| inviato il 18 Febbraio 2015 ore 16:20
Zuccone come una capra, ho montato il 70-300L sulla 7D, sono andato in mezzo al campo, ho messo la macchina a ISO 160, priorità di apertura e ho scattato puntando il cielo a 70 mm, risultato 1/500, a quel punto ho zoommato a 300 m e scattato nuovamente...indovinate un po'...1/500!!! "Cavoli quelli del forum avevano ragione!!!" Ho fatto altre prove e, ovviamente, i tempi cambiano quando a causa dell'ingrandimento del soggetto fotografato, questi cambia il rapporto tra luci e ombre della scena, da lì la percezione che zoommando i tempi debbano calare. Grazie a tutti dell'aiuto datomi nel risolvere il mio dubbio. |
| inviato il 19 Febbraio 2015 ore 12:09
Mai visto un esposimetro esterno? Forse poteva bastarti considerare che NON hanno alcun settaggio per la focale. Eppure ci si può leggere l'esposizione per tutte le macchine e per tutte le ottiche. L'esposizione è determinata dalla tripletta ISO, Tempi e diaframmi. |
| inviato il 19 Febbraio 2015 ore 12:28
“ Mai visto un esposimetro esterno? „ NO. |
| inviato il 19 Febbraio 2015 ore 13:18
Ripeti l'esperimento fotografando una candela accesa su un tavolo. Sempre al centro dell'inquadratura. Se stringi l'angolo di campo i tempi si accorciano. Se usi la lettura valutativa e non la spot. Il cielo è troppo facile. È uniforme. Quoto pdeninis qua sopra, anche se l'avevo già scritto prima.. Comunque ai tuoi quesiti è stata data risposta.. |
| inviato il 19 Febbraio 2015 ore 15:21
Avevo provato in casa puntando una lampadina e visto il cambio dei tempi mi era venuto il dubbio che dipendessero anche dalla focale. Il cielo in quanto uniforme è più corretto come soggetto da usare, proprio perchè la fonte di luce è così vasta che non cambia al variare della focale. |
user3834 | inviato il 19 Febbraio 2015 ore 15:30
Ragazzi negli zoom c'è sempre una perdita di luminosità tra pa focale minore e quella maggiore (ha un nome poi se me lo ricordo ve lo scrivo) inoltre il valore f non indica la quantità di luce ma è un rapporto, infatti a parità di f due lenti possono avere diverse esposizioni, il valore che misura la luce trasmessa dalla lente è il T presente nelle lenti per il video. |
user3834 | inviato il 19 Febbraio 2015 ore 15:44
Di seguito parte di un test tra un Canon 24-105 f4 e il nuovo Sony 28-135 People who have used the Canon 24-105mm F/4 lens know that F/4 is not actually F/4. Especially when zooming in the image becomes radically darker. On the Canon at 28mm as well as 70mm we observed that the image had to be brightened up in post by 0.55 stops to retain the correct brightness throughout. The Sony lens had to be brightened up by 0.2 stops. Quindi ogni lente lavora in modo diverso ed è difficile sapere qual'è la perdita senza strumenti di misura efficaci, comunque la perdita su lenti di qualità è minima, ovviamente con un fisso la perdita non ci sarebbe. Ora hai avuto risposta al tuo quesito |
| inviato il 19 Febbraio 2015 ore 15:50
Oh mamma che domanda O.o |
| inviato il 19 Febbraio 2015 ore 16:56
Ciao, vorrei aggiungere il mio contributo. A parità di scena, come è stato detto, l'angolo di vista di un 100mm è maggiore (quasi doppio) del 200mm, pertanto la potenza ottica entrante nella lente da 100mm è maggiore o al più uguale di quella che entra nel 200mm, dipende da come è fatta la scena (cielo uniforme, paesaggio ecc.). Inoltre le due lenti saranno otticamente diverse, cioè avranno efficienze ottiche diverse (differenti diametri e differenti indici di rifrazione del gruppo ottico). Pertanto a mio avviso in generale la tripletta delle due lenti sarà simile, ma non esattamente uguale. |
| inviato il 21 Febbraio 2015 ore 15:01
A questo punto, ti consiglio di fare un'altra prova... Monta il 100mm macro, inquadra il cielo (o un soggetto con luminosità uniforme) e a parità di ISO e diaframma guarda come cambia il tempo di esposizione al variare della messa a fuoco. Vedrai che il tempo diventa 4 volte maggiore quando sei alla minima distanza di messa a fuoco rispetto a quando sei a fuoco all'infinito. |
| inviato il 21 Febbraio 2015 ore 17:18
Adesso impazzisco...hai ragione, passa da 1/800 a 1/200. Perché??? |
| inviato il 21 Febbraio 2015 ore 17:29
Perchè la lunghezza focale (100mm) e l'apertura (F/2.8 o quella che scegli in AV) sono valori validi all'infinito. Quando arrivi al rapporto di riproduzione 1:1 in realtà il tuo 100/2.8 diventa un 200/5.6 |
| inviato il 21 Febbraio 2015 ore 18:02
“ Quando arrivi al rapporto di riproduzione 1:1 in realtà il tuo 100/2.8 diventa un 200/5.6 „ Sapevo che il 2.8 fosse teorico quando sei alla MaF minima, ma che si "allunghi" pure mi è nuova. |
| inviato il 21 Febbraio 2015 ore 18:12
Provo a spiegarmi meglio con qualche formula, sperando di non fare troppa confusione... Immaginando di utilizzare la semplificazione delle lenti sottili, valgono le seguenti relazioni: 1/p+1/q=1/L dove: p: è la distanza del soggetto dalla lente q: è la distanza a cui si forma l'immagine dalla lente (=focale reale) L: è la distanza focale nominale della lente (dell'obiettivo nel nostro caso) L, distanza focale nominale, è quella che vale per messa a fuoco all'infinito. L'apertura relativa nominale di una lente (F) è data dal rapporto tra L e DD, dove DD è il diametro del diaframma. Conoscendo F e L si può calcolare DD come DD=L/F q rappresenta la focale reale della lente e, in base alla prima formula può essere calcolato come: q=(Lxp)/(p-L) se definiamo R (rapporto di ingrandimento) come q/p si può ricavare che esso vale: R=q/p=(L*p)/(p-L)*(1/p)=L/(p-L) quindi 1+R=1+L/(p-L)=(p-L+L)/(p-L)=p/(p-L) l'apertura relativa effettiva Fe è data da q/DD Fe=(L*p)/(p-L)*(F/L)=F*p/(p-L)=F*(1+R) analogamente la focale effettiva q può essere espressa come q=(L*p)/(p-L)=L*(1+R) Ovviamente gli obiettivi fotografici hanno molte lenti e le formule di cui sopra sono solo una semplificazione, ma il concetto non cambia e quando nelle macro si utilizza un rapporto d'ingrandimento 1 a 1 (R=1) si ha che: Fe=2*F e q=2*L |
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