| inviato il 13 Dicembre 2015 ore 17:36
Nico, purtroppo no, mai venuto in Sicilia :) Rimedierò :) |
| inviato il 09 Gennaio 2016 ore 15:12
ciao vorrei sentire qualche parere su questo paragone un pò estremo olympus epl5+40-150 pro VS 6d+70-300is al di là delle considerazioni tecniche scontate uno è un 2.8 e l'altro un 4-5.6 ma come tipo di foto cosa ci guadagno perdo a prendere il PRO e vendere il canon? molto più nitido? però costa molto di più... peso e maneggevolezza? AF? il pro è moltiplicabile il canon no. in uso pricipalmente per ritratti cosa preferireste? considerando che ho già il 45 1.8 per tornare al topic da quale si può trarre il meglio? altre ed eventuali? grazie!! |
| inviato il 09 Gennaio 2016 ore 16:38
se parli del canon 70-300is (NON L) il 40-150pro è di tutt'altro livello, sia per resa che per AF. L'olympus è paragonabile piuttosto al canon L. Panoramica di 12 scatti verticali (originale 23043x3573) f5.6 150mm 1/8s iso200
 by www.flickr.com/photos/91107264@N05/ su Flickr |
| inviato il 09 Gennaio 2016 ore 17:55
Concordo con Misterg. |
| inviato il 06 Febbraio 2016 ore 9:32
Concordo anche io Un contributo fresco del 40-150 PRO:
 Un po' di storia: in questi giorni si festeggia S. Agata, una patrona amatissima a Catania (patrona anche di Malta e Repubblica di San Marino). Uno scorcio in cui si vede il Municipio con i drappi rosso porpora che riportano l'iniziale del nome di Agata, la lunghissima via Etnea piena di gente in attesa che si avvii la processione, le cupole di alcune delle numerose chiese presenti nella città ed infine l'Etna che in una giornata primaverile presenzia e benedice l'evento. Secondo la tradizione cattolica Sant'Agata si consacrò a Dio all'età di 15 anni circa, quando fece questa richiesta al Vescovo di Catania che accolse il suo desiderio e le impose il velo rosso portato dalle vergini consacrate. Però studi storico-giuridici approfonditi rivelano, al momento della sua morte, un'età non inferiore ai 21 anni: non prima di questa età, infatti, una ragazza poteva essere consacrata diaconessa come effettivamente era Agata, cosa documentata dalla tradizione orale catanese, dai documenti scritti narranti il suo martirio e dalle raffigurazioni iconografiche, con particolare riferimento alla tunica bianca e al pallio rosso; possiamo quindi a ragione immaginare che, sebbene si fosse consacrata a Dio a 15 anni grazie al consenso speciale del Vescovo, non fosse più una ragazzina al momento del martirio, ma piuttosto una donna con ruolo attivo nella sua comunità cristiana. Nel periodo fra la fine del 250 e l'inizio del 251 il proconsole Quinziano, giunto alla sede di Catania anche con l'intento di far rispettare l'editto dell'imperatore Decio, che chiedeva a tutti i cristiani di abiurare pubblicamente la loro fede, mise in atto una feroce persecuzione. La tradizione riferisce che Agata fuggì con la famiglia a Palermo, alla Guilla, ma Quinziano li scovò e li fece tornare a Catania. Quinziano s'invaghì della giovinetta e, saputo della consacrazione, le ordinò, senza successo, di ripudiare la sua fede e adorare gli dèi pagani. Si può ipotizzare anche un quadro più complesso: ovvero, dietro la condanna di Agata, figlia di una benestante famiglia, poteva esserci l'intento della confisca di tutti i loro beni. Al rifiuto deciso di Agata, il proconsole l'affidò per un mese alla custodia rieducativa della cortigiana Afrodisia e delle sue figlie, persone molto corrotte. Il fine di tale affidamento era la corruzione morale di Agata, attraverso una continua pressione psicologica, fatta di allettamenti e minacce, per sottometterla alle voglie di Quinziano, arrivando a tentare di trascinare la giovane catanese nei ritrovi dionisiaci e relative orge, allora molto diffuse a Catania. Ma Agata, in quei giorni, a questi attacchi perversi che le venivano sferrati, contrappose l'assoluta fede in Dio; e pertanto uscì da quella lotta vittoriosa e sicuramente più forte di prima, tanto da scoraggiare le sue stesse tentatrici, le quali rinunciarono all'impegno assunto, riconsegnando Agata a Quinziano. Rivelatosi inutile il tentativo di corromperne i principi, Quinziano diede avvio a un processo e convocò Agata al palazzo pretorio. Breve fu il passaggio dal processo al carcere e alle violenze con l'intento di piegare la giovinetta. Inizialmente venne fustigata e sottoposta al violento strappo delle mammelle, mediante delle tenaglie. La tradizione indica che nella notte venne visitata dal Principe degli Apostoli, San Pietro, che la rassicurò portandole conforto e ne risanò miracolosamente le ferite. Venne infine sottoposta al supplizio dei carboni ardenti. La notte seguente all'ultima violenza, il 5 febbraio 251, Agata spirò nella sua cella. |
| inviato il 06 Febbraio 2016 ore 14:48
"FanboyNico"... |
| inviato il 09 Febbraio 2016 ore 9:39
No, ti prego...anche con le virgolette non mi piace |
| inviato il 09 Febbraio 2016 ore 12:22
....anzi " " !!! |
| inviato il 15 Febbraio 2016 ore 16:48
Vi siete abituati a vedermi usare molto spesso il grandangolo, ma le focali tele non hanno nulla da invidiare in paesaggistica. Olympus 40-150 PRO:
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| inviato il 16 Febbraio 2016 ore 14:09
Bella,bella |
| inviato il 16 Febbraio 2016 ore 14:20
Bella, Nicolò! |
| inviato il 22 Febbraio 2016 ore 20:49
bella molto bella |
| inviato il 22 Febbraio 2016 ore 20:55
Molto bella Mario. La maschera poi è affascinante. Lo scatto naturale e gradevole. Io farei una versione in cui fare risaltare (nel limite del possibile) lo sguardo della donna e i colori della maschera. Complimenti |
| inviato il 22 Febbraio 2016 ore 20:59
Complimenti anche da me! |
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