user39791 | inviato il 04 Marzo 2015 ore 13:23
Sono nato fotograficamente parlando nell'era dell'analogico Manual Focus, precisamente sotto al segno della diapositiva. Ho avuto una crisi mistica che mi ha fatto perdere quella dell'analogico autofocus, per ritornane alla fotografia in piena era digitale. In pratica sono passato da una Canon F1 a una Canon 20d. Però le due ere fotografiche hanno condiviso la passione per quel genere che si identifica con il reportage e la street. Altri tipi di foto non mi vengono proprio, se non durante qualche viaggio dove posso imbattermi in un bel paesaggio o in ragazzino che fa surf. Allora il mio istinto mi fa scattare anche quelle foto, ma sono foto non dico "minori" ma accessorie. |
user12181 | inviato il 04 Marzo 2015 ore 15:04
Per me la fotografia è un modo, direi il modo, di entrare in contatto multisensoriale con la natura in montagna, cioè quella più primordiale. La fatica fisica e psichica che devo mettere per arrivare in solitudine e la cura nel comporre, mettere a fuoco, aspettare per ore (se è il caso) la luce decente, cogliere l'intervallo tra le raffiche di vento, determinano una sorta di adeguamento alla natura (il termine migliore che mi viene in mente non è italiano ma tedesco: "schmiegen" che contiene anche il significato di flessibilità e quasi sinuosità, un adattarsi a una realtà caratterizzata da curve e ondulazioni), tutto sul piano sensoriale, senza mediazioni intellettuali. E' quel che ho creduto di leggere un paio di anni fa in un passo di Thoreau in Maine Woods, Ktaadn (probabilmente lo fraintendo, ma per ora non importa), che poi ho scoperto essere celebre: "What is this Titan that has possession of me? Talk of mysteries! - Think of our life in nature, - daily to be shown matter, to come in contact with it, - rocks, trees, wind on our cheeks! The solid earth! the actual world! the common sense! Contact! Contact! Who are we? where are we?" L'immagine fotografica ottenuta ovviamente passa in secondo piano, pur restando molto importante per me può apparire inesorabilmente banale sia agli altri sia a me, quando la rivedo dopo un certo tempo. |
| inviato il 05 Marzo 2015 ore 8:08
Grazie per i preziosi suggerimenti Paco. In effetti il primo rappresenta uno dei nodi principali che riconducono alla mia situazione, ma anche l'idea di provare a contestualizzare oggetti, persone e forse situazioni é molto valida per crearsi uno spazio mentale da cui estrapolare idee e piccoli obiettivi su cui lavorare e aprire la mente. Grazie di nuovo e avanti con i Topic di questo tipo, molto più interessanti di eterne discussioni sulle attrezzature. |
| inviato il 05 Marzo 2015 ore 10:31
era un gioco (serio) ed è diventato un lavoro (purtroppo serio) . Prima ero più libero di fare foto per passione ed adesso non ho più tempo ma ho capito quante pippe inutili mi facevo prima sulla fotografia. Adesso spendo il mio tempo in modo più consapevole anche se con memo romanticismo. |
| inviato il 05 Marzo 2015 ore 11:03
@Michelangelo ti capisco, ma non condivido le pippe. Non in ambito fotografico, anch'io oggi mi mantengo con qualcosa che una volta era un hobby. E, sebbene mi piaccia, sono inevitabilmente passato da "qualcosa che mi piace fare" a "qualcosa che so fare" (e che per fortuna mi piace anche fare...), ma il piacere è passato in secondo piano. Ciò non toglie che quel che mi manca son proprio quelle che definisci pippe. |
| inviato il 05 Marzo 2015 ore 15:04
Domanda per chi ha aperto il thread ed un pò per tutti: Aprirne uno sulla nascita del nostro rapporto con la fotografia, ovvero sul perchè la fotografia e non il clarinetto, o la ginnastica artistica, o la pittura, ha senso oppure è meglio parlarne qua? E in generale, è cultura critica e lettura o è tecnica in generale? |
| inviato il 05 Marzo 2015 ore 16:50
Shambola, per me potremmo anche parlarne qua. Mi piacerebbe aprire una discussione, io ho provato a cogliere il senso delle esperienze di ognuno ma gli altri si sono limitati ad esporre la loro e basta. Mi spiace, sarebbe un'occasione persa. In realtà, più che critica e lettura la butterei sul romantico/psicologico..... La fotografia può essere una terapia fortissima e può aiutarci in molte situazioni di difficoltà. E proprio i grandi artisti l'hanno utilizzata per esprimere i propri disagi e quindi come terapia.... leggetevi la storia di Francesca Woodman ad esempio. Quindi sarebbe bello parlare del nostro rapporto con la fotografia, come la viviamo, cosa proviamo quando la pratichiamo. Ad esempio, il giorno prima di un set, io dormo poco, mi sveglio sempre un'ora prima della sveglia, non mi capita mai altrimenti!!!! E' un'energia positiva che considero il carburante dell'anima..... Quindi confrontiamoci, parliamone, non limitiamoci solo a parlare di noi..... |
| inviato il 05 Marzo 2015 ore 19:37
Eccomi Paco, come avevo promesso, a parlare di me e della mia storia fotografica... Il mio inizio è come spesso accade quasi casuale:metà anni 80, ai tempi delle superiori, ho un parente poco più grande di me che ha un negozio di fotografia con annessa camera oscura e eliografia...è un vulcano e lavora tantissimo con gli architetti (siamo a Venezia, lavoro all'epoca ce n'era tantissimo). Inizio ad aiutarlo nei pomeriggi d'inverno, prima con gli scatti e tenendo le luci, con l'eliografia e la camera oscura. Faccio qualche lavoretto per lui ma l'attrazione più grande è la luce rossa, il tirar fuori il positivo dal negativo...e così in cambio dei lavoretti ho libero accesso alla sua camera oscura dove ovviamente aiuto anche lui... Arriva cosi il servizio militare e anche lui sono fortunato: il fotografo di reggimento è congedante e il posto diventa mio durante il CAR: per 10 mesi seguo gli esploratori anfibi in tutte le loro simulazioni di guerra, anch'io con la mia arma personale ovvero una F3 datami in dotazione dall'esercito con la quale immortalo simulazioni spettacolari che in un paio di occasioni arrivano anche ad essere pubblicate dal Gazzettino di Venezia...sempre in B&N e sempre sviluppate e stampate nella camera oscura della caserma. Alla fine del militare il black out: Alberto (il mio parente fotografo) si è spostato a Treviso e lavora molto su Milano con ottimi risultati ed io non ho il coraggio di fare un salto nel buio: inizio a lavorare nel settore del turismo e smarrisco totalmente la strada della fotografia. Ci riprovo più volte ma le prime compattine digitali e una bridge Canon non mi danno nessuna soddisfazione. La svolta nel 2008: mia moglie mi regala per i miei primi 40 anni la D90 senza sapere a cosa sta andando in contro scopro il RAW e torno a fare quello che più mi piaceva ovvero sviluppare le foto che porto a casa; probabilmente non ho un grande occhio artistico/fotografico ma mi diverto un sacco con la camera chiara. Da un paio di settimane c'è stata una nuova svolta: per vari motivi ho scelto di passare a XT-1 e mi sembra di essere tornato indietro negli anni 80 Ora vorrei solo trovare una stradina da seguire: guardando le foto di Ale Bergamini, quelle di Ulysse o leggendo quello che scrive Paco mi rendo conto che mi manca alla base un progetto che alimenti la mia possibilità di crescere ed è proprio quello su cui sto cercando di lavorare, anche se mi risulta molto difficile vista la miriade di impegni che ha un marito/padre/lavoratore...sapendo benissimo poi che la natura non mi ha sicuramente regalato l'occhio del fotografo, ma forse un po' di mano dello sviluppatore si Infine, e poi chiudo, mi piacerebbe molto trovare qualcuno un po' più bravo di me (ovvero praticamente tutti voi...) con cui avere un confronto schietto e sincero , che mi dicesse se c'è qualcosa di buono da tenere nei miei scatti e quello che veramente non va. Purtroppo in tanti anni di vari forum non l'ho mai trovato. Si trovano dei mi piace ma mai dei NON MI PIACE e questo è un altro motivo non mi sta assolutamente facendo crescere Roberto |
| inviato il 05 Marzo 2015 ore 19:54
@Shambola mi sono espresso male scusa, hai ragione; in realtà la penso come te. ma quando lo facevo solo per passione spendevo moltissimo tempo nella teoria e nella frequentazione del forum ma solo nell'intento di sperimentare in modo più consapevole; La mia critica è alla ridondanza delle discussioni che nella loro serialità appagano lo spirito con una qualità minore di esperienze e conoscenze. Io ho speso fiumi di parole nel forum per imparare e spiegare agli altri quello che ho imparato e questo ha condizionato anche il mio approccio alla fotografia. In questi tre anni ho fatto oltre 200 mila scatti e questo non è assolutamente sintomo di bravura o altro perchè non dice nulla se non il fatto che alle parole segue molta pratica e anche un mulo come me qualcosa ha imparato :) Quindi per Pippe intendo quello, qualcosa che pur esistendo per appagare solo lo spirito lo fa senza originalità e si ripete sempre uguale. |
| inviato il 05 Marzo 2015 ore 20:02
Hai ragione Paco, credo proprio (il sottoscritto in primis) che non si sia colta l'anima del tuo post...chiedo venia per averne approfittato nel modo inappropriato (in genere le proprie paranoie mentali non interessano ad altri). Ora non ho tempo ma in seguito vorrei riportare anche le mie sensazioni sui giusti binari della discussione che hai aperto. |
| inviato il 06 Marzo 2015 ore 10:45
Rey, non ti devi scusare, ci mancherebbe! Hai fatto quello che hanno fatto giustamente tutti, si sono presentati. Ora se vogliamo possiamo fare un passo in avanti confrontandoci. |
| inviato il 06 Marzo 2015 ore 15:08
E allora integro la mia risposta con la genesi (no, non quella di Salgado) del mio rapporto. Ovvero perchè la Fotografia e non il Disegno o altro. Per un errore di valutazione !! Il dono della sintesi non è mai stato il mio punto di forza, e la lunghezza delle mie comunicazioni è una cosa cui faccio molta attenzione per evitare di diventare eterno. Oggi quando scrivo poi rileggo, taglio, condenso, ma non farei fatica a riempire pagine e pagine. La scrittura quindi non mi aiuta a limitare il mio "difetto" a meno che non si tratti di Twitter, che mi obbliga a stare in un numero fisso di caratteri. La musica allo stesso modo ha una durata, e farei fatica a capire quand'è il momento di fermarmi. Il Cinema... peggio che mai! La trama si sviluppa nel tempo, e anche in quel caso avrei assecondato la tendenza che vorrei limitare. La fotografia invece... beh, ho pensato, devo stare in determinate dimensioni, è perfetta perchè non posso dilungarmi. Lo sarebbero stati anche la pittura ed il disegno, ma ahimè sono negato, quindi mi sono dedicato a quest'arte che mi obbligava a dir tutto con UNA immagine.... ...Tranne poi scopire che una foto può essere sintetica ed un'altra prolissa. Ma questo profondo errore di valutazione era dettato dall'ignoranza del linguaggio fotografico. Col passare del tempo quel che produco (ad uso prevalentemente personale) è sempre più in sottrazione. Meno cose, meno distrazioni, ultimamente anche meno colore. Persino la macchina fotografica oggi ha "meno". Ha un'ottica sola, fissa e non intercambiabile. E sullo smartphone preferisco instagram ad altri strumenti. Ciò non mi impedisce di dilungarmi troppo lo stesso ma, come dicevo, tutto nasce da un errore di valutazione di fondo... |
| inviato il 06 Marzo 2015 ore 19:11
Presumo che ciò che vedo in quel momento possa essere interessante ( a me piace la Street) Scatto Davanti al pc sviluppo l'idea Quasi mai mi preoccupo dello scatto perfetto. Lo scatto iniziale é sempre un embrione. Mi piace tornare sempre negli stessi posti e cercare di tirare fuori qualcosa di diverso ogni volta |
| inviato il 07 Marzo 2015 ore 14:39
Complimenti a Paco per il 3D, mi piace molto, ed anche per le due foto che ha postato .. Sono in linea con la sua esperienza ed anche molto belle. Ho letto le esperienze anche degli altri utenti ed è bello vedere come la fotografia possa toccare tante persone diverse in tanti modi diversi. In particolare mi piace la foto di Simbad del camper alle saline.. Davvero bella. Vorrei raccontarvi anche io la mia esperienza. Io mi sono avvicinato alla fotografia grazie ad un corso di qualche anno fa all'università di architettura. Devo dire che sono rimasto affascinato prima dalla storia di come è nata la fotografia, poi anche dalle lezioni più tecniche sulla differenza tra compatte e reflex, e quanta creatività ci può essere dietro lo scatto con queste ultime. Ho così acquistato subito la mia prima reflex (canon 1000D in kit 18-55 + 75-300) ed ho cominciato a provar queste due cose sostanzialmente: - foto a priorità di diaframma: aperto (ritratti) chiuso (paesaggio/architettura) - foto a priorità di tempo: lento (panning/mossi) veloce (animali/schizzi ecc..) Già questo poco per me era un mondo nuovo è meraviglioso, mi permetteva di esprimermi rispetto ad una compatta che faceva da se. Poi ho dovuto lasciare per colpa degli esami e della laurea un po, ma appena laureato avevo tanta fame di imparare cose nuove! Ho preso una 6D ed ho formato un corredo adatto a me. Adesso ho già imparato tanto, cose che prima non avrei mai immaginato, ma ho ancora fame e voglio imparare sempre più! La fotografia è diventata un divertimento, uno stimolo a crescere, un modo per fermare il tempo attorno a me (ricordi), una continua sfida, una parte di me. |
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