| inviato il 23 Novembre 2013 ore 14:32
Un noto artista riuscì a giustificare l'inscatolamento artistico degli escrementi, dimostrando che tutto poteva essere arte; bastava saperlo giustificare... |
| inviato il 23 Novembre 2013 ore 14:38
Ciao, si, si conosco l'artista................. Per contro, ho visto un'altro, ora Noto artista, che invece metteva BEN in mostra, l'immagine che mostrava dove normalmente, i noti escrementi ne Uscivano. Non era noto come il Primo ma............ anche lui, nel suo piccolo un pò di notorietà, con tali elementi, l'ha ottenuta- Non saprei cos'altro dire Sperimentare certi argomenti potrebbe portare a commentarli con: Foto di.............M o di lavori fatti con il.............. C Ciaoooooooooooooo Vado a Lavorare  Virginio |
| inviato il 23 Novembre 2013 ore 16:02
Non è obbligatorio che una foto debba necessariamente trasmettere un'emozione a te che l'hai realizzata o a chi la guarda. Dipende sempre da come hai inteso tu lo scatto nel momento che l'hai fatto: se come dici, semplicemente ti piaceva l'immagine, il significato è che ti piaceva e basta, non deve per forza piacere ad altri e non deve per forza trasmettere qualcosa. Per me, per esempio, la maggior parte delle foto che scatto sono solo dei ricordi. A me dicono sempre qualcosa perchè le associo a delle esperienze che ho vissuto, ma ad altri possono non dire nulla e non piacere nemmeno dal punto di vista estetico. Ognuno poi si approccia ad una foto (o un quadro, poesia o qualsiasi opera d'arte) come gli è più spontaneo. Io generalmente non vado a cercare per forza un significato o un qualcosa che l'autore vuole trasmettere: mi piace o non mi piace, se poi mi trasmette anche qualcosa non è detto che sia necessariamente ciò che l'autore voleva trasmettere (se il suo intento era di trasmettere qualcosa). Cercare per forza un significato in una foto secondo me è come fare la prosa delle poesie: non si è mai davvero sicuri che ciò che ne risulta sia davvero quello che l'autore voleva dire. ciao Chiara |
| inviato il 23 Novembre 2013 ore 17:22
“ Cercare per forza un significato in una foto secondo me è come fare la prosa delle poesie: non si è mai davvero sicuri che ciò che ne risulta sia davvero quello che l'autore voleva dire. „ non concordo affatto, e te lo dico da apprendista fotografo ma pure da aspirante poeta: forse tu confondi l'interpretazione con la critica, come fanno tanti, e quello può portare a risultati fuorviati, e pertanto risultare infine attività complessivamente sterile e perciò inutile, ma giungere alla comprensione profonda di un'opera sebbene tutt'altro che semplice non è mai un'attività vana, anche perché, in fondo, anche senza conoscere intimamente l'autore e la sua condizione di vita, emozionale o razionale, c'è sempre uno ed uno solo significato: ed è solo quello l'unico che vale d'essere divulgato. di recente ho letto uno splendido libretto che mi è stato consigliato, per rispondere a dubbi personali molto simili a quelli che attanagliano giustamente l'amico che ha aperto questa interessante discussione, dubbi del resto più che legittimi e tutt'altro che rari in chi dopo un primo approccio amatoriale di conoscenza curiosa, il più delle volte ricca di problemi d'ordine tecnico, una volta risolti questi e divenuto "fotoamatore evoluto" si scontra con l'umana necessità di costruirsi una "poetica", dare ordine e regole grammaticali al proprio linguaggio artistico: perciò giro il consiglio di lettura ricevuto a te Chiara ed all'amico Labianca: "la Camera Chiara" di R. Barthes |
| inviato il 23 Novembre 2013 ore 17:38
Cosa fai tu del mezzo macchina fotografica é solo affar tuo, una scelta tua, un sistema tuo. Non c'è un modo giusto e non c'é un obbligo di niente. Se incontri delle filosofie che ti stuzzicano e vuoi abbracciarle, ok, se vuoi usare la fotografia per esprimere le tue emozioni, ok, se vuoi usarla perché ti rilassa e ti piace fotografare il mare, ok, ok, ok, in ogni caso sono solo delle opzioni. |
| inviato il 24 Novembre 2013 ore 18:08
@ Cicciopettola: volentieri seguirò il consiglio di leggere il testo che suggerisci, però per il momento resto della mia idea. Non sono sicura che l'interpretazione di un'opera porti sempre a coincidere con ciò che l'autore voleva davvero dire, indipendentemente dal tipo di opera. Questo non vuol dire che l'artista in questione sia un incapace, significa solo che la "grammatica" che si è costruito per esprimersi funzioni solo per lui e non per chi legge l'opera. Per fortuna almeno dal punto di vista emozionale siamo ancora molto diversi tra di noi, non credo sia possibile "confezionare" delle regole per esprimere le emozioni e quindi nell'esprimerle esiste la possibilità che siano interpretate con una "grammatica" diversa. Leggerò comunque il libro che hai suggerito. ciao Chiara |
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