user20639 | inviato il 08 Gennaio 2015 ore 18:30
“ Meglio una società culturalmente poco classista come la nostra che l'odioso clima snob degli anni '60. „ Claudio, ma sei sicuro che gli anni 60 esprimessero una società classista e snob? Oppure, erano anni di risveglio, dove si credeva veramente in un futuro migliore, dove la società civile con tutti i movimenti artistici di tutte le arti volevano abbattere i muri della conservazione? Non credo che la scoperta del digitale abbia prodotto immense discariche di spazzatura, anzi, penso abbia fatto risaltare un infinità di diversità ed è proprio di questo che stiamo discutendo, di queste diversità. Diversità e mutazioni in fotografia, ma anche in tutto il resto della società. Anche se ho innescato questo argomento, non intendevo denigrare i copiatori o tutti coloro che usano il sintetico per costruire un paesaggio, penso, mi interessi di più analizzare il fenomeno con il vostro aiuto, cercare di capire per quale motivo oggi si desidera più il fantastico della realtà. Per quanto riguarda il tempo perso in rete, io mi consiglio di trarre il massimo profitto, imparando il più possibile, la dove c'è da imparare. Il tempo è prezioso, abbiamo solo questa vita, non bisogna perdersi in situazioni inutili. Un caro saluto |
| inviato il 08 Gennaio 2015 ore 19:49
Gli anni '60, anni in cui ero bambino, oltre ad essere caratterizzati dal boom economico e dal fiorire di svariate tipologie artistiche, erano segnate da una cultura cattolica moralista e bacchettona e dallo sviluppo dello scontro sociale tra classi abbienti e contadini/operai, considerati nella scuola e università, i paria e gli esclusi. Le macchine fotografiche più diffuse erano Leica e Contax, le sole a utilizzare obiettivi con lenti a bassa dispersione. Canon e Nikon erano assai poco diffuse rispetto a oggi, così come la fotografia e le forme di arte popolare. Quando la fotografia è diventata popolare, grazie alla diffusione dell' elettronica, il popolo fotografico non è cresciuto come negli anni '70 in cultura e arte. Oggi è cresciuto molto in numero, ma bisogna studiare e impegnarsi, solo copiando non si arriva da nessuna parte. Guardando la sessione degli uccelli si osservano foto scattate a fermo, molte palesemente fatte con richiami e quasi tutte con le ali chiuse. Bisogna, caro amico, non peccare di piaggeria, non è utile a nessuno cercare di dire cose "carine" che però non fanno crescere nessuno. Bisogna studiare, leggere molto, frequentare le mostre e frequentare fotografi esperti. Se non avessi frequentato Maurizio Baldari per 20 anni, non farei certo le foto che faccio oggi.  Ciao e complimenti per il post, utile e interessante. |
| inviato il 08 Gennaio 2015 ore 21:10
Comunque sia, c'è poco da fare, al netto di ogni logica forum un certo tipo d'immagini sullo stile americano oggi piace molto.. e a molti.. basta fare un giro anche adesso per accorgersene..poi si possono fare mille sacrosante considerazioni, ma chi con le immagini ci lavora non può sottovalutare la cosa |
| inviato il 08 Gennaio 2015 ore 21:27
Cosa intendi per "immagine sullo stile americano"? |
| inviato il 08 Gennaio 2015 ore 21:38
Ad esempio se prendi le migliori foto dei migliori landscaper americani e ne nascondi l'autore... Sembran fatte dalla stessa persona sempre con la stessa luce, tonalità, atmosfera... Già quello è uno stile |
| inviato il 08 Gennaio 2015 ore 21:39
Marc adamus & Co. |
| inviato il 08 Gennaio 2015 ore 21:47
Che ultimamente ci sia un'enorme fetta di fotografi copia e incolla è vero. Specialmente in ambito paesaggistico, l' american style sta invadendo le nostre belle tavole in stile Mc Donald. Però non tutti riescono nell'intento, quindi si vedono veri e propri scempi, dove la fotografia va a farsi benedire in favore di una post spinta, ma è anche quella più apprezzata. Per fortuna ci sono le eccezioni, con paesaggisti che nonostante lo stile americano (che per carità, non è un difetto, anzi, io stesso seguo tantissimo fotografi americani, anche se un po meno spinti), han creato un proprio stile addirittura migliorando quello da cui traggono ispirazione (Fox79 è uno di loro, grande!). Personalmente penso che la miglior ricetta per migliorarsi in ambito paesaggistico sia quella di studiare il lavoro degli altri, che siano italiani, africani, americani, arabi ecc, che sia pinco pallino o Joe Cornish, che sia Micu u pulicia o Marc Adamus, apprendendo il lato migliore e cercando di variare, migliorare e crearsi un proprio stile. |
| inviato il 08 Gennaio 2015 ore 21:48
Si fa fatica a capirsi perchè le persone che parlano sono appartenenti a generi fotografici differenti. Claudio Cortesi che fotografa solo uccelli, probabilmente non conoscerà Marc Adamus. Purtroppo (o per fortuna) la fotografia è un universo da esplorare, c'è gente che si esalta facendo foto a ragni e mosche, altri che sparano raffiche ai giocatori di calcio.... A queste persone, probabilmente questo fotografo non dice nulla.... www.umbertoverdoliva.it/ |
| inviato il 08 Gennaio 2015 ore 21:49
Concordo Antonio |
| inviato il 08 Gennaio 2015 ore 22:08
Caterina, ogni volta che guardo i suoi lavori (Umberto Oliva), è come se qualcuno mi muovesse la sedia sulla quale sono in piedi e quindi mi fa perdere l'equilibrio. Ogni giorno mi inebrio di ritratti emozionanti e di paesaggi suggestivi, poi arriva Umberto e mi disorienta..... Mah..... |
| inviato il 08 Gennaio 2015 ore 22:13
Giusto così |
| inviato il 09 Gennaio 2015 ore 6:39
Cara Caterina e caro Paco, chiunque approcci una delle infinite forme espressive (il racconto o la poesia in ottave per fare un esempio) può cercare un proprio stile (e magari vendere pochi libri) oppure limitarsi allo stile mimetico di ispirarsi a un autore (fino a imitarlo): questa seconda scelta porterà alla straordinaria uniformità di foto paesaggistiche del sito di Juza: vista una foto, praticamente le hai viste tutte. Lo stesso vale per le foto di uccelli a fermo. Se si sceglie di non esprimersi si resta nella massa anche andando a fotografare albe boreali in Islanda. Personalmente preferisco affermare la bellezza del fatto creativo. Sono cristiano e credo che esprimersi in modo creativo sia un modo per ritrovare l'antica somiglianza con Dio, il più grande artista di tutti i tempi. Trovo che scimmiottare qualche americano di successo potrà anche farti guadagnare di più (se vivi dell'attivita' di fotografo), ma non ti aiuterà ad esprimere qualcosa di nuovo in chiave originale. |
user20639 | inviato il 09 Gennaio 2015 ore 9:15
Resta il fatto che la fotografia è in evoluzione, quanto la lingua parlata e ogni altra idea, bisogna avere l'onestà di aver presente che le verità esistono, ma sono mutevoli quanto la storia. Forse fra qualche anno, i nostri figli o nipoti ci diranno, ma che fotografia era quella che si faceva con il cavalletto, o a mano libera con i macchinoni? Ora se immaginate i nostri colleghi di 150anni or sono, si portavano in giro per la città la macchina fotografica con le ruote...., possiamo dire che facevano schifo quelle foto, no, perchè alcune sono bellissime. Pensate solo ai panorami e alla paesaggistica con i quadricotteri, sarà una rivoluzione... Quello che sta succedendo, parlo delle mutazioni, sono molto rapide se guardiamo la fotografia dal punto di vista storico, e quello che sta succedendo nella visione del paesaggio è interessante. Magari non condivisibile, ma importante... Per esempio, Claudio, potrai sperimentare la fotografia degli uccelli in volo con un mezzo fotografico volante.... non ti sembra che potrebbe cambiare molte cose?...mai fermarsi a una unica concezione, lo stile di non assumere nessun stile è il fattore che mantiene la mente aperta. |
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