| inviato il 10 Settembre 2025 ore 20:49
“ Ho letto con interesse questo articolo. „ Mi sembrano sempre le solite cose. Mi pare anche che chi pratica fotografia da un certo tempo debba in qualche modo aver trovato una risposta personale alle questioni poste nell'articolo. |
| inviato il 11 Settembre 2025 ore 9:01
Abbiamo imparato ad attribuire queste imperfezioni alla fotografia del mondo reale. Naturalmente, le foto sono sempre solo un'immagine incompleta della realtà. Innanzitutto, sono bidimensionali, non riproducono correttamente i colori o non ne hanno affatto ecc. Grazie alle ruote sfocate delle carrozze e ad altre strutture sfocate, la fotografia ha anche insegnato ai disegnatori e ai pittori come rappresentare il movimento. Viceversa, la fotografia con tempi di esposizione molto brevi, cioè con fotocamere ad alta velocità, ha contribuito a vedere cose che non sono visibili ad occhio nudo. Queste foto mostrano quindi una realtà che non conosceremmo senza la fotografia. |
| inviato il 11 Settembre 2025 ore 9:06
Quando si cita Barthes mi innervosisco. Perché fatico a capirlo e un po' si spiega perché ho fatto solo lo Scientifico, neanche il Classico. In italiano ci ho capito poco, allora l'ho letto in inglese per concentrarmi di più. Niente. Ci sono altri che non riesco a leggere come Nietzsche e Heidegger. Quindi è un mio limite, non il loro. Quello che mi ha dato più fastidio è non capire don Giussani. Alla fine è di Desio, ossia un brianzolo DOC come me. Da capire della computazionale è che abbatte il rumore nelle ombre. Rumore che viene dall'elettronica (Read Noise), non dalla luce. Se il rumore N è davvero casuale, SNR migliora sommando più segnali. I segnali comprendono segnali puliti + rumore. Il miglioramento SNR segue la radice quadrata delle ripetizioni. L'enorme complicazione in fotografia digitale è che il segnale pulito si SPOSTA, o perché trema la mano o perché si muove il soggetto. Le vibrazioni dovute alla mano possono essere usate a vantaggio del fotografo, le scene mosse sono più difficili da correggere. Risalite a un 3d qui dove uno che si proclama bi-laureato (ma non è particolarmente brillante) chiede lumi per sommare le immagini sotto Photoshop. Poi chiedetevi se anche voi capite che non ha capito Se pensate che quell'OP abbia capito, anche voi non capite la fotografia digitale |
| inviato il 11 Settembre 2025 ore 9:27
Possiamo senz'altro definire la fotografia come un indizio che forse descrive la realtà Non certo una prova. Un po' come una formula , può permettere di calcolare e rappresentare un fenomeno fisico. Ma non e' detto che questo poi avverrà o sia avvenuto esattamente come calcolato. |
| inviato il 11 Settembre 2025 ore 10:59
@Salt la più famosa fotografia di tutti i tempi (quella della Franklin che mostrava la diffrazione ai raggi-X di cristalli di DNA) è un indizio o una prova della doppia elica? |
| inviato il 11 Settembre 2025 ore 11:25
indizio senz'altro. Riporto da un manuale: La cristallografia a raggi X è una tecnica della cristallografia in cui l'immagine, prodotta dalla diffrazione dei raggi X attraverso lo spazio del reticolo atomico in un cristallo, viene registrata e quindi analizzata per rivelare la natura del reticolo. In genere, questo porta a determinare il materiale e la struttura molecolare di una sostanza. Registrata e successivamente ANALIZZATA per rivelare la natura... GLi indizi e le tracce permettono di ricostruire una realta plausibile. Quando fotografi un evento non hai mai una registrazione netta e definitiva della realta'. Hai sempre una rappresentazione di un istante. Qualcosa che approssima la realta'. Tu che fai misure dovresti saperlo bene. A volte non e' necessario disporre di tutti i dati precisi. Spesso e' sufficiente ricavare tramite una regressione la curva che meglio approssima la curva reale. Il singolo dato ottenuto NON e' vero, ma e' piu preciso di quello misurato.(viziato magari da un errore di misura o da rumore) |
| inviato il 11 Settembre 2025 ore 12:53
Meglio restare alla fotografia con la luce. Secondo me è già abbastanza complicata così. |
| inviato il 11 Settembre 2025 ore 14:46
Il confine tra fotografia reale e immagine sintetica non è poi così definito. Basti pensare alla postproduzione pesante, fatta anche ai tempi della fotografia analogica. Ho detto fotografia analogica (termine che detesto) e non fotografia a pellicola, per comprendere anche le lastre. Avevo una zia che faceva da Photoshop vivente, ritoccando a mano le lastre dei ritratti fatti in studio, a seconda dei desiderata dei clienti, appianando rughe, facendo sparire cicatrici, ecc. E come la mettiamo con la realtà? Un esempio estremo su tutti: "Io + Gatto" di Wanda Wulz, del 1932. |
| inviato il 11 Settembre 2025 ore 14:58
La questione è che per la prima volta lo strumento interviene, a prescindere dalla volontà del fotografo, nella creazione vera e propria dell'immagine. Che la fotografia includesse in qualche modo già il concetto di trasformazione della realtà, è un dato di fatto documentato anche dal Treccani ("In senso più astratto (soltanto al sing.), la tecnica e l'arte di fotografare, di riprendere cioè con l'obiettivo figure statiche o mutevoli (persone, animali, piante, oggetti, paesaggi, opere d'arte, nel loro insieme o in particolari), fatti, avvenimenti, manifestazioni della realtà e della vita, non soltanto allo scopo di fissarne fedelmente l'immagine e il ricordo, come mezzo quindi di riproduzione e, insieme, d'informazione e comunicazione, ma cercando anche di cogliere, e talora sorprendere, nella loro immediatezza, gli aspetti più significativi e suggestivi della figura umana e della realtà in genere, interpretandoli e, spesso, trasfigurandoli :") . Ma ora il fotografo non è più padrone del mezzo. Vi ci vedete voi, in un futuro non troppo distante, a discutere con la vostra attrezzatura? |
| inviato il 11 Settembre 2025 ore 15:44
@Salt on po' OT, alcune notazioni. Linus Pauling è uno dei pochi a vantare due Nobel (Chimica, Pace). Era anche un assertore della vitamina C come antiossidante. I malevoli hanno commentato che è morto lo stesso, però non a 50 bensì a 93 anni! Pauling è un pilastro della chimica perché ha spiegato il legame chimico partendo dalla quantistica applicata agli elettroni esterni di valenza (spiace deludere gli sprovveduti, ma gli elettroni del silicio Si coinvolti negli omonimi sensori NON sono gli elettroni di valenza...). Uno pseudo-legame sono i ponti a idrogeno. Pauling si occupò della struttra tridimensionale del DNA forse senza concentrarsi troppo. In effetti prese una cantonata clamorosa: prospettò una specie di tripla elica basandosi sui ponti a idrogeno come da lui immaginati. Pauling era di un altro livello scientifico rispetto a Watson e Crick. Avesse visto la foto di Rosalind Franklin avrebbe proposto la doppia elica senza ombra di dubbio. I ponti di idrogeno posti in un certo modo nello spazio erano un indizio, non una prova. Difatti sbagliò. La foto della Franklin NON è un indizio: è una prova, indiscutibilmente, a meno che per indizio si intenda qualcosa d'altro. Andò a finire che la Franklin (ebrea) morì di cancro per avere manipolato troppi raggi-X e il Nobel non si conferisce ad memoriam. Il suo capo, che si lasciò depredare della foto, si prese il Nobel al suo posto. Watson ha fatto la stessa fine di Montagnier: rinciulito in tardi età. Per cui l'hanno perdonato una prima volta ma poi, quando ha insistito che i neri sono morfologicamente meno dotati di cervello dei bianchi, gli hanno tolto tutte le onorificenze. Vittima sì dei woke ma anche di indizi che non sono prove |
| inviato il 11 Settembre 2025 ore 15:51
Noto che mettere in forse la reale necessità e utilità del "pensiero tecnologico applicato" viene letto come chiaro indizio di arretratezza cultural-espressiva, ragion per la quale tutti ad osannare chi ci libera dai limiti e sdogana la creatività che alberga in ognuno, senza fatica, pigiando un sol tasto che attiva il mezzo spegnendo il cervello. |
| inviato il 12 Settembre 2025 ore 10:00
Il problema non riguarda solo l'ambito fotografico ma tutti i mezzi di comunicazione e di espressione. Ciò che vedo (e che sento) non è più necessariamente vero, e lo sarà sempre meno. Questo mi costringe a cercare altre strade per capire dove sia il vero, o meglio dove la realtà sia approssimata bene. Che poi l'artefatto sia stato creato dal macchine learning o da un umano che mi vuole manipolare non cambia poi molto. |
| inviato il 12 Settembre 2025 ore 11:33
Ce ne sono in quantità di altre strade: religioni, superstizioni, esoterismo, astrologia, movimenti politici radicali, liste civiche. E ci metterei anche i buoni gelati. |
| inviato il 12 Settembre 2025 ore 13:45
No, non ho attraversato l'incrocio con il semaforo rosso, la foto deve essere stata generata dall'intelligenza artificiale. |
| inviato il 12 Settembre 2025 ore 14:07
Segue una considerazione un po' strana ma che mi ha sempre incuriosito ... I miei occhi vedono solo una minimissima parte dello spettro delle onde elettromagnetiche, non vedo sotto l'infrarosso e sopra l'ultravioletto. Sento suoni su una banda limitata di frequenze, non sento né infrasuoni né ultrasuoni. Il mio olfatto è largamente più limitato di quello di un cane. E via così ... Molte volte mi sono chiesto come potrebbe apparimi la realtà se i miei sensi non fossero così limitati. È come essere in una scatola e guardare fuori attraverso un buchetto ... |
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