| inviato il 05 Gennaio 2015 ore 15:00
@Baronerosso Non aumento... diminuzione dell'entropia. Il passaggio in LAB fa pagare i suoi vantaggi con una perdita di informazioni. Questo pedaggio può essere piccolo o grande, dipende dalla morfologia del gamut originale. |
| inviato il 05 Gennaio 2015 ore 15:02
@Ale.c Non sei assolutamente obbligato ad avere due workflow distinti, non ha senso. Lavora su ProPhoto e poi converti in sRGB quando necessario; la funzione salva per il web serve a questo. |
| inviato il 05 Gennaio 2015 ore 15:08
@Pisolomau Fare degli esempi potrebbe essere più fuorviante che altro.... ogni immagine ha una morfologia unica che impatta in modo diverso nel LAB. Giusto per prova ho analizzato questa :
 Sono 64.269 colori unici, dopo la conversione in LAB i colori scendono a 46.844 Circa il 27% di informazioni in meno, non è poco... |
| inviato il 05 Gennaio 2015 ore 15:22
Grazie Raamiel. Me lo sono chiesto in quanto, proprio oggi, ho utilizzato Salva per il Web per convertire una foto che avevo elaborato su ProPhoto, e alcuni colori sono cambiati (sul mio monitor) in modo abbastanza evidente. Mi chiedevo se sarei arrivato allo stesso risultato lavorando fin da subito in sRGB e, quindi, evitando i problemi legati alla conversione che hai descritto benissimo nel primo post (a proposito, grazie, sei stato chiarissimo e mai avrei immaginato qualcosa di simile). Grazie ancora, Alessandro |
| inviato il 05 Gennaio 2015 ore 15:34
Di nulla... Quando converti da uno spazio colore più ampio verso uno più piccolo può capitare, ma non è d'obbligo, che ci siano delle coordinate colorimetriche che non trovano posto nello spazio di destinazione. In tal caso gli intenti di rendering si occupano di gestire il fuori gamut e comprimere le coordinate eccedenti. Nel caso di PhoPhoto --> sRGB l'intento è sempre e solo colorimetrico relativo e compensazione punto nero. Gli intenti di rendering però non possono superare i limiti dei gamut; se un certo verde ad esempio esiste in ProPhoto, ma non in sRGB l'intento convertirà nella coordinata colorimetrica più prossima sul confine del gamut più piccolo. Tieni presente anche che quello che vedi non è mai il ProPhoto o sRGB; tu vedi la compensazione a monitor di quegli spazi. Nel caso da te descritto la situazione è più o meno questa : ci sono coordinate colorimetriche in ProPhoto che sono più ampie di sRGB; dopo la conversione queste coordinate sono rientrate in sRGB, ma tale spazio è più piccolo del gamut del tuo monitor. Per cui ti sei accorto della differenza. Se il gamut del tuo monitor fosse stato esattamente sovrapponibile a sRGB non ti saresti accorto di nulla. Ma la differenza colorimetrica sarebbe stata la stessa. |
| inviato il 05 Gennaio 2015 ore 15:50
Ok quindi a questo punto conviene tenere sempre il RAW aprirlo in prophoto, fare tutti i "pacciughi" che ci pare, poi se fra 5-10-15 anni si avranno software/hardware migliori potremo sempre riprendere il RAW e "ripacciugarlo" ! O ho capito male io? |
| inviato il 05 Gennaio 2015 ore 15:58
Domanda, già che siamo in argomento, io lavoro in PS in Prophoto, all'atto di salvare foto per la pubblicazione sul web non utilizzo salva per il web, ma per abitudine una azione che fa due passaggi esattamente in questa sequenza: E' corretto?
 “ Sono 64.269 colori unici, dopo la conversione in LAB i colori scendono a 46.844 Circa il 27% di informazioni in meno, non è poco... „ sti c@zzi!! |
| inviato il 05 Gennaio 2015 ore 15:59
Conservare il RAW è sempre un bene, inoltre ci garantisce la paternità della foto. |
| inviato il 05 Gennaio 2015 ore 15:59
“ @Baronerosso Non aumento... diminuzione dell'entropia. Il passaggio in LAB fa pagare i suoi vantaggi con una perdita di informazioni. Questo pedaggio può essere piccolo o grande, dipende dalla morfologia del gamut originale. „ Scusa Raamiel, ma a me risulta che: Diminuzione delle informazioni = aumento dell'entropia Per quanto riguarda il pedaggio da pagare nella conversione, se non è percepibile, è come se non ci fosse. Le tecniche di Margulis citate da Pisolomau sono esattamente quelle a cui mi riferivo parlando di interventi non replicabili negli spazi colore RGB. La valutazione ovviamente è soggettiva, ma i risultati che permettono di ottenere secondo me valgono pienamente le (invisibili) informazioni perdute nella conversione (NB a costo di essere noioso, ribadisco che sto parlando di postproduzione di fotografie reali, non di grafica digitale). |
| inviato il 05 Gennaio 2015 ore 16:01
@Pisolomau Non è tanto corretto o non corretto.... il metodo che usi non è sbagliato. Ma sarebbe molto meglio prima convertire in sRGB mentre sei ancora in 16bit e dopo passare a 8bit; in questo modo non hai bisogno del Dithering, che comunque aggiunge informazione spuria nell'immagine. |
| inviato il 05 Gennaio 2015 ore 16:13
@Baronerosso. In realtà dipende dall'ambito in cui si parla di Entropia. Perchè è sinonimo di equilibrio OPPURE misura del caos. Il che può sembrare solo una questione di punti di vista. Così come il fatto che sia il bene o il male. (Mi sono trovato ad una riunione iniziata usando "entropia" con valenze opposte da me e da un'altra persona e infatti per ore non ci siamo capiti a causa del malinteso iniziale) Filosofia a parte, il discorso "margulis" ci porta a declinare il discorso come orientato allo scopo e non ai numeri. Ed infatti mi trovi assolutamente d'accordo sulla sua applicazione in PP fotografica. Ma trovo altrettanto importante conoscerne il prezzo. |
| inviato il 05 Gennaio 2015 ore 16:18
@Baronerosso L'entropia è una misura quantitativa degli stati di un sistema; più precisamente il sistema matematico del CMS è di fatto un sistema aperto dal punto di vista termodinamico. Ossia è un sistema che disperde entropia; per questo il sistema non è reversibile e mostra alterazioni reiterando funzioni cicliche. “ Per quanto riguarda il pedaggio da pagare nella conversione, se non è percepibile, è come se non ci fosse. „ questa affermazione in fisica è priva di senso Le tecniche di postproduzione in LAB hanno il loro costo; non sto dicendo che non debbano essere usate; solo che si pagano. |
| inviato il 05 Gennaio 2015 ore 16:32
Raamiel, d'accordo, ma io parlavo di fotografia, non di fisica. La qualità dell'immagine secondo me si valuta con l'occhio e il cervello, non con gli strumenti: è per questo che ritengo che se una tecnica introduce delle degradazioni riscontrabili con degli strumenti, ma invisibili ad occhio nudo (e anche a visualizzazioni al 100%), tali degradazioni sono irrilevanti. Come giustamente sottolinea Shambola, è un discorso orientato allo scopo e non ai numeri. Il rischio di parlare di "costo" in questo senso è che qualcuno (non tu) classifichi delle tecniche di postproduzione come intrinsecamente peggiori di altre, indipendentemente dal contesto e dai risultati. |
| inviato il 05 Gennaio 2015 ore 17:21
Sono d'accordo, e non sostengo che il LAB non debba essere usato. Però spesso non viene detto che c'è anche una contropartita. Se poi i vantaggi superano gli svantaggi allora perché no... tuttavia nell'esempio che ho fatto sopra di quella foto il degrado si porta via il 27% dell'informazione, non è poi tanto risibile. |
| inviato il 05 Gennaio 2015 ore 17:30
Altro esempio :
 Sono 659.993 colori unici da file jpg sRGB, passando al LAB scendono a 444,060. Quasi il 33% dell'informazione persa.... Non stiamo parlando di bruscolini. |
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