| inviato il 31 Dicembre 2024 ore 8:41
Le ombre sono state uccise anche per colpa di una cultura molto "televisiva" a iniziare dagli anni 80. Tutto piallato, tutto aperto, che è stata poi continuata con i social, instagram ecc.. Le nuove generazioni, come per esempio mia figlia di 16 anni, non fanno neppure più le foto in orizzontale, solo in verticale con il telefono e iphone e compagnia bella, se non vengono messi in modalità manuale (la userà 1 su un milione?) aprono tutto.. |
| inviato il 31 Dicembre 2024 ore 9:26
D'accordo sulla "estetica fotografica". Forse inconsapevolmente e indirettamente il fenomeno, molto piu' importante che viene toccato e' la crisi delle riviste cartacee a causa dello tsunami internet. Fenomeno avvenuto ormai da 20 anni a questa parte. La fotografia viene vista sul web, le riviste non si vendono, sono costrette a ridurre i costi ai minimi termini. Per non chiudere risparmiano sulla professionalita' di fotografi e foto editor. Chissa' che "toccato il fondo" ci possa essere una ripresa della fotografia su carta, la quale tuttavia non potra' essere che di nicchia. ********** ********** La crisi della carta stampata è un dato di fatto incontestabile caro Simone, tuttavia questa crisi, che peraltro dura da trent'anni, non riguarda il National Geographic che, come certamente saprai, è una Società senza fine di lucro e pertanto, per statuto, è tenuta a reinvestire tutto ciò che guadagna nel corso dell'anno. Assodato quindi che, almeno nel caso del National Geographic Magazine, non si può parlare di crisi dell'editoria, come unica spiegazione possibile resta la peggiore, ossia quella che riconduce alla semplice invcompetenza degli addetti ai lavori. Purtroppo, anzi direi PURTROPPO, non mi pare esista un'altra spiegazione plausibile. |
| inviato il 31 Dicembre 2024 ore 10:00
E' lo specchio di questi tempi, dove armonia, sensibiltà ed eleganza stanno velocemente scomparendo. Nella fotografia come nell'abbigliamento e come nella musica. Un vero schifo. |
| inviato il 31 Dicembre 2024 ore 10:07
Al di là del NG, se parliamo di estetica delle foto, piaccia o non piaccia, questa è cambiata negli anni seguendo le mode. Dagli HDR spinti oltre ogni ragionevole limite, alle foto ultra sature e ultra contrastate che vanno tanto oggi, mutuate dallo “stile” delle foto dello smartphone, che tanti vogliono imitare in PP su foto raw scattar con reflex o ML. Anche i produttori di macchine fotografiche seguono le mode, e settano già le macchine perché restituiscano di default un certo tipo di file. Basta guardare le foto di riviste fotografiche negli anni per rendersi conto di come cambino le mode nel tempo. Ovviamente trattandosi di mode, per loro natura sono effimere, e chi segue pedissequamente la moda difficilmente entrerà nella storia. |
user266939 | inviato il 31 Dicembre 2024 ore 10:35
La cisi della carta stampata. “ Purtroppo, anzi direi PURTROPPO, non mi pare esista un'altra spiegazione plausibile. „ Una valida spiegazione. Il costo della stampa che se anche di poco conto, incide sensibilmente sulla conduzione familiare di moltissima gente alle prese con una lunga e continua crisi economica. Tutti vorrebbero avere delle belle stampe, ma la maggioranza deve accontentarsi della visione a monitor. |
| inviato il 31 Dicembre 2024 ore 10:49
Beh Oklahoma alla fine un 40x60, stampato peraltro il maniera eccellente da un laboratorio fotografico, mi è costato 12 €... insomma un ingrandimento ogni tanto si può anche fare visto che il j-peg originale, al contrario delle mie amate Velvia che mi costano 1,2 € a fotogramma, mi è costato 0... letteralmente. |
user259808 | inviato il 31 Dicembre 2024 ore 11:20
Le foto delle riviste degli anni '70 sono fatte da fotografi seri, che sanno come si fa un reportage. Considerando poi che sono state fatte a pelliccola...tanto di cappello! Concordo che quelle nuove fanno quasi tutte schifo, sembrano fatte da dilettanti. Unica cosa su cui non concordo è la foto della statua con la cupola sulla sfondo: a me la composizione piace molto, anche se i colori/luce fanno giustamente cagare. |
user259808 | inviato il 31 Dicembre 2024 ore 11:24
“ E' lo specchio di questi tempi, dove armonia, sensibiltà ed eleganza stanno velocemente scomparendo. Nella fotografia come nell'abbigliamento e come nella musica. „ ...e nell'architettura. Gli italiani, maestri del buon gusto e del design, riconosciuto in tutto il mondo, che ora progettano case orrende alla tedesca (i tedeschi, maestri indiscussi del cattivo gusto...) composte da tristissimi cubi di cemento e vetro, senza alcun ornamento |
| inviato il 31 Dicembre 2024 ore 11:56
seguo |
| inviato il 31 Dicembre 2024 ore 12:25
Oltre la fotografia è cambiato tutto il mondo dell' immagine, anche la TV è peggiorata di molto, a guardare certi programmi viene il vomito, per contenuti e per qualità video espressa, per dirne una i visi degli/delle 80enni sono piallati all' inverosimile, fatti diventare fluorescenti e colorati in maniera del tutto innaturale. |
| inviato il 31 Dicembre 2024 ore 12:59
“ Oltre la fotografia è cambiato tutto il mondo dell' immagine, anche la TV è peggiorata di molto, a guardare certi programmi viene il vomito, per contenuti e per qualità video espressa, per dirne una i visi degli/delle 80enni sono piallati all' inverosimile, fatti diventare fluorescenti e colorati in maniera del tutto innaturale. „ Esatto. La qualità anche nel video è scaduta enormemente rispetto al passato. Oggi se si dovesse chiedere ad un campione di 100 persone qual'è l'elemento essenziale per la qualità video dal punto di vista tecnico, 99 risponderebbero la risoluzione. |
| inviato il 31 Dicembre 2024 ore 13:33
La fotografia è anche un fatto culturale. Se la cultura è stata sostituita dalla moda, e se la moda censura le ombre, i contrasti, i pori della pelle, i difetti fisici, proponendo modelli massificati tanto più perfetti quanto irreali (v. Ritratti e soggetti inventati direttamente in AI) di che cosa ci stupiamo? Sono anni che ci siamo ubriacati di nitidezze croccanti fino all'inverosimile, HDR pacchiani, pelli lisciate peggio dei manichini: se si propongono questi soggetti e queste modalità si ottiene consenso = like = visibilità in un sistema omologante. La creatività è diventata a buon mercato, basta applicare un certo processo nella post produzione o addirittura direttamente on camera. Non piacciono i vecchi, i malati, i poveracci, i pazzi, i sofferenti, i rom, salvo che non servano al reporter impegnato della domenica per fare la sua brava denuncia sociale , ma anch'essa funzionale soltanto ad ottenere qualche plauso estemporaneo ed essere poi dimenticata per sempre tramite un semplice scorrere del polpastrello sul display. Mario Dondero, Uliano Lucas, Ivo Saglietti, Ugo Mulas, Gianni Berengo Gardin, Mario Giacomelli, Mario di Biase, Franco Fontana, Luigi Ghirri, Giovanni Chiaramonte e tanti altri autori italiani che con la loro fotografia ci hanno insegnato non solo a leggere, ma anche a scrivere fotograficamente sono scomparsi, sostituiti dalla pubblicità degli United Colors of Benetton. Chiedete a chiunque passi per strada di dirvi il nome del più famoso fotografo italiano: vi risponderà 99 su 100 "Oliviero Toscani" (con tutto il rispetto per quest'ultimo, che considero un grande creativo pubblicitario - realtà inventata - piú che un fotografo - realtà mostrata). Che cosa ne discende, quindi? Buon anno |
| inviato il 31 Dicembre 2024 ore 14:29
Esagerano un po' i ragazzi. Alcune sono imbarazzanti altre criticate sono accettabili. Tipo quella dei colori da uniposca. Quante foto possiamo prendere del passato del NG con colori totalmente "falsi" dovute a pellicole che falsavano completamente alcuni toni? quindi ci sarebbe da mettersi d'accordo. |
| inviato il 31 Dicembre 2024 ore 15:32
Sì, hai ragione, anche se è diverso l'approccio di chi usava meglio che poteva l'unico strumento che aveva (Kodachrome 64, per dire, o bianconero a grana grossa) per rappresentare la realtà che aveva davanti, con gli inevitabili limiti e slittamenti tonali e cromatici, rispetto a chi usa i tanti strumenti che ci sono ora per plasmare i dati acquisiti dal sensore solo in vista del maggior consenso ottenibile, adeguandosi ed inchinandosi a stereotipi inconsciamente ed acriticamente fatti propri da coloro che fruiranno dell'immagine. Col che non voglio dire che questi strumenti, che oggi ci sono, non vadano utilizzati, anzi. Ma il modo di utilizzarli porta spesso ad una tale manipolazione del dato da renderlo magari più bello da vedere, ma lontano dalle reali condizioni del contesto in cui è avvenuta la ripresa. Nella fotografia di food (almeno una volta) si utilizzavano alimenti "finti": polli succulenti, frutta impeccabile, ghiaccio brillante, gocce di rugiada di glicerina su fiori di tela, eccetera. Di plastica, o altri materiali non certo commestibili. E per la pubblicità andavano benissimo. Ma nessuno si sognava di mangiarli. |
| inviato il 31 Dicembre 2024 ore 16:30
“ Esagerano un po' i ragazzi. Alcune sono imbarazzanti altre criticate sono accettabili. Tipo quella dei colori da uniposca. Quante foto possiamo prendere del passato del NG con colori totalmente "falsi" dovute a pellicole che falsavano completamente alcuni toni ? quindi ci sarebbe da mettersi d'accordo. „ Su quello è vero, però obbiettivamente c'è molta meno cura di aspetti che sono universali nella fotografia, come la gestione della luce e delle ombre. Concetti e canoni di bellezza che un fotografo dovrebbe conoscere. Poi ovviamente ci sono tante eccezioni.. |
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