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Sony A7, Fuji X-Pro, Canon, Cartier Bresson e...blasfemie


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avatarjunior
inviato il 06 Marzo 2014 ore 2:29

Su questo Thinner5 hai pienamente ragione. E anche qui voglio essere onesto: mi capita spesso di cascarci.
Anni fa mi capitava più spesso ancora, per cui mi consola vedere che pian piano imparo ad apprezzare di più quanto ho per le mani.

Onestamente passando dall'APS-C all full frame sono rimasto sbalordito per la maggior qualità dei file; avevo una Nikon D7000, puntavo alla D600 ma mi aveva spaventato il discorso dell'otturatore e allora, vendendo comunque tutte le lenti della D7000, son passato a Canon.
Con la Alpha 7 ho scattato a 4000 iso e la foto è uscita molto pulita. Le ho dato un minimo di riduzione del rumore in LR , ma proprio un minimo. E' la foto della terrazza Aperol nella mia ancor magra galleria.
Ero incredulo vedendola a monitor. Mi son reso conto di aver azzeccato l'acquisto. In vacanza con famiglia e amici non dovrò più facchinarmi cavalletto e reflex. So bene che il cavalletto in certe situazioni è insostituibile, ma ero felice come un bimbo pensando che in vacanza ecc. se mi garberà potrò scattare pure in notturna senza cavalletto con ottimi risultati.

Insomma tutto questo per dire che qualche vantaggio l'ho trovato...pur spendendo davvero tanti soldini ahimè. E pur conscio che le lenti Zeiss per la Alpha7 per ora non posso permettermela dopo l'esborso....(sogno il 35mm).


avatarjunior
inviato il 06 Marzo 2014 ore 9:24

Sono d'accordo sul fatto che spesso nei forum si discute più di attrezzatura che di contenuti fotografici, ma rispondo con una fotografia che visto l'ambiente ritengo essere una risposta più in "tema":



per chi non dovesse riconoscerlo è Gianni Berengo Gardin e quelle sul tavolo sono tutte le macchine fotografiche che ha cambiato fino al 1998.

avatarsenior
inviato il 06 Marzo 2014 ore 10:17

La foto dimostra bene che la figura del "vecchio maestro" un po' jedi un po' asceta e' solo mito.
I grandi maestri ne avevano di attrezzatura e la cambiavano spesso, inseguivano i miglioramenti e i progressi.
Non per niente Salgado scatta con una Canon digitale, una serie 1 mi sembra. E produce delle stampe b/n straordinarie.

avatarsenior
inviato il 06 Marzo 2014 ore 10:47

E se, molto più semplicemente, non ci fosse una sola verità?
E' vero che la macchina fotografica, da strumento tecnico principalmente meccanico si è trasformata in strumento di elettronica di consumo.
Ed è vero che nell'ambito dell'elettronica di consumo l'obsolescenza è spesso artificiosa, dettata dalle strategie di marketing piuttosto che dall'effettivo miglioramento tecnologico.
Ed è vero che nel nostro mondo di fotoamatori vi è una fetta non trascurabile di utenti che probabilmente sono più vittime di feticismo tecnologico che reali estimatori del mezzo di cui dispongono.
Per alcuni, lo strumento diventa se non IL, almeno UN fine da perseguire.
Ma è altrettanto vero che altri fotoamatori ponderano le proprie scelte in maniera diversa, sapendo distinguere tra le varie migliorie apportate dai costruttori, quelle che effettivamente possono servire loro per migliorare le proprie capacità creative da quelle che sono solo inutili orpelli tecnologici, lucciole per allodole.
Ma aggiungo infine che non mi sento di giudicare né gli uni né gli altri. In fin dei conti, questa smania consumistica che le case alimentano proponendo nuovi modelli a ritmi un tempo impensabili, non rende improvvisamente inutilizzabili le "vecchie" macchine e questo permette a tutti di essere liberi (nei limiti della propria autonomia di pensiero), di scegliere.
In fondo, oggi abbiamo a disposizione una tale miriade di strumenti, che le possibilità di scelta sono davvero ampie e tali da consentire a chiunque di trovare ciò di cui ha bisogno.
Diverso sarebbe se le case, introducessero artificialmente dei limiti nelle macchine per farle durare nel tempo meno di una volta, così da costringere a cambiare lo strumento anche chi non vorrebbe farlo. E penso che le vecchie macchine meccaniche fossero effettivamente più durature di quelle moderne. Ma i limiti di durata delle macchine attuali non mi paiono artificialmente predeterminati dai costruttori, quanto connaturati alla loro stessa essenza di strumenti meccanici ed elettronici, che ne fa oggetti meno longevi rispetto a quelli del passato.
E infine, per quanto spesso anche io (sarà la soglia psicologica dei 40...) mi sorprenda a pensare che "una volta era meglio", credo che sia sbagliato approcciare la vita in questo modo. Nella nostra natura è il progresso. E progredendo talvolta si prendono anche strade sbagliate, ma è lo scotto da pagare proprio per non rimanere fermi al punto di partenza.
A mio avviso gli strumenti moderni consentono cose che prima non erano possibili o lo erano al costo di una complessità molto maggiore. E questo è un bene.
Poi, che su 1000 fotoamatori solo 1 faccia foto decenti (e io non sono quell'uno...), tutto sommato mi lascia del tutto indifferente. Quanta gente si cimenta senza costrutto a scrivere libri o poesie, o a scrivere canzoni o a imbrattare tele. Questa produzione artisticamente insignificante, non rende meno importante il lavoro di chi invece quelle cose le sa fare in modo artistico e pregevole, anzi, probabilmente ne enfatizza il valore.
Il tutto naturalmente IMHO.

Buona luce a tutti, a prescindere dagli strumenti usati per catturarla.

avatarsenior
inviato il 06 Marzo 2014 ore 10:59

Amen Cool condivido in tutto il tuo discorso Sub ;-)

avatarjunior
inviato il 06 Marzo 2014 ore 11:04

Secondo me il 90% dei post di carattere "tecnico" sono patetici, per non parlare di quelli in cui si condivide il nuovo acquisto con gli altri utenti!Eeeek!!! roba da pazzi.



avatarsenior
inviato il 06 Marzo 2014 ore 11:22

Non per niente Salgado scatta con una Canon digitale, una serie 1 mi sembra. E produce delle stampe b/n straordinarie.


Anche io scatto con una macchina digitale e produco delle belle (nel mio piccolo e limitato mondo) e purtroppo costosissime stampe in b/n, che cosa c'entra?

Lo sospettavo che il fatto di citare HCB per spiegare un concetto mi avrebbe fatto correre il rischio di scatenare la riscossa di alcuni paladini della modernità.
Sposto quindi il focus (a mano) sul contenuto del topic, rimarcandone per un attimo la sostanza.

Io non ho detto che quello che c'era prima è meglio, ci mancherebbe: non lo è in moltissimi casi ed esempi.
Io sto dicendo che se ci fosse più gente che invece di pensare a cambiare corpo macchina ad ogni soffio di vento, ad ingrandire al 100% per godere come dei ricci nel guardare dei pixels a video, pensasse un po' di più a
organizzare il proprio lavoro fotografico come si deve,
darsi un fine nello scatto,
a come affinare un proprio linguaggio fotografico,
scattare su temi che sentono propri e a proposito dei quali sentono di poter comunicare qualcosa...

Allora forse ci sarebbe più gente come HCB o Berengo.

avatarsenior
inviato il 06 Marzo 2014 ore 12:00



La mania dei pennelli grandi per le pareti grandi... non riguarda solo gli imbianchini, ma anche i fotografi.

dal mio punto di vista penso che sia utile distinguere tra regole grammaticali e capacità di espressione narra
Usare un tele e non un grandangolo per fotografare animali lontani è una questione grammaticale, il vedere cosa quell'animale ha di speciale rientra nella espressione narrativa.

Indubbiamente la tecnologia rende sempre più facili gli scatti grammaticalmente corretti. Sarebbe bello non fermarsi qui.

avatarjunior
inviato il 06 Marzo 2014 ore 12:08

A mio avviso il discorso è molto più ampio e trascende la fotografia. Come scriveva Arthur Schopenhauer ne "Il mondo come volontà e rappresentazione" l'uomo è afflitto da un "irrefrenabile desiderio" che si oggettiva, volta per volta, in singoli oggetti particolari. Il desiderio individualizzato, cioè oggettivato, ci sembra indispensabile perchè sentiamo che solo quell'oggetto può far venir meno la mancanza di qualcosa (appunto il bisogno) che avvertiamo nel profondo. Quando poi l'oggetto è stato, con estrema fatica, acquisito, subentra l'inevitabile delusione; l'uomo si accorge che il bisogno, correlato al desiderio è ancora lì, lo continua ad avvertire, è rimasto insoddisfatto nonostante il possesso dell'oggetto tanto a lungo agognato e che doveva servire appunto al soddisfacimento del bisogno. Pertanto dopo poco tempo l'oggetto sul quale riponevamo tutte le nostre speranze ci viene a noia. Da qui la nascita di un nuovo desiderio (individualizzato)....Questa è la storia dell'umanità che peraltro ha anche avuto effetti positivi. Senza il desiderio sfrenato e perennemente insoddisfatto non ci sarebbe mai stata la Rivoluzione industriale inglese e neppure esisterebbero quegli oggetti che noi amiamo tanto e che si chiamano macchine fotografiche....

avatarjunior
inviato il 06 Marzo 2014 ore 12:16

Sub ha ragione nel dire che le nuove tecnologie permettono di realizzare oggi con maggior facilità scatti un tempo tecnicamente più complicati, se non inaccessibili. Quanto alle macchine meno durature di una volta, non ho dati per giudicare ma mi auguro che non introducano fenomeni di obsolescenza programmata come per altri prodotti (della serie l'otturatore scientificamente si romperà dopo X mila scatti).

Ma Pierfranco dice cosa giusta quando afferma che forse dedicare meno tempo ai tecnicismi e più tempo alla composizione, alla scelta di un tema, o più temi che comunque abbiano un senso sarebbe una cosa utile a crescere fotograficamente.

Tra l'altro notavo una cosa guardando su Amazon i titoli dei manuali di fotografia : vi sono in proporzione molti più "manuali tecnici" sui più svariati temi (dal manuale del principiante al manuale sulle più astruse tecniche di post produzione) che non su temi del tipo "come sviluppare un linguaggio fotografico", come creare un lavoro artistico, ecc.

Penso che come in tutte le cose servirebbe un pò di equilibrio.

avatarsenior
inviato il 06 Marzo 2014 ore 12:17





Su quel tavolo ci sono malcontate una trentina di fotocamere che sono il numero di corpi che alcuni utenti di Juza, hanno cambiato in tre anni MrGreenMrGreenMrGreen

Calcolando che Gardin fotografa da c.ca 65 anni, direi che cambiare una fotocamere ogni 2 anni e mezzo, potrebbe essere fisiologico se si fa il fotografo professionista che magari gira con 2-3 corpi.

;-)

avatarsenior
inviato il 06 Marzo 2014 ore 12:20

Semplicemente la fotografia stessa è modernità, perché bene o male ha una componente tecnica che la differenzia in modo particolare dalle arti classiche.
Tutti i grandi del passato erano paladini della modernità, spesso erano loro stessi a inventarsi qualcosa di nuovo; Barnack con il 35mm, Adams con lo sviluppo zonale, ecc ecc..
Tutti proiettati in avanti, da veri futuristi, nel senso proprio artistico.

Ci sono fotografi che scattano con l'ultimo modello e producono scatti mediocri, senza contenuti; ma ce ne sono anche tanti che scattano con una fotocamera vintage "perché la usava lui" e fanno ugualmente foto di schifo.
La differenza sta nella qualità del risultato e un mezzo valido può aiutare, in certi casi è addirittura indispensabile.

HCB oggi userebbe una ML con focus peaking e magari produrrebbe una quantità maggiore di capolavori; questo ovviamente perché riverserebbe nelle foto la sua valenza artistica. Il mezzo lo aiuterebbe; pensa magari a quanti scatti dovette rinunciare perché nel momento fuggente il rullino era finito, oppure aveva la pellicola a ASA non corretti, o anche a quanti scatti cannati perché non c'era l'autofocus.

Poi ovviamente l'elettronica di consumo ha espanso la fotografia verso un bacino di utenza così vasto che oggi tutti si sentono fotografi, ma hanno solo al collo un oggetto che avrebbe fatto la felicità dei fotografi del passato.
Ed hai ragione tu Pierfranco a dire che si dovrebbe pensare di più al cosa fotografare e come, piuttosto che con che cosa. Ma chi non pensa a questo non è un fotografo, a prescindere se cambia modello una volta al mese o no.

avatarsenior
inviato il 06 Marzo 2014 ore 12:21

Belli i tempi della macchina da scrivere olivetti, con la carta carbone, le correzioni con il bianchetto, le copie venute illeggibili; oppure perché no... tornare al calamaio, che fascino la penna d'oca. Poi magari marcivi nel sudiciume, ma vuoi mettere scrivere una lettera nella luce precaria di una candela di sego, piuttosto che un sms su di uno smartphone.
Oppure le macchine belle, quelle di una volta, senza servofreno, senza abs, senza airbag, senza un piffero... che se picchiavi morivi sul colpo o se investivi un pedone lo ammazzavi.

Raamiel da oggi sei il mio DiodelForum hahahahahahahah top

io ho letto la storia della nascita del National G dalle lastre alle prime kodakchrome e nessun fotografo del NatGeo si è mai limitato nell'attrazzatura. Anzi facevano a gara per chi prendeva l'ultimo ritrovato in fatto di tecnologia analogica per prendere lo scatto piu azzardato o fino ad allora impossibile.
Stiamo parlando di aria fritta

avatarsenior
inviato il 06 Marzo 2014 ore 12:25

Secondo me l'avanzare del progresso può produrre un solo pericolo, quello che il fotografo prenda come alibi il fatto che senza l'ultimo mirabolante modello, non può fare foto migliori.

Uno degli insegnamenti che dobbiamo trarre quando ammiriamo i lavori di HBC o Frank Capa è che le belle foto si facevano anche allora, con i limitati mezzi di quei tempi (Capa ha fatto il reportage dello sbarco in Normandia, ricordiamocelo), quindi, non è certo la mancanza dell'ultimo modello che può fermare il nostro progredire fotografico.

;-)

avatarsenior
inviato il 06 Marzo 2014 ore 12:39

Dici? allora prendiamo proprio Capa e lo sbarco in Normandia...

Allora immaginiamoci di essere dei fotoreporter che stanno per sbarcare su quelle maledette spiagge; dove in poche ore sono morte migliaia di persone, uno dei più grandi macelli del 900. E tu sei armato di una fotocamera e di un elmetto che va bene si e no per farci il brodo; sopravvivi, per pura fortuna, quella con la C maiuscola. Alla fine hai fatto gli scatti più memorabili del secolo, di un fatto irripetibile che entrerà nella storia; bene a questo punto Capa spedisce i rullini in Inghilterra e qualche malnato rovina gli scatti; sì... li rovina quasi tutti. Di 4 interi rullini si salvano solo 11 foto.
Ora... sembra che Capa l'abbia presa con filosofia; io al suo posto avrei staccato a morsi la testa di quel cane × che ha rovinato gli scatti.

Immaginiamo se Capa avesse avuto una macchina odierna, che so una serie 1 tropicalizzata e con doppio slot CF...
alla fine della giornata avrebbe spedito al giornale i Jpg sviluppati sul notebook, conservando i raw in doppia copia sulle sue CF. Oggi avremmo la possibilità di ammirare non 11, ma centinaia di foto dello sbarco in Normandia.

La tecnologia non fa la differenza? Capa cosa ne penserebbe?

Che cosa ne pensi di questo argomento?


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