| inviato il 04 Febbraio 2016 ore 0:42
Beati voi che riuscite a criticare e denigrare Adamus, io darei un dito per avere le sue capacità e la sua produzione. Ciao LC |
| inviato il 04 Febbraio 2016 ore 0:49
Mille grazie @Cosmosub per la traduzione dello statuto artistico di Adamus!! |
| inviato il 04 Febbraio 2016 ore 10:33
A Marc Adamus ed i suoi colleghi del celebre team "Timecatcher" va assegnato un posto nella storia della Fotografia digitale. Lui in particolare ha creato una scuola, quella Americana. Se é vero che nella Fotografia risiede anche il nostro modo di essere, vivere, cultura e tradizioni, non si puó certo negare quanto il suo modo di "esprimersi" in Fotografia richiami l'americano degli USA. Immagini spettacolari, talvolta "esagerate" in termini di cromie, nitidezza a tutto campo, lettura nelle ombre e situazioni paradossali. Questi sono anche gli USA, "schiavi" dell'effettistica fine a stessa, perché oggi le immagini di Marc Adamus rappresentato molti stereotipi. Ed il personaggio stesso interpreta l'eroe di turno. Tutto ció gli ha permesso di vendere, ma essere venditori lascia anche il tempo che trova, dato che proprio l'altro giorno é stata venduta la foto di una patata (il tubero...) nuda e cruda a circa $1000000. Fatta questa premessa, di questo autore che ribadisco, merita menzione, ho sempre apprezzato il suo spirito d'avventura che l'ha reso (con le dovutissime proporzioni) una sorta di Galen Rowell digitale. Tuttavia, ad oggi, come dicevo pocanzi, la sua Fotografia si ferma allo stereotipo. Questa sua NON evoluzione (fá le stesse cose da tempo immemore) l'ha portato ad avere innumerevoli cloni (ben riusciti tra l'altro) ed il motivo é molto semplice, oltre ad essere un precursore, presenta delle immagini, dove l'effettistica primeggia su ogni altro aspetto. Soli a stella, montagne che si alzano e si abbassano a seconda dell'esigenza, fonti di luce inventate, colori in alcuni casi "accecanti" (molto pasticcione da questo punto di vista. Verdi e gialli spesso totalmente fuori gamut). Saranno scelte commerciali, chiamatele come vi pare, ma quello che dovrebbe interessarci é la Fotografia, non il venditore. Oltretutto, vedere dello stesso luogo, nella stessa stagione, la luce con angolazioni diverse e appunto delle montagne piú o meno alzate/abbassate, ti fá quasi dubitare anche del suo lato avventuriero. Non so, come diceva qualcuno (credo Max), puó impressionare un neofita, ma quando si vuole andare oltre la superfice, forse sarebbe meglio pensare che la Fotografia debba colpire oltre la fluorescenza di una cromia ed é incredibile come in 10 anni le sue immagini abbiano presentato come unica evoluzione l'incremento di situazioni paradossali all'interno di un frame. Oggi, Marc pare piú condannato a dover stupire (non sa piú cosa inventarsi), ed onestamente non fatico ad aspettarmi degli unicorni volanti nelle sue prossime immagini, alla fine quando della Natura che hai osservato non rimane praticamente nulla, é giusto distinguere con il termine "Fantasy" il SUO (da capostipite quale é) genere fotografico. Infine se posso permettermi, il piú grande paradosso di questo genere fotografico é che si ponga l'accento sull'apertura mentale e l'amore della Natura, quando nel primo aspetto, mi pare piú un modo per mascherare limiti di creativitá e per creare immagini "piacione", mentre nel secondo caso tutte queste situazioni ultrapompate piú che inneggiare alla Natura, mi pare tendano a bypassarla, per non dire sottovalutarla. La amiamo cosí tanto che non ci basta la base che ci fornisce? |
| inviato il 04 Febbraio 2016 ore 10:35
Apprezzo adamus.. Ma dopo aver studiato la produzione di Max Rive.. Diciamo che ho capito la differenza fra post assurda e vera esplorazione.. |
| inviato il 04 Febbraio 2016 ore 11:10
“ dopo aver studiato la produzione di Max Rive „ Grazie per la segnalazione Ulysseita, non lo conoscevo, le sue immagini sono una vera fonte d'ispirazione!!  |
| inviato il 04 Febbraio 2016 ore 11:22
Beckerwins, non mi toccare Galen Rowell! Quello era veramente spirito d'esplorazione e sete di conoscenza, che si esprimevano anche (ma non solo) con la fotografia. Non conosco abbastanza Adamus, ma certo non mi pare si possano accostare filosofia, spessore e produzioni fotografiche. Probabilmente Rowell gli sarà stato d'ispirazione, questo si. Con simpatia Roberto |
| inviato il 04 Febbraio 2016 ore 11:28
“ Grandisimo per la capacità di essere sempre nel posto giusto e nel momento giusto a dispetto di difficoltà e condizioni ambientali e ottimo nella gestione tecnica dell'immagine per cui riesce a creare lavori di grande popolarità, a mio avviso però siamo su un piano totalmente diverso rispetto alle proposte di Filiberto „ “ Però Adamus intercetta una precisa domanda e la soddisfa egregiamente. Come scritto sopra, sono scelte artistico/commerciali e se la formula funziona, perché denigrarla? È sicuramente una fotografia un ruffiana e commerciale ma non tenta nemmeno di spacciarsi per altro. „ E tutto racchiuso qui. Adamus tecnicamente sopraffino, fornisce ciò che è richiesto dal mercato. Non si spaccia per artista, non fa finta di essere altro. Si può vedere la differenza con un altro paesaggista, Axel Hutte, ma sono due fotografi che operano con modi e in campi diversissimi. |
| inviato il 04 Febbraio 2016 ore 11:33
Roberto, hai ragione. Il paragone é forzato, ma secondo me piú che plausibile. Galen Rowell é stato uno dei primi paesaggisti (termine che sta strettisssimo a questo grande autore) da "impresa" anche fisica. Alpino e scalatore, ma soprattutto non ci si puó scordare il fatto che sia anche stato uno dei primi a spingere veramente molto sui colori (mi pare utilizzasse persino dei filtri on camera per accentuarli!). Certo, non s'inventava situazioni di luce inesistenti, ma negli anni '80 spingeva parecchio. |
| inviato il 04 Febbraio 2016 ore 11:43
Fontana è stato il primo a fare un certo tipo di lavorazioni usando una tecnica che consisteva nel fare varie copie successive delle dia, per questo gode meritatamente di giusta fama, però il paragone secondo me non calza. Le foto di Fontana sono completamente diverse sia per quanto riguarda i paesaggi urbani che quelli naturali. |
| inviato il 04 Febbraio 2016 ore 11:43
Applauso personale per Beckerwins (che tra l'altro sa bene di cosa parla, essendo a mio parere diverse spanne sopra Adamus -anche se parliamo di mondi differenti- e anche molti altri celebrati autori...) Ciao |
user39791 | inviato il 04 Febbraio 2016 ore 11:48
“ però il paragone secondo me non calza „ Certo, Fontana sperimentava il genere paesaggio in chiave artistica e non certo con un'ottica di spettacolarizzazione del risultato finale. Era solo per dire che una post "severa" non è automaticamente un segnale negativo. Se vai a vedere chi fa reportage tipo McCurry per capirci vedrai che spinge ben oltre la post, e spesso i risultati sono di alto livello. |
| inviato il 04 Febbraio 2016 ore 11:50
Questo Adamus mi piace e..non mi piace. Non sono uno scalatore ne amo alzarmi alle 4 di mattina per la luce dell'alba. I miei paesaggi quando capita, sono all'ora che c'è.......perrò capisco le sue scelte dettate dal colpire l'osservatore, potenziale compratore delle sue fotografie. Quando avrà un calo di vendite, se e quando, vedremo se sarà capace di reinventarsi. Le guardo cmq. volentieri.. 6-7 per volta. |
| inviato il 04 Febbraio 2016 ore 11:51
Foto bellissime mi ricorda molto Peter Lick che è il maestro del genere "paesaggistica da salotto con saturazione a palla". Manca personalmente di quel di più che distingue i Grandi, voglio dire ottime foto ma non comunicative, se guardo un paesaggio di Adams ho un'emozione diversa, posso capire l'amore di quell'uomo per quel paesaggio o per quella montagna particolare. È l'unico paesaggista che io conosca insieme al libro Genesis di Salgado che sono riusciti parlarmi con dei paesaggi |
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