| inviato il 18 Giugno 2014 ore 15:34
Ciao e grazie anche a te. Mi sono schiarito un paio di questioni dove ero un po' ...nebuloso (buona eh?) |
| inviato il 18 Giugno 2014 ore 21:56
Scusa se ritorno ma ho riflettuto sull'esempio che mi hai sottoposto e credo che vi sia un errore di impostazione. Premesso che il punto prophotoRGB = 255,255,0 è fuori dallo spazio Lab e in questo spazio viene convertito nel colore più verosimile, non trovo corretta la conclusione legata all'applicazione della mdc. Il motivo risiede nella stessa natura della MDC. Per farla breve la MDC, individuata una zona di contrasto, applica alla parte più chiara un alone chiaro e alla parte più scura un alone scuro. Adesso il punto da te evidenziato si trova ad avere nel canale R una macchia totalmenete bianca circondata da uno sfondo totalmente nero (vedi esempi nell'articolo). L'applicazione dell'alone chiaro e dell'alone scuro non porta ad alcun effetto; detto in altri termini 255 + 50 = 255 e cioè non può essere incrementata la luminosità più di 255. stesso dicasi per il canale G. Per il canale B dove tutto è nero nulla viene applicato. la risultate è che, a parte alcune zone di transizione, il punto rimane identico a se stesso e ciò accade in sRGB, adore RGB, prophoto RGB..qualunque RGB!!!!! Per inquadrare correttamente il problema devi prendere un giallo molto luminoso ma non clippato es: prophoto RGB 251 ,251, 191. A questo punto, applicando la maschera di contrasto, ogni canale verrà spinto al suo limite di 255 e il punto risulta clippato. Se si applica il passaggio in Lab, anche se si raggiunge la massima luminosità, i canali a e b preservano il colore e poi PS lo riporta in un colore reale successivamente convertito in un colore dello spazio di lavoro e così via dicendo. Questo è il punto centrale!!! a e b preservano l'informazione sul colore cosa che un qualunque RGB non può fare raggiunto il limite di 255 per ogni canale!!! In questo caso il nostro punto, nuovamente clippato in prophotoRGB, si trasforma tramite lab e PS in prophoto = 255, 254, 151. Ancora una volta Lab risulta superiore. ora provo a sintetizzare: Prophoto in alcuni campi è in grado di manipolare colori immaginari non perfettamente mappati da lab. Tutto funziona se le manovre che applichiamo portano i pixel a non eccedere nel limite superiore di 255 (il ragionamento vale anche per i 16bit) pur rimanendo in un campo immaginario. Nel momento in cui si raggiunge il limite per via di azioni o regolazioni energiche (MDC spinta, saturazione e contrasti elevati), non importa il punto di partenza, il colore viene bruciato in bianco. Questo non accade in Lab dove i canali a e b conservano l'informazione colorimetrica e permettono a PS di richiamare un colore reale. ciao Dario |
| inviato il 19 Giugno 2014 ore 9:53
Ho rifatto il tuo test e ho avuto una conferma importante a ciò che sospettavo. Se fosse come dici tu lavorando in Lab la USM avrebbe effetto solo sul canale L*...e invece non è così. Infatti usando il tuo esempio ProPhoto (251,251,191) dopo la conversione abbiamo Lab= (99,-3,29) a questo punto applicando la USM (300,30,0) il colore passa a Lab=(100,-6,74)!! ossia PS "bara" clamorosamente se lavori in Lab. Controprova: limitiamo l'effetto della USM al canale L* e il colore sarà Lab=(100,-3,29) e in questo caso va bene. Ma si può ottenere un risultato ancora più bello, direi "PERFETTO" restando in PS e scegliendo il metodo di fusione "darken" dopo la USM. In questo caso i valori colorimetrici rimangono INVARIATI e il bordo è perfetto. Per me questa è una prova piuttosto decisiva, dimmi se sei d'accordo. Ciao |
| inviato il 19 Giugno 2014 ore 10:15
No photoshop non bara. quello che succede è insito nella natura dei canali a e b. Se vuoi minimizzare l'effetto sui colori devi fondere il risultato in modalità luminosità. Quando applichi una MDC a tutto Lab la applichi ai canali L, a e b contemporaneamente. Ora mi sembra che sia chiaro cosa succede a L. Ma cosa succede ad a e b? quando applichi un alone scuro al canale a, per esempio, rendi più scuro un grigio, che equivale a dire: spostare il grigio più lontano dal grigio al 50% equivalente alla neutralità. Allontanarsi dalla neutralità significa incrementare la componente colore e detto in termini molto semplici significa: aumentare la saturazione!!!!!!!...chi lo avrebbe mai detto eh???? questo stesso principio (la distanza dal grigio al 50%) è alla base della manovra per creare una maschera di saturazione con una curva a parabola e vertice in basso al centro....ma questo è un altro film...... Ritornando alla manovra, tutto accade anche per gli aloni chiari!!! una MDC in Lab incrementa la luminosità dei pixel ma CONTEMPORANEAMENTE incrementa la saturazione!!!!!! E' una manovra molto potente ed è il motivo per cui dei disatri possono essere dietro l'angolo durante le MDC di foto normali in Lab se non si seleziona solo il canale L. Normalmente questa manovra viene usata per generare aloni non troppo fini e dare plasticità e variazione con il colore; prende il nome di "HiRaLoAm color". Ma questa peculiarità la sfrutto a mio vantaggio infatti nell'articolo ho postato la differenza di effetto nell'applicare la MDC a Lab e fondere in modo luminosità (che equivale ad applicare la MDC al solo L) confrontata con la manovra aggressiva sull'intero Lab. La prima è risultata vincente nel caso in cui si predilige aumentare il contrasto delle stelle piuttosto che la percezione della saturazione. Dall'articolo si evince infatti che, per preservare il colore, PS scurisce i pixel quindi una MDC su Lab porta ad avere un risultato finale meno luminoso ma percettivamente più saturo. No Lab non bara... anzi ci da una grossissima mano!!!! quando applico la MDC ai campi stellari, il mio intento è aumentare la visibilità delle stelle mantenendo il colore. Se applico il metodo darken perdo l'incremento di luminosità. Con il metodo schiarisci si evidenziano i pixel più luminosi evitando gli aloni scuri attorno alle stelle e con una buona maschera si bloccano eventuali artefatti. ciao Dario |
| inviato il 19 Giugno 2014 ore 12:13
Scusate, io faccio ritocco per lavoro e mi ritrovo talvolta ad usare il Lab. Onde evitare inutili tecnicismi e voli pindarici, per quanto possano essere corretti, non sarebbe preferibile usare il Lab ogni qualvolta si è davvero sicuri di servirsene positivamente? Voglio dire, il Lab non è la panacea di tutti i mali di un'immagine e non è nemmeno un mostro assassino. C'è motivo per andare in Lab? Ok, se c'è vorrà dire che probabilmente non è possibile fare in altro modo. Se fosse possibile fare in altro modo non avrebbe senso andare in Lab. Stop. Il Lab presenta vantaggi e svantaggi, non per niente D.M. ne ha parlato per un intero libro. Chi lo ama o sa se e quando servirsene, lo userà. Tutti gli altri staranno a guardare. Non è obbligatorio passare in Lab ogni volta. Non è nemmeno vietato. Conoscerlo un po' certamente potrà aiutare, ma io direi che non è il caso di andare a rovistare tra le virgole. Tutto qui, semplicemente, senza complicarsi troppo vita. Bye |
| inviato il 19 Giugno 2014 ore 19:37
Dario, sicuramente per le applicazioni astronomiche è desiderabile avere un effetto di enhancement sulla componente cromatica, ma per un'applicazione generica trovo che lo sharpening ottenuto con ProPhoto e la fusione del livello in modalità Darken dia un risultato veramente eccellente portando il cerchio da sfocato a perfettamente definito, senza effetto bordo e senza modificare i valori colorimetrici del cerchio stesso e cioè i suoi valori Lab (o XYZ se preferisci). Quindi sì, ottimo il tuo metodo per le stelle mentre per il resto si fa...come si crede meglio. |
| inviato il 19 Giugno 2014 ore 22:18
Carissimo Moulin, a beneficio di tutti ed anche mio e senza l'intenzione di volerti convincere, ma semmai aiutarci a riflettere, pubblico questa immagine:
 Essa è stata ricavata in prophoto in un contesto generico privo di colore. il file parte da un cerchio con R=G=B=200 su sfondo =100. La USM non aggiunge dettaglio ad una immagine ma migliora la percezione di quelli esistenti. Come fa? Aggiungendo un alone chiaro e uno scuro intorno a zone di transizione di luminosità. L'effetto iniziale lo si può vedere nel primo cerchio. Ho poi aggiunto il cerchio in modalità darken e quello in modalità lighten. lavorare in modalità darken (ma anche lighten) da una grossa penalizzazione perchè attorno al bordo non è presente il contrasto osservabile nel primo cerchio (stacco tra pixel scuri e chiari). Perchè castrarsi a priori e rinunciare all'alone chiaro? poichè però l'alone chiaro è quello che disturba (vedi aloni attorno a profili di montagna con il cielo come sfondo), un buon compromesso è quello di separare gli effeti come suggerito da un amico sopra. si duplica il livello due volte. si applica il metodo darken per prendere gli aloni scuri e lighten al 50% per prendere parte degli aloni chiari. il risultato finale si può vedere in basso a sx. personalmente è il metodo che preferisco e che in contesti generici con bordi frastagliati e non regolari è il metodo che funziona meglio. ciao Dario |
| inviato il 15 Luglio 2014 ore 22:29
Anche se un pò in ritardo rispetto al post originale, vi comunico che ho inserito nel sito l'articolo in italiano scaricabile in pdf. Chi fosse interessato può contattarmi per la psw che ovviamente è gratuita...ci mancherebbe. il link è il seguente www.dariogiannobile.com/pdf Dario |
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