| inviato il 17 Febbraio 2025 ore 21:38
Io penso che non si possa stabilire a priori se le ombre o le luci debbano o meno essere chiuse o aperte senza domandarsi la finalità della immagine ripresa: gestire in pp la gradazione tonale è una scelta che ogni fotografo definisce in modo personale scatto per scatto. Che poi qualcuno definisca in questo anche un determinato taglio stilistico va benissimo, purché si sappia che tale taglio non si sposerà sempre bene con tutte le scene che andrà a fotografare. Per quanto mi riguarda cerco di rendere le immagini più vicine possibili a come le ho percepite al momento dello scatto, anche se mi capita, per esempio, di rivedere dopo mesi una immagine e accorgermi che in quel periodo tendevo troppo a enfatizzare determinati effetti. Ovviamente se uno scatta in diapositive questo non si potrà fare ma anche qui direi che la scelta preventiva della pellicola influenzerà il risultato finale: i meno giovani si ricordano quante immagini avranno visto fatte con la Velvia 50 che probabilmente sarebbero venute meglio con un Provia o una Epr64???? Io tantissime. |
| inviato il 18 Febbraio 2025 ore 10:34
Ovviamente se uno scatta in diapositive questo non si potrà fare ma anche qui direi che la scelta preventiva della pellicola influenzerà il risultato finale: i meno giovani si ricordano quante immagini avranno visto fatte con la Velvia 50 che probabilmente sarebbero venute meglio con un Provia o una Epr64???? Io tantissime. ******************************************** Dipende. Nove volte su dieci questo dipendeva dal fatto che la Velvia era stata esposta come fosse una Provia, una Ektachrome 64 o, peggio, una Kodachrome 64. |
| inviato il 18 Febbraio 2025 ore 11:08
A me piace molto appiattire le ombre, togliere dettaglio senza scurirle, anzi. Mi piace la luce piatta, diffusa. Mi piace la foto piatta. Però apprezzo tantissimo chi fa l'opposto. Foto che io non farei mai. |
| inviato il 18 Febbraio 2025 ore 11:36
Mah.... sono veccho, ma mi insegnavano (soprattutto in b/n ) a leggere le ombre. Un saluto ! |
| inviato il 18 Febbraio 2025 ore 11:42
Anch'io sono piuttosto vecchio, e anche io ho sempre sentito sta' nenia, francamente insopportabile, circa la leggibilità delle ombre, ma non ci sono mai andato dietro, tutt'altro anzi. |
| inviato il 18 Febbraio 2025 ore 11:51
......"......francamente insopportabile...." Cosa intendi dire ? Spiegati meglio... Grazie |
| inviato il 18 Febbraio 2025 ore 11:58
Intendo dire che nelle ombre c'è sempre un minimo di leggibilità, basta non pretendere, da una pellicola che riprende una visione di insieme, lo stesso dettaglio che ci darebbe il nostro occhio se quella stessa ombra la osservassimo da vicino. |
| inviato il 18 Febbraio 2025 ore 12:04
Il nostro occhio ha una gamma dinamica molto superiore ai sensori. Quindi aprire le ombre non è il male. Esagerare e creare difetti ovviamente è un altro discorso. Leggo queste cose da sempre : adesso chi usa Canon è più tranquillo con i sensori quasi alla pari sulla GD. Anni fa erano come la favola di Esopo, la GD non serviva, se dovevi aprire avevi sbagliato ad esporre etc Chi fa paesaggio ha bisogni differenti da altri generi ed avere più possibilità di recupero è sempre un gran bene. |
| inviato il 18 Febbraio 2025 ore 13:03
x PaoloMcmlx : esattamente. |
| inviato il 18 Febbraio 2025 ore 13:13
“ Il nostro occhio ha una gamma dinamica molto superiore ai sensori. „ Appunto, quindi noi riusciamo, osservando un paesaggio assolato, a vedere abbastanza bene anche quel che c'è nelle zone di ombra. Il problema è che se vogliamo fotografare queste situazioni e fare in modo che si veda tutto (zone sotto il sole a picco e interno di una grotta, per dire) dobbiamo ridurre la gamma dimamica a quella che ci può stare su un display o, peggio ancora, su una stampa, e così chi poi osserverà la foto non avrà affatto la stessa impressione di chi guarda la scena dal vivo, ma ne vedrà una versione con gamma dinamica ridotta, un po' sbiadita, diciamo, in confronto a quel che si vedeva dal vivo. E questo è uno dei principali motivi di fallimento delle foto di paesaggio: c'è una luce particolare, che crea un'atmosfera bellissima, fai la foto, fai la post e poi però quando la riguardi non ti piace mica più tanto: dov'è andato tutto quello splendore, quella vibrazione luminosa? E allora invece di cercare di "riprodurre la realtà" bisogna invece cercare di "tradurre" i valori tonali della scena entro la gamma dei valori possibili. E in questa prospettiva che si sceglie se tappare o no le ombre, bruciare o no le luci, entrambe cose che si possono fare: ho fatto di recente delle foto di architetture col cielo nuvoloso e ho esposto in modo che il cielo risultasse completamente bruciato, bianco, e secondo me sono foto che funzionano. Idem per alcune foto di fiori nel bosco, illuminati da una lama di sole che entrava: esposizione buona per i fiori e il resto tutto al nero. Secondo me è così che si fa la fotografia. IMHO, naturalmente... |
| inviato il 18 Febbraio 2025 ore 13:59
Sta' di fatto che si vedono cose ben fatte equilibrate anche se con tanta PP e cose innaturali.... Poi il gusto personale fa si che l'equilibrio si sposti,si sa' “ Mah.... sono veccho, ma mi insegnavano (soprattutto in b/n ) a leggere le ombre. Un saluto „ Si ma si sono dimenticati di aggiungere ....con coerenza rispetto alle luci |
| inviato il 18 Febbraio 2025 ore 14:48
x Speedking : ...per forza! Le ombre derivano dal tipo di luce. Un foglio bianco, con una silhoutte disegnata, riesce a suggerire il maggiore ( o minore) grado di intensità. Questo è l'abc . |
| inviato il 18 Febbraio 2025 ore 15:06
Si ma ai tempi forse non l'hanno aggiunto perche' era ovvio, oggi siccome la tecnologia lo permette ...un po' meno Intendevo dire che si sono dimenticati ....per i posteri |
| inviato il 18 Febbraio 2025 ore 15:17
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| inviato il 18 Febbraio 2025 ore 16:47
Il nostro occhio ha una gamma dinamica molto superiore ai sensori. ********* **** Questa e' stato scritto da ogni parte, ma salvo rare eccezioni, non ne viene data una contestualizzazione corretta. Per ovvi motivi i siti internet foraggiati dal marketing delle fotocamere digitali se ne guardano bene dallo spiegare come stanno in realta' le cose, a dire il vero poi non cosi complicate... L'occhio ha una gamma dinamica superiore a quella dei sensori considerando la capacita' adattiva della pupilla. Non e' quanto avviene nel processo fotografico. Basti osservare in una giornata di pieno sole una grotta standone fuori ben distanziati. L'occhio vede solo un buco nero. Se dalla stessa distanza si scatta una foto ed in post produzione si recuperano al massimo le ombre, qualcosa all'interno della grotta sara' visibile, sebbene accompagnato da un certo "rumore" digitale. Ergo la gamma dinamica del sensore e' maggiore di quella dell'occhio umano. Dopodiche' avviene quanto gia' detto da Miopiartistica, il tutto deve forzatamente essere "compresso" dal sistema di visione (carta, monitor , ecc..) che in ogni caso ha una gd inferiore sia al sensore che alle capacita' visive. O meglio, per fare entrare in gamma gli estremi si vanno a perdere almeno in parte le tonalita' intermedie. |
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