| inviato il 10 Agosto 2025 ore 7:44
Certo N.enrico se NON pubblichi puoi fotografare chiunque, pure le forze dell'ordine magari mentre fanno accertamenti nei tuoi confronti e tu le riprendi per un tuo diritto di tutela, ma c'è anche il caso in cui la cassazione prevede il disturbo alla persona o quello di molestia. Il vero problema è incappare in un paranoico (e ce ne sono) che potrebbe intentare causa che, qualora finisse in un'archiviazione, comunque significa un esborso di soldi per le parti ... |
| inviato il 10 Agosto 2025 ore 9:45
“ N.enrico pensa che la cassazione è andata ben oltre il diritto della privacy, in certi casi il fotografare di nascosto può configurarsi come un reato di disturbo alla persona o molestia vedi link. „ C'è però da notare che tale sentenza non censura il fotografare in sé ma l'atteggiamento molesto del "fotografo" che ha seguito, all'interno di un centro commerciale, insistentemente e a lungo una donna, al punto da essere stato fermato da una guardia giurata, una donna fotografandola con lo smartphone. Come spiegano giustamente nell'articolo linkato la street photography è ben altra cosa. |
| inviato il 10 Agosto 2025 ore 10:16
Il Signor Mario +100 in casi simili più che giustificata la punibilità con quei reati, però pensa in un caso completamente diverso, dove non commetti reati però ti imbatti in un paranoico e paranoica ... e ce ne sono (qui dove vivo ne conosco due, e non vivo in città)! Ok allora non si fotografa più? No! Così come è vero che magari la rogna qualcuno (paranoico o no) te la tira fuori proprio se si ha una sfiga enorme ... Per quel che penso e quel che valga, se si fotografa con discrezione, senza importunare, scatti dignitosi e non lesivi della persona, NONOSTANTE LA PUBBLICAZIONE SENZA CONSENSO è vietata dalla legge, bisogna avere una sfiga pazzesca per essere querelati, secondo me. |
| inviato il 10 Agosto 2025 ore 10:43
A me è capitato più di una volta che mie foto siano state viste poi dai soggetti che non avevano autorizzato, una è stata vista da un membro del forum, circa 10 anni fa, che conosceva il soggetto ci mise in contatto e nacque un piacevole incontro concluso con l'invio della mia foto, un altro ci fu un'amica di un'amica che riconobbe sé stessa e quello che sarebbe diventato su marito nel loro primo incontro in quel caso le mandai tutta la serie delle foto e ne fu molto felice. In ogni caso la chiave sta nel rispetto degli altri e in questo per noi fotografi il decalogo di Gilardi è un ottimo vademecum. Non fotografare gli straccioni, i senza lavoro, gli affamati. Non fotografare le prostitute, i mendicanti sui gradini delle chiese, i pensionati sulle panchine solitarie che aspettano la morte come un treno nella notte. Non fotografare i neri umiliati, i giovani vittime della droga, gli alcolizzati che dormono i loro orribili sogni. La società gli ha già preso tutto, non prendergli anche la fotografia. Non fotografare chi ha le manette ai polsi, quelli messi con le spalle al muro, quelli con le braccia alzate, perché non possono respingerti. Non fotografare il suicida, l'omicida e la sua vittima. Non fotografare l'imputato dietro le sbarre, chi entra o esce di prigione, il condannato che va verso il patibolo. Non fotografare il carceriere, il giudice e nessuno che indossi una toga o una divisa. Hanno già sopportato la violenza, non aggiungere la tua. Loro debbono usare la violenza, tu puoi farne a meno. Non fotografare il malato di mente, il paralitico, i gobbi e gli storpi. Lascia in pace chi arranca con le stampelle e chi si ostina a salutare militarmente con l'eroico moncherino. Non ritrarre un uomo solo perché la sua testa è troppo grossa, o troppo piccola, o in qualche modo deforme. Non perseguitare con il flash la ragazza sfigurata dall'incidente, la vecchia mascherata dalle rughe, l'attrice imbruttita dal tempo. Per loro gli specchi sono un incubo, non aggiungervi le tue fotografie. Non fotografare la madre dell'assassino e nemmeno quella della vittima. Non fotografare i figli di chi ha ucciso l'amante, e nemmeno gli orfani dell'amante. Non fotografare chi subì ingiuria, la ragazza violentata, il bambino percosso. Le peggiori ×e fotografiche si commettono in nome del diritto all'informazione. Se è davvero l'umana solidarietà quella che ti conduce a visitare l'ospizio dei vecchi, il manicomio, il carcere, provalo lasciando a casa la macchina fotografica. Non fotografare chi fotografa: può darsi che soddisfi solo un bisogno naturale. Come giudicheremmo un pittore in costume bohémien seduto con pennelli, tavolozza e cavalletto a fare un bel quadro davanti alla gabbia del condannato all'ergastolo, all'impiccato che dondola, alla × che trema di freddo, ad un corpo lacerato che affiora dalle rovine ? Perché presumi che il costume da free lance, una borsa di accessori, tre macchine appese al collo ed un flash sparato in faccia possano giustificarti? |
| inviato il 10 Agosto 2025 ore 10:46
“ Se mi accorgo che qualcuno mi ha fotografato (come soggetto principale),posso chiedere la rimozione della foto anche perché non so da quel momento che uso ne vuole fare quella persona della foto che mi ritrae, e non solo come limite la pubblicazione „ No,non puoi. Anzi,si,puoi chiedere ma non puoi pretenderlo |
| inviato il 10 Agosto 2025 ore 10:48
“ No,non puoi. Anzi,si,puoi chiedere ma non puoi pretenderlo „ +1 |
| inviato il 10 Agosto 2025 ore 10:50
“…C'è però da notare che tale sentenza non censura il fotografare in sé ma l'atteggiamento molesto del "fotografo" che ha seguito, all'interno di un centro commerciale, insistentemente e a lungo una donna…” ••••••••••••••••••••••••••••• Esatto, qui il problema non è la fotografia, ma l'atteggiamento molesto che si configura anche senza fotocamera in mano. |
| inviato il 10 Agosto 2025 ore 10:51
A me capitò un paio di volte che mi venisse richiesto di cancellare. Una volta in modo sgarbato e prepotente,e non cancellai nulla. La seconda volta in modo molto gentile e siccome di fotografia non ci campo e non era la foto del secolo l'ho accontentato volentieri. La gentilezza deve esserci sempre da entrambe le parti. Se fotografi in modo "gentile" non avrai mai (quasi) problemi,se fotografi di prepotenza invece i guai arriveranno. Così come se una persona non vuole essere fotografata deve rivolgersi al fotografo in modo educato e non come se lo stesse rapinando,dato che siamo ancora in un paese di diritto. Vedo purtroppo sempre più gente incattivita che si rivolge in modo osceno a chi fotografa |
| inviato il 10 Agosto 2025 ore 10:52
“….No,non puoi. Anzi,si,puoi chiedere ma non puoi pretenderlo…” ••••••••••••••••••••••• Totalmente d'accordo. |
| inviato il 10 Agosto 2025 ore 11:18
Ma dite così perché vi fa comodo ? |
| inviato il 10 Agosto 2025 ore 11:21
Perché è la legge |
| inviato il 10 Agosto 2025 ore 11:29
Nel nuovo regolamento europeo 2016/679, le fotografie sono incluse nel novero dei dati personali e, di fatti, esse fanno parte dei dati biometrici, definiti come “dati personali ottenuti da un trattamento tecnico specifico relativi alle caratteristiche fisiche, fisiologiche o comportamentali di una persona fisica che ne consentono o confermano l'identificazione univoca”. La foto, quindi, rientra tra i dati che consentono di identificare una persona ed è idonea ad essere tutelata per garantire la privacy di coloro ai quali si riferiscono. Sempre in accordo al GDPR, le fotografie, in quanto dati personali, possono essere trattate solo se il soggetto ha fornito un consenso esplicito e consapevole, ad eccezione di alcuni casi particolari riguardanti, ad esempio, l'interesse pubblico, la salvaguardia del soggetto ripreso, l'utilizzo necessario in uno specifico ambito di impiego. Per l'appunto, l'art. 7 del regolamento in questione afferma che “il titolare del trattamento deve essere in grado di dimostrare che l'interessato ha prestato il proprio consenso al trattamento dei propri dati personali”. Il fotografo, nel momento in cui scatta un ritratto, diventa il titolare del trattamento del dato e, come tale, ha l'obbligo di ottenere e registrare il consenso del soggetto. Tale consenso deve essere informato, specifico, non ambiguo e liberamente concesso, non avendo alcun valore il silenzio assenso non ha alcun valore. Inoltre, il consenso deve essere comprensivo del dettaglio delle specifiche autorizzazioni che il soggetto consente al fotografo, come la pubblicazione o l'utilizzo per fini commerciali e di marketing. |
| inviato il 10 Agosto 2025 ore 12:46
@stylo non solo può chiederti la rimozione della foto senza consenso, ma può chiederti la rimozione della foto ANCHE SE TI AVEVA DATO IL CONSENSO È un suo diritto. Se la foto fa parte di un'opera che è già stata licenziata o stampata e lei ti aveva dato il consenso non ci può fare nulla e l'opera può continuare ad essere venduta o diffusa. Se guardi tra le mie gallerie ce n'è una dedicata a un calendario che ho realizzato per il mio studio. www.juzaphoto.com/me.php?pg=334250&l=it#iniziopaginagalleria Ovviamente ho chiesto al mio legale di mettere giù un consenso alla pubblicazione e ricordo benissimo che in un punto diceva chiaramente che il consenso può essere ritirato in qualsiasi momento. Se accadesse a me con una delle persone ritratte, dovrei toglierla da Juza e dagli altri social dove è rimovibile ma potrei continuare a diffondere il calendario in quanto non può essere rimossa da lì pena la distruzione dell'opera. Se ci tieni molto ti recupero il consenso che se non sbaglio fu redatto proprio dallo studio Stefanelli citato prima |
| inviato il 10 Agosto 2025 ore 12:56
Fate confusione tra lo scattare la foto e il trattamento di questa come dato personale (che è quello di cui parla il regolamento europeo) In pratica se ho uno studio fotografico e faccio ritratti e desidero conservarli e/o utilizzarli devo avere il consenso del soggetto ritratto. Idem se sono un'azienda e mi arrivano cv con la foto Ora se sono per strada e faccio la foto ad un tizio, ditemi come questo può essere sicuro che io abbia fotografato lui e non il tizio a fianco o il palo della luce. Per scoprirlo dovrebbe visionare la fotocamera e non ha alcun diritto di farlo e nemmeno lo hanno le forze dell'ordine. Quindi le leggi vanno anche un minimo interpretate. |
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