| inviato il 27 Febbraio 2016 ore 13:34
In tutte le cose ci vuole equilibrio e moderazione...!!! Io sono andato in quei capanni una volta l'anno scorso ed una la scorsa settimana. E' ovvio che se andassi sempre per capanni commerciali diventerei solo uno che "schiaccia" un pulsante !!! Per fortuna amo la natura "selvaggia" e tutte le mie foto ad animali sono frutto di appostamenti durati in alcuni casi anche anni !!! Ma non credo che ci sia qualcosa di male se una volta ogni tanto mi piace "vincere facile"..sopratutto quando mi manca la possibilità di avere un capanno fisso per i passeriformi... Il vetro del capanno che ho frequentato era orientato in modo da non riflettere gli uccelli ma solo il cielo, infatti nessun animale ha puntato la sua immagine riflessa. Invece mi trovate d'accordo sulle esche per rapaci, lì il discorso non fa una piega perchè abituandoli alle esche si "addomesticano" e viene mene la loro funzione biologica nell'ambiente. E' per questo che non sono ritornato al capanno per i rapaci, ho capito questa cosa e non ci vado più...ma a quello per i passeriformi il problema non c'è perchè li viene offerta solo una piccola vasca d'acqua e un po di semi...nulla più. |
| inviato il 27 Febbraio 2016 ore 13:45
Ti riporto la mia esperienza dello scorso anno, lasciando stare il discorso qualità d'immagine, ho pagato 50 euro più il viaggio per fotografare le cince..... La poiana neanche intravista, al telefono un signore mi ha detto che 9 su 10 la fanno per bene, un ragazzo li sul campo mi ha detto uno su due la vede...... In più quel giorno all'inizio della zona protetta lavoravano le ruspe per fare spazio a un nuovo capanno |
| inviato il 27 Febbraio 2016 ore 13:46
Molto utile questa discussione, adesso ho le idee più chiare su cosa aspettarmi da questi capanni.....grazie |
| inviato il 27 Febbraio 2016 ore 14:26
Per Steff: se in Spagna non ci fossero i "muladares" riforniti di scarti di macelleria con regolarità, ci sarebbe un decimo degli avvoltoi che ci sono, forse anche meno. Adesso gli allevatori sono anche obbligati per legge a rimuover i cadaveri del bestiame. E' triste ammetterlo ma in Europa non ci sono più situazioni davvero naturali, almeno a un certo livello. Skua fa attività commerciale, le situazioni fotografiche che crea possono piacere o meno (a me personalmente poco), ma è certo moooolto meglio che fare una riserva di caccia o un centro commerciale, o una monocoltura intensiva di mais. La conservazione della natura è meglio che generi un certo reddito per qualcuno, se si fanno divieti e basta, prima o poi i soldi finiscono.... |
| inviato il 27 Febbraio 2016 ore 14:50
'E un argomento che mi appassiona; non potendo essere breve e ad evitare risposte lunghissime che poi nessuno legge per intero, farò seguire tre interventi. Da 13 anni ho libertà di azione (in senso positivo si intende) all'interno di un'oasi comunale; questo mi ha permesso di acquisire una notevole esperienza in tema di capanni, eventuali offerte alimentari e comportamento animale in relazione ad essi. Il suggerimento che mi sento di dare è quello di non fossilizzarsi ed impigrirsi sulle possibilità, sempre più numerose, che vengono messe a disposizione volendo fotografare uccelli. Giusto in questi giorni sono in contatto con altro utente il quale, chiesto il doveroso permesso al sindaco del comune, ha posizionato un ottimo capanno in una zona appartata; pensate in positivo a possibilità del genere a due passi dalla vostra abitazione, perché esistono, di sicuro. Viaggi ne ho sempre fatti e ne farò ancor di più ma per quel qualcosa che localmente mi sfugge; la pojana è dappertutto, non vale grossi spostamenti. Oltretutto in questo modo si ottimizza il tempo, per quanto scarso possa essere anzi soprattutto in questi casi, del quale si può disporre. Lavorate in maniera esagerata e non vi resta che il fine settimana? In questo modo eviterete avventure dall'esito incerto. Seguiranno risposte a Chiurlottello e Steff. |
| inviato il 27 Febbraio 2016 ore 14:52
Chiurlottello, nel tempo ho accorciato la distanza di scatto da capanno per i picchi, dagli iniziali otto metri agli attuali 3.50; è stata un'esperienza interessantissima, senza vetri come tutte le altre, che mi ha permesso di approfondire le mie conoscenze sul comportamento dei volatili. Confermo ad esempio che i corvidi sono i più sospettosi ma non i più intelligenti; a differenza del picchio rosso maggiore, che ne è capacissimo, non riescono a percepire la mia presenza a quella distanza. Il rosso ce la fa perché coglie la differenza di aspetto del foro di apertura per il tele (comunque MAI sporgente); notata la cosa, ho provveduto in merito ed alla fine ho vinto io ma tanto di cappello a questo soggetto! Gli uccelli hanno poi abitudini loro personali esattamente come noi; la coppia di picchi del momento, ad esempio, considera le mie noci come semplice tappa pomeridiana dei loro giri giornalieri, quelle precedenti erano lì più volte prevalentemente in mattinata. In ogni caso nessun bisogno di vetro, purché si resti completamente immobili finché i soggetti non incominciano ad alimentarsi. |
| inviato il 27 Febbraio 2016 ore 15:22
A Steff, la tua posizione è condivisibile ma se osservi il problema meno da vicino come suggerito anche da Chiurlottello emergono interpretazioni diverse. Se leggi il mio vecchio intervento sulle esperienze ungheresi puoi vedere come il vetro, speciale o specialissimo, proprio non mi va giù; nonostante questo, potrei fare un'eccezione a giorni, non motivata dalle semplici foto. Potrei in quanto il soggetto 'E DIVENTATO SPORADICO; partiamo da qui. Hai giustamente rilevato altrove che l'offerta giornaliera al rapace lo distoglie dalle prede abituali: soggetti vecchi, malati, in sovrannumero; vero ma quello cui ho accennato incomincia ad ignorarla perché evidentemente in procinto di riprodursi con comportamenti conseguenziali che lo porteranno ad altro. A questo punto la tipologia di prede di cui ho appena detto potrebbe rivelarsi più abbondante (per quel soggetto e per tutti i suoi competitori, non necessariamente solo alati se pensiamo a martore, faine e donnole ad esempio) in un periodo in cui la cosa è di fondamentale importanza, quasi un evento positivo. Fatta la somma algebrica all'interno di un ristretto numero di km2 come tu stesso hai sottolineato altrove (ché, visti molto dall'alto, quei capanni sono realtà men che puntiformi) i motivi di perplessità potrebbero ridursi e non di poco. Resta, e qui sono d'accordo, la valenza chiamiamola estetica, delle fotocopie, come del tutto a ragione le chiami. Sarà bene allora per il futuro, per chi proprio non se la sentirà di provvedere in proprio, fornire situazioni di maggior wilderness. Vedo ad esempio che sei un appassionato dell'Africa; non può essere un modello di soluzione perché non alla portata di tutte le tasche o, come nel mio caso, perché priva di interesse. Al di fuori del paleartico non ho infatti motivi di particolare attrazione. In definitiva e per concludere anche aspetti negativi, legati alla crescita esponenziale degli appassionati di natura, possono dare una mano, magari discutibile, alla sua causa. |
| inviato il 27 Febbraio 2016 ore 16:59
“ fatemi un favore,il prossimo che va a questi capanni porti una molotov e bruci sti ca...o di posatoi. almeno si vedrà qualche foto diversa!! ragazzi qui si stà naufragando passando dalla fotografia naturalistica alla "fotocopia naturalistica". „ lo ribadisco!lungi da me attaccare skua,spero almeno cambino ii posatoi! sinceramente non capisco cosa ci si trovi a far tutti le stesse foto. “ Per Steff: se in Spagna non ci fossero i "muladares" riforniti di scarti di macelleria con regolarità, ci sarebbe un decimo degli avvoltoi che ci sono, forse anche meno. Adesso gli allevatori sono anche obbligati per legge a rimuover i cadaveri del bestiame. E' triste ammetterlo ma in Europa non ci sono più situazioni davvero naturali, almeno a un certo livello. „ Chiurlottello ,io mi riferivo chiaramente ai rapaci predatori non mescoliamo le pere con le mele.con i necrofagi la cosa è diversa ed i carnai sono a fin di bene consentendo di tenere gli animali lontani da qualche carcassa avvelenata per le volpi o altro. mi pareva di essere stato chiaro.la poiana per quanto opportunista resta un predatore . e poi chi lavora x salvare le specie in estinzione tipo WWF non mette mica i capanni per i fotografi... quanto alle poiane di skua avevo già qui sintetizzato il concetto dedicando una foto alla paradossale situazione www.juzaphoto.com/galleria.php?l=it&t=1660212 @F.Sestili si,sono un appassionato d'africa ed appena posso ci vado.questo non toglie che quando ho un poco di tempo faccia foto a partire dalla mia stessa zona.mi sono tolto grandi soddisfazioni a pochi km da casa e credo le mie gallerie siano piene di soggetti italiani anche poco comuni.frequento anche io occasionalmente i capanni ma di genere del tutto diverso da quelli skua dove tutti fanno le foto di tutti. io credo che semplicemente organizzandosi ogni fotografo possa trovare cose interessanti e possibilità di scatti originali a pochi km da casa. se hai visto le mie gallerie non ci sono e non ci saranno mai sparvieri all'abbeverata,poiane attirate con esche,aquile con i piccioni,pesciolini nell'acquario del martino,gandalf ,asterix ecc ecc poi sono un liberale,che gli altri lo facciano,IO NO |
| inviato il 27 Febbraio 2016 ore 17:37
Steff, temo che il principio valga entro certi limiti anche per i rapaci non-necrofagi, sempre in Spagna in vari siti alimentano regolarmente specie in crisi tipo l'aquila del bonelli e l'aquila imperiale, a volte per i fotografi ma altre volte no (tipo al Donana ad esempio), perché le prede tipiche come il coniglio e la pernice sono calate per via di epidemie e sovrapressione venatoria. Mi risulta che con questi aiuti, preziosi soprattutto nel periodo di svezzamento della prole, la popolazione stia risalendo (l'imperiale) o almeno abbia cessato di calare (la bonelli). So che in Italia queste pratiche non sono viste di buon occhio, non sono in grado di giudicare chi ha ragione, certo se confrontiamo quante aquile ci sono in Italia e quante in Spagna qualche dubbio viene.... Come altro esempio per la situazione "nostrana", si sa che ormai si va verso la chiusura del Parco Nazionale dello Stelvio con smembramento del parco tra le province di Sondrio, Bolzano e Trento, e presagi funesti per il futuro di questa splendida area protetta. Mi viene da pensare che se avessero fatto un paio di capanni a pagamento per fotografare l'aquila o il gipeto, adesso avremmo ancora un parco nazionale e magari qualche rapace in più. Tutto questo riguarda di più gli aspetti protezionistici; per quanto riguarda la fotografia in se sono d'accordo che fotografare attraverso i vetri è brutto, i posatoi dei capanni commerciali sono spesso orrendi, le foto sono tutte uguali etc etc... Però forse una loro "utilità" ce l'hanno anche loro. |
| inviato il 27 Febbraio 2016 ore 17:58
@Francesco Sestili, sono d'accordo che per fotografare a distanza ravvicinata senza vetri è essenziale non muoversi (anche l'obiettivo), un'altra cosa che da fastidio e faccio fatica a risolvere è il rumore dell'otturatore. Poi certo molto dipende dal grado di assuefazione dei soggetti. |
| inviato il 27 Febbraio 2016 ore 18:27
“ Steff, temo che il principio valga entro certi limiti anche per i rapaci non-necrofagi, sempre in Spagna in vari siti alimentano regolarmente specie in crisi tipo l'aquila del bonelli e l'aquila imperiale, a volte per i fotografi ma altre volte no (tipo al Donana ad esempio) „ mah,guarda,in molte zone hanno rinforzato la popolazione dei conigli con immissioni di animali sani.legare un piccione invece è una pratica poco naturalistica e molto spettacolare.....la popolazione dell'aquila imperiale è pienamente ripresa mentre quella del bonelli recupera male a causa del disturbo nelle aree di nidificazione.purtroppo un rapace che non sopporta la presenza umana in europa ha oramai ben pochi spazi vitali e non saranno due piccioni legati a risolvere il problema. comunque io sono a favore del business,non contro.però ci sono dei limiti etici. “ un'altra cosa che da fastidio e faccio fatica a risolvere è il rumore dell'otturatore. „ qui Mastro Sestili fra le righe ha scritto "la regola sacra"......"attendi che inizino a mangiare". poi vedrai che se ne fregano di te.ne aggiungo un'altra,i soggetti migliori arrivano al capanno dopo aver osservato altri uccelli.quindi ad esempio se prima arrivano i verdoni meglio non fotografarli e stare fermi.il picchio o comunque il soggetto sospettoso li osserverà e penserà che la via è libera. quindi sempre aspettare un pò e far rilassare i soggetti |
| inviato il 27 Febbraio 2016 ore 18:45
Rispondo a @Chiurlottello sul Parco Nazionale Stelvio, ci lavoro per cui consentimi, questa area protetta non chiude, la gestione passa alle Province Autonome e alla Regione Lombardia per i territori di competenza. Le leggi rimangono le stesse e il personale idem. Dal 1997 erano i Comitati di gestione (per cui il Parco era già diviso dall'epoca) dei tre enti territoriali che decidevano sui rispettivi territori, adesso hanno forse strumenti, finanziamenti e idee in più per governare questo magnifico ambiente. Ricordo, che ora, le Provincie Autonome di Trento e Bolzano si accollano anche le spese del settore Lombardo della zona protetta ( e non è vero che siamo ricchi, magari investiamo meglio i soldi che abbiamo a disposizione) Resta il fatto che uno " Stato" che molla un Parco Nazionale non si è mai sentito, nemmeno in nazioni più povere di noi. Riguardo ai capanni a pagamento, (con relativi carnai ecc. ecc.), spero che sul nostro territorio non se ne vedano mai. Scusatemi se scrivo troppo, ma c'e molta informazione errata in giro, ( mass media che ti girano quello che vogliono) e purtroppo la gente ci crede. Dal 23/02/16 siamo passati alla nuova amministrazione. Vediamo ora quello che succede. Vi terrò informati. Marco |
| inviato il 27 Febbraio 2016 ore 19:21
Caro Marco, mi fa piacere sentire una voce positiva sul futuro del Parco Nazionale dello Stelvio da un addetto ai lavori, io avevo percepito l'esatto contrario. Così come avevo sentito che la Regione Lombardia non ha intenzione di mettere fondi, e che quindi alla fine chi comanderà sarà Trento e soprattutto Bolzano. Spero che questo non voglia dire l'introduzione della caccia di selezione agli ungulati, o peggio. Per quanto riguarda i carnai, non capisco (senza alcuna polemica) perché gli enti parco, perennemente in crisi di fondi, siano contrari a installare un capanno o anche solo un osservatorio per una fruizione controllata e a pagamento da parte del pubblico. Salvo magari, alla fine, a essere costretto a cedere alla lobby dei cacciatori o dei costruttori di piste di sci. Auguri per la nuova avventura del parco. Stefano PS: credo che stiamo completamente uscendo dal topic ... |
| inviato il 27 Febbraio 2016 ore 19:44
@Steff, per l'imperiale usano conigli già stecchiti, per la bonelli purtroppo piccioni vivi perché non accetta prede morte. Però mi risulta che la pratica sia adottata anche solo per sostenere la riproduzione della specie (almeno così mi risulta), capanni fotografici di questo tipo sono in realtà ben pochi. Concordo con te sui problemi etici in questo ultimo caso. Che però, a rigore, ci sono anche per i pesciolini nel secchio del martin pescatore, o addirittura per le camole della capinera... In verità la migliore forma di tutela della natura sarebbe quella di non fare assolutamente niente e non rompere le scatole in nessun modo. Nel momento in cui facciamo una fotografia noi perturbiamo una situazione naturale. Ma siamo in un mondo che è quello che è, soprattutto siamo in troppi, per cui sono convinto che solo una qualche prospettiva di business sostenibile può a lungo termine consentire una efficace protezione della natura. |
| inviato il 27 Febbraio 2016 ore 21:43
Discussione delle più interessanti e, se permettete, di livello molto superiore a quello delle foto della sezione nudo . Steff, la mia era un'esemplificazione, non una critica, ci mancherebbe. Da quanto scrivi, e non da ora, emerge addirittura una visione del fotonaturalismo simile alla mia, quella dell'immedesimazione con i soggetti per una pratica che deve divertire essenzialmente. Dopo la realizziamo anche diversamente; come Chiurlottello per me strisciare sulla sabbia della più comune stazione balneare (fuori stagione naturalmente) per avvicinarmi ad un limicolo è impagabile, non c'è leone che tenga . Sei toscano e quindi sarai andato più volte di me al Triangolino (che peccato non offra più niente, pericolo di salate multe a parte); ricordo la volta che riuscii a fotografare sei specie in mattinata con i piovanelli pancianera che mi passavano sopra le gambe distese: impagabile. Chiurlottello, ancora una volta d'accordo. Negli ultimi 60 anni la popolazione mondiale ha triplicato quanto aveva faticosamente raggiunto nei precedenti 6000! 'E una dinamica insostenibile, come hanno dimostrato studiosi in ambito animale (e noi lo siamo in accezione neutra). Tutto vero anche per camole e pesciolini vivi; nel primo caso qualche soluzione c'è ma per alcune specie non se ne esce, nel secondo quei grandi maestri che sono Meroni e Luzzini hanno scritto che il martino in realtà vede ed accetta anche soggetti morti. Ne terrò conto ed anche se morti saranno freschissimi (prezzi dei più variabili nel mio supermercato ) |
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