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f/stop e come settarli correttamente


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avatarsenior
inviato il 30 Luglio 2024 ore 19:10

Non ho detto lente anteriore ma in entrata, pupilla, anche perché tale numero può variare chiudendo il diaframma quindi come mai potrebbe essere quella anteriore?

avatarsenior
inviato il 30 Luglio 2024 ore 19:16

E non era più comodo scrivere pupilla d'entrata? Sorriso

Lente in entrata non l'ho mai sentita.


avatarjunior
inviato il 03 Agosto 2024 ore 7:07

Buongioro a tutti e grazie ancora per le preziose spiegazioni, spero di non perdermi tra tempi di scatto, scala diaframmi ecc...adesso almeno ho capito che tempi e diaframmi si compensano esattamente, non son certo di aver capito tutto ma prometto che mi applichero' :-P

avatarsupporter
inviato il 03 Agosto 2024 ore 8:32

Hanno complicato il pane.
"Stop" è definito come un dimezzamento od un raddoppiamento della quantità di luce che raggiunge il sensore o la pellicola.
Uno stop più chiuso fa passare metà della luce, uno stop più aperto ne fa passare il doppio.
Perciò un'esposizione corretta che fosse, ad es. 1/125" a f:8, sarebbe altrettanto corretta dimezzando il tempo (1/250", ossia uno "stop" in meno rispetto a 1/125") ma aprendo il diaframma (f:5,6, ossia uno stop più aperto rispetto a f:8), così come l'esposizione sarebbe altrettanto corretta raddoppiando il tempo (1/60", ossia il doppio, uno stop in più, rispetto a 1/125") ma chiudendo il diaframma a f:11, ossia uno stop in meno rispetto a f:8.
Cosa cambia tra le tre coppie tempo/diaframma di cui sopra? La quantità di luce che raggiunge il sensore sarà sempre la stessa, ma il diaframma diverso ha effetto sulla profondità di campo, mentre il tempo di posa diverso ha effetto sulla rappresentazione del movimento (mosso-congelato).
La scala standard dei diaframmi è questa:
1 - 1.4 - 2 - 2,8 - 4 - 5,6 - 8 - 11 - 16 - 22 - 32
Gli obiettivi possono avere talvolta un'apertura massima che non coincide esattamente con quei valori, ad es. f:3,5 si colloca tra f:2,8 ed f:4, ossia farà passare un po' meno luce rispetto al primo ed un po' di più rispetto al secondo; ma chiudendolo passerà via via da f:4, f:5,6, f:8 eccetera. Nell'uso pratico la gestione dei mezzi stop o dei terzi di stop di diaframma è irrilevante, soprattutto con le attuali fotocamere che consentono di gestire i terzi di stop o i mezzi stop anche sulle velocità di otturazione.


avatarjunior
inviato il 03 Agosto 2024 ore 9:13

Vitruviano
Attieniti alle regole di base (che sono quelle che hai chiesto tu d'altronde) e non complicarti la vita inutilmente.
La logica dei tempi di otturazione e' esattamente analoga a quella dei tempi di esposizione cioe' il dimezzamento progressivo.
Partendo dall'intero 1 si hanno le successive frazioni: 1/2, 1/4, 1/8, 1/16 e cosi' via salvo arrotondamenti con la differenza che, dovendo i tempi di otturazione fare riferimento ad una superfice (area del cerchio del diaframma) ed essendo quest'ultima in relazione al quadrato del raggio, l'unica sequenza conveniente era in ragione della radice quadrata dei loro denominatori.
Mi permetto di fare anche ulteriori precisazioni/considerazioni...
Gli stessi f/stop sono a loro volta dei denominatori e tutte le case su tutti gli obiettivi li esprimono come tali in quanto riducono una misura in millimetri in un altra sempre in millimetri che ne e' il loro quoziente.
Per calcolare gli step intermedi valgono le regole che ho scritto precedentemente quindi 3.5 e' l'arrotondamento di radice quadrata di 2 elevato alla 3,666 (3 + 2/3) ovvero 3,56, f/4 - 1/2 di stop (o 2.8 + 1/2 stop) fa 3,36 quindi ben lontano dai 3,56 di cui in precedenza e giustamente arrotondati a 3.5 in quanto anche gli step intermedi devono avere una loro logica e continuita' se moltiplicati per 1,414. Fa eccezione per ambiguita' 1.4 + 2/3 di stop che infatti alcuni rappresentano come 1.7 e altri come 1.8 ma per l'appunto e' un eccezione.

avatarsenior
inviato il 03 Agosto 2024 ore 9:54

Con le possibilità dell'elettronica attuale leviamo tutte queste menate dei calcoli:

Otturatore elettronico e diaframma entrambi pilotati da un esposimetro con funzioni dimmer continue.

Una foto per esempio potrà uscire da 1/376 sec a f 3,72, oppure un altra a 1/841 sec a f 2,39.:-P

avatarsenior
inviato il 03 Agosto 2024 ore 10:27

@Icedtea, Giallo il fatto che si sia arrivati in alcuni casi a scatti di 1/3 di stop fisici, pone problemi alla scala degli ISO.
Passando dai DIN prima, agli ASA e poi agli ISO, hanno deciso di rendere più intuitive le scale.
Sono nato con le pellicole, passare da 24 a 27 DIN rappresentava una sensibilità doppia.
Ma la differenza fra DIN 24 e DIN 27 era uguale a tre (3) mentre la sensibilità aumentava del doppio. Poco intuitivo.
La scala attuale degli ISO si basa su questa relazione:



I=valore ISO, S=step (non stop!).
Ur in tedesco sta per "di base". L'Ur-ISO è 3.125 quando S=0. (Introducendo esponenti negativi si può scendere sotto ISO 3.125, volendo, ma non c'è scopo!).
L'idea è avere valori degli ISO multipli di 100, facili da ricordare. ISO 800 significa che la sensibilità è 8 volte quella di ISO 100, basta fare 800/100=8. Una sensibilità 8 volte superiore a sua volta si rapporta agli stop secondo log2(8)=3.
In termini di step, ISO 100=5 e ISO 800=8. Quindi la differenza in step è anche la differenza in stop.
Il tutto funziona perché log2(100/3.125)=log2(32)=5, in altre parole si sono privilegiati i multipli di 100.
Con gli AutoISO spesso escono valori ISO di qualsiasi valore, non solo multipli di 100. Allora si applica la relazione riportata.
Purtroppo le calcolatrici con Equation Solver sono quasi introvabili perché sono proibite in alcuni esami.
Personalmente ho risolto centinaia di problemi/esercizi con un regolo calcolatore da 30 cm perché da studente universitario le calcolatrici elettroniche HP e anche le Texas costavano troppo per la mia famiglia.
avere una loro logica e continuita' se moltiplicati per 1,414.
Una approssimazione sufficiente in fotografia, che tuttavia impedisce i calcoli a memoria. Da notare che 1.414 NON è la radice quadrata di 2.

avatarsenior
inviato il 03 Agosto 2024 ore 11:15

Infatti è 1,4142135624 MrGreen

avatarsenior
inviato il 03 Agosto 2024 ore 11:17

@Icedtea, Giallo il fatto che si sia arrivati in alcuni casi a scatti di 1/3 di stop fisici, pone problemi alla scala degli ISO.
Passando dai DIN prima, agli ASA e poi agli ISO, hanno deciso di rendere più intuitive le scale.
Sono nato con le pellicole, passare da 24 a 27 DIN rappresentava una sensibilità doppia.
Ma la differenza fra DIN 24 e DIN 27 era uguale a tre (3) mentre la sensibilità aumentava del doppio. Poco intuitivo.
La scala attuale degli ISO si basa su questa relazione:


@Valgrassi

Grazie amico, la mia vecchiaia inizia a fare brutti scherzi quasi mi son dimenticato dei DIN.
Anche perchè nei calcoli per lo sviluppo dei negativi B/N andavo a stop nel calcolo della latitudine di posa che mi diventava più semplice e poi le tabelle Ilford erano in stop Sorriso

avatarjunior
inviato il 03 Agosto 2024 ore 15:36

Fermo restando che la ISO nativa di un sensore e' sempre e solo una, massimo 2 nei dual gain, quando si e' unificato ASA e DIN si e' posto il problema di rappresentare correttamente per esempio 22 e 23 ecco perche' si e' di fatto trasformata una scala lineare in una logaritmica che assomiglia alle scale dei tempi di otturazione ed esposizione.
Valgrassi
Tutto torna ma non per il motivo che ipotizzi tu.
Partendo dalla scala dei tempi otturazione abbiamo detto che troviamo il 'reciproco' negli f/stop calcolando la radice quadrata dei denominatori in questo modo troviamo che 32 e' la radice quadrata di 1000 (che senza approssimazioni sarebbe 1024 in realta' ma tant'e'), o anche se si preferisce radice quadrata di 2 alla 10... per convenzione si e' deciso che la logica del dimezzamento applicata agli ISO partisse da 102400 = 1 s = f/1.
ne consegue che l' 11 in questa scala corrisponde a ISO 100 = 1/1000 = f/32.
Detto questo il discorso ISO e' assai spinoso per tutta una serie di motivi...per chi fosse interessato ad approfondire lascio questo link:
www.imatest.com/docs/sensitivity_ei/
e questo:
dougkerr.net/Pumpkin/articles/SOS_REI.pdf

avatarsenior
inviato il 06 Agosto 2024 ore 9:49

@Icedtea i tuoi link provengono da due ing. Adesso c'è il figlio, la famiglia Koren (Imatest) era originariamente ucraina!
Sono due articoli verbosi e poco educativi per i fotografi.
Il riferimento fotografico serio è questo: www.fastrawviewer.com/blog/mystic-exposure-triangle

avatarsenior
inviato il 06 Agosto 2024 ore 13:38

Ma cosa vi cambia sapere a che diaframma siete "precisamente"?
Se ti si dice chiudi "uno stop" da f/4 passi a f/5.6...
Sei a f/3.5? Bon, fai girare la rotella di tre scatti e ci sei... (se la macchina è impostata per i terzi di stop... io ne ho alcune che permettono l'intervento di mezzo stop alla volta)
Perchè complicarsi la vita?!
Poi, se sei a f/4.8 o f/4.9 o f/4.789 non cambia niente... o vedete differenze nella PdC anche con quei minimi scarti?
Boh, mi sembra la facciate più difficile di quanto non sia veramente.

avatarsenior
inviato il 06 Agosto 2024 ore 13:48

Ma poi... state fotografando un cartoncino grigio 18% o una scena che ha luci ed ombre?
(no perchè quello che è corretto per le luci non lo è per le ombre... e viceversa)

avatarsenior
inviato il 06 Agosto 2024 ore 14:22

Io fra l'altro guardo solo l'ago dell'esposimetro, mica misuro gli scatti della rotella, anche se so che ogni 3 ho uno stop in più o in meno...
Se voglio "più scuro" imposto l'ago sotto lo zero, altrimenti sopra (+/- 1,2,3 EV ecc...); esposizione normale, lo lascio sullo zero, nel mezzo.
Tempi e diaframmi li regolo in base a quanto veloce voglio che sia l'otturatore o quanta porzione voglio a fuoco, non in base a quanta luce voglio far entrare: a quello ci pensa la macchina, regolando il parametro libero (per me il più delle volte ISO, stando in auto-ISO) o "i parametri liberi" se sono più d'uno (in priorità diaframmi tempi e ISO, in priorità tempi diaframma e ISO).

avatarsenior
inviato il 06 Agosto 2024 ore 15:20

La misura in cui puoi spostarti avanti o indietro la decidi tu a seconda della situazione di luce che si presenta nella scena che stai fotografando. A capirlo può aiutarti l'istogramma. Poi con un po' di pratica puoi bloccare l'esposizione su un punto medio della scena e ricomporre senza aver più bisogno di correggere con gli stop... e se la scena fosse molto contrastata non rimane che il bracketing.

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