| inviato il 22 Agosto 2015 ore 19:07
@Giuliano1955 Son d'accordo, se hai già il file pronto e finito come ti piace è ancora meglio. Ma questo ti costringe a cercare una combinazione fortuita di macchine e ottica, che unita ai profili di base nella fotocamera sfornino il colore come piace a te. La profilazione ti obbliga a smazzarti il processo... fotografare il target, creare il profilo, installarlo. Ok, la prima volta ti prende del tempo e magari ti ci incasini, ma una volta fatto il profilo rimane ed è stabile. Applicarlo su Lightroom è un attimo, e di sicuro fai molto prima piuttosto che a cercare di modificare i colori manualmente. |
| inviato il 22 Agosto 2015 ore 19:09
I valori non sono lineari non fermiamoci a pensare 2 vuol dire il doppio. Ad un evento, la mia collega che aveva la D750 esponeva per il cielo e riusciva ad ottenere, in pp, le persone ben leggibili. Con la 5dmk3 non potevo farlo. é vero non sono condizioni normali, ma lei ha avuto maggiore scelta rispetto a me. |
| inviato il 22 Agosto 2015 ore 19:15
@I-Felix Figurati. Aggiungerei che il termine "recuperi" è in effetti molto fuorviante. Si dibatte spesso sui recuperi di ombre o alte luci, che in realtà non esistono. Un sensore non recupera nulla; nelle alte luci, se si arriva alla saturazione, il segnale è compromesso; allo stesso modo nelle ombre, se si arriva a un livello di rumore troppo intenso non esiste modo di "recuperare" qualcosa. L'effetto "wow" che fa spostare gli slider su di un programma di sviluppo RAW è dovuto al fatto che si sta modificando il metodo di mappatura dei dati RAW scene referred in output referred. Se in un RAW Canon ti sembra che le nuvole del cielo appaiano come per magia da una zona bruciata è solo perché quelle zone non sono affatto bruciate; allo stesso modo per le ombre che sembrano non finire mai per un sensore Sony. Quei dati nel RAW ci sono, è solo che il programma sta mappando la luminanza nel suo modo predefinito; metodo che non è sempre il migliore |
| inviato il 22 Agosto 2015 ore 19:18
Sabbiavincent: si, proprio così.Mi piace cosi tanto che non ho quasi mai bisogno di toccare nulla. Così mi dedico esclusivamente alla ripresa. Diciamo che viaggio col cambio automatico e molto spesso batto il manuale nei tempi sul giro.Botte piena e moglie ubriaca. |
user62173 | inviato il 22 Agosto 2015 ore 19:48
Si ma guidi una automobile che non è tutta tua !!! |
| inviato il 22 Agosto 2015 ore 19:52
No, è tutta mia. Quella automobile va bene così,per me. |
| inviato il 22 Agosto 2015 ore 19:54
Luigi Filippo, da un lato hai perfettamente ragione che i sensori digitali di default spesso offrono risultati indecenti infatti Raamiel fa notare come la profilazione della fotocamera sia fondamentale; Canon che è il sistema che meglio conosco offre la possibilità di fabbricarsi degli stili colore personalizzati e abbastanza accurati per affrontare varie situazioni e ciò permette di semplificare e velocizzare la PP regolando spesso solo il contrasto. Giuliano non fa PP in quanto adotta una fotocamera, la Fuji S5, progettata per superare certi limiti che le fotocamere odierne ancora oggi si portano appresso, incredibile!. Riassumendo: è vero il digitale ha ancora delle spine nel fianco che spero vengano risolte invece che cercare la proliferazione dei pixel. Sinceramente ho venduto tutte le fotocamere Canon e Nikon moderne che avevo per rimpiazzarle con vecchi corpi professionali ma con resa dei colori più naturali. parlo di Nikon D200, Eos 1D, 1D mk2, 1D mk3, 5D, l'unica fotocamera recente che mi è rimasta è la X100T chissà se reggerà nel tempo . . ! concordo con chi cerca la resa naturale dei colori senza stravolgere quello che nella scena percepiva il nostro sistema visivo. |
| inviato il 22 Agosto 2015 ore 20:11
Illustrissimo LuigiFilippo, a me spiace che a volte i tuoi risultati siano frustranti ma, detesto ammetterlo, si facevano ottime foto anche in analogico. Io la vedo così, riesco a dedicarmi alla ripresa, alla cura della luce e a cazzi e mazzi anche con i limiti del mio sensore. Per quanto riguarda la post... Beh sarà che sono una pippa ma cerco di pensare prima a quello che voglio ottenere, conosco i miei mezzi e provo ad ottenerla, che é un punto di vista differente rispetto a quello di giuliano1955 del quale spesso apprezzo parco ottiche, capacità e inquadratura ma che apprezzo meno a volte per una eccessiva "naturalezza" che sforna forse immagini piatte. Gusti, punti di vista. Il mondo é bello, andiamo a scattare. Saluti. |
| inviato il 22 Agosto 2015 ore 20:48
Io cambio fotocamera ogni 6-8 anni nell'era digitale, quindi so già che dovrò passare il 90% di questo tempo con un gap tecnologico rispetto agl'altri. Ma non me ne faccio una malattia. Mi capita praticamente sempre inquadrare il cielo in quanto scatto spesso con il sigma 12-24, faccio la ricomposizione della scena in modo abituale ed ormai abbastanza velocemente. Espongo per il cielo e conoscendo bene la 6D, già dal display capisco se il nero delle montagne riuscirò a recuperarlo, se non mi piace o non sono sicuro per sicurezza espongo per le cime delle montagne e se ancora non ci siamo espongo per una zona appena sotto, tipicamente la fine del bosco o una parete rocciosa, procedo quindi per tentativi. Con camera raw recupero le ombre, ma se devo stampare ad esempio 50x75 preferisco fare la fusione delle esposizioni. |
user46920 | inviato il 22 Agosto 2015 ore 21:05
“ La post produzione, é parte integrante del processo creativo. Che la faccia l'elettronica della macchina o i bagni di sviluppo di Ansel Adams o il laboratorio da 1 ora dei tempi andati, sempre di post produzione si tratta. é così complicato capirlo? „ capisco che il processo creativo sia in nòcciolo del tuo discorso, ma bisogna anche capire che se si parla di gamma dinamica e corrispondenza della ripresa, il termine "post produzione" è piuttosto equivocabile e ambiguo, in quanto comprende, oltre la semplice conversione RAW, anche i ritocchi e le varie alterazioni grafiche dell'immagine originale. Forse la tua stessa domanda potrebbe valere anche per te |
user46920 | inviato il 22 Agosto 2015 ore 21:13
LuigiFilippo, profilazione a parte (che serve solo per la corrispondenza colorimetrica) l'immagine che vedi sul PC prima di fare quello che LR chiama sviluppo (ovvero una Conversione da file RAW a immagine visibile JPG o TIFF, ecc) è una risultante più o meno accurata dei 10-14 stop di dimanica del sensore, così come è stata registrata la luce che c'era sulla scena. Però difficilmente sarà possibile vedere 12 stop lineari di gamma dinamica su un Monitor e quindi l'immagine sembrerà "schifosetta" (come giustamente dici) ... ma il problema è piuttosto il supporto di visione (che sia il Monitor o la Stampa) ad avere il problema di non riuscire a rappresentare i 12 stop della tua fotocamera. Per cui è quasi sempre necessario comprimere la dinamica registrata (o erroneamente recuperare le ombre) se si vuole osservarla "tutta" attraverso il Monitor. Concordo quindi con quanto dice Raamiel “ Aggiungerei che il termine "recuperi" è in effetti molto fuorviante. Si dibatte spesso sui recuperi di ombre o alte luci, che in realtà non esistono. „ |
| inviato il 22 Agosto 2015 ore 21:38
In realtà la profilazione non serve solo ala corrispondenza colorimetrica, la si può usare anche per altri scopi, come appunto la color correction. Ad approfondire, ma diventa tedioso, il sistema di Adobe non è mai colorimetrico. Questo perché sia le matrici che i profili non mappano la luminanza in modo diretto. Thomas Knoll, inventore del metodo, ovviamente propende per la sua creatura e ne esalta i pregi. Tuttavia il mapping di tipo scene referred di CameraRAW sulla luminanza è affidata a una curva gamma che è stabilita in modo arbitrario. Può essere modificata a piacere, ma non è mai estrapolata da un target. Nella profilazione ICC pura, di tipo output referred, il mapping della luminanza è integrato nel profilo. La difficoltà di questo approccio è che un target non si avvicina nemmeno a una gamma dinamica di 12 o 14 stop. Questa problematica è alla base di alcune scelte fatte da CaptureOne, ad esempio. |
| inviato il 22 Agosto 2015 ore 22:22
@cigno, non hai mai visto una stampa di Adams o non hai visto come la otteneva, vero? Da sempre chi fotografa, adatta lo scatto a ciò che ha un mente, con tutti i mezzi possibili. Poi, sì, c'è chi fa click, ma non viene qui in un forum di fotografia, forse guarda la TV o va al bar a leggere la gazzetta. Sfido chiunque qui dentro che non previsualizzi ciò che ha in mente ma scatti a membro di cane e poi dopo, ne scelga una tanto per... Ma anche un quel caso il processo creativo lo ha fatto chi ha implementato gli algoritmi della macchina, cercando di interpretare il gusto dell'utente medio. Giuliano, che demanda alla macchinetta, sa già benissimo cosa verrà fuori, per dirne uno a caso... scegliere o "sbagliare "come le silouette, non sono creatività? |
user46920 | inviato il 22 Agosto 2015 ore 22:36
“ In realtà la profilazione non serve solo ala corrispondenza colorimetrica, la si può usare anche per altri scopi, come appunto la color correction. „ intendevo dire che regola il colore, non la dinamica che viene registrata dal sensore. “ Tuttavia il mapping di tipo scene referred di CameraRAW sulla luminanza è affidata a una curva gamma che è stabilita in modo arbitrario. Può essere modificata a piacere, ma non è mai estrapolata da un target. „ infatti o purtroppo, spesso i software out-board modificano l'intento delle case e questo complica le cose sia in pratica che in teoria. “ Ma anche un quel caso il processo creativo lo ha fatto chi ha implementato gli algoritmi della macchina „ In teoria il software della fotocamera cerca di linearizzare quello che è la curva dinamica della luce ripresa ... io non parlerei di processo creativo, ma di strumento di registrazione (il processo creativo lo lascerei agli Artisti e a i Creativi). |
| inviato il 22 Agosto 2015 ore 22:45
Il problema è che al variare della luminanza varia anche il colore; nello spazio Lab, ad esempio, la traslazione di L* non è neutra. Questo perché lo spazio Lab è imperfetto. Ne consegue che solo un profilo che implementi il mapping di L* possa essere effettivamente colorimetrico. Infatti una profilazione DNG non è sufficiente nella riproduzione di opere artistiche. |
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