user264361 | inviato il 19 Ottobre 2024 ore 22:59
“ ma poi immancabili arrivano le truppe cammellate con carriole colme di regole e supercaz.zole e allora o hai una buona scorta di popcorn e birra o andrai incontro a dei gonfiori pallari esagerati. „ La PDC è quella cosa che se venisse trattata in maniera un po' meno matematica e gestita in maniera un po' meno scientifica consentirebbe a noi tutti di compiere l'atto fotografico con serenità ed appagamento, evitando la frustrazione se non addirittura il rincoglionimento. Penso che dovrebbe bastare conoscere solo le nozioni basilari della PDC. Addentrarsi nei calcoli porterebbe solo ai rigonfiamenti a cui accennava SaroGrey. |
| inviato il 20 Ottobre 2024 ore 0:11
Gonfiori pallari |
| inviato il 20 Ottobre 2024 ore 2:04
Mah, è chiaro che mettersi a calcolare la PFC al millimetro è una faccenda piuttosto insana, poi che fai? Giri col metro per misurare la distanza del soggetto e quella che hanno tra loro gli elementi che vuoi tenere a fuoco? Meglio capire all'incirca i diaframmi che servono nelle situazioni che si affrontano più spesso e casomai stare un pochino "dalla parte della ragione". Il difficile è quando si scatta a mano libera in luce scarsa e si vuole evitare di salire troppo con gli ISO, tocca tenere i tempi al limite del mosso e i diaframmi più aperti possibile, ed è facile sbagliare. |
| inviato il 20 Ottobre 2024 ore 5:03
Anche perché per quanto misuri rimane sempre una cosa dagli estremi non certo definiti, all'interno della pdc da qualche parte di certo c'è/ci deve essere il piano di fuoco, poi quello che si espande verso le due direzioni opposte non è quantificabile con valore assoluto, i calcolatori Dof danno una interpretazione non certo corretta, come si fa a dare 5 mt tra due limiti che non esistono? I 4 metri possono contenere "più fuoco" senza essere a oro volta esatti, idem per i tre, i due ecc. ecc. l'unica misurazione che si può avvicinare all'esatto assoluto è la distanza sensore>piano di fuoco, e anche li se definito in 3,5 metri il piano di fuoco causa limiti di separazione da parte dell'occhio potrebbe generare un piccolo spessore di valore a sua volta non assoluto, ecco che anche il piano di fuoco può assumere una sua ridotta dimensione dai imiti non stabiliti da valori fissi. |
| inviato il 20 Ottobre 2024 ore 6:14
Ovvio che la pdc non esiste è però convezione in fotografia definire come profondità di campo quello che il ns occhio "vede nitido", come vogliamo chiamare la differenza visiva tra una foto scattata a f2 o f22? Non mi sembra ci sia un'altra definizione gergale che la definisca. ********** ************ Ecco, bravo, è una convenzione... ma dobbiamo essere consci di questa cosa e sfruttarla per quella che è, ossia solo una convenzione... senza scervellarci alla ricerca, per esempio, di un formato piccolo che la aumenti oppure di uno grande che la diminuisca o, peggio, esaltandoci o deprimendoci per una cosa o per l'altra che, appunto, neppure esistono. |
| inviato il 20 Ottobre 2024 ore 6:23
Pensate a dipinti come Giochi dei Bambini o i Cacciatori nella neve di Bruegel: quando guardiamo quei dipinti col caxxo che stiamo alla distanza della diagonale, sicuramente ci avvicineremo per vedere i particolari. ********** ********** Non conosco né l'uno né l'altro, ma mi pare di capire che in entrambi i casi si tratti di dipinti, e nei dipinti il pittore è libero di riprodurre, con la stessa "nitidezza", sia i particolari in primo piano sia quelli sullo sfondo, appunto perché con la pittura non ha problemi di PdC... che invece esistono in fotografia. |
| inviato il 20 Ottobre 2024 ore 6:26
La PDC è quella cosa che se venisse trattata in maniera un po' meno matematica e gestita in maniera un po' meno scientifica consentirebbe a noi tutti di compiere l'atto fotografico con serenità ed appagamento, evitando la frustrazione se non addirittura il rincoglionimento. Penso che dovrebbe bastare conoscere solo le nozioni basilari della PDC. Addentrarsi nei calcoli porterebbe solo ai rigonfiamenti a cui accennava SaroGrey. ********** ********** Come non quotare entrambi! |
| inviato il 20 Ottobre 2024 ore 8:02
PDC è l'acronimo di una bestemmia |
| inviato il 20 Ottobre 2024 ore 12:06
Quoto tutti i vostri commenti. |
| inviato il 20 Ottobre 2024 ore 12:23
Quella che in Astrofotografia "non di moda" non esiste. E non ha ragione di esistere. Un solo piano. Se non lo becchi hai semplicemente cannato lo scatto. A meno che non stai collimando il sistema di ripresa. Il resto è moda e post-produzione. Nb. Il mio personale apporto riguarda solo il suddetto ambito, riferito alla mia personale visione del soggetto in questione, alla sua evoluzione nel tempo ed alla mia capacità limitata di comprenderla. Nessuno se la prenda a male. (Ci sono tanti permalosi in giro). Per altri generi non mi pronuncio. Non ho le competenze, l'interesse ad impararle e la dotazione celebrale per comprenderle. La natura è stata grama a livello di dotazione di serie. |
| inviato il 20 Ottobre 2024 ore 12:24
“ Pensate a dipinti come Giochi dei Bambini o i Cacciatori nella neve di Bruegel: quando guardiamo quei dipinti col caxxo che stiamo alla distanza della diagonale, sicuramente ci avvicineremo per vedere i particolari. ********** ********** Non conosco né l'uno né l'altro, ma mi pare di capire che in entrambi i casi si tratti di dipinti, e nei dipinti il pittore è libero di riprodurre, con la stessa "nitidezza", sia i particolari in primo piano sia quelli sullo sfondo, appunto perché con la pittura non ha problemi di PdC... che invece esistono in fotografia. „ Insomma dipende da che immagine stiamo realizzando: se è un paesaggio dominato da grandi linee e senza dettagli particolari chi lo guarda starà distante, ma se invece è un'immagine piena di particolari interessanti allora dobbiamo pensare che chi guarda vorrà avvicinarsi e apprezzare i dettagli, e cercheremo di realizzare l'immagine di conseguenza. Come fare sono caxxi nostri, i metodi ci sono: treppiedi e diaframmi abbastanza chiusi, se non basta focus stacking. Alla fine conta solo quel che vede chi guarda la foto e cosa e in che modo vogliamo fargli vedere. |
| inviato il 20 Ottobre 2024 ore 12:26
Questa non me la perdo neanche se mi suona Belen nuda PS: aggiungo che la profondita' di campo è quella sottile linea di demarcazione che divide il fotografo con gusto a quello c a f o n e ( il programma non accetta questa parola ). |
| inviato il 20 Ottobre 2024 ore 12:43
@ Lastprince Intanto me li gioco le " OO ", ma Belen non ti suona ne al campanello e neanche fisicamente, visto che sono di due tipi " le suonate ". Detto questo, tu come fotografo dove ti collochi in quella sottile linea di demarcazione. Un saluto. |
user264361 | inviato il 20 Ottobre 2024 ore 14:27
Chi chiama l'ambulanza? |
| inviato il 20 Ottobre 2024 ore 19:56
Che poi, miei cari, le formule della profondità di campo applicano l'ottica delle 'lenti sottili'. Quindi è solo fuffa matematica inutile, gli obiettivi reali non possono essere assimilati alla cosiddetta fisica delle lenti sottili. Insomma la pdc è un effetto ottico calcolato pure male. |
Che cosa ne pensi di questo argomento?Vuoi dire la tua? Per partecipare alla discussione iscriviti a JuzaPhoto, è semplice e gratuito!
Non solo: iscrivendoti potrai creare una tua pagina personale, pubblicare foto, ricevere commenti e sfruttare tutte le funzionalità di JuzaPhoto. Con oltre 252000 iscritti, c'è spazio per tutti, dal principiante al professionista. |

Metti la tua pubblicità su JuzaPhoto (info) |