| inviato il 03 Dicembre 2015 ore 9:54
Ievenska75 “ Hai fatto delle foto alla "paparazzo"a 2 persone..famose „ Concordo nello stile di paparazzo. |
| inviato il 03 Dicembre 2015 ore 10:09
Lordcasco, “ lo scattare per poi confezionare e cercare lo scatto a posteriori „ Assolutamente non è una mia consuetudine scattare a raffica centinaia di foto per poi trovare quella giusta. |
| inviato il 03 Dicembre 2015 ore 10:35
Per me la distinzione è molto semplice: gli scatti rubati sono quelli in cui il soggetto o i soggetti non sanno della presenza del fotografo altrimenti, seppur continuano a fare quello che stanno facendo, anche inconsapevolmente, si perde una parte di spontaneità........ A me piacerebbe però purtroppo, soprattutto quando si è in Africa o India, non si può essere trasparenti ed è per questo che, al di là dei racconti, il 90% delle foto, non sono rubate... Discorso che vale anche e soprattutto per i grandi della fotografia che ovviamente devono comunicare al loro pubblico quello che il pubblico si aspetta............... |
| inviato il 03 Dicembre 2015 ore 10:39
Cogliere o costruire non fa differenza. Quello che conta è ciò che la fotografia racconta. |
| inviato il 03 Dicembre 2015 ore 11:11
Pur rimanendo una bella fotografia , se vieni a sapere che dentro ci sono soggetti "guidati "dal fotografo, racconta balle. Ho visto diverse fotografie , per me molto belle, fatte in Myammar di recente:pescatori che pescavano con le nasse stando in equilibrio sulle loro esili imbarcazioni. Non so se sia vero o no, ma quando una voce mi ha fatto venire il dubbio che oggi i pescatori non pescano più con le nasse , ma si esibiscono a pagamento, quelle foto per me hanno cambiato sapore. Mi viene in mente la pubblicità dei gratta e vinci......azzeccatissima!! |
| inviato il 03 Dicembre 2015 ore 11:48
Ho visto una foto di recente..un tizio mentre cade dalla bicicletta in mezzo di strada fissa 2 ragazze e loro allo stesso tempo sono gia' li che ridono x la caduta..!!!!Lo scatto e'costruito..e'impossibile ridere mentre vedi cadere uno in bici..,e guarda caso il fotografo con un 35mm posto a 6 metri da loro(cosi ha detto!!),ha ripreso la scena..Ma va la'..Anche Armostrong ha vinto 7 tour de France,l'mportante e'vincere,documentare,...poi sappiamo tutti cosa pensiamo dell'americano.. E'l'e'tutto costruito..e'l'e'tutto da rifare.. |
| inviato il 03 Dicembre 2015 ore 11:51
“ Ciò che veramente importa non è tanto l'attimo privilegiato, quanto individuare una propria realtà; dopo di che tutti gli attimi più o meno si equivalgono. Circoscritto il proprio territorio ancora una volta potremmo assistere al miracolo delle "immagini che creano se stesse" perché a quel punto il fotografo deve trasformarsi in operatore, cioè ridurre il proprio intervento alle operazioni strumentali, inquadratura, messa a fuoco, scelta del tempo di posa in rapporto al diaframma e finalmente il clic. Qui grazie all'apparecchio noi "accettiamo la vita in tutta la sua realtà" quindi anche ogni suo "attimo fuggitivo" e siamo giunti, o tornati a quel tempo mitico cui accennavamo all'inizio, dove "gli oggetti si delineano da se senza l'aiuto della matita dell'artista" „ da "la fotografia" Ugo Mulas Scusate la lunga citazione ma siamo davanti alla parte forse più centrale di un libro che è considerato uno dei riferimenti principali della fotografia e mi sembrava giusto passarla integralmente senza rischiare di far danni interpretandolo “ Quello che conta è ciò che la fotografia racconta. „ Verissimo, un buon racconto corrisponde ad una buona fotografia ma non per forza è un racconto vero e questo può essere molto significativo a seconda del contesto, il lupo che salta la staccionata di notte è comunque un bel racconto ma se stiamo parlando di fotografia naturalistica che deve documentare le abitudini dell'animale il fatto che il lupo sia selvatico o ammaestrato cambia parecchio il valore dell'immagine. |
| inviato il 03 Dicembre 2015 ore 12:56
Mauro, hai detto una gran verità. io porto l'esempio di un grande fotografo, Gianni B. Gardin: le sue foto sul le grandi navi a Venezia sono, manco a dirlo, perfettamente realizzate e "raccontano" un grave problema per la città. bene, io ti do gli orari ed i giorni di partenza di questi bestioni, ti dico da dove le ha scattate (li conosco perfettamente....), con che ottiche le ha realizzate, ma sono convinto che in pochi qui saprebbero rifarle con la stessa forza narrativa..... tutto 'sto discorso per dire che non basta saper "prevedere e cogliere l'attimo", ma bisogna pure essere in grado di mettere qualcosa di sè, saper emozionare.... eppure le navi passano ogni sabato di lì...... ciauuuss!! Mario |
| inviato il 03 Dicembre 2015 ore 13:44
“ @RobertoF quelle foto credo siano le tue...... „ Certamente si hanno maggiori probabilità di portare a casa una foto migliore nel momento in cui si passa del tempo nella location. Di sicuro il tuffatore non è la prima foto che ho scattato, ma come te, avendo il tempo a disposizione, ne ho realizzate una serie. Non è nemmeno l'unica bella, perché per me è bella, semplicemente è una delle diverse ben riuscite. E' chiaro che le nostre foto non sono quelle dei vari maestri, che normalmente riescono a proporre la foto mai vista. Le nostre non hanno niente di mai visto, forse a parte qualche caso, e nel mio caso specifico per esempio, è il ritratto della maschera Veneziana. Il tuffatore è visto, rivisto e stravisto, ma la cosa che volevo sottolineare è che l'attimo di cui si parla è il tuffatore in volo, la sua posa invece è il momento decisivo. Ritengo che in quell'attimo, il momento decisivo, per quella foto, è questo scatto dove lui ha la migliore fotogenia, linguaggio corporeo, della situazione. Lo stesso vale per il cavallo, che sta li a grattarsi la schiena 30 secondi, 1 minuto. Ne abbiamo visti tanti, ma il momento decisivo è la posizione delle sue zampe, la forma della testa e la criniera che sembrano i capelli di un baldo giovane che si ruzzola. Insomma di nuovo fotogenia e linguaggio corporeo sono al centro dell'attenzione. La foto mi pare che funziona. Lo stesso vale per il pappagallo che sembra seguire con lo sguardo la donna che passa, entrambi ripresi sulla finestra, in quella situazione, questa fotografia, è stata scattata nel momento decisivo. Per l'uomo con l'ombrello, che per la scena è di nuovo un momento decisivo, c'è stata una circostanza curiosa del tipo che pochi giorni prima avevo visto una fotografia, nello stesso posto, con un uomo dietro il palo. Quel giorno li ( manco a farlo apposta ) un uomo passa dietro il palo ed io stimolato sia dalla fotografia vista precedentemente che dalla situazione che stavo vivendo mi sono subito collocato nella posizione che ritenevo migliore per realizzare lo scatto. Ho voluto mostrare queste fotografie parlando del momento decisivo, non le vedo migliori di tante altre, le vedo come mia testimonianza di questo dibattito. Chiaramente la capacità di emozionare di un maestro è superiore alla nostra, quantomeno alla mia. In certi casi si esegue un solo scatto, in altri si fa una sequenza e si sceglie la foto migliore. Quante volte vediamo grandi professionisti che visualizzano i loro provini con una serie di 20 foto della stessa scena e utilizzano la migliore magari apportando un ulteriore taglio. E' così che funziona. Non è questione di capacità ma di potenzialità perché tutti i fotografi sanno che è meglio passare molto tempo nella stessa location ed eseguire ripetuti scatti della stessa scena. |
| inviato il 03 Dicembre 2015 ore 22:12
“ Discorso che vale anche e soprattutto per i grandi della fotografia che ovviamente devono comunicare al loro pubblico quello che il pubblico si aspetta............... „ perdonami Memy, trovo orribile questa frase, sia nei confronti del pubblico, sia nei confronti dei grandi della fotografia. @Lordcasco gli attimi buoni, come dicevo possono essere molti. vedo che nessuno fortunatamente parla più di genere fotografico. il genere non ha nulla a che fare con il cogliere l'attimo. se parliamo di un cogliere l'attimo precostituito o previsto, non capisco che attimo sia. è un attimo organizzato. Se sai che una persona sta per tuffarsi perchè sei appostato da un trampolino non stai cogliendo alcun attimo riprendendo la persona che si tuffa. Cogliere l'attimo, a mio parere, prevede anche la previsione, ma in senso molto particolare. Costruirsi l'attimo è tutta un'altra cosa, non lo cogli, lo costruisci appunto. Le 5 foto che ho linkato per me rappresentano il cogliere l'attimo nel vero senso del termine. requisiti indispensabili per cogliere l'attimo: 1. avere la camera in mano o comunque ad istantanea portata. 2. l'attimo deve avere una durata molto limitata, definibile attimo, (max pochi secondi). 3. l'attimo non può essere sequenziale altrimenti non è che lo cogli, lo attendi (es. tuffatori). poi si possono creare situazioni in cui sai che è + probabile trovare attimi da cogliere, altre in cui sai che ce ne saranno meno. Ma per come la vedo io un attimo non può essere costruito. eventualmente se è costruito bene si tratterebbe semplicemente di un falso, se è costruito male come l'esempio delle ragazze che riderebbero prima della caduta del ciclista (ma indagherei... non è detto*) si tratterebbe di un falso, se classificato come cogliere l'attimo , mal costruito. *non è detto perchè il ciclista avrebbe potuto cominciare a sbandare o guidare male prima di cadere e questo avrebbe potuto già scatenare il ridere delle ragazze che troverebbe un culmine alla caduta. |
| inviato il 03 Dicembre 2015 ore 22:25
Io ne ho scattata una l' altro giorno e l' ho messa ai commenti nella galleria street...ritrae lo sguardo sbigottito di una signora nel vedere un ragazzo scalzo...foto scattata con macchina non regolata, al volo, per non perdere lo sguardo turbato della signora... La street credo sia velocità , colpo d' occhio e molto culo. Cmq la mia foto non é piaciuta nonostante l'attimo colto. |
| inviato il 03 Dicembre 2015 ore 22:30
linkala per favore. il culo ci sta eccome, può essere considerata una componente del cogliere l'attimo. |
| inviato il 03 Dicembre 2015 ore 22:36
Sono d'accordo Ooo, assolutamente, con la doverosa precisazione che, per me certo, il "cogliere l'attimo" come solo colpo di fortuna non può essere alla base di una carriera fotografica, carriera intesa non come fama, ma sopratutto come approccio. Di certo non è vietato passare la propria vita fotografica "cogliendo l'attimo" e può essere appagante per molti, cose del tutto sacrosante, ma non lo è per me. Il mio approccio è diverso, profondamente diverso, ciò non toglie che riesco, qualora accada a "cogliere l'attimo". “ se parliamo di un cogliere l'attimo precostituito o previsto, non capisco che attimo sia. „ infatti io non ho mai parlato di "cogliere l'attimo" ma ho sempre parlato di previsualizzare una situazione e scattarla adeguatamente per quello che voglio comunicare con quella foto. L'esempio della foto del ragazzo che si tuffa non è "cogliere l'attimo" assolutamente, rimane una foto molto dinamica e comunicativa. Poco importa se sono stato lì dieci minuti o mezz'ora, non è l'auto compiacimento del aver preso una foto al "volo". Ovviamente mi rendo conto che non c'è un giusto o sbagliato, un modo corretto oppure no. Però non svaluterei una foto ben fatta e comunicativa perché "costruita" o attesa o voluta o cercata, anzi... Ciao LC |
| inviato il 03 Dicembre 2015 ore 22:38
Ooo perchè orribile ? Non è offensiva ne per uno ne per l' altro.. è solo una constatazione... Io ho avuto la fortuna in stare in parecchi posti ed ho potuto constatare di persona che le cose non sono quasi mai come le ho sentite o viste raccontate dai fotografi o nei documentari che si tratti di natura o di vita tribale. è un dato di fatto oggettivo! Ovviamente un personaggio pubblico, in quanto personaggio, consapevolmente o meno finisce sempre per assecondare il pubblico.. è un dato di fatto: se hai un pubblico quel pubblico, se non lo vuoi deludere, va accontentato... Ti faccio un esempio stupido ed insignificante che mi riguarda: io faccio proiezioni ormai quasi da una ventina di anni e per mia indole non mi piace enfatizzare i racconti e non ho mai esagerato ma posso dire che quando ad esempio parli di Africa, se non la racconti come una cosa normale ed alla portata di tutti ( come in effetti è nella maggior parte dei casi) a gente ci rimane un po' male e ti chiede di raccontargli degli episodi più pericolosi ed avventurosi perchè è quello che si aspettano e che vogliono.... Molte foto che ho visto anche dei miei fotografi preferiti, conoscendo i posti, sono sicuramente costruite e concordate ma se se sono fatte bene, credibili e soprattutto raggiungono l' obiettivo di comunicare, anche per la premessa che ho fatto nel primo messaggio, per me non c'è nulla di male |
| inviato il 03 Dicembre 2015 ore 22:42
ho visto la foto di Filtro, non è difficile trovarla nella sua galleria, non commento la foto, perché non è questa la sede, ti posso dire solo come avrei approcciato io la situazione, senza assolutamente giudicare il tuo approccio, sia chiaro. Vista la situazione particolare, avrei seguito per un po' il ragazzo, magari con un po' di fortuna avrei incontrato qualcun'altra che avrebbe avuto uno sguardo comunque turbato o interessato. Nel frattempo regolo tutto quello che devo regolare. Ripeto, o si è parte attiva in una fotografia o si è osservatori. Un modo in senso assoluto vale quanto l'altro. Ciao LC |
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