| inviato il 02 Ottobre 2024 ore 14:50
Ti dirò Lorenzo, in questi casi è meglio chiedere un appuntamento e in quella occasione sottoporre il proprio lavoro, dando spiegazioni e motivando le proprie scelte, non inviando prima il materiale. In quella fase, dopo la presa visione del progetto, ci potrebbe essere anche qualcosa da correggere o rivedere su suggerimento dell'Editor stesso che valuta in base alle proprie esigenze editoriali quale linee seguire e cosa interessa e cosa no. Non so se mi sono spiegato... Gianni |
| inviato il 02 Ottobre 2024 ore 16:43
Beh, considerando che l'editore di cui parli è a Firenze, non è che mi viene proprio di strada... Io la bozza l'ho preparata già rivista da un correttore di bozze e impaginata come ho in mente, perchè mandando delle foto di campione e il testo in word non si capirebbe nulla del lavoro nel suo complesso. Dopo di che, sono anche del parere che se a un editore interessa dovrebbe farsi vivo lui, è un po' come quando si manda un cv ad una azienda (e infatti visti i risultati un po' la situazione me la ricorda...) |
| inviato il 02 Ottobre 2024 ore 17:52
Perdonami Lorenzo ma non tieni conto di qualche fattore. Capisco il tuo entusiasmo e anche la tua fatica e frustrazione, ma c'è anche la possibilità che il tuo lavoro non piaccia. Ognuno di noi resta sempre stupito che le cose che amiamo, altri le trovino normali ( o per lo meno non interessanti ). Se consideri che un libro come questo...
 ... ci ha messo piu di quarant'anni per essere pubblicato, ed è considerato un capolavoro. Tieni conto anche che mediamente l'editoria è in grande crisi : non esistono quasi piu' edicole e le stesse librerie sono sempre meno. Queste sono considerazioni che purtroppo devi fare, volente o nolente. Comunque un in bocca al lupo. |
| inviato il 02 Ottobre 2024 ore 18:19
E' così Lorenzo, ti devi muovere anche se l'editore di turno non ti viene proprio di strada...devi cambiare approccio. “ Beh, considerando che l'editore di cui parli è a Firenze, non è che mi viene proprio di strada... „ devi esere tu che vai a proporre, non puoi pretendere che un Editore (questa volta maiuscolo) ti prenda in considerazione solo perchè hai sudato sette camicie per arrivare a quel risultato...che in questo momento, piace solo a te... Datti una mossa... Poi fai come meglio credi...a me nulla cambia, non ho visto neanche una foto di quello che vuoi pubblicare per cui... Gianni P.S. “ ...che se a un editore interessa dovrebbe farsi vivo lui, è un po' come quando si manda un cv ad una azienda (e infatti visti i risultati un po' la situazione me la ricorda...) „ Ma quando mai... |
| inviato il 02 Ottobre 2024 ore 22:34
“ Alla fine penso che mi orienterò per venderlo con Amazon „ Lascia perdere con Amazon. Perdi solo tempo. Te lo comprano solo i tuoi più cari amici. Non sei nessuno li dentro e nessuno ti fa pubblicità. Prova qui: store.crowdbooks.com/books/ E magari dacci l'onore di vedere qualche immagine di quelle che vorresti pubblicare nel libro... |
| inviato il 03 Ottobre 2024 ore 10:02
Ciao, ti posso condividere la mia esperienza. Non sono un fotografo famoso e non lo faccio di mestiere, ma sogno di pubblicare il mio primo libro prima o poi. Sognare per fortuna è gratis... Una volta terminato il progetto, senza aver preparato l'impaginazione, a volte bastano solo le immagini per far capire bene la nostra idea all'editore; le ho fatte vedere a qualcuno titolato (un fotografo paesaggista romagnolo) per capire se fossdero quantomeno di qualità sufficiente per potersi presentare alle case editrici. Chiariamo subito che le case editrici non sono enti di benbeficenza e si accollano il rischio d'impresa, quindi sono libere si accettare o rifiutare un potenziale lavoro. Consideriamo anche che parliamo di prodotti di nicchia, che hanno tirature limitate e un pubblico molto ristretto (parlo di libri di fotografia d'autore). Dopo aver parlato con editori specializzati, tipo Mackbook ad esempio, la risposta è stata sempre la stessa, non essendo conosciuto non possiamo permetterci il rischio di promuoverti con un libro. Giusto? sbagliato? Diciamo che chi ci mette i soldi decide. Se pagassi di tasca mia sarebbe possibile farlo (dopo che l'editore ha stabilito che la qualità artistica e il tema sia allineato alla sua offerta). L'investimento da parte mia si aggirerebbe tra i 5 e 10K a seconda delle quantità, dimensioni e finiture. Ancora non mi sono deciso se affrontare l'investimento o meno, comunque si parla (almeno per il sottoscritto) non di spiccioli. PEr farne cosa poi? PEr ritrovarmi la cantina piena di libri che andrei a regalare agli amici? Io non ci vedo nulla di strano in questo processo, che sicuramente avvantaggia chi ha disponibilità economiche (ma non nascondiamoci dietro un dito, il mondo funziona quasi sempre in questo modo), ma nonpossiamo chiedere ad un editore, in un mondo dove sempre meno persone comprano libri di pubblicare il nostro, anche se bellissimo, se chi paga non pensa di avere un guadagno. Ci sono vie diverse per cercare di farsi pubblicare un libro, come per esempio partecipare a dei concorsi, cercare sponsor, rompere le scatole alle fondazioni, sono tutte strade in salita con poche chance di successo, ma se non si ha la possibilità economica di partenza, non vedo altre soluzioni. In tutti i campi, diciamo artistici come la musica e l'arte, penso sia chiaro a tutti che finchè non si diventa quantomeno conosciuti (intendo con un seguito che ci permette di vivere dignitosamente), si paga di tasca propria. Sicuramente questo non mi piace, ma mediamente è così. Faccio un esempio su di me, Luca, diamo per scontato che abbia talento e che sia bravo anzi molto bravo (quindi ho ancora molto da lavorare ), non riesco ad accedere alle gallerie più famose e/o non riesco a pubblicare libri perchè non sono conosciuto. Ma non posso diventare conosciuto se non arrivo in quelle "piazze". Come farò per arrivarci? Perserverò nel mio intento, partendo dal basso autosponsorizzandomi; sapendo che le possibilità di riuscita sono inferiori ad 1 su 1000... Poi magari un giorno chissà potrei anche diventare quantomeno conosciuto. Sai cosa faccio nella vita.... con un alaurea in ingengeria meccanica lavoro in una multinazionale... è bello sognare però a fine mese si deve pur arrivare |
| inviato il 03 Ottobre 2024 ore 10:47
non avendo ambizioni di pubblicare alcunchè, tantomeno di fotografico, ho una opinione un po' naive al riguardo e quindi penso che per farsi conoscere si debba tentare anche la via messa a disposizione dai moderni sitemi di comunicazione ed in primis da Instagram, pubblicando in maniera accattivante la produzione che si vuol promuovere e cercando di capire come renderla visibile, prima di affrontare i costi vivi di preparazionee stampa. Salvo che non si sia in presenza di contenuti geniali e/o unici mi pare velleitario pensare che qualsiasi editore si faccia in quattro per pubblicare motu proprio, soprattutto - come è stato correttamente detto - in una nicchia di merctao piccola e di solito appannaggio di specialisti e/o appassionati. Forse sarebbe più interessante proporre una monografia su un particolare luogo e vedere se interessa a chi quel luogo lo cura o lo promuove, ma anche li temo che gratis sia difficile. |
| inviato il 03 Ottobre 2024 ore 12:10
Dico due cose basate sulla poca esperienza personale. Mi scuso per la lunghezza... In effetti oggi gli editori non si accollano alcun rischio economico, a meno di operazioni di quasi certo successo di mercato. Sui libri con tante immagini questo vale a maggior ragione, dati i costi di stampa molto più elevati. Però se paghi, si aprono le porte anche di editori di rilievo nazionale... Chi paga? Se non si vuole pagare di tasca propria, si possono cercare dei soggetti terzi che possono essere interessati al libro. Enti sul territorio, banche, fondazioni... dipende dal tema trattato. In alternativa si può provare il crowdfunding su piattaforme che accolgono progetti artistici/culturali. Ma ci vuole un impegno poderoso sui social perché la campagna di raccolta abbia successo. Parliamo di cifre attorno ai 10k €. Alternativa povera ma molto realistica e alla portata di tutti: si mette il libro su una piattaforma di stampa e vendita (tipo Blurb). La copia del libro viene stampata solo nel momento in cui qualcuno la acquista. Quindi per l'autore non ci sono costi. Non c'è nemmeno un significativo guadagno, ma questo si dà per scontato. Un aspetto fondamentale è la distribuzione. Non ha senso stampare un libro e metterlo in soffitta, ci sono modi molto più economici per gratificare il proprio ego. Uscendo con un editore si può contare su un (moderato) sostegno da parte sua. In fase contrattuale si può chiedere che il libro sia distribuito in un certo numero di librerie sul territorio nazionale. Se il piccolo editore non è in grado di garantirlo, cambiare editore... Le copie che contrattualmente spettano all'autore (numero da definire) non sono solo per parenti e amici. Vanno spedite come omaggio ad una lista di biblioteche che per specializzazione o radicamento territoriale possono essere di interesse. In questo modo si entra nei cataloghi nazionali e non solo. L'editore per obbligo di legge deve inviare una copia alla Biblioteca Nazionale Centrale di Firenze. Insomma, se non si finisce nell' OPAC, del libro non resterà traccia... Per entrare nei cataloghi (ma anche per vendere in libreria) ci vuole il numero ISBN. Un tempo questa era una prerogativa dei soli volumi editi da un editore. Oggi chiunque può acquistare un numero ISBN e quindi lo si può associare anche a lbri stampati "in cantina". Anche "andare in libreria" non significa automaticamente vendere. C'è un'enorme sovraproduzione di testi di modesto valore e quindi il turnover sugli scaffali è altissimo. Se non inizia a vendere immediatamente, in due/tre settimane il nostro amato libro sparisce dagli scaffali per non farci più ritorno. Quindi il libro viene diffuso/acquistato anche curando delle "presentazioni con l'autore" in librerie, circoli. ecc. Il totale di tutto ciò è nella migliore delle ipotesi una leggera perdita economica per l'autore ordinario. Non è così per i nomi di fama internazionale. Chi è arrivato a leggere fino in fondo è sulla buona strada... |
| inviato il 03 Ottobre 2024 ore 12:40
@Ale Z Ecco perchè nessuno stampa un libro fotografico... Se si pensa che la maggior parte delle immagini da noi prodotte rimangono nell'HD figuriamoci cosa accade con i libri se queste sono le premesse... |
| inviato il 03 Ottobre 2024 ore 13:07
E' vero. Anche se penso che con un costo tra i mille e i duemila euro si possa fare un'operazione intelligente e di una certa efficacia. Magari limitata ma non inutile. |
| inviato il 03 Ottobre 2024 ore 14:50
Ragazzi, vi ringrazio per i preziosi contributi, ho scritto qui proprio perchè avevo necessità di avere qualche spunto che potesse essere utile, specie da persone che in fatto di fotografia ne sanno senz'altro più di me. Mi preme però fare alcune precisazioni su alcuni temi. In primo luogo, è vero che ogni oste dirà che il suo vino è il migliore, ma io non penso di aver scritto un capolavoro assoluto, o il best seller che non può mancare: ritengo però di aver scritto un'opera qualitativamente valida, anche perchè ho fotografato luoghi come il bosco di Bomarzo o il Giardino dei Tarocchi che, per chi li conosce, sono di per sè di forte impatto visivo. La questione casomai riguarda il fatto di aver trattato un tema assolutamente di nicchia e riferito ad un genere, quello dei libri fotografici, piuttosto problematico, avendo appunto costi piuttosto alti a fronte di (probabili) basse vendite. Una agente letteraria a cui l'ho proposto ha rifiutato senza neppure visionarlo perchè, cito testualmente: "Il libro è impubblicabile: potrebbe interessare alle case editrici solo se provenisse da un fotografo o da un viaggiatore famoso, e lei non lo è". Il che taglia la testa al toro su molti discorsi circa il merito dell'opera. Quanto al fatto del "non mi sto muovendo", in realtà io ho iniziato a marzo a contattare le case editrici e a mandarlo in visione, e all'inizio chiamavo o scrivevo per un riscontro, ricevendone però, il più delle volte, delle vere rispostacce. Addirittura alcuni editori nel sito specificano di non sollecitare le risposte: per cui va bene scrivere all'editore che mi è stato suggerito, va bene chiedere tra qualche giorno una conferma di ricezione, ma di essere mandato a quel paese anche in fiorentino non ne ho proprio voglia. In realtà questa storia delle case editrici funziona al pari di altri ambiti delle relazioni umane, come appunto quando si manda il curriculum ad un'azienda o si chiede ad una ragazza che ci piace di uscire con noi. E con riguardo a questo caso, se la ragazza è interessata a sua volta si farà senz'altro viva e troverà il modo di uscire anche se fuori c'è una bufera, mentre se non le interessassi non cambierebbe idea neppure se la chiamassi 100 volte, o se la aspettassi fuori di casa: tutt'al più chiamerebbe i carabinieri... |
| inviato il 03 Ottobre 2024 ore 15:17
Bisogna anche considerare una cosa fondamentale: chi ha stabilito che abbiamo fatto un lavoro di qualità? Un lavoro autoriale? Un lavoro che meriti l'investimendo di un editore?Noi stessi...mmmhh!! Il nostro personale giudizio non vale nulla, è troppo legato ai nostri sentimenti e al nostro ego. Ci vuole qualcuno che ci aiuti a interpretare il nostro lavoro, magari anche a fare un editing all'altezza, qualcuno che ci accompagni nel percorso. Oggi avere belle immagini non basta proprio più. Anzi, nella fotografia contemporanea la bellezza estetica spesso non è un valore preso in considerazione da editori, galleristi ecc.. |
| inviato il 03 Ottobre 2024 ore 17:59
@Gaga “ Ci vuole qualcuno che ci aiuti a interpretare il nostro lavoro, magari anche a fare un editing all'altezza, qualcuno che ci accompagni nel percorso. Oggi avere belle immagini non basta proprio più. Anzi, nella fotografia contemporanea la bellezza estetica spesso non è un valore preso in considerazione da editori, galleristi ecc.. „ E' per questo motivo che si deve avere un incontro frontale, dal vivo, in presenza o come vogliamo dire, nel quale si sottopone la nostra "opera tanto amata" all'Editor, o a chi per lui, di turno. In questo incontro si può essere fatti a pezzi, stroncati in due dai suoi giudizi oppure, nella migliore delle ipotesi presi in seria considerazione. Servono porte in faccia altro che menate... |
| inviato il 04 Ottobre 2024 ore 9:42
Secondo me anche farsi un giro per tipografie (serie) nella tua zona potrebbe essere un modo per avere feedback. Ti fai qualche appuntamento per chiedere un preventivo di stampa e porti un tablet con il pdf dell'impaginato in visione, sicuramente un qualche commento sia sulla qualità di stampa e sulla qualità in generale lo riceverai. Anche li, non è detto che ti diano l'appuntamento, piuttosto potrebbero chiederti di mandare il file via e-mail per farti il preventivo. Purtroppo il tuo sogno di stampa è di altri tempi, immedesimati in un editore odierno e immagina la robaccia che gli propinano in un mondo di illetterati e di intelligenza artificiale. Ovviamente non è una scusa per essere maleducati. Sarà crudele ma lo vedo fattibile senza bruciarsi il fegato, solo con crowdfounding o aprendo un canale youtube e diventando "famoso". Molti fotografi youtuber che seguo hanno i loro progetti editoriali ma hanno canali importanti: thomasheaton.co.uk/ 2 libri e 1 calendario l'anno 579.000 iscritti www.seantucker.photography/store svariati libri 580.000 iscritti etc etc |
| inviato il 04 Ottobre 2024 ore 10:32
“ Secondo me anche farsi un giro per tipografie „ Penso che nessuna tipografia sia interessata ad investire soldi per un libro. Il loro lavoro è stampare e basta. E poi non serve a niente stampare libri se poi non hai canali di promozione e di distribuzione. Vendi o regali 10 copie ad amici e parenti e tutti gli altri ammuffiscono in cantina, dopo aver speso qualche migliaia di Euro. Per iniziare, un canale percorribile a basso costo è quello delle Fanzine. Per chi non le conoscesse, le fanzine sono delle pubblicazioni autoprodotte con carta a basso costo e stampati a basso costo, in tiratura limitata. Serve per presentarsi e presentare un proprio progetto. Oggi stanno avendo un discreto successo nel mondo della fotografia autoriale come anche in altri generi creativi. Possono essere anche molto creative come impaginazione, editing ecc. Esistono anche dei festival a tal proposito. Questo è uno dei tanti: www.funzillafest.com/ |
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