| inviato il 14 Agosto 2014 ore 9:18
Dato che l'ottica è la stessa, rimane tutto uguale, l'unica cosa che cambia è la dimensione del sensore e di conseguenza una porzione più piccola dell'immagine stessa. Se invece di spostarvi, ritagliate un'immagine ff ad un'immagine apsc, vedrete che tutto rimane uguale. il fattore di ingrandimento è dato dal fatto che riproducendo un'immagine con l'angolo di campo minore a schermo pieno con una apsc l'immagine risulta ingrandita del fattore di moltiplicazione. Se volete la stessa immagine vale il discorso sopra ( equivalenza, passi indietro, pdf ecc..) |
| inviato il 14 Agosto 2014 ore 15:26
Makiov “ La luminosità non è affatto la stessa montando la stessa lente su sensori di dimensione diversa, a parità di diaframma e iso(ammetttendo che gli iso siano non solo uguali ma anche equivalenti), i tempi saranno più lunghi su sensori più piccoli... di quanto? Il moltiplicatore è sempre quello del crop! Tempi una volta e mezza più lunghi su apsc rispetto a ff. „ Hai capito male. Ai fini dell'esposizione il valore del diaframma è indipendente dal formato del sensore, come ti può dimostrare qualsiasi esposimetro esterno, che NON ha alcuna... taratura in funzione del formato. Una foto dello stesso soggetto illuminato alla stessa maniera richiederà la stessa tripletta tempi-diaframmi-ISO su tutti i formati. Probabilmente fai confusione per l'espressione "tempo equivalente" che anch'esso NON è riferito all'esposizione, ma al tempo di sicurezza per evitare il mosso, che è uguale al reciproco della focale*fattore di crop. Paolo |
| inviato il 14 Agosto 2014 ore 15:35
Tutti Se volete "la stessa immagine" cambiare distanza di presa con focale uguale NON è la soluzione, giacché cambiando la distanza di presa cambia anche la prospettiva. Per avere la stessa immagine si deve usare la focale equivalente. A quel punto si avrà la stessa PdC solo usando sul formato maggiore il diaframma del minore moltiplicato per il fattore di crop. E, naturalmente, adeguando il fattore ISO moltiplicandolo per il quadrato del fattore di crop (per sensori con pari tecnologia). Paolo |
| inviato il 14 Agosto 2014 ore 16:06
@Pdeninis “ Makiov " La luminosità non è affatto la stessa montando la stessa lente su sensori di dimensione diversa, a parità di diaframma e iso(ammetttendo che gli iso siano non solo uguali ma anche equivalenti), i tempi saranno più lunghi su sensori più piccoli... di quanto? Il moltiplicatore è sempre quello del crop! Tempi una volta e mezza più lunghi su apsc rispetto a ff." Hai capito male. Ai fini dell'esposizione il valore del diaframma è indipendente dal formato del sensore, come ti può dimostrare qualsiasi esposimetro esterno, che NON ha alcuna... taratura in funzione del formato. Una foto dello stesso soggetto illuminato alla stessa maniera richiederà la stessa tripletta tempi-diaframmi-ISO su tutti i formati. Probabilmente fai confusione per l'espressione "tempo equivalente" che anch'esso NON è riferito all'esposizione, ma al tempo di sicurezza per evitare il mosso, che è uguale al reciproco della focale*fattore di crop. Paolo „ Puoi anche dire che l'esposizione è indipendente dal sensore,ed é vero, ma impostando la stessa triade diaframma/tempo/iso su un ff e su un apsc, all'atto pratico avrai più rumore nella foto fatta sul secondo a causa della minor luce causa sul sensore. Il valore degli iso non è assoluto come la focale o il diaframma, è solo una taratura del livello di amplificazione del segnale elettronico generato dal sensore. Se vuoi ottenere lo stesso livello di rumore di una ff su una apsc devi far entrare la stessa quantità di luce e per farlo a parità di apertura devo allungare il tempo di posa e abbassare gli iso. Quello che dicevo, appunto. Se una fotocamera con sensore apsc ti da la stessa coppia apertura/iso in pari condizioni rispetto a una ff, è poi costretta a "barare" amplificando maggiormente il segnale a discapito del rumore prodotto. E' fisica. |
| inviato il 14 Agosto 2014 ore 16:18
“ Se volete "la stessa immagine" cambiare distanza di presa con focale uguale NON è la soluzione, giacché cambiando la distanza di presa cambia anche la prospettiva. Per avere la stessa immagine si deve usare la focale equivalente. A quel punto si avrà la stessa PdC solo usando sul formato maggiore il diaframma del minore moltiplicato per il fattore di crop. „ Per questo è "sbagliato" parlare di focale equivalente senza citare anche il diaframma equivalente, tanto quanto è sbagliato parlare di "stessa scena" dal momento che ci si sposta. Però nel secondo caso è più pratico vederlo sul campo e regolarsi di conseguenza. |
| inviato il 14 Agosto 2014 ore 16:55
Ho editato il penultimo post dove confondendomi avevo scritto che il moltiplicatore per calcolare il tempo di esposizione equivalente è uguale al crop mentre in realtà è il quadrato del crop dello specifico sensore. |
| inviato il 14 Agosto 2014 ore 17:03
Makiov Allora dicevamo quasi la stessa cosa. Quasi perché leggendo te si poteva capire che, a pari esposizione, la quantità di illuminazione per unità di superficie fosse diversa tra i formati. Ed invece NON lo è. Quel che è diverso è la quantità di illuminazione totale dei sensori, come è evidente dal fatto che l'illuminazione per unità di superficie è identica (con coppie tempo diaframma identiche) mentre un sensore è più esteso dell'altro. Ma se guardi bene anch'io avevo posto l'uguaglianza a diaframma equivalente e tempo uguale con ISO diversi. Come puoi verificare p.es. nel caso ff vs aps-c canon il livello di rumore del aps-c è posto uguale a quello del ff moltiplicato per il quadrato del fattore di crop. 100 iso aps-c vs 256 iso ff. Era fisica anche la mia. Paolo |
| inviato il 14 Agosto 2014 ore 17:13
Ci siamo intesi. ;) È che, dalle risposte, sembrava che l'unica differenza è riscontrabile nella pdc... ma la fotografia non è solo bokeh! Le esigenze dei fotografi sono anche altre. Personalmente mi preme di più poter accorciare i tempi di esposizione in scarsa luce che la pdc! Michele |
| inviato il 14 Agosto 2014 ore 17:28
Con il formato ridotto, a pari PdC, di fatto usi un diaframma più aperto: e quindi puoi usare tempi più brevi per l'esposizione. A pari ISO. Lo scotto è che il livello di rumore dell'aps-c è circa 1 stop e 1/3 peggiore del ff. Cioè - astrattamente - i 100 iso dell'aps-c hanno la pulizia dei 256 del ff. Per ottenere qualità equivalente a quel vantaggio devi rinunciarci (naturalmente se sei nel range iso che ti permette di farlo). Quindi non si parla solo di bokeh. ;) [da cellulare non mi dà le faccine....] Paolo |
| inviato il 27 Giugno 2020 ore 12:18
Allora i valori di apertura nei grafici di DPreview (scusa Juza, ci capita di leggere anche quello) che riportano la "reale" luminosità delle varie compatte zoom alle diverse focali, sono da riferirsi solo alla PdC ? Secondo Maklov sembrerebbe che i reali valori di apertura (luce che entra dal foro) siano effettivamente proporzionali all'ampiezza del sensore. Ma personalmente mi sembra strano : mettendo un sensore dietro a un buco, la luce che lo colpisce dovrebbe essere la stessa per sensori di diversa ampiezza.. o forse no? |
| inviato il 27 Giugno 2020 ore 16:14
L'intensità del flusso luminoso (energia luminosa che nell'unità di tempo incide sull'unità di superficie) è appunto indipendente da quanto sia grande la superficie, idealmente è la stessa in ogni punto. Inquadrato un certo campo che riflette luce, l'intensità luminosa passante dall'obiettivo (trascurando la trasmittanza delle lenti) dipende solo dall'apertura f= F/d, dove F e' la lunghezza focale e d il diametro del diaframma. F e d (e di conseguenza f) sono caratteristiche proprie dell'obiettivo, non cambiano se questo viene montato su aps o ff. Per avere la luce totale che colpisce il sensore bisognerà moltiplicare questa intensità per la superficie del sensore e il tempo di scatto. A parità di quanto sopra è chiaro che il sensore più grande raccoglierà una maggiore quantità di luce totale, indubbiamente un vantaggio. Sempre a parità di quanto sopra, per avere lo stesso campo inquadrato, con aps-c bisognerà allontanarsi dal soggetto e questo genera innanzitutto una diversa prospettiva e poi un aumento della pdc. Che questi due aspetti siano uno svantaggio o un vantaggio è a discrezione del fotografo. Gli articolisti danno una loro libera interpretazione. |
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