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Quanta "bugia" c'è nel ritratto?


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user60677
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inviato il 31 Dicembre 2015 ore 17:49

Seguo

avatarsenior
inviato il 31 Dicembre 2015 ore 18:29

Rimane il fatto che se chi fotografa è parte del sistema il sistema non è più quello che era prima nel momento in cui il fotografo comincia a farne parte con la sua interpretazione...

ottima osservazione, e la conseguenza è piuttosto particolare:
in ogni foto che facciamo ci siamo noi stessi.

in un certo senso sono tutti selfie, ovvero, scegliamo come farla, la nostra fotocamera era lì, abbiamo inquadrato in un determinato modo... ecc...
In quell'immagine ci siamo noi che scattiamo anche se non appariamo.

questo va ad interferire sulla questione del riguardare un ritratto.
Il soggetto ci si riconosce ancora con la sua identità?
ma il fotografo si riconosce ancora in quel modo di fotografare?

avatarsenior
inviato il 31 Dicembre 2015 ore 18:45

Per citare un altro fotografo famosissimo: in un ritratto, non è il fotografo che fa la foto, e chi viene ritratto che ti offre la foto... Personalmente ritengo che il fotografo non fa altro che cercare di riportare nella foto le emozioni che in que momento la persona gli sta offrendo... La stessa persona fotografata da fotografi diversi produrrà ritratti nettamente diversi, perché ognuno la vedrà in un modo diverso...

user46920
avatar
inviato il 02 Gennaio 2016 ore 1:32

Quanta bugia c'è nel ritratto?


sicuramente è più "bugiarda" l'immagine dello specchio, nonostante sia quella a cui la nostra mente fa riferimento fin dall'infanzia

avatarsupporter
inviato il 02 Gennaio 2016 ore 4:43

Anche le giacche di una volta erano fatte meglio, non mi tiravano sulla pancia come adesso.. la chiamano globalizzazione.
Eeeek!!!

avatarsenior
inviato il 02 Gennaio 2016 ore 6:54

Mi ha fatto piacere leggere quello che hai scritto. Ce ne sarebbero di cose da dire a riguardo...il rapporto con il tempo, le sue manigestazioni, i nostei tentativi di gestirlo, provare a fermarlo, interpretarlo sono innumerevoli. Riguardo al ritratto io ti posso dire che, fermo restando quel che dici, rivedere mie foto di quando ero bambino mi affascina molto e mi tocca molto. Lo stesso vale per le foto di mia figlia quando era più piccola. Certo che c'è un mio intervento mentale nell'assaporarle o interpretarle, ma questo non rende il mio momento meno vero o prezioso.

avatarsenior
inviato il 02 Gennaio 2016 ore 8:00

La fotografia deve dare innanzitutto la percezione della realtà delle cose, ma è compito del fotografo mostrare la realtà nella sua migliore luce ed angolazione. Un conto è se io fotografo la mia casa a mezzogiorno con ombre dure e scure, e un altro conto se la fotografo la sera con una luce morbida, omogenea, ed un cielo rosato dal sole calante; la casa è sempre la stessa, ma cambia la luce, e dunque la percezione emozionale. La stessa cosa vale per i ritratti, se devo fotografare un bambino, un uomo, una donna, lo devo fotografare scegliendo la luce giusta, con le giuste tonalità dei colori dell'incarnato, e se il ritratto è ambientato, devo scegliere la giusta cornice ambientale, l'insieme di tutte queste cose.

avatarsupporter
inviato il 02 Gennaio 2016 ore 9:08

la persona spesso ha una realtà vera e una realtà percepibile con i sensi fisici che non sempre è la verità.
Un ritratto e' veramente sempre piu' bugiardo?
Può esserlo ma a volte è più vicino alla verità di quella che lo sembra ma non e'.
Non sempre ma credo che i ritratti che ci colpiscono abbiano proprio questa qualità.

avatarsenior
inviato il 02 Gennaio 2016 ore 9:23

Una fotografia prima è negli occhi di chi la scatta, poi è negli occhi di chi la guarda. Un po' come l'arte, osservare una foto è osservare soprattutto sè stessi.

Raffaele

avatarsenior
inviato il 02 Gennaio 2016 ore 11:08

Seguo con piacere. Ritengo che un ritratto a differenza di uno specchio porti con se l'impronta di chi la scatta,motivo per cui nell'osservare un ritratto i filtri sono 3:
- ciò che il soggetto esprime di se al momento dello scatto
- ciò che il fotografo vede e interpreta ed enfatizza nel soggetto al momento dello scatto
- ciò che l'osservatore percepisce durante l'osservazione e che dipende da cultura, atto d'animo, esperienze vissute, periodo della vita ecc ecc ecc....

Mentre i primi due parametri vengono fissati immediatamente, il terzo continua a variare da persona a persona e da periodo a periodo nella stessa persona. E questo terzo filtro che fa maturare una foto in noi, una foto che magari prima ci piaceva e ora non più o viceversa. La componente interiore in fotografia ha a mio avviso una valenza enorme, molto superiore a quella normalmente attribuitagli.

user46920
avatar
inviato il 02 Gennaio 2016 ore 16:23

Ritengo che un ritratto a differenza di uno specchio porti con se l'impronta di chi la scatta,motivo per cui nell'osservare un ritratto i filtri sono 3:
- ciò che il soggetto esprime di se al momento dello scatto
- ciò che il fotografo vede e interpreta ed enfatizza nel soggetto al momento dello scatto
- ciò che l'osservatore percepisce

in realtà anche allo specchio c'è la variante del terzo punto, legato direttamente al primo e al secondo ... lo specchio però rivolta la destra con la sinistra e questo cambia notevolmente le carte in tavola rispetto ad una fotografia.

Invece come dici tu, l'espressione del soggetto, la visione del fotografo e la percezione dell'osservatore, sono le tre faccie della fotografia, così come tutti la conosciamo. E son d'accordo con te che il terzo punto sia una sorta di "ispirazione" per il fotografo (se ho capito giusto) ... ma il tema qui è la bugia e non vedo un nesso ..

avatarsenior
inviato il 02 Gennaio 2016 ore 17:58

ma il tema qui è la bugia e non vedo un nesso

Il nesso era sottointeso, la "verità" non è quasi mai oggettiva, è quindi normale che una immagine filtrata da diverse visioni possa risultare distorta, non veritiera, o comunque non affine alla nostra "realtà" della persona ritratta. Il ritratto è quindi bugia? Si e no. Lo è in misura in cui si discosta dalla nostra percezione. Un ritratto è solo un ritratto, tutti il resto dipende dalle costruzioni che noi facciamo intorno.
Un padre che ha sempre visto la figlia come una bambina dolce da proteggere come potrebbe interpretare uno scatto sexy se non come "falso", "bugiardo". Lo è? Forse no, forse la ragazza ha espresso qualcosa di se che non mostrava al padre, forse il fotografo lo ha colto, enfatizzato ed interpretato secondo la sua visione. Tutto è relativo.

avatarsenior
inviato il 02 Gennaio 2016 ore 18:14

Già Eeeek!!! ma però ... (Talisman ndr) nel post il parallelo è fra la fotografica che cambia nel tempo e quindi non è interpretabile oggettivamente e definitivamente diciamo così e la fotografia che "ritrae" (un bambino o un'adulto dai...) e pretende di fissare un momento e congelarlo... non riuscendoci di fatto mai...
Bugiarda, presuntuosa ed ×! Come non amarla MrGreen

avatarsenior
inviato il 02 Gennaio 2016 ore 18:49

Essendo femmina ... la fotografia, in effetti avrebbe tre caratteristiche usualmente poco "attraenti" ... almeno se riconosciute e riconoscibili Eeeek!!!

avatarsenior
inviato il 02 Gennaio 2016 ore 19:25

Ma chi ha stabilito che il ritratto deve essere veritiero e sopratutto deve esserlo nel tempo?Eeeek!!!
Non lo è neanche una una fototessera!;-)
Il ritratto è solo un interpretazione dell'insieme: soggetto in quell'istante,location,ottica,fotocamera e fotografo in ordine puramente casuale!



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