| inviato il 30 Marzo 2016 ore 15:24
Da una lente dovrebbe passare tutte le intensità di luce, sia la più tenue (vedi via lattea e foto in notturna molto buie) sia molto luminose (tipo sole). Quindi un obiettivo di qualsiasi marca o qualità non ha una sua gamma dinamica. Differentemente il sensore e il file prodotto dalla macchina fotografica ha un limite di numero di sfumature e estensione della intensità che può catturare, dopo di che "brucia" i colori. Unica cosa che le lenti di un obiettivo possono fare è aumentare o diminuire il contrasto della foto e quindi portare quelle situazioni difficili da recuperare fuori dalla portata del sensore e bruciarle definitivamente. Questo è come l'ho sempre visto io Ps: scusate se ho detto qualcosa che avete già detto ma quando ho incominciato a scrivere era molto più indietro la discussione. |
| inviato il 30 Marzo 2016 ore 15:25
Giancarlo, in merito alla nitidezza del mio Tamron (piu' gentile rispetto alla sfrontatezza dei Nikon) non ho da lamentarmi. Semplicemente constatavo che in PP (quando ricorro alla PP), ha un comportamento anomalo rispetto agli altri obiettivi che possiedo. Nulla di dire invece per i files nativi, non rielaborati. Quindi c'entra anche la diffrazione! |
| inviato il 30 Marzo 2016 ore 15:38
“ Giancarlo, in merito alla nitidezza del mio Tamron (piu' gentile rispetto alla sfrontatezza dei Nikon) non ho da lamentarmi. Semplicemente constatavo che in PP (quando ricorro alla PP), ha un comportamento anomalo rispetto agli altri obiettivi che possiedo. Nulla di dire invece per i files nativi, non rielaborati. Quindi c'entra anche la diffrazione! „ Ma la diffrazione è un fenomeno diverso, che aumenta con l'aumentare della chiusura del diaframma, io invece mi riferivo alla limpidezza di un obiettivo, che può essere più o meno alta e che dipende da tanti fattori. Immagina di vedere attraverso il vetro della finestra, se questo è perfetto, pulito, ecc. tu vedi tutto bene e ben contrastato. Se invece il vetro è sporco vedi meno contrastato, magari le ombre saranno pure meno scure, ma la qualità di ciò che vedi è peggiore. Ricordo che, passando da D700 a D800, ho riscontrato un miglioramento sensibile di gamma dinamica. In Nikon, sulla D800, la hanno addirittura tagliata perché, altrimenti, avrebbe prodotto immagini poco contrastate. Il bello però viene in PP, dove con quella macchina riesci a recuperare luci e soprattutto ombre che la D700 semplicemente non poteva registrare. |
| inviato il 30 Marzo 2016 ore 15:39
be', la scarsità della lente rispetto al contrasto è cosa piuttosto complessa. Infatti nessuna lente rende perfettamente la realtà e, negli esempi che abbiamo fatto (non solo io) si è sempre supposto che il comportamento di ogni tonalità di grigio venisse influenzato in maniera identica. Ovviamente non è così ma la semplificazione era necessaria. “ tu mi stai confermando che una variabile come puo' essere ad esempio il contrasto della lente (per come e' disegnata ed industrializzata) puo' pregiudicare/limitare le potenzialita' del sensore in fase di acquisizione? „ si. tuttavia se hai un sensore con un'ampia gamma dinamica il difetto di appiattimento (mancanza di contrasto) sarà più recuperabile. Ti provo a fare un altro dei miei esempi incomprensibili immagina che la realtà restituisca un valore dinamico che va da 0 (bianco) ad 1 (nero). Il numero essendo analogico può assumere infiniti valori. La tua macchinetta ha una gamma dinamica espressa in fattore di moltiplicazione invece che in bit. Ad esempio x10. La mia ha x100. Nei numeri ottenuti saranno memorizzabili solo gli interi. La tua macchinetta avrà una gamma dinamica di 10^1, la mia di 10^2. Ora montiamo entrambi una lente di scarsa qualità che elimina i valori più estremi del 20%. Tu perderai l'1, il 2, il 9 ed il 10. Io perderò da 0 a 20 e da 80 a 100. Secondo te, a questo punto, chi recupererà meglio l'immagine originaria? A te restano soltanto 5 numeri da ri-espandere a me... 50! |
| inviato il 30 Marzo 2016 ore 15:43
“ ................. si. tuttavia se hai un sensore con un'ampia gamma dinamica il difetto di appiattimento (mancanza di contrasto) sarà più recuperabile. .................. „ Secondo me è il contrario, un'alta gamma dinamica di un sensore restituisce immagini meno contrastate, ovviamente a parità di ogni altra condizione |
| inviato il 30 Marzo 2016 ore 15:46
Secondo me, ma non ne sono sicuro, è uguale. Quello che è certo, invece, è la maggior lavorabilitá. P.s. il termine diffrazione l'ho introdotto io. Essa interviene quando la luce incontra un ostacolo. Che può essere sia il diaframma chiuso la lente sporca o graffiata, sia la lente di scarsa qualità. |
| inviato il 30 Marzo 2016 ore 15:55
“ Secondo me, ma non ne sono sicuro, è uguale. Quello che è certo, invece, è la maggior lavorabilitá. „ sembra uguale perché sui sensori più dotati viene tagliata come impostazione predefinita |
| inviato il 30 Marzo 2016 ore 15:57
Falcon, posso dirti che sei un bast...rdo?!! :-D Mi stai a 'mbriacare! :-D Comunque, si, il concetto per me è chiaro, sicuramente non lo saprei esprimere scientificamente come te, ma è chiaro, dai... Nel frattempo sto risolvendo il tuo quesito, avvalendomi della consulenza di un artificiere... ;-) |
| inviato il 30 Marzo 2016 ore 15:58
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| inviato il 30 Marzo 2016 ore 16:02
La diffrazione è il rapporto luce conservata/luce dispersa che si registra nel suo passaggio attraverso i vari elementi di un obiettivo (concavi e convessi). Può andare? |
| inviato il 30 Marzo 2016 ore 16:08
A parte tutto, grazie davvero a tutti voi per l'interessamento, lo apprezzo molto. |
| inviato il 30 Marzo 2016 ore 16:09
ma figurati, come non esserci stato. |
| inviato il 30 Marzo 2016 ore 17:26
@ooo perdonami ma i tuoi interventi, anche se pertinenti, vertevano su un aspetto che non stavo considerando: la vignettatura. Secondo me hai fatto bene a sottolineare anche questo aspetto ma io non sono preparato sull'argomento. |
| inviato il 30 Marzo 2016 ore 18:50
fondamentalmente vertevano sul titolo del topic. |
| inviato il 30 Marzo 2016 ore 18:54
Grazie anche a te, OOO! |
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