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Leggere le Foto (metodi e linee guida)







avatarsenior
inviato il 06 Marzo 2015 ore 1:42

A chi si avvicina alla fotografia, non suggerirei mai un saggio, ma piuttosto un romanzo intenso. ;-)
"Leggere" in un certo senso dubito possa arricchire. Molti, inaridiscono.
Non scherzo ;-)

Battute a parte, è chiaro che ci sono (e probabilmente abbiamo) approcci piuttosto differenti nell'accostamento all'immagine. E' pure chiaro che conoscere idee e teorie il suo ruolo ce l'ha. E credimi, di tempo ne ho dedicato a questo.
Ma non arriveremo al Nirvana elaborando i criteri definitivi, su questo ho pochi dubbi.
Non voglio convincerti ovviamente, ma dubito che mi lascerò convincere io del contrario ;-)

user46920
avatar
inviato il 06 Marzo 2015 ore 2:06

Ci credo Francesco, niente Nirvana (non è per tutti) o magari ci sei passato sopra senza accorgertene (MrGreen) ... ho percorso anch'io qualche strada e comunque ho trovato tante cose. Una delle più importanti, è di aver imparato ad imparare ... difficile da insegnare è più facile da imparare.

Conoscere idee e teorie anche di base, semplici, ma l'importante "corrette" o possibilmente senza troppi errori, nel senso che abbiano un senso logico (tipo la questione dell'equilibrio BN o della direzione), un minimo di base su cui guardare il prossimo scatto, non è da sottovalutare: in fin dei conti il tuo percorso ti ha "riempito" di qualcosa che oggi utilizzi, volontariamente o meno (la tua cultura).

avatarsenior
inviato il 06 Marzo 2015 ore 2:17

Esatto Occhidelcigno! ;-)
E proprio perchè, in tutto questo, penso che cose come la "direzione" siano poco interessanti davvero, ti dico che le cose "corrette" sono meno probabili di come sembra, a stabilirsi.

A meno che non parliamo dei mantra che tutti ripetono acriticamente ovunque: allora fare il Bignami diventa facile (anzi, di manualetti ce ne sono già più che a sufficienza: uno compra, legge, sa! ;-) )
Ma personalmente non mi interssa, e il modo in cui cercherò di traferire la fotografia a mio figlio sarà indubitabilmente di altro tipo ;-)

E mi fermo definitivamente, che sennò la discussione si monopolizza ;-)
E ti mando un saluto carissimo
F

user46920
avatar
inviato il 06 Marzo 2015 ore 2:19

Speriamo che non sia un essiccante ... me lo ha regalato un amico del forum e lo condivido volentieri.


Leggere le immagini non è un obbligo ma un onere.


Per arrivare ad una analisi critica ed obiettiva di una immagine fotografica, a riferimento di ciò che scrivo prendo spunto dal libro "Leggere la Fotografia" di A. Pieroni.

Il nostro fine sarà quello di sforzarci per una lettura della fotografia che punti allo studio , ovvero all'analisi e all' interesse generico per tutto ciò che concerne l'immagine.
Dobbiamo quindi trarne un senso, un significato dall' analisi delle stesse.
Il metodo per analizzare le immagini è quello di acquisire più elementi possibili, di ogni tipo, da ogni dove.
Per procedere, tuttavia, bisogna tenere presente qualche schema per semplificarne l'approccio.
Distinguiamo , quindi tre ambiti che affronteremo in dettaglio successivamente. Per farlo mi avvalgo di un piccolo schemino (che ricorda quello dell' insiemistica) con delle aree a forma di fagiolo che si intersecano tra loro formando un simil-trifoglio.
Potremmo analizzare solo in modo periferico uno dei tre fagioli quindi solo in senso formale o di contenuto o di contesto , però precisiamo che la lettura completa della nostra immagine a 360° sarà sempre e solo al centro dove le tre aree convergono. Ovviamente se leggeremo una fotografia solo in un ambito , sarà a scapito delle altre. Infine consideriamo che questo trifoglio ha una vita nel tempo e quindi nella storia.




CONTESTI
Si può leggere una immagine riferendola ad alcuni contesti definibili in interni ed esterni. Se ricostruiti , questi contesti possono fornire indicazioni sulla produzione e la ricezione dell' immagine e di conseguenza sul suo senso e sulla sua pertinenza.

Contesti Interni ( o minimo contesto materiale dell' immagine fotografica)
- Provenienza dello scatto (pellicola, scheda di memoria, etc.) . Non è sempre possibile risalire a questo contesto, però esso ci fornisce le condizioni circostanti in cui si è prodotto un certo scatto.
- L'archivio ordinato dei negativi , delle lastre , dei files
Ogni autore conserva gli archivi dei loro scatti. Spesso questi archivi costituiscono un vero atlante ragionato e possono riflettere la mentalità dell' autore.
- I lavori pubblicati dall' autore
Il contesto dell' intera opera pubblicata è necessaria
- La serie è infine il senso più estremo dei contesti interni, ossia ci sono delle fotografie che da sole non esistono o non possono essere considerate appieno se non nel loro contesto di riferimento (sequenza, portfolio, libro fotografico)

Contesti Esterni
- La conoscenza di Altri autori da parte del fotografo
- La Committenza
- Contesti di ricezione: i Modelli di prestigio e i modelli negativi

Da ciò che leggiamo sopra ci rendiamo conto che si tratta di una griglia teorica e che difficilmente si potrà avere accesso a tutte queste informazioni, a meno di non avere un particolare rapporto con l' autore o di non essere studiosi che hanno accesso all' interno archivio del fotografo in esame.
Quindi riepilogando: i contesti interni sono direttamente attribuibili e derivanti dalle attività dell' autore, mentre quelli esterni sono in pratica le fonti esterne da cui l'autore viene influenzato.
Nel loro complesso i contesti (interni ed esterni) si possono considerare come il contenuto di una sorta di biografia dell' autore, in modo tale dal riuscire a collocare l' immagine che stiamo analizzando all' interno del suo lavoro.

FORME
Fasi Operative Logiche: Reperimento, Elaborazione, Acquisizione, Processo, Edizione. Ovvero: individuazione del tema (il cosa si fotograferà), disanima sul come verrà affrontato in termini sia tecnici che narrativi, fase di ripresa vera e propria (interconnessa con le precedenti e con le successive), sviluppo (chimico quanto digitale) e edizione (uso che verrà fatto dell' immagine).
All' interno dell' ambito formale, si analizza infine il fotogramma nei suoi aspetti tecnici: dimensione, composizione, punto di vista, inquadratura, taglio, format di luce, la scelta del colore o b/n, etc.

CONTENUTI
A questo punto, si può procedere all' esame dei Contenuti Visibili, durante il quale si individuano i contenuti prevalenti che l' autore ha inteso inserire nella sua immagine. Per fare ciò possiamo fare uso di questo schema che rappresenta i cosiddetti Fattori Tematici:




E' bene precisare che la presenza di più fattori tematici all' interno di una stessa immagine è chiaramente possibile, con alcune eccezioni che facilmente si possono escludere. Ad esempio in una stessa immagine può essere presente il fattore tematico dell' istante con la forma , ma sicuramente non la durata che è contrapposto all' istante.
A questo punto possiamo permetterci di mettere in evidenza con l'analisi geometrica (regola dei terzi, sezione aurea, indici di attivazione del fuori campo, inquadratura limite) i punti nodali dell' immagine , offrendo quindi supporto all' individuazione dei fattori tematici sopra elencati.
Una volta analizzati questi tre ambiti, si può tentare l'analisi a livello plastico dell' immagine.

Esempio di lettura:

Per l'impatto storico avuto (l' invasione di Praga nel '68 - contesto storico temporale), il senso di questa fotografia di Josef Koudelka ha pochi eguali. Pochi minuti prima che i carri armati russi cominciassero l'invasione della capitale come rappresaglia contro il riformismo ceco, il fotografo ceco esegue questa ripresa:




In questa fotografia si assapora evidente il senso di soggettività, di presenza, in quell'orologio unico protagonista nelle strade vuote di Praga.

Link al libro di A. Pieroni:
www.fototensioni.net/leggere.html

imagoveritatis.blogspot.it/2011/01/si-puo-leggere-una-fotografia.html

Auguro buona lettura

avatarsenior
inviato il 06 Marzo 2015 ore 2:24

Appunto: manuali. Uno compra, legge, sa ;-)

Ciao carissimo
F

user46920
avatar
inviato il 06 Marzo 2015 ore 4:02

Puoi rimenere volentieri, adesso c'è un po' di tempo per approfondire quello che vorresti giustamente passare a tuo figlio ... sono curioso.

avatarsenior
inviato il 06 Marzo 2015 ore 9:35

Mi introduco in questo scambio.

Ho una posizione più vicina a Francesco Merenda, ma non totalmente distante da quella di Occhiodelcigno.

Mi spiego. Come Francesco dubito che una tassonomia definitoria e/o processuale possa far anche solo intuire la sfera dell'artistico a chi non la conosce affatto. Per questo ritengo che farla conoscere attraverso i suoi stessi effetti (estetici) sia indispensabile.

Tuttavia ritengo che una riflessione critica sui fenomeni che la rendono possibile (suggerita di Occhio) sia uno strumento didattico - istruttivo - che, a condizione di essere affiancato da una educazione consistente basata sulla conoscenza e sulla pratica della letteratura, possa aiutare gli apprendisti a comprendere meglio gli strumenti del lavoro ed a trovare il proprio percorso creativo.

In sostanza: il figlio piccolo lo affiderei a Francesco; divenuto adolescente gli farei fare una giratina da Occhio. Magari mettendolo in guardia sul rischio di innamorarsi troppo degli impianti teorici ed invitandolo a non perdere mai di vista l'oggetto primario.

Ancora una volta richiamo l'attenzione sulla differenza tra istruzione ed educazione, sottolineando il fatto che solo l'intento di Francesco può realmente educare. Ma che, a differenza dell'istruzione, richiede una maggior condivisione di partenza e probabilmente l'appartenenza ad una stessa "cultura".

Da didatta posso dire la mia esperienza: NON si ottengono risultati senza un lavoro di "coltura" (semina e frequentazione e cura del terreno) e di trasmissione dell'amore per l'oggetto - che è il requisito principale senza il quale la ricetta non riesce. Poi un impianto metodologico è talvolta indispensabile anche solo per individuare con un minimo di precisione gli aspetti rilevanti e per dire quella serie di "NO" che servono a chi deve crescere ad evitare la via facile ed a scegliere quella che porta realmente nel regno delle cose belle.

Paolo


avatarsenior
inviato il 06 Marzo 2015 ore 14:11

Buongiorno Paolo,
concordo col tuo pensiero comprendendo sia l'esigenza "didattica" del Cigno che quella "educativa" di Francesco.
Che il percorso richieda tempo. applicazione e lavoro lo abbiamo appurato.
Potresti, invece, con termini semplici e di facile comprensione per tutti (magari cercando di evitare sostantivi tipo "tassonomia") esemplificarci in cosa dovrebbe consistere il lavoro di "coltura" (semina, frequentazione e cura del terreno)?
Gz Giamba

avatarsenior
inviato il 06 Marzo 2015 ore 14:46

Caro Paolo.... intervento esemplare il tuo, per contenuti, metodo e misura.

Da apprezzare, credo, senza dubbio alcuno.
E' evidente che condivido io pure l'importanza della coltivazione dei due aspetti, ma ho voluto porre la sottolineatura su uno in particolare per due ragioni: 1) siccome mi pareva ci spostassimo troppo in una direzione, mi pareva non inutile riportare un briciolo di attenzione anche sulla "altra faccia" 2) Il famoso "tappeto" è quel che permette poi al resto di essere recepito in modo appropriato e utile. Ovvero, il tappeto viene inevitabilmente prima.

Se ci facciamo caso, quasi tutti gli integralismi traggono origine da ideali in fondo sani. Semplicemente però, recepiti in modo acritico, in termini dogmatici. E se non vogliamo che questo avvenga, ecco che abbiamo bisogno di averlo coltivato a sufficienza, il famoso tappeto.

E quindi, la mia conclusione e il mio suggerimento, finiscono nuovamente al tempo. Sarebbe bello "comprare, leggere, sapere". Sarebbe bello un topic che risolve in poche righe dispute che durano da un secolo. Ma purtroppo non funziona.

E siccome, qui, inventiamo ovviamente poco, riassumo la mia idea in un pensiero di Weston, vecchio quasi un secolo, ma che trovo assolutamente fresco (e questa discussione ce lo dimostra... Sorriso )

"Se c'è un messaggio che vale la pena condividere con un principiante è questo: non ci sono scorciatoie in fotografia"

avatarsenior
inviato il 06 Marzo 2015 ore 16:24

Ciao Francesco,
ho apprezzato anch'io l'intervento di Paolo per misura, sostanza e garbo pari ai tuoi.
Perciò estendo anche a te la richiesta che gli ho posto: noi "minus sapiens" in che modo possiamo "acculturarci"?
Grazie e un caro saluto a entrambi.
Giamba.

avatarjunior
inviato il 06 Marzo 2015 ore 16:34

in che modo possiamo "acculturarci"?
Sicuramente non in un forum a questo punto. Se si cala a bastoni e la risposta è picche non vedo perchè continuare. Meglio frequentare workshop mirati allo scopo dove c' è un insegnante fisico e dotato di titoli. Poi ognuno è libero di prendere la strada ed effettuare le scelte che ritiene più opportune, ma non mi si venga a dire: "armiamoci e partite". Non si può lanciare una iniziativa ardita senza avere delle fondamenta solide e sicure.

avatarsenior
inviato il 06 Marzo 2015 ore 16:49

Giamba.... non prendere in giro, che lo sai benissimo! Sorriso
Eppoi, da perfetto minus sapiens, come potrei saperlo io?!? Cool

La mia ricetta, proprio per mettere giù due righe...
Letteratura, meglio se quella buona, cinema e tetro male non fanno. Storia, frequentazioni con qualcosa da dire...
Attenzione. Attenzione alle cose che succedono, al mondo circostante, attenzione soprattutto ai bisogni delle persone con cui ci relazioniamo.
Il tutto con la spinta forte della curiosità e, se ce la facciamo, di una buona dose di amore.
Detto ciò (non necessariamente "dopo", va bene anche "durante"), il manuale della fotocamera, qualche mostra e comunque tanta osservazione di immagini di qualità, letture "intorno" alla fotografia, di ordine filosofico, sociologico o come viene (con un pò di attenzione alle fonti sarebbe meglio). Manualetti, ma senza necessità di esagerare.
Wikipedia, solo se un'idea su qualcosa ce la si è già grossomodo fatta, preferibilmente non per farsela ;-)
E solo in ultimo, ovviamente.... questo forum! Sorriso

Non ho voluto appositamente nominare l'arte, che sennò non se ne esce ;-)

Post, questo, tra il serio e il faceto ovviamente. Ma la mia convinzione è quella che devo avere già espresso da qualche parte (L'età che avanza, in queste cose non aiuta): e cioè che quando porti il mirino all'occhio, quello che c'hai dentro ce lo puoi mettere, mentre quello che non c'hai (o ancora non è arrivato)... no.

Tralasciando naturalmente di approfondire quelli che Scianna chiama i talenti: tutto questo è solo per l'innaffiatura.

Ecco perchè dico che se da una parte queste discussioni possono avere utilità, essere elementi che arricchiscono (e io ci credo), altrettanto dubito fortemente che si possa determinare, qui, il "Bignami dei criteri".
Bisognerebbe scrivere un trattato, ma allora tanto vale prenderne uno già fatto e più autorevole, in libreria.

La strada è lunga e non ha scorciatoie, come dice Weston MrGreen

Un abbraccione!
F

avatarsenior
inviato il 06 Marzo 2015 ore 16:51

Perfetta osservazione di Cult_of_vision: attenzione alle fonti ;-)

avatarsenior
inviato il 06 Marzo 2015 ore 17:35

Francesco,
sei veramente vulcanico e cmq non vi prendo in giro tant'è che, forse sperando in qualche scorciatoia, avrei messo al primo posto le 'seconde' attività della tua ricetta.
Letteratura, teatro, cinema, storia, frequentazioni con qualcosa da dire...
comportano un vero cambiamento delle proprie abitudini di vita e dell'organizzazione del tempo.
Capisco perfettamente ma Triste comincia ad insinuarsi un po' di depressione. Spero solo nel sostegno della passione...
Ricambio l'abbraccione,
Giamba;-)

avatarsenior
inviato il 06 Marzo 2015 ore 17:51

A chi lo dici Giamba!
Sapessi quanto sono depresso io: quella è la ricetta, ma mica ho detto che ho preso la medicina.... MrGreen

Ciao!
F


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