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La saturazione delle immagini e l'apertura delle ombre


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avatarsenior
inviato il 18 Agosto 2015 ore 21:39

Vi prego, basta parlare di sensore, dinamica, ombre... si parlava di fotografie...

avatarsenior
inviato il 18 Agosto 2015 ore 21:52

Fpiange, quindi il titolo del topic non ha niente a che vedere con il suo contenuto?

avatarjunior
inviato il 18 Agosto 2015 ore 23:10

Tocchi un tema interessantissimo in questo articolo.
Con l'avvento del digitale, e con Internet che ormai ci può mettere istantaneamente in contatto con una comunità globale di fotografi, siamo in un certo senso bombardati di immagini. Come si fa, in un tale mare, ad emergere e a non essere una goccia come le altre?

Di certo non affidando il valore delle nostre immagini al puro "tasso tecnico", che, essendo un dato oggettivo, si basa su regole e criteri uguali x tutti.

Forse, se posso dare una mia interpretazione delle tue parole, dovremmo riabituarci a guardare le immagini, prima ancora che a scattarle, con un po meno cervello e un po' più di cuore.

Non ho ancora caricato immagini nella galleria... Mi hai dato lo stimolo a caricare qualcuna di quelle che richiedono un po di coraggio... di quelle dove qualche difetto tecnico è evidente e che tendono a piacermi ma ad essere stroncate dalla critica formale ;-)

avatarsenior
inviato il 18 Agosto 2015 ore 23:12

Mi riallaccio ai contributi di Caterina, Fortunato, Max, Luca. Ringrazio tutti gli altri, naturalmente, e mi scuso se non ho il tempo per rispondere a tutti.
Il mio scopo, nell'aprire questa discussione, non è quello di stigmatizzare una certa tendenza di cercare l'ultra definizione, il tutto perfettamente visibile. Quello che mi preme sottoporre a riflessione è l'importanza di superare certe priorità che ci portano a dare alla tecnica un ruolo che non è il suo. Quello che sta alla base di una buona fotografia è il pensiero del fotografo. La tecnica serve solo a tradurre quel pensiero in immagine. Sembra ovvio!
Affidarsi solo alla tecnica, difficilmente porta lontano. E non è neppure detto che l'ultradefinizione sia per se stessa un errore. Basta guardare i paesaggi di Sugimoto. Per lui l'uso di macchine di grande formato e di stampe perfette di misure notevoli sono funzionali all'idea, alla poetica dell'autore, non un semplice espediente di spettacolarità. Alle volte un solo gradiente di saturazione o di contrasto possono stravolgere la "traduzione" in immagini delle nostre idee.
Per tornare a noi, nemmeno le ombre chiuse e gli sfocati sono garanzia di risultati. Il pericolo di manierismo è sempre latente.
Quello che ci può portare a buone immagini è solo la profondità di pensiero (la cosa più difficile) senza preoccuparci se da quella profondità autentica scaturiranno immagini ultra definite o sfocate e sature di ombre.

avatarsenior
inviato il 19 Agosto 2015 ore 0:35

Seguo con interesse.

avatarsenior
inviato il 19 Agosto 2015 ore 1:31

Franco, non ci sono errori, ma gusto e consapevolezza. Io credo che molti di quelli che esasperano la nitidezza, ed il dettaglio sono convinti di ottenere immagini molto piú tridimensionali, ma di fatto, appiattendo i contrasti e togliendo gradualitá nella nitidezza/definizione, ottengono l'effetto contrario. Si torna al bidimensionale.

Saturando a tutto tondo, si crea semplicemente una bomba post nucleare, non si spettacolarizza un bel nulla, perché se saturo tutto allo stesso modo (zone in ombra e tutti gli altri toni) perdo gran parte le sfumature, che fanno decisamente la differenza e rendono l'immagine altamente ricca e spettacolare.

Ecco il paradosso di cui parlavo. E l'importanza di acquisire consapevolezza in merito a ció che si sta facendo.

La tecnica é ben altra cosa. E' necessaria, ma se dietro non ci sono un'idea e gusto artistico, al massimo possiamo parlare di conoscenza degli strumenti. ;-)

user12181
avatar
inviato il 19 Agosto 2015 ore 15:52

Come insegnavano e praticavano gli "Old masters", per il paesaggio continuo in genere a cercare la massima nitidezza su tutta la foto, anche con gli stack, quando sono in grado. Per i close up 1:1 mi sono ormai rassegnato ad avere quasi tutto sfocato, con piacere devo dire...
Non mi dispiace affatto essere al servizio delle mie modeste capacità tecniche.

avatarsenior
inviato il 19 Agosto 2015 ore 22:40

Ancora una volta non posso che quotarti Fortunato.
In particolare sottolineo che quando parlo di "pensiero" del fotografo intendo essenzialmente ricerca di gusto e consapevolezza di quello che andiamo a fare.
E questo vale per qualsiasi genere di fotografia.

avatarsenior
inviato il 20 Agosto 2015 ore 9:10

Il mondo odierno appartiene a quella che di solito viene classificata come "era digitale".
Il tempo scorre veloce come non mai, i giorni sono diventate ore, le ore minuti ed i minuti "secondi".
Tutto è "digitalizzato": il pensiero, l'arte, la cucina, la politica, i giochi...e ovviamente la fotografia.
C'è una tendenza irreversibile all' adeguamento, al livellamento delle coscienze. L'innovazione viene imposta, non si sa bene da chi. La massa si adegua a quella che è la moda del momento, internet ed i nuovi media fanno da cassa di risonanza.
Ci sono persone che, in virtù del fatto di aver postato 500 immagini su facebook e 1500 immagini su flickr, si sentono fotografi affermati...credono di avere scattato capolavori solo per il fatto che le loro foto hanno 198745 "mi piace".
Va tutto bene, per carità...ma credo che sia veramente difficile parlare di "cultura fotografica" oggi.
Prima si imparava sul capo, con l'esperienza, magari seguendo qualche membro dei vari circoli fotografici sparsi un po' per ogni dove durante le proprie sessione fotografiche. Spesso occorrevano anni, il tempo scorreva lento...i giorni erano "giorni", le ore erano "ore", i minuti erano "minuti"...ognuno costruiva il proprio percorso, molti abbandonavano la fotografia perché scoprivano che in realtà la propria passione era seguire la propria squadra del cuore nelle proprie trasferte o magari amavano "vivere" il mare, piuttosto che fotografarlo...e allora vendevano l' attrezzatura e compravano una barchetta per andare a pesca...
Oggi la maggior parte degli appassionati alla "fotografia" sono figli del web...la passione magari è sbocciata ammirando un HDR ultraipersaturo di colori sul proprio profilo facebook, da li la voglia di fare qualcosa si simile...e nel giro di pochi mesi il nuovo "appassionato" si iscriverà a millemila forum chiedendo "pubblicamente" quale attrezzatura è più congeniale al proprio modo di fotografare (non si sa bene quale)...e acquisterà obiettivi ultraluminosi che nel giro di pochi mesi rivenderà perché non metteranno a fuoco correttamente...allora cambierà corpo macchina, l' ultima uscita con 300mpx...ma si accorgerà che i files che sforna pesano 20GB l'uno...e allora dovrà cambiare PC, perché il suo è vecchio...l'ha preso ben 8 mesi fa ma è non ha abbastanza RAM.
Guardando le foto della sua nuova "bestia" (fotocamera) sulla sua nuova "astronave" (PC) si renderà conto che i colori del suo HDR ipersgargiante riprodotti dal suo monitor non sono quelli che lui vorrebbe...che fare, allora? Ma ovvio, si compra uno schermo EIZO professionale da 2000 caffè, profilandolo a dovere...
Quindi, convinto di aver sostenuto l'ultima spesa "necessaria" per coltivare il proprio hobby, stamperà la sua foto per farla ammirare dalla moglie e dalla suocera...e...sorpresa!! I colori in stampa non sono come quelli a monitor...possibile?Eeeek!!!Eeeek!!!
Occorre chiedere "lumi" a chi ne sa più di lui...ed eccolo nuovamente collegato alla rete, che pone la domanda sui vari forum...sente allora parlare di "spazio colore", "profilo colore", "Srgb", "ProPhoto"...preso dallo sgomento, deciderà di acquistare una stampante professionale...ma viene preso dall'angoscia quando si sente dire dalla cassiera "la sua Carta di Credito non viene accettata..."...MrGreen
Si fa per ridere, ovviamente...ma questa parodia un po' rappresenta quello che oggi "è" la fotografia...

avatarjunior
inviato il 20 Agosto 2015 ore 11:13

Interessantissima discussione, forse con dei confini poco 'nitidi' (eheh). Si può spaziare in mille interpretazioni di nuclei diversi.
Io vi scrivo da persona che persino alle domande più complesse cerca sempre di trarne un profilo minimalista, quindi vi dico in cosa, secondo me, molte volte pecchiamo:
a voi capita mai di vedere per la prima volta una vostra fotografia appena caricata su pc e chiedervi
"...mmmm, piacerà?"
anteponendo la domanda a il
"...mmmm, mi piace?"


avatarsenior
inviato il 20 Agosto 2015 ore 11:27

Io quando metto le foto, solitamente piacciono a me e cerco, tramite pp, soprattutto a quelle in b/n di dare il sapore e la sensazione che ho provato in quel momento .

Non ci sono ancora riuscito, le mie foto non piacciono, ma francamente me ne sto facendo una ragione pensando di dover migliorare:-)

avatarjunior
inviato il 20 Agosto 2015 ore 11:56

" Quante discussioni abbiamo letto poi sulla capacità dei sensori di aprire le ombre e svelare quello che sfugge anche all'occhio umano?"

Confesso di essermi un po' annoiato e non sono andato fino in fondo alla lettura Sorry ma un punto in particolare ha attirato la mia attenzione e non ce l'ho fatta a sorvolare.. magari sbaglio, ma per come la vedo io, i dettagli sfuggono al sensore, non all'occhio umano. L'occhio umano, a differenza del sensore della macchina fotografica, riesce a bilanciare e distribuire bene la quantità di luce in ogni parte dell'inquadratura, cosa che, appunto, il sensore non sono in grado di fare.
Chiedo scusa se qualcuno a già sollevato la questione ma non avevo nessuna voglia di leggere tutti i commenti MrGreen

avatarjunior
inviato il 20 Agosto 2015 ore 12:40

Secondo me ognuno ha una sua strada coi vari step da percorrere. Chi è nella sua fase di foto "artistica", chi iperrealista, chi di pura documentazione, chi di semplice fatto estetico ecc ecc....non necessariamente in quest'ordine ovviamente.
Io sto ancora cercando un mio stile, il mio modo di fotografare non esprime ancora appieno ciò che ho in testa.

Mi piacerebbe però fare un questionario sul forum: al di là dei commenti, dei mi piace, e delle visite, quanto, ognuno di voi, guarda una determinata foto? Intendo dire per quanto tempo rimane a guardarla. Penso che sia una cosa essenziale, e penso anche che al giorno d'oggi non si guardi una foto (nella maggior parte dei casi almeno) per più di 10 secondi.


avatarsenior
inviato il 20 Agosto 2015 ore 13:17

E' come il cibo da fast food con salse e ketchup.Ma se a certe foto togliessimo il colore?Quella spinta in piu' delle elaborazioni varie?Perchè le ombre non sono aperte?Si dice che l'elaborazione è minima,è il sensore(che poi fino a ieri non serviva) "e non passo nemmeno in ps",che è diffcile.Via la digitale e mettiamo su una bella velvia,per vedere i contenuti.Quello che emerge è un effetto ,contagioso in fase di lettura,poi se lo fa Gino o Nicola ohh,poesia...se lo fa l'Ernesto non so.Dal lato opposto mi avevano colpito alcune foto presentate su un sito di una esposizione:foto naturali,luce alta,visione verso l'oggettivo,ma con un minimo di gusto e interpretazione, e il pensiero è che l'intervento dell'autore sia lieve.
ciao;-)

avatarjunior
inviato il 20 Agosto 2015 ore 14:11

Dico la mia..
Se guardiamo fissamente al passato potremmo soffrire di passatismo o se guardiamo troppo agli aspetti tecnici risuteremo piatti, noiosi.
Il punto centrale è il metodo e anche il modo. Perdonatemi il latinismo: est modus in rebus.
Il fanatismo che sia associato all'ipertecnicismo, alla ostinata ricerca di un messaggio da trasmettere o al vintagismo, va combattuto.
Mi è capitato qui di imbattermi in profili di coloro che vengono definiti saggi della fotografia; molto spesso il messaggio che trasmettono è principalmente di sapienza tecnica e al contempo di sterilità comunucativa in particolare modo l'ho notato nel nudo femminile. Non credo personalmente sia una buona cosa. Si pone un'ulteriore questione - sempre attinente - ovvero quella di una mancanza di idee e di sensibilità che oggi viene non abilmente sopperita dalla tecnica o dal soggetto ritratto (come se il soggetto fosse il lasciapassare per una foto decente!).
L'invito è sempre quello di andare oltre, di ricercare continuamente spunti e non essere mai uguali a se stessi così in tranquillità potremo parlare di apertura delle ombre!

Che cosa ne pensi di questo argomento?


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