| inviato il 22 Aprile 2016 ore 20:20
Mah, non lo so, l'ho conosciuto, e visto e sentito innumerevoli volte, quasi sempre senza volere, perchè era presente a un evento, perchè in una data scaletta c'era lui, etc. Sicuramente genio (poi magari ci si mette d'accordo sul significato), uno dei mostri sacri etc. Ha dato, ma anche preso, tanto, fama, soldi, donne, macchinoni, girato i posti più belli del mondo per giunta riccamente remunerato, casa galattica, maneggio privato, chissà cosa altro la gente normale alleva pappagallini, lui Appaloosa etc etc etc etc, gli stereotipi dell'uomo di gran successo penso li incarni tutti e anche più, figo, bello e quant'altro Penso che potrebbe anche essere un po' appagato, no? Avere un po' di tranquillità, di distacco Quello che mi chiedo è perchè invece ha sempre un acido in corpo che potrebbe corrodere non so cosa Dopo un po' diventa estremamente sgradevole, parlarci, ascoltarlo |
user46920 | inviato il 22 Aprile 2016 ore 20:37
Leo:“ Se la matrice culturale di Oliviero è esattamente il Situazio-nismo, come movimento culturale e artistico, possiamo ancora aspettarci delle sorprese o è un filone che ha preso un vicolo cieco? Non lo so. „ perché? ... se ho capito giusto non c'entra quasi per nulla "il filone", ma direi molto di più la personalità dell'artista (o del fotografo, o dell'autore, o ..). Nel senso che oggi volendo vanno ancora di moda le "braghe a zampa d'elefante", ma se ci fai caso, solo per quelli che col "filone sessantotto" non c'entrano un beata mazza e non sono neanche i nipoti di quelli che il filone l'hanno vissuto. Se vuoi, il filone è lì, da utilizzare, da vivere, disponibile, pronto ad essere ... ma chi non è "situazionista" non lo è per natura (così credo) e prevedo non lo sarà mai. “ Perchè negare la creatività. Se non fosse solo una provocazione, ma esistesse un percorso logico per dire questo? „ Però non mi pare che abbia negato la creatività, ma solo espresso dissenso con chi si autocelebra "un creativo" - che è diverso ... o no? Per certi versi anche Crozza usa questa "moda" (di autocelebrarsi), per ridere e sbeffeggiare! Qui sul Forum (e non solo) si potrebbe "girare" per quelli che si autocelebrano Artisti o Photographer ... |
| inviato il 22 Aprile 2016 ore 20:38
“ Se fosse vero che antropologicamente l'uomo si adatta a tutto e l'inventiva fosse solo un risvolto delle necessità? „ non colgo la differenza. una persona creativa potrebbe risolvere una necessità meglio di una persona poco creativa. per quale motivo si pone all'antitesi il situazionismo rispetto alla cratività mi resta ignoto. per quale motivo la creatività debba essere addirittura negata è un mistero che non riesco a districare, se non additandola come ovvia provocazione. |
user20639 | inviato il 23 Aprile 2016 ore 2:10
Leone: “ Quello che mi chiedo è perchè invece ha sempre un acido in corpo che potrebbe corrodere non so cosa „ Uomini che vogliono cambiare tutto, forse, assetati di giustizia o di presunzione. “ perché? ... se ho capito giusto non c'entra quasi per nulla "il filone", ma direi molto di più la personalità dell'artista „ Lo penso anch'io, caro Cigno. “ non colgo la differenza. „ Ooo, la differenza è sostanziale, se l'uomo agisce in base alle reazioni chimiche neuronali o se è mosso dallo spirito e dall'impeto della poesia. Spirito o biochimica. |
user46920 | inviato il 23 Aprile 2016 ore 17:43
“ Perchè negare la creatività. Se non fosse solo una provocazione, ma esistesse un percorso logico per dire questo? „ riprovo da altra prospettiva : magari il discorso può essere derivato dal fatto che "nulla si crea e nulla si distrugge" ?!? ma .. come mai poni questa domanda? ed è poi una domanda, anche se gli manca il punto interrogativo? (“ Perchè negare la creatività. „ ) |
| inviato il 23 Aprile 2016 ore 17:56
“ " non colgo la differenza. " Ooo, la differenza è sostanziale, se l'uomo agisce in base alle reazioni chimiche neuronali o se è mosso dallo spirito e dall'impeto della poesia. Spirito o biochimica. „ è la solita storia dicotomica, istintiva, presente nel bambino, e in tutti gli esseri viventi, che devono imparare immeditamente che c'è un bene e c'è un male. Questo ha funzionato nell'evoluzione da 3,5 miliardi di anni. Si oppure no, bianco oppure nero. è questo il grande inganno a livello concettuale che ci portiamo dietro per eredità e selezione. ti do la mia definizione di vita (non condivido quella di Schrödinger) vita: composizione della materia atta a replicarsi in modo simile. se vuoi puoi leggere questa definizione mettendo solo implicazioni chimiche, materali, se vuoi puoi mettervi impeto e poesia. io dico che non c'è alcuna differenza, poichè il fatto che sia possibile che la materia si aggreghi in modo tale da potersi replicare in modo simie contiene al contempo chimica e poesia, e la nostra volontà di scindere le 2 cose è solo dettatta dal retaggio evolutivo che ci ha portato al gusto delle scelte, per necessità, per esempio per separare la cicuta (no buona) dalla cicoria (buona). |
user15476 | inviato il 23 Aprile 2016 ore 18:40
Le teoria della pische dominata dalle quattro "funzioni". Non tutti giudicano le cose in termini di decisioni intellettuali giusto/sbagliato; si possono valutare anche per come si sentono (feeling). Questa è la diade "intelletto/sensibilità". C'è poi "sensazione/intuizione". Le sensazioni ci mettono in rapporto con lo spazio circostante, l'intuizione è il senso del possibile. In ognuno una funzione sarà superiore, l'altra inferiore. La definizione di vita sopra è condivisibile in termini scientifici, ma poi si sovrappone la questione della partecipazione al mondo; una prima parte in salita dalla nascita verso la società, la seconda dalla società verso la discesa. Determinante è la persona , la maschera da mettersi per stare al gioco. Questa "intuitività" dimostra che l'artista riconosce le imperfezioni intorno a lui. Ma poi le sue fotografie hanno aiutato l'umanità a vivere meglio? |
| inviato il 23 Aprile 2016 ore 18:45
“ una prima parte in salita dalla nascita verso la società, la seconda dalla società verso la discesa La definizione di vita sopra è condivisibile in termini scientifici, ma poi si sovrappone la questione della partecipazione al mondo; „ questo perchè non sono condizioni necessarie alla definizione di vita. una definizione deve essere breve per definizione e contemplare tutte le varianti possibili senza escluderle esplicitamente. non necessarie per essere vita: 1. una prima parte in salita dalla nascita 2. verso la società 3. la seconda 4. dalla società verso la discesa il concetto di vita non è opposto al concetto di morte ma è opposto a quello di non vita. quindi anche la parabola che conduce alla morte non è necessaria nella definizione di vita. |
user15476 | inviato il 23 Aprile 2016 ore 19:15
Se si parla di biologia sono d'accordissimo. Ma ad un certo punto questi organismi oltre a riprodursi, desiderano fare altro |
| inviato il 23 Aprile 2016 ore 19:20
è vero, ma la definizione ha il pregio di non porre limiti intellettuali falsi, che non fanno parte delle caratteristiche di un termine. Uno di questi falsi è pensare che inevitabilmente alla vita segua la morte. Questo è un concetto a mio parere errato e non necessario. e infatti, (ma chiudo l'ot), la parabola della vita che porta alla morte per me non è altro che un adattamento evolutivo vincente. |
user20639 | inviato il 24 Aprile 2016 ore 10:21
Ooo, trovo molto interessante questa tua apertura sulla continuità della vita, che può essere intesa anche come continuità del tempo...ambedue indipendenti dalla capacità comprensiva dell'uomo. Vita, tempo, spazio... Però, c'è un elemento che non è molto spiegabile, non abbiamo le parole...Questo elemento si chiama: spirito, anima. Non possiamo spiegarlo, ma tutti ne sentono la necessità d'indagarlo. |
| inviato il 24 Aprile 2016 ore 10:36
Leo, purtroppo la comunicazio web si presta molto bene, nella botta e risposta, alla difficoltà di scambio profondo per la sintesi necessaria. Per tutti noi la vita ha una durata, relativamente breve, per motivi di vantaggio. La durata della vita di una qualsiasi specie è tale esclusivamente per vantaggio. La morte è una "scelta" evolutiva vincente. Chi non ha "imparato" a morire è stato superato da chi ha "imparato" a farlo. Come la giraffa si è evoluta allungandosi per brucare le acacie, così chi si è evoluto imparando a morire ha tratto un vantaggio enorme rispetto alle prime forme di vita sulla Terra che probabilmente erano immortali (non avevano un programma genetico dove c'era scritto che si doveva morire). Chi ha avuto nella sua evoluzione la morte ha avuto il sopravvento sugli altri (divorati). La morte funziona benissimo, permette il rinnovamento della materia che replica sè stessa mai in modo uguale ma simile. Se non ci fosse stata l'evoluzione del morire, oggi la vita sarebbe ancora solo monocellulare. |
| inviato il 24 Aprile 2016 ore 10:46
Ok, scatenate l'inferno. Ma che c'incastra con quella sagoma di Toscani? |
| inviato il 24 Aprile 2016 ore 10:49
quando si lancia una provocazione dicendo che la cretività non esiste di tutto ci si deve aspettare. |
user92930 | inviato il 24 Aprile 2016 ore 10:49
L'ho sempre pensato e un pò detto...anche io. |
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