user62173 | inviato il 17 Agosto 2015 ore 15:02
Niente di particolare. Un po del mio mare...da riportare su con me. Una foto in particolare, ispirata ad una di Jeronim. Moonsaling. |
user67843 | inviato il 17 Agosto 2015 ore 15:04
Nn fare il timido, fà vedere! |
user62173 | inviato il 17 Agosto 2015 ore 15:07
No basta postare foto sviluppate solo on camera. Appena rientro...la posto. Ho anche uno splendido tramonto siculo sulle barche da pesca ormeggiate a riva. E una Street in B/N significativa. Avrei voluto fare migliaia di scatti.. ma non sempre si riesce a fare quello che si vuole. |
| inviato il 17 Agosto 2015 ore 15:10
L_perro, qui nessuno ha capito quello che hai scritto, purtroppo bisogna volare bassi per farsi notare, pienamente d'accordo con quanto hai scritto...Felix dixit!!! |
user67843 | inviato il 17 Agosto 2015 ore 15:19
“ Sarebbe comunque bello parlarne davanti a quattr'occhi davanti una bella birra. „ Questo sarebbe bello :) PS Niente male la tua serie "Agosto" |
user46130 | inviato il 17 Agosto 2015 ore 15:22
@Domenik... non ti preoccupare... non l'ho capito neanch'io! |
| inviato il 17 Agosto 2015 ore 15:24
I fotografi sono una brutta razza!!! :-) |
| inviato il 17 Agosto 2015 ore 16:12
Leoconte: “ è assolutamente tutto soggettivo: la risposta è giusta, penso anche per Jeronim. „ I-felix: “ Dici che Jeronim converrebbe sul fatto che è tutto assolutamente soggettivo ?!! „ Leoconte: “ Ma certo, ci scommetto. „ ... Jeronim: “ Prenderemo atto che la fotografia, come l'arte, è, per fortuna, un mistero insondabile. Mistero ambiguo da cui fa pericoloso capolino lo sterile e comodo relativismo de "i gusti sono gusti". „ Direi di no, nemmeno lui. |
| inviato il 17 Agosto 2015 ore 17:11
Da qui in poi chi interpreta in modo errato il mio pensiero si becca una querela (si scherza eh!). Nelle ultime pagine l'unico che ci è andato un po' vicino è L_perro (ma non si vince niente ). Quello che penso è sintetizzato qui sotto: “ Da sempre spuntano dovunque nel forum richiami come : "i gusti sono gusti e non si discutono", "quello che non piace a te, piace a me", "in fotografia è tutto soggettivo" etc. La frequenza con la quale leggo interventi simili va aumentando al punto da convincermi che sia quanto mai necessario fare un po' di chiarezza ed affrontare il tema della soggettività più in profondità (leggermente eh!) perché arroccarsi su posizioni superficiali porta solo ad un percorso senza uscita. Vi chiedo perciò di liberarvi per un attimo dai preconcetti dei luoghi comuni e, se vi va', di continuare nella lettura. La critica, il "mi piace" o non "mi piace" soggettivi nascono da un fattore di sensibilità e gusto individuale. È una cosa istintiva e del tutto naturale. Sarebbe però ridicolo pretendere che il nostro giudizio abbia valore per tutti. Capirete perciò facilmente che un'interpretazione della critica così semplicistica, direi "talebana" che si esaurisce nella nostra opinione personale, non potrà che portare a tanti giudizi diversi quante sono le teste che li esprimono. Dunque, il trionfo della soggettività tout court? Purtroppo c'è chi si accontenta, si ferma qui e non si pone altre domande. Ce ne sono molti nel forum. Mi dispiace sinceramente, perché è il passo successivo che potrebbe consentire loro di crescere e cominciare a comprendere di che stiamo parlando quando si discute di critica fotografica. E non mi riferisco chissà a che critica colta, penso anche ai semplici commenti, ai "mi piace" che tanta importanza hanno nel forum. Le domande dovrebbero, viceversa, sorgere spontanee: Come decidere che una poesia di Montale è arte mentre una mia filastrocca no? Perché Caravaggio, Dante, Bach, sono considerati dei grandi mentre di altri non si ricorda nemmeno il nome? Chi l'ha deciso, se il gusto individuale vale sempre 1? Come uscirne allora? La soggettività, il nostro gusto, dovrebbero essere solo il terreno fertile sul quale piantare quei germogli che ci potranno indicare la strada per costruire il nostro mondo estetico/espressivo, e consentirci di porre dei paletti, dei punti fermi, alla nostra soggettività. Germogli che prendono il nome di sensibilità, autenticità, studio, pratica, conoscenza, cultura. Il gusto, il nostro, si confronterà con tutti gli altri, alla ricerca di quei "paletti" oggettivi che ci consentiranno di riconoscere Michelangelo, universalmente, come un grande. Se vogliamo uscire dall'impasse della soggettività talebana non c'è altra possibilità che quella dell'individuazione, della ricerca e dello studio di valori estetici ed espressivi condivisi o da condividere. Ed è proprio la condivisione dei valori riconosciuti che crea la cultura, anche in campo artistico e, per stare a noi, fotografico. Se poi il singolo preferirà sempre il pittore sotto casa a Picasso, nulla di male, basta avere la consapevolezza che quel giudizio avrà lo stesso peso della sua, praticamente inesistente, possibilità di essere condiviso. Dunque la ricerca individuale (anche) di una base di oggettività è la via maestra per acquisire strumenti critici? La risposta è si, tenendo presente che all'oggettività, in materie artistiche, ci si può avvicinare senza però mai raggiungere la meta. E allora, mi direte, perché tanta fatica? Perché se l'arte, la creatività espressiva, sono un mistero, non esiste modo più esaltante per cominciare a comprendere qualcosa e tentare di avvicinarsi il più possibile alla sua soluzione. L'alternativa è percorrere i sentieri del nulla proclamando: "a me Van Gogh non piace" e rispondere a critiche e domande con una spruzzata di aria fritta condita da "ma a me piace così!". Ma perché? Perché "mi piace!" Un saluto a tutti. Franco „ Tutto qui. Credo non sia difficile da leggere e da capire. Se non siete d'accordo, ben per voi, ma altro non so che dirvi. |
| inviato il 17 Agosto 2015 ore 18:02
Comunicazione: trasmissione a doppio senso, strutturata come combinazione di un input (messaggio trasferito dal comunicatore al target) e di un feedback (messaggio di ritorno dal target al comunicatore). Ciascuno lo dica alla sua maniera, ma più o meno è così. Il processo di trasmissione a senso unico di un messaggio si chiama informazione. Il giornale informa (lo leggo e l'editore non ha riscontro di cosa ho recepito), idem la televisione. La pubblicità comunica (qualcuno mi manda un messaggioo e io rispondo comprando o non comprando, e il comunicatore se ne accorge perchè le sue vendite salgono o stagnano). Finchè parlo con mio nonno la comunicazione è un fatto privato, ammesso che mio nonno senta il mio messaggio nonostante l'Amplifon e che io capisca il suo nonostante sia senza dentiera... Quando coinvolge una pluralità di soggetti diventa dominio delle scienze sociali e soggiace alle stesse regole, comprese quelle della statistica. Dal proprio punto di vista rimane un fatto soggettivo, un osservatore esterno può ricavarne dei dati non oggettivi, ma condivisi e quindi di validità generale (NB, generale e non assoluta). La critica è proprio l'esercizio competente del ruolo di osservatore esterno: non consiste nella sensibilità di leggere significati che sfuggono al popolo bue (resterebbe un esercizio di valore soggettivo e non generale), piuttosto nella capacità di sintetizzare la condivisione di messaggi e feedbacks che costituiscono la comunicazione artistica in prospettiva sociale e non soggettiva. In queso senso la critica non definisce ex cathedra valori e gerarchie, si limita semplicemente a rilevare i contenuti condivisi di un espressione comunicativa. Viene a questo punto da domandarsi come mai i critici non siano sempre e costantemente d'accordo!! Secondo me ci sono due valide spiegazioni: la prima è che possono benissimo essere contraddittori i valori ampiamente condivisi che scaturiscono da un processo comunicativo. Basta prendere come esempio un fatto tutt'altro che artistico, quale il dramma degli immigrati che attraversano il mare. Di fronte allo stesso messaggio, un'ampia parte del target afferma che vanno accolti e aiutati e una parte altrettanto ampia propende per respingimenti e linea dura. Non è che la critica - ruolo in questo caso ricoperto dalla politica - sia in contraddizione con se stessa, sono contraddittori i feedback. La seconda ragione è che la critica, come tutte le attività umane, non è esente da supponenza, presunzione, inettitudine e malafede. |
user20639 | inviato il 17 Agosto 2015 ore 18:03
Fableo: Del tutto chiaro, che tutto è soggettivo. L'indiano sa bene questo aspetto dell'arte e di tutti gli inconsci personali, è chiaro che siamo tutti unici e irripetibili. Però, bisogna immaginare il Web..... Un luogo dove il non senso, dovuto all'inesperienza o alla faciloneria e alla velocità, si trincea e mette radici, dietro frasi, come: i gusti sono gusti. Mentre, è chiaro, nell'immagine, che è una emanazione personale della coscienza: non è presunzione chiedere e chiederci il significato di quello che otteniamo. Già, con questa semplice domanda personale, molte immagini che non hanno senso: sarebbero auto eliminate dalla volontà di essere proposte, appunto, dalla nostra auto critica. Per lui, il comodo relativismo, è il non pensare, non sforzarci di indagare sulle foto-azioni che produciamo. Ma se prendiamo il relativismo in senso filosofico della vita reale, allora, è tutto relativo, appena cambia il punto di vista...Ecco, abituarci a guardare in senso critico e l'auto critica, induce a comprendere meglio e a produrre immagini più significative, oltre ad ottenere un quadro migliore della realtà circostante. Siamo sempre stati in sintonia su questo. Sono altri punti dove non c'è accordo, ma alcuni sono chiariti. Scusate, non è questo il trend per approfondire queste differenze. Mentre stavo scrivendo, il discorso è andato avanti, mi scuso. |
| inviato il 17 Agosto 2015 ore 18:22
@Andrea Ferrari Le tue parole sono una boccata d'aria fresca! Spero ti leggano.... @Leoconte Leo, scusa, la fai difficile ma se non ho interpretato male, direi che ci siamo, anche se la tua è una prospettiva diversa. @tutti gli altri beccatevi il mio ultimo intervento sul topic sulla soggettività. Vi prendo per stanchezza ! A parte gli scherzi mi sembra ancora più chiaro. E' solo il mio pensiero eh! Vedete voi. “ "Siamo in chiusura della discussione e ancora molti non vogliono comprendere che il discorso a cui tengo è molto semplice. Complesso sarebbe piuttosto cercare soluzioni ai problemi che ho posto. Ma qui non mi sono mai addentrato in quel terreno. E dopo il "successo" di questa discussione, sinceramente, non credo che, in tempi brevi, avrò voglia di affrontarlo. Per l'ultima volta: Non si tratta di decidere se la fotografia è oggettiva o soggettiva! E' una stupidaggine! Non so più come dirvelo.... La fotografia che voi scattate è SEMPRE soggettiva! La ricerca di oggettività (che non si raggiungerà MAI come la soluzione di un'equazione!), entra in gioco nel momento in cui sottoponete i vostri lavori al giudizio degli altri (o commentate le loro fotografie). In questa fase, se vogliamo parlare di qualcosa, è necessario trovare elementi critici che ci permettano di costruire un giudizio condiviso. E' quello che, da sempre ed in ogni campo, fa la critica. Se la storia della nostra cultura è stata scritta da Raffaello, Michelangelo, Leonardo etc. (ma potrei portare esempi anche citando fotografi) è perchè il valore della loro opera è stato studiato criticamente e universalmente condiviso ed accettato. Si è arrivati quindi a concludere che Michelangelo è "oggettivamente" un grande nell'arte anche se a Tizio può, soggettivamente, non piacere. Tornando a noi, con la soggettività da bar sport de "tutti i gusti sono gusti", tanto di moda qui, questo percorso critico non solo non si può intraprendere, ma viene bloccato sul nascere. Fin qui è l'asilo. Alle elementari bisognerebbe cominciare a domandarsi come iniziare ad intraprendere un percorso critico. Ed è quello che speravo innescasse il dibattito. Purtroppo però, la maggioranza non vuole uscire dall'asilo e a me non resta che prenderne atto e scusarmi per aver affrontato temi così complessi. Un saluto a tutti ed un grazie solo a coloro che si sono sforzati di capire ed hanno contribuito con serietà. Franco" „ |
| inviato il 17 Agosto 2015 ore 18:42
Ah ho capito ! Se uno critica una mia foto dico " i gusti sono gusti " ecc. Se insiste lo blocco guardo le sue foto lo scherno per il suo nome e critico ferocemente i suoi lavori ... ( tanto non mi può rispondere???) e apro la porta solo a chi mi mette mi piace ed è gentile nei suoi commenti ,poi io ricambio mettendo mi piace ( anche senza guardare cosa a pubblicato) scusate ma sono un neofita e ho capito solo ora. |
| inviato il 17 Agosto 2015 ore 18:51
In effetti Eugenio spesso va proprio cosí |
| inviato il 17 Agosto 2015 ore 18:55
Provo a sintetizzare: ciascuno ha il diritto di esprimere il proprio parere in base al proprio gusto, ma prendendosi l'onere di argomentare e più è netto il giudizio più dovrebbero essere solide le argomentazioni. "tutti i gusti sono gusti" è la scusa di chi parla a vanvera e il resto del mondo è autorizzato a fregarsene di ciò che dice. |
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