inviato il 14 Maggio 2016 ore 16:31
Ooo, sono d'accordo sulla differenza che hai sottolineato tra fotografare figure piane e oggetti tridimensionali; in effetti, rifotografando obliquamente una stampa fotografica sarebbe possibile (almeno in linea teorica; in pratica non ho mai provato) distorcere la resa prospettica fino a tornare alle proporzioni della stampa originale come se fosse vista frontalmente. Caneca, sicuramente si può operare una distorsione complessa e abbastanza convincente anche per la foto del basso, ma il "tuttotondo" dell'oggetto di partenza, fotografato obliquamente, cela sempre dei piccoli particolari su un lato, evidenziandone invece sull'altro (che in visione frontale non si vedrebbero); credo che un esame attento dell'immagine distorta, confrontata con la visione diretta e frontale dell'originale, svelerebbe pur sempre l'inganno. In definitiva, personalmente sono convinto che operare sulla resa prospettica originale di una foto costituisca sempre una distorsione (spesse volte con effetto innaturale; sempre innaturale se operata su oggetti tridimensionali con forme arrotondate). Tranne i casi particolari che "tradizionalmente" la richiedono espressamente (alcune foto di architettura e, credo, ben pochi altri casi) evito accuratamente gli strumenti di distorsione (nonostante una laurea in Architettura ho sempre fatto pochissimo ricorso alla distorsione della resa prospettica persino sotto il buon vecchio ingranditore ) Ovviamente il discorso è completamente differente se la foto di partenza è destinata a diventare parte di un più complesso lavoro di grafica, ma per l'appunto qui usciamo dal campo della fotografia per entrare in quello della grafica; in questo ha ragione Occhio (sono meno tassativo di lui nel differenziare fotografia e altre forme espressive, ma fino ad un certo punto) |
| inviato il 14 Maggio 2016 ore 17:25

 Caneca, qualsiasi tuo tentativo di raddrizzare sarà inutile, dovrai metterti a disegnare di nuovo il basso se lo vuoi restituire frontalmente correttamente, poichè a differenza dell'immagine nella tela il basso è un oggetto 3D. qui è stato raddrizzato abbastanza bene ma c'è qualcosa che non va. i pickup sono sbagliati. poichè nell'immagine originale si vedeva il bordo dei pickup che guarda in direzione manico, continui a vederli anche nell'immagine raddrizzata e questo è errato, non dovresti vederli. come non dovresti vedere tante altre cose. i potenziometri dovrebbero apparire quasi cerchi, sopra invece vedi la loro prospettiva originaria, ma distorta. www.bassgear.co.uk/wp-content/uploads/wpsc/product_images/Thumb-body-f Daniele Ferrari, si è possibile, basta partire da una buona qualità. Se sei costretto a fotografare Monnalisa (senza cornice) di lato, e poi la vuoi restituire come se vista frontalmente, basta conoscere le sue proporzioni, base x altezza, nessun problema. |
| inviato il 14 Maggio 2016 ore 19:58
Ooo, come al solito non capisci niente  La tua foto del basso mi serve solo come spunto, come fosse la traccia per scrivere un tema. Io semplicemente scaricherei una foto di quel modello di basso da internet (da catalogo o addirittura la foto di un altro tizio che ha lo stesso identico basso), e dopo aver scontornato il basso scartando il resto, userei questa figura (ripresa frontalmente) per 'ricostruire' la scena tutt'intorno, con tutti i suoi elementi. Non sto mica vaneggiando! Evidentemente non avete mai fatto dei renderings ambientati, dove avevate magari modellato in 3D un oggetto (es:un'automobile), per poi creare un ambientazione circostante. È quello che fanno appunto i geometri e gli architetti per creare le anteprime dei lavori edili ultimati. Io sono designer d'auto, e di questi camuffamenti ne ho fatti un po'. Fino a qualche anno fa, ci passavo le notti a fare di queste robe, oggi non mi sognerei di tornare indietro a smanettarci sù... Ma per una dimostrazione 'in amicizia' potrei anche prestarmi. |
user46920 | inviato il 14 Maggio 2016 ore 20:28
cerca allora di provare un rendering sulla testa a sfera gimbal ... |
| inviato il 14 Maggio 2016 ore 20:52
Caneca, il discorso non cambia, è sempre lo stesso, ma io ho fiducia che tu anche se non alla prima, possa capire. Se tu ricostruirai l'ambiente partendo da un qualsiasi Warwick Thumb NT4 bass, non potrai comunque ricostruire quello che il basso ed il suo stativo nascondono della fotografia retrostante, non fedelmente almeno, potrai solo inventare. se invece avessi scattato da una differente prospettiva le parti nascoste sarebbero altre. ed è la stessa regola prospettica che riguarda il discorso sui pickup del basso. ho pazienza io, alla fine è bello raggiungere il traguardo tutti insieme, che serve festeggiare soli. |
| inviato il 14 Maggio 2016 ore 21:17
Ovvio che invento! Dove posso trovare la foto che vedo la dietro? Come si intitola? E poi, sopra alla scatola ne vedo un'altra...di che si tratta? |
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