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AA sta per Anselm Adams..??Il paragone e'un po'arduo..!!Averla la Monochrom...,non e'per tutti,devi conoscere il mondo in B/N..Un giallo invertito non sara'come invertire un grigio,azzurro,o un marrone..E'come scattare in analogico con pellicola in b/n.DEvi conoscere a pieno la tua reflex.La bravura secondo me sta proprio in quello che la macchina ti offre,non in quello che tu "puoi"postprodurre dopo!!!
Ivan, è la stessa cosa, se sai previsualizzare la foto nella tua mente è già in bn, che poi il supporto sia analogico o digitale, che l'immagine venga registrata a colori o in bn non cambia nulla. L'immagine nella tua testa, in qualunque momento si materializzi è quella che conta e quella devi tradurre in realtà!
Se non sai previsualizzare ti dovrai affidare ad un meccanismo automatico o andare a tentoni senza mai arrivare se non per puro caso a risultati buoni comunque difficilmente replicabili.
Aggiungo un altro quesito: chiarita la base di partenza a colori, eventualmente processata per i propri fini in bianco e nero, che metodo di conversione conviene adottare (o va per la maggiore) tenuto conto anche della possibilità (soprattutto in Ps) di applicare ulteriori interventi con i livelli di regolazione sopra alla nostra conversione?
Le tecniche di conversione in bn a me note:
1) mappa sfumatura 2) uso dei livelli tonalità/saturazione 3) miscelatore canali 4) estrazione canale luminosità dal metodo Lab 5) livello di regolazione bianco/nero
“ A proprosito dell'infinita e davvero inutile diatriba analogico-digitale ecco un divertente contributo di Smargiassi „
Si però si è dimenticato di citare i filtri colorati che si sono sempre usati anche nel passato e che andavano a modificare la risposta spettrale della pellicola ! E il fotografo grazie alla sua esperienza ricordava a memoria sia la risposta dei vari tipi di pellicola sia riusciva a previsualizzare il risultato voluto !
Io scatto a colori (e in raw oltre jpeg). Prima converto in bianco e nero e poi agisco sui canali RGB finche' mi piace il contrasto (il piu' delle volte uso Silver Efex Pro ma anche con altri software e' possibile). Seguono tutte le altre migliorie del caso, compreso il lavoro a zone. E' vero che e' un processo che non segue la via maestra di pensarla e scattarla gia' pensando a come i colori saranno resi in bianco e nero. Pero' e' molto piu' comodo e in linea con la moderne possibilita' di lavorare DOPO la foto. Con la pellicola non si poteva ma oggi... perche' non farlo?
Anche la sigma merrill offre lo stesso bw della leica monochrome, provare per credere, oltre ad un colore analogico.
Chi scatta in jpeg direttamente in macchina, vuol dite che si accontenta. Fine. Ma le tecniche per spremere un raw che tranne rari casi é a colori sono ben altre. Poi, come si dice, chi preferisce il vinaccio e chi il sassicaia, indipendentemente dal prezzo, sto dicendo la qualità. Chi si beve il primo, nemmeno si rende conto della differenza ed è bene che resti bloccato nel suo bel limbo di beata ignoranza.
@ilcentaurorosso: se tu convertissi, davvero, prima in bn i canali rgb, nemmeno li avresti, nel senso che sono tutti uguali. Se invece ti fai una anteprima in bn, ma dentro il programma, l'immagine é ancora a colori, puoi lavorare i suoi canali rgb.
Ieri sera ho preso in mano uno dei miei scatti e ho iniziato a fare delle prove; premetto che lo scatto non aveva particolari e utili "contrasti cromatici", tali da rendere utile l'uso di un livello di regolazione tonalità/saturazione per dei viraggi utili alla conversione in b/n.
Ho quindi operato nel seguente modo:
1) PP del raw in Lr (luci, contrasto, denoise di base) ed esportazione dello stesso in formato tiff 16bit profilo pro-photo, aprendolo in Ps Cs6
2) All'immagine applico un livello di regolazione b/n (sul quale non ho effettuato nessun aggiustamento non avendo particolari componenti cromatiche nello scatto)
3) Applico un livello di regolazione luminosità/contrasto, aumentando entrambi i valori
4) Applico un ulteriore livello di regolazione curve; spostando i cursori di sx e di dx visualizzo l'anteprima per capire dove si originano i clipping dei neri e dei bianchi, per poi usare le pipette per settare i relativi punti. Fatto questo sulla stessa curva ne regolo vari punti per accentuare toni chiari e toni scuri "a piacimento"
5) Creo un livello visibile (io l'ho anche prima duplicato e usato il metodo fusione luce soffusa mediando sull'opacità per ottenere neri più corposi) su cui applico una o due passate di filtro nitidezza avanzata per il solo range dei mezzi toni
6) Se necessario (su un altro livello visibile) applico un filtro riduzione disturbo nel solo range delle ombre
Questo è quanto ho ottenuto (e che mi soddisfa); il medesimo risultato è raggiungibile usando, come metodo di conversione in b/n, un livello di regolazione mappa sfumatura da nero a bianco, oltre a tutti gli interventi fatti.
“ Il sensore CCd rispetto al Cmos da le stesse prestazione sul BN o ci sono differenze? „
non è tanto la differenza tra CCD e CMOS, quanto la gamma dinamica e la coerenza dei colori, registrate. Se ho meno dinamica, avrò meno possibilità di regolazioni e così col colore (visto che in digitale è anche possibile sostituire i filtri colorati con le regolazioni a colori tramite il software) ... per cui resta ancora importante l'uso dei filtri ottici, rispetto alle regolazioni a posteriori. Il sensore della Monochrom è privo del filtro RGB e registra tutta la banda visibile dei colori (luce bianca) ad ogni pixel, con l'unica differenza che con questa è obbligatorio avere con sé i filtri ottici
Se la previsualizzazione c'è, sarà oggi alla stessa maniera di ieri, ma se si spera di poter previsualizzare tutti gli slider dei software e tutte le infinite possibilità di sfumature, ovvero la quantità di regolazioni e dei risultati che apporterebbero ... ci vuole una bella memoria da elefante
Un approccio semplice potrebbe essere quello di previsualizzare lo scatto, scegliere i filtri giusti e quindi l'esposizione adatta, scattare in BN e visionare il risultato subito dopo. Ma è necessario comunque conoscere la luce, i colori e le varie possibilità d'uso dei filtri ... altrimenti è e rimarrà sempre uno scatto inconsapevole, magari diventato BN per cercare di farselo piacere in qualche altro modo, ecc ...
A parere personalissimo mio, è veramente troppo contrasta, manca tutta la scala dei grigi intermedi, e senza quella, la fotografia è piatta, manca di effetto presenza, presenza che ci dovrebbe essere vista anche la lunghezza focale utilizzata.
A realizzare fotografie molto contrastate sanno fare tutti, è facilissimo, ma, semplicemente, con tanto contrasto si ammazza una immagine in B&N dal punto di vista tecnico, dal punto di vista qualitativo.
La tridimensionalità, l'effetto presenza, oltre che chiaramente dalla luce che illumina il soggetto, è data dalle transizioni mordìbide dei toni grigi sottli e dai toni cromatici sottili, se la fotografia è a colori, sono quelle che danno la plasticità all'immagine.
Tutte le volte che uno contrasta oltre un certo limite, peraltro basso, "taglia" dei toni sottili: castra la fotografia come effetto presenza.
L'utilizzo di formati di pellicola o sensore piccoli, a parità di formato immagine di stampa, comporta un fattore d'ingrandimento più elevato rispetto ad n formato grande di sensore o pellicola: ingrandendo molto, l'immagine tende a spappolare, poerde continuità tonale e di grigio e dunque con formati piccoli ( APS-C, Dx) le immagini sono meno plastiche che con un 35 mm pieno.
Non per nulla, se uno vuole plasticità e tridimensionalità, il MF o il banco ottico sono quelli che danno le immagini migliori, perchè il rapporto d'ingrandimnto sull'immagine finita è più basso che col 35 mm ed ancor più basso del Dx, APS - c.
Rifalla rispettando la realtà delle cose, rispetta le variazioni tonali delicate della realtà che vediamo, è la foto ne guadagnerà visibilmente.
Questa ha tanti grigi: se la contrasti, l'ammazzi, perde di presenza
idem per questa
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