| inviato il 15 Gennaio 2025 ore 16:14
Quello che dico io è che bisogna valutare il peso dell'immagine. Una situazione di guerra va documentata, anche solo per scopo di denuncia. La morte di Senna secondo me già è una di quelle cose che, a malincuore, serve che qualcuno documenti, per il peso mondiale che ha avuto quel fatto. Nel mio caso non era una situazione grave, non serviva scattare, di fatto di quella scena non si è visto niente sui vari giornali, pagine ecc. Quindi perchè farlo? Meglio rispettare il momento di dolore. Sempre secondo la mia sensibilità. |
| inviato il 15 Gennaio 2025 ore 16:19
Io mi chiedo perché bisogna estremizzare sempre il concetto?! Senza cercare di polemizzare,ma il topic è nato su un infortunio di un atleta. È come se sull'infortunio di Ronaldo (il fenomeno,per chi se lo ricorda) tutti i fotografi e gli operatori video avessero deciso di non riprendere più nulla. È un infortunio,una cosa che succede spesso a chi fa attività sportiva,non stiamo parlando di fotografare o riprendere immagini particolarmente cruenti o di morti su incidenti stradali. Che poi un fotografo Pro se non documenta l'infortunio di un atleta top l'agenzia li fa un paiolo tanto o non lo paga proprio. |
| inviato il 15 Gennaio 2025 ore 16:25
“ Io mi chiedo perché bisogna estremizzare sempre il concetto?! „ Ma perchè estremizzare, scrivo queste cose appunto per capire se sono pippe che mi tiro io inutilmente (e a quanto pare è così) o no. Se non spiego bene il perchè ho fatto certi pensieri, si rischia di non capire il mio punto di vista |
| inviato il 15 Gennaio 2025 ore 16:26
“ Mi piacerebbe sapere cosa ne pensate. Dove tracciate il confine tra il documentare e il rispettare un momento? „ il confine lo tracci tu. si, ma anche no. Nel senso che se sei in un certo luogo investito da qualcuno(a pagamento o no poco importa) per documentare, allora documenti tutto, ma tutto, senza se e senza ma. (non tutti ne sarebbero capaci, io per esempio no) che sia una gara podistica o una guerra, tu lì sei per documentare. Se invece sei lì di tua spontanea volontà, allora il confine è assolutamente soggettivo e devi fare i conti con la tua sensibilità. “ cosa avrei potuto fare con un'immagine del genere? Raccontare il suo dolore? La sua vulnerabilità? Non mi sembrava rispettoso „ bè avresti potuto raccontare molte cose, ma “ non avrei saputo come usarla in modo adeguato „ . appunto non te la sei sentita e hai fatto molto bene. |
| inviato il 15 Gennaio 2025 ore 16:30
Chiarissimo Lordcasco. Grazie |
| inviato il 15 Gennaio 2025 ore 16:34
Sigmarco,quando scrivo che non bisogna estremizzare non ce l'avevo certo con te. A te ho già scritto che hai fatto bene a fare quello che ti sentivi di fare |
| inviato il 15 Gennaio 2025 ore 16:34
“ Sigmarco,quando scrivo che non bisogna estremizzare non ce l'avevo certo con te. A te ho già scritto che hai fatto bene a fare quello che ti sentivi di fare „ Ok, scusa. è spesso difficile capirsi bene con lo "scritto" |
| inviato il 15 Gennaio 2025 ore 16:35
Di nulla |
| inviato il 15 Gennaio 2025 ore 16:53
Sottoscrivo in toto l'intervento di Lordcasco. Aggiungo che non è che si possa intervenire per soccorrere o consolare l'atleta infortunato al posto di chi è lì per quello (obiezione che spesso si sente anche con riferimento a scenari ben più gravi, ma che il più delle volte non ha alcun senso), quindi non devono esserci sensi di colpa. E c'è da considerare che, se poi a mente fredda ci si rende conto di aver fatto fotografie a proprio giudizio davvero inopportune, si può sempre decidere di cestinarle. |
| inviato il 15 Gennaio 2025 ore 17:18
Affronti una questione etica, il cui peso varia anche a seconda della natura del servizio. Se finalizzato alla notizia giornalistica è diverso rispetto allo scatto per fini ludici |
| inviato il 15 Gennaio 2025 ore 18:33
La fotografia, inteso come atto, è potenzialmente violenza/nta, consideriamolo : non voglio sembrare quello che "cissa la maraja"* per scatenare un guazzabuglio sul topic, ma sia sugli animali che verso gli esseri umani soprattutto in alcune situazioni lo scatto è contro il desiderio del ritratto. IMHO * = ho usato un piemontesismo che sintetizza bene il concetto e lo traduco: cissé la maraja significa aizzare il popolino per scatenare una lite. |
| inviato il 15 Gennaio 2025 ore 20:26
Situazione vissuta "purtroppo" diverse volte sui campi di gara in tutta Italia e buona parte dell'Europa. Io mi son dato una regola "morale", scatto tutto quello che potrebbe servire per i fini giornalistici e invio solo il materiale che ritengo strettamente necessario. Una inquadratura del personale medico intento a fasciare un ginocchio con i compagni di squadra intorno visibilmente preoccupati racconta tutto, senza ledere la dignità dell'infortunato... un primo piano del giocatore in lacrime che urla dal dolore lo trovo quantomeno indelicato. La sequenza di un incidente, così come un contatto rude e falloso raccontano cosa è successo.... un medico che rianima in mezzo alla pista non racconta nulla di più di quanto si può descrivere a parole. mio pensiero personale e mio modo di agire da professionista del settore (professionista nel senso che mi ci guadagnavo da vivere) |
| inviato il 15 Gennaio 2025 ore 20:32
A livello amatoriale seguirei unicamente la mia coscienza. A livello professionale invece non se esista un codice deontologico come guida. |
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